Presentata la Stagione 2018/2019 del Piccolo Teatro di Milano

Dal testo di Sergio Escobar
per il libretto della Stagione 2018/2019 

Privato di continuità di un racconto interiore, ininterrotto, egli è spinto alla frenesia narrativa... si potrebbe dire che ognuno di noi costruisce e vive un racconto e questo racconto è noi stessi, la nostra identità. Parole di Oliver Sacks per un caso di grave patologia della memoria, la “Sindrome di Korsakov”. Parole che, ancor più oggi, valgono per le individualità, come per le collettività. 

La “Narrazione”, altra faccia del chiacchiericcio, tra rimpianto deformato del passato, filo spezzato col presente, proiettata solo a un astratto futuro, sostituisce, nel linguaggio ricorrente, l’umano racconto della realtà, delle sue molteplicità. Il Teatro sente il compito di riannodare fili, responsabilità, fragilità, opportunità, domande: di continuare un racconto condiviso, in cui le parole ritornino a vivere di significato. 

L’opera d’arte, La scoperta delle parole, “copertina della stagione” che l’amico Emilio Isgrò ci ha regalato, ne è il miglior manifesto evocativo e poetico: tra le parole si scopre il senso del viaggio, nelle cancellature non rimozioni, ma il trovare nel grande testo della vita l’“improbabile possibile; necessario” nell’accatastarsi dei ricordi, nella sedimentazione della memoria il senso del presente, del futuro. 

Questa è la responsabilità che condividiamo con voi spettatori, per continuare a (ri)scrivere l’idea di cittadinanza, di identità come racconto. Siamo alla settantaduesima stagione, ma anche alla terza dal riconoscimento, dopo decenni, dell’autonomia di Teatro d’Europa: una assunzione di responsabilità in più per interpretare il presente. Responsabilità che si traduce in scelte, anche “coraggiose”. Le lunghissime teniture in sede, non di facile “repertorio”, non sconfinando nel ruolo delle “compagnie di giro”, ma da Teatro Stabile. Sfida produttiva, artistica, condivisione di sempre più pubblico. La “copertura” delle sale della scorsa stagione è stata superiore al 97%: lo voglio ricordare solo perché è una riaffermazione del “teatro d’arte per tutti”. Le lunghe teniture, dimensione “europea” delle produzioni, sono poi occasioni per la vera crescita professionale di nuove generazioni di artisti, di attori che escono dalla nostra scuola e da altre realtà formative, per avvicinare nuovo pubblico. 

Rapporti artistici con l’Europa, ma per guardare al resto del mondo, per essere davvero europei cresciuti, certo, nell’ospitare ed “esportare” titoli, ma sempre più nel creare rapporti continuativi con i linguaggi, con artisti che lavorino per nuove produzioni, per la prima volta, con noi, con attori italiani. L’attenzione, né occasionale, né di “circostanza”, alla scrittura contemporanea segna sia le produzioni sia le ospitalità che propongono l’attività di Teatri Pubblici, ma anche la straordinaria, per qualità e per coraggio produttivo, realtà di “compagnie private”. Il Piccolo sempre più legato alla città, sempre più aperto al mondo come vuol essere, com’è, Milano. Sempre più collaborazioni vere con altre realtà che condividono la stessa passione. 

Scelte che si traducono in produzioni, ospitalità, collaborazioni. Non numeri per riempire formulari burocratici. Non numeri, ma teatro, aperto. Anche il Chiostro Nina Vinchi, aperto tutto il giorno, alla città, ai suoi “quartieri”, al mondo. 

Solo così ha senso parlare dei 17 titoli di produzione, di cui 7 nuove produzioni e 10 di ripresa. Dall’apertura con La tragedia del vendicatore, testo inclemente sulla violenza e il sopruso, nella versione definitivamente attribuita all’elisabettiano Thomas Middleton, con la drammaturgia e la regia di Declan Donnellan, artista che il pubblico del Piccolo ha amato in testi shakespeariani ospitati nel passato, e che per la prima volta in assoluto firmerà una produzione in Italia con un cast italiano, la cui età media è di trent’anni. 

