Presentata la Stagione d'Opera del Teatro alla Scala di Milano

Teatro alla Scala, Milano

STAGIONE 2018 ~ 2019OPERA



4 dicembre 2018 Anteprima dedicata ai Giovani
7, 11, 14, 18, 21 dicembre 2018; 2, 5, 8 gennaio 2019


Giuseppe Verdi

ATTILA

Direttore Riccardo Chailly
Regia Davide Livermore
Scene Giò Forma e Davide Livermore
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Antonio Castro

Interpreti
Attila Ildar Abdrazakov, Odabella Saioa Hernández, Ezio Simone Piazzola,
Foresto Fabio Sartori, Uldino Francesco Pittari, Leone Gianluca Buratto

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala


Nuova produzione Teatro alla Scala


Il 7 dicembre torna verdiano con Attila, nona opera del compositore andata in scena al Teatro La Fenice nel 1846. Il Direttore Musicale Riccardo Chailly approfondisce la lettura delle opere del giovane Verdi dopo aver inaugurato la Stagione 2015/2016 con Giovanna d’Arco, che vide la luce nel 1845, e prosegue con il regista Davide Livermore una collaborazione che alla Scala ha già avuto un esito felice con Don Pasquale di Donizetti. Con Livermore tornano gli scenografi dello Studio Giò Forma, garanzia di equilibrio tra eleganza visuale e innovazione tecnologica, e il costumista Gianluca Falaschi. Opera complessa in cui Verdi sperimenta nuovi percorsi tra ambientazione storica, impatto spettacolare, squarci psicologici e incertezze morali, Attila chiede ai cantanti slancio e sicurezza ma anche capacità di trovare accenti e sfumature. Protagonista è Ildar Abdrazakov, basso di riferimento dei nostri anni, mentre la difficile parte di Odabella è affidata a Saioa Hernández, che debutta alla Scala dopo una rapida ascesa tra le più interessanti voci emergenti. Foresto ha lo squillo sicuro di Fabio Sartori, mentre nella parte di Ezio torna Simone Piazzola.

Inizio vendita:
Anteprima 4 dicembre: dal 2/11/18
Serata inaugurale 7 dicembre: dal 10/10/18
Per tutte le rappresentazioni successive: dal 12/10/18





11, 13, 16, 19, 22, 27 gennaio; 2, 5, 8 febbraio; 12, 14, 17 marzo 2019

Giuseppe Verdi

LA TRAVIATA

Direttore Myung-Whun Chung
Regia Liliana Cavani
Scene Dante Ferretti
Costumