LA "MIA" SCALA

LA “MIA” SCALA

di Michele Olivieri



Ogni volta che entro alla Scala di Milano, respiro a fondo. I teatri conservano quel profumo unico, sarà il legno, sarà la polvere, sarà il velluto del sipario e delle poltrone, le divise con il grande medaglione delle maschere, il maestoso lampadario che si erge a “faro”… forse sarà tutto l’insieme. È un profumo che ricorda il cerone bianco sul volto dei cantanti lirici, il gesso per le scarpette delle ballerine, la lacca delle parrucche, la pece, l’inchiostro sugli spartiti, l’ottone degli strumenti e dei corrimani. Il Teatro alla Scala è uno di quei teatri dove, appena accedi nel foyer, non puoi fare a meno di immaginare abiti da gran soirée, signore ingioiellate, carrozze, camelie, bastoni con il puntale d’argento, perle, diamanti, pellicce e tabarri… la Milano che nell’Ottocento si recava all’Opera e al Balletto, cuore della mondanità e della cultura cittadina. È un teatro tipicamente all’italiana, con pianta a ferro di cavallo, quattro ordini di palchi e due gallerie, la seconda meglio denominata “loggione” o “piccionaia”... il regno degli intenditori! Una vera eccellenza della creatività e genialità del made in Italy! Appena si entra in platea, non c’è uno spettacolo in scena, ma il Teatro stesso è uno spettacolo! Si apre il sipario e per un momento si vive l’emozione di scorgere voci melodiose, volti incipriati ed eteree, diafane figure danzanti che hanno scritto la “Storia”. Assistere a una rappresentazione scaligera è un’esperienza magica, fonte di forti emozioni; per taluni rappresenta “l’incanto del sogno”. Negli ultimi anni, la Cultura nel nostro paese si è adagiata sulle logiche di mercato, a volte troppo televisive, e non ha osato, non ha tentato di scardinare gli schemi, anche per problemi economici. Bisognerebbe però ritornare ad incantare generazioni di spettatori, cercando di investire e donare pagine di pura arte teatrale, perché essa è un’esperienza e un patrimonio da salvaguardare. Ricordare il nostro passato mediante il teatro vuol dire dare “voce” alla memoria di un intero popolo, perciò bisogna dar sempre più vita ai palcoscenici perché diventino un veicolo e un dialogo con i giovani che rappresentano un aspetto delicato della cultura dei nostri tempi. Il Teatro parla un linguaggio comune e ben fruibile. Perciò auspico che la Scala come tutti gli altri teatri di lunga tradizione, luoghi storici ma anche contemporanei diventino sempre più una fonte di ricerca, di passione, un mezzo di aggregazione, usando gli strumenti del cuore e dell’arte per entrare in sintonia con il pubblico e non siano solo luoghi d’élite circoscritti ai soliti noti. Perché essere spettatori di un rito, che si ripete da millenni, mediante il “teatro” in ogni sua forma, è un’esperienza unica, rappresenta un’apertura mentale al sapere... l’entrare in armonia con la realtà attraverso la “favola”. Dalla sua fondazione la Scala è la sala che ha fatto e visto la storia del teatro meneghino. Tutti gli ospiti più illustri, gli eventi lirici, musicali o di balletto più autorevoli hanno avuto come palcoscenico il capolavoro del Piermarini. Celebri compagnie, registi, direttori d’orchestra, cantanti lirici tra i più bravi e famosi, danzatori leggendari, eccellenti personalità hanno calcato le tavole del palcoscenico, dando inizio a una serie di stagioni indimenticabili. Pensiamo a mostri sacri come la Callas, Tebaldi, Di Stefano, Del Monaco, Pavarotti, Nureyev, Bortoluzzi, Fracci, Savignano, Cosi, Baryshnikov, Toscanini, Abbado, Muti, Benedetti Michelangeli e la lista sarebbe interminabile. Le sensazioni, le emozioni degli artisti passati mediante le scene della vecchia e della nuova Scala senza dimenticare anche la scatola magica della ormai scomparsa “Piccola Scala”, sono ora racchiuse in numerose fonti d’archivio storiche, scritti, fotografie, registrazioni e rari filmati, a testimonianza di interi decenni d’attività a servizio della “grande bellezza”. Tornare a comunicare attraverso il Teatro maggiormente celebre al mondo e via via mediante tutti gli edifici appositamente progettati e adibiti alle rappresentazioni sparsi nel nostro Paese, è l’invito più prezioso che rivolgo ad ognuno di noi per trasmettere un’autentica conoscenza. Il teatro, in ogni sua forma artistica, in ogni suo linguaggio e disciplina, rende eterni.



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