Una naturale evoluzione della dimensione internazionale coerente con le scelte fatte negli ultimi anni dal nostro teatro, che ci portano ad affidare l’apertura della stagione successiva a un altro grande regista europeo che non ha mai prodotto in teatri italiani: Thomas Ostermeier. Lunghe teniture, già in sede, cui seguiranno tournée internazionali, trentaquattro repliche allo Strehler per Donnellan, quarantadue quelle di Cuore di cane con la regia del trentenne Giorgio Sangati, nelle versione drammaturgica di Stefano Massini del testo, tanto censurato all’origine, perché lungimirante, di Michail Bulgakov, con, tra gli altri, Paolo Pierobon e Sandro Lombardi

A Jacopo Gassman, per la prima volta al Piccolo, è affidata la regia di uno straordinario testo del drammaturgo Juan Mayorga: Il ragazzo dell’ultimo banco con, tra gli altri, Fabrizio Falco, Danilo Negrelli, Pierluigi Corallo, al Teatro Studio Melato a marzo e ad aprile. 

Dall’incontro del Piccolo col Mediterraneo, in occasione di Odyssey del 2013, con Marco Paolini nasce ora l’idea della sua prima produzione col Piccolo, con la regia di Gabriele Vacis, Nel tempo degli dèi-Il calzolaio di Ulisse. Un viaggio nell’uomo/mediterraneo che il Piccolo prosegue da quindici anni, dopo essere da poco stato a Tunisi con Il teatro comico, tornando, nell’autunno, a Istanbul e ad Algeri. 

Il Piccolo nel mondo, sempre più nella città come accade nello straordinario progetto produttivo dedicato a Fernanda Wittgens, voluto e condiviso con la Direzione del Cenacolo, interpretato da Sonia Bergamasco, Il miracolo della cena che sarà rappresentato per la prima volta all’interno dello stesso Cenacolo di Leonardo e, successivamente, al Teatro Grassi.

Altro progetto condiviso, ricco anche di incontri, questa volta con la Scala e con Milano Musica, dedicato a Beckett-Kurtág, in occasione dello spettacolo Finale di partita, nella produzione, da noi ospitata, di Glauco Mauri e Roberto Sturno e della prima assoluta di Fin de partie di György Kurtág al Piermarini. 

Sei gli spettacoli pensati e prodotti per ragazzi e bambini, quattro gli spettacoli di ripresa in sede e in tournée, Uomini e no, Elvira, Arlecchino e Il teatro comico

Con Se dicessimo la verità prosegue l’indagine sui legami tra economia legale ed economia criminale nell’ambito dell’Osservatorio del presente e del Palcoscenico della legalità. 

Le ospitalità internazionali, con 7 titoli, di cui 6 prime nazionali, segnano il ruolo di interlocutore maturo del nostro teatro, del nostro pubblico, con ciò che accade nel teatro del mondo. Da una lunghissima collaborazione con la cultura russa nasce la scelta di Milano, del Piccolo, per ospitare Le stagioni russe in Italia.

A novembre, lo Strehler, lo Studio, il Chiostro e la Scuola ospiteranno spettacoli, riflessioni, incontri, filmati, masterclass, sulle tendenze della ricerca del nuovo teatro russo. Quattro gli spettacoli in prima nazionale, Your Gogol, drammaturgia e regia di Valerij Fokin, Evgenij Onegin con la regia di Rimas Tuminas, On the other Side of the Courtain, da Le tre sorelle di Cechov, testo e drammaturgia di Andrij Zholdak e The Twelve, drammaturgia e regia del giovane emergente della scena russa contemporanea, Anton Okoneshnikov

Per la prima volta, allo Strehler, un classico di Calderón de la Barca, La dama duende, messo in scena dalla Compañia Nacional de Teatro Clásico di Madrid

In prima nazionale The Repetition Historie(s) du théâtre (I) del regista svizzero Milo Rau, tra i più interessanti del panorama europeo, racconto dell’agonia di una città e del potere del teatro. 

