Prosegue il percorso mahleriano alla Scala con due prime italiane

Riccardo Chailly dirige la Quinta 
e due rari frammenti sinfonici di Mahler

Dopo la Sesta diretta lo scorso gennaio, il Direttore Musicale prosegue il percorso mahleriano alla Scala con due prime italiane: l’orchestrazione di Colin Matthews del tempo di quartetto Nicht zu schnell e il Symphonisches Präludium.

Giovedì 28, venerdì 1 marzo e sabato 2 marzo nell’ambito della Stagione Sinfonica del Teatro il Direttore Musicale Riccardo Chailly prosegue con la Sinfonia n° 5 il percorso mahleriano con la Filarmonica della Scala che aveva incluso la Sinfonia n° 3 nella scorsa Stagione e la Sinfonia n° 6 lo scorso gennaio.

Alla Quinta, pagina popolarissima non solo per l’Adagietto usato da Visconti in Morte a Venezia e capolavoro ricorrente nel repertorio della Filarmonica, si aggiungono le prime esecuzioni italiane di Nicht zu schnell, primo movimento dall’incompiuto Quartetto con pianoforte in la min. Nell’orchestrazione di Colin Matthews, e del Symphonisches Präludium nella ricostruzione di Albrecht Gürsching

Tra gli juvenilia di Mahler, il Quartettsatz per pianoforte e archi occupa sicuramente una posizione di rilievo: è infatti la sua unica composizione cameristica. Indicato in partitura ‘Nicht zu schnell’, “non troppo rapido”, è coevo del controverso Symphonisches Präludium, ed è il primo movimento di un’opera mai completata.

Come ha scritto Colin Matthews, autore della versione orchestrale commissionatagli dal Konzertgebouworkest ed eseguita per la prima volta a Amsterdam nel novembre 2009, “di primo acchito, alcuni potrebbero non riconoscervi Mahler, anche solo per il fatto che egli non compose mai più musica da camera.

Ma l’atmosfera sinistra e i gesti ampi, quasi sinfonici, del materiale tematico sono profondamente mahleriani”. Sui criteri del proprio lavoro Matthews osserva poi che “quando Mahler studiava in conservatorio, aveva il pianoforte come insegnamento principale; nel quartetto è lo strumento dominante, ed esibisce uno stile assai più virtuosistico di quello degli archi. Nella mia orchestrazione ho puntato ad alleggerire la texture alquanto densa dell’originale. Ho anche trasposto alcune linee melodiche in registri differenti, perché nel quartetto il registro medio prevaleva sin troppo. Altrove mi sono attenuto fedelmente al testo mahleriano, eccezion fatta per un’elaborazione, ma di modesta entità, del passo a mo’ di cadenza verso la fine del brano”.

Matthews ha anche aggiunto indicazioni di tempo e dinamica, assai parsimoniose nel manoscritto e in certi casi del tutto assenti. Il risultato, sul piano della sonorità, è un brano orchestrale di pura marca mahleriana, con potenti climax.

Il Symphonisches Präludium, attribuito ora a Mahler ora a Bruckner, è un brano dalla storia intricata, come spiega Maurizio Giani nel programma di sala.

Il manoscritto venne rinvenuto dal compositore viennese Heinrich Tschuppik, poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale, tra le carte dello zio Rudolf Krzyzanowski, già allievo di Bruckner al Conservatorio di Vienna, dove era compagno di studi di Mahler; recava nella prima pagina l’annotazione Rudolf Krzyzanowski cop. 1876 e nell’ultima, a grandi lettere, von Anton Bruckner.

Tschuppik diede notizia del ritrovamento in un articolo e si adoperò perché il brano, da lui battezzato Symphonisches Präludium, venisse eseguito dai Wiener Philharmoniker. Ma gli orchestrali si opposero negando la paternità di Bruckner.

Tschuppik donò in seguito la partitura in Particell a un’amica di Zurigo, che successivamente la depositò presso la Biblioteca Nazionale di Vienna, dopo avervi annotato l’ipotesi che si trattasse di un lavoro scritto da Mahler, e la precisazione che Mahler e Krzyzanowski avevano realizzato assieme la riduzione per pianoforte della Terza Sinfonia di Bruckner.

Nel 1979 il musicologo Paul Banks ritrovò il Particell di Tschuppik e indicò Mahler come suo probabile autore; ma era ignaro dell’esistenza della partitura completa, che dormiva negli archivi della Filarmonica di Monaco, e l’incarico di orchestrarlo fu affidato al compositore berlinese Albrecht Gürsching.

Questa versione è stata pubblicata come opera di Mahler e gode di una certa notorietà (comprese due registrazioni in CD). 

Ma nel 1985 la partitura autentica del Präludium fu riscoperta a Monaco dal direttore Wolfgang Hiltl, che giudicò più probabile l’attribuzione a Bruckner, e la pubblicò nel 2002.

Paradossalmente, l’edizione autentica è rimasta nell’ombra, e stenta a imporsi su quella apocrifa (la prima incisione è apparsa solo nel 2013). Il Symphonisches Präludium, in do minore, è in forma sonata allargata.

Vi si colgono indubbie assonanze con il mondo di Bruckner, dall’ostinato degli archi che all’inizio sostiene il primo tema al rilievo conferito agli ottoni, dal ductus delle linee melodiche a echi di temi bruckneriani che emergono qua e là.

Nel complesso, però, il carattere del lavoro è tale da giustificare anche l’ipotesi della paternità di Mahler (che da allievo sedicenne poteva benissimo aver preso a modello le partiture del maestro).

Il Maestro Chailly ha fatto della musica di Mahler un filo conduttore di tutta la sua vita artistica, fin da quando, ancora bambino, fu proprio l’ascolto di un’esecuzione della Prima Sinfonia a fargli decidere di intraprendere la professione di Direttore d’Orchestra: basti ricordare i due cicli sinfonici incisi nel 2005 con il Koninklijk Concertgebouworkest di Amsterdam per Decca e nel 2014 con il Gewandhausorchester di Lipsia per Accentus.

Alla Scala la prima esecuzione mahleriana di Chailly risale al 1990 (la Sinfonia n° 9 nella stagione della Filarmonica), apertura di un cammino mai interrotto.

Ma Mahler è stato sempre per Chailly anche materia di studio incessante e di confronto con artisti e studiosi, da Claudio Abbado di cui Chailly fu assistente al dialogo con Herbert von Karajan sulla Decima: esperienze confluite tra l’altro nel grande Mahler Festival promosso dal Maestro a Lipsia nel 2011, centenario della morte del compositore, con la partecipazione di orchestre, direttori e studiosi da tutto il mondo. 



Teatro alla Scala, Milano
Stagione Sinfonica 2018~2019

Giovedì 28 febbraio 2019 ore 20 ~ turno A
Venerdì 1 marzo 2019 ore 20 ~ turno B
Sabato 2 marzo 2019 ore 20 ~ turno C

FILARMONICA DELLA SCALA
Direttore RICCARDO CHAILLY
Gustav Mahler
Nicht zu schnell
Dal Quartetto con pianoforte in la min.
(orchestrazione di Colin Matthews)
Prima esecuzione in Italia

Symphonisches Präludium
(ricostruzione di Albrecht Gürsching)
Prima esecuzione in Italia

Sinfonia n. 5 in do diesis min.

Prezzi: da 85 a 6,50 euro (più prevendita)
Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org




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