Torna un superclassico, SLAVA’S SNOWSHOW, l’arlecchino del grande poeta russo di casa al Piccolo. 

Riprende anche la collaborazione con Milano incontra la Grecia, fortemente voluta dal Ministro della Cultura Greca, Lydia Koniordou, già straordinaria interprete della nostra coproduzione Odyssey di Robert Wilson. 

Prosegue da dodici anni la collaborazione con la Cina, confermata dal recente protocollo d’accordo firmato a Pechino. Da questo lavoro nasce ora anche la richiesta di far parte, come membri unici italiani, dell’iniziativa Unesco-Accademia Shanghai per la collaborazione internazionale e la promozione della formazione di giovani artisti. 

Trentadue i titoli di ospitalità dall’Italia, metà di compagnie private. Posso solo ricordarne alcuni. La nuova produzione Dio ride di Moni Ovadia, il Progetto Speciale con l’Accademia Silvio D’Amico con tre titoli, Avevo un bel pallone rosso con la regia di Carmelo Rifici, Concerto per Amleto con Fabrizio Gifuni, in collaborazione con l’Orchestra Verdi

Il debutto in prima assoluta di In nome del padre di Mario Perrotta, La signorina Else con la regia di Federico Tiezzi, la nuova produzione de I giganti della montagna di Gabriele Lavia, Silvio Orlando in Si nota all’imbrunire di Lucia Calamaro, l’ibseniano Il costruttore Solness con Umberto Orsini, La tempesta di W. Shakespeare, con Renato Carpentieri e la regia di Roberto Andò.

La retrospettiva di Mitipretese con tre titoli, il ritorno di Pippo Delbono con La gioia, il Don Giovanni secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio, Il servo di Maugham, con la regia di Andrea Renzi, Ragazzi di vita, drammaturgia di Emanuele Trevi da Pasolini, diretto da Massimo Popolizio, I miserabili, drammaturgia di Luca Doninelli, con Franco Branciaroli e La scortecata, il nuovo spettacolo di Emma Dante

Per nulla “consuete”, ma ogni volta pensate, condivise con passione, le numerosissime collaborazioni. 

Prima fra tutte quella con la Compagnia Marionettistica “Carlo Colla & Figli”, che vedrà la realizzazione dell’ultimo lavoro “sognato” dal caro Eugenio, L’isola del tesoro, al debutto in prima mondiale il 19 giugno al Grassi, prima di partire per gli Stati Uniti.

Con l’eccellenza dell’Orchestra Jazz di Enrico Intra, che sentiamo come “costola” del Piccolo da quasi 20 anni.

La sintonia con l’Accademia della Scala si amplia dal balletto a un bellissimo progetto dedicato a Frank Zappa, The Yellow Shark.

Torna al Piccolo Milano Film Festival, in una formula rinnovata, felici per la nuova presenza di Gabriele Salvatores. 

Milano Flamenco Festival propone vere eccellenze a fine stagione, con un’anteprima già a novembre.

Con Outis Tramedautore rinnoviamo l’attenzione alla contemporaneità drammaturgica, italiana e internazionale. 

Non meno importanti sono le collaborazioni con il Centro Sperimentale di Cinematografia, l’Anteo Palazzo del Cinema, il Souq Film Festival, il Festival Mix, la Fondazione Corriere della Sera, il Politecnico, la Statale, con i 300 insegnanti delle primarie e secondarie con cui lavoriamo per il teatro nelle scuole, le oltre 11 tra Università ed Accademie con cui collaboriamo. 

Prosegue l’attività con l’editore Corraini, divenuto punto di riferimento nel Chiostro Nina Vinchi per gli appassionati di pubblicazioni di teatro e di arte. 

Grazie a voi tutti, il nostro pubblico, con cui condividiamo questo lungo, appassionato racconto. 

Sergio Escobar 

Direttore Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa


Conferenza stampa di presentazione_photo © Masiar Pasquali

Copertina Isgrò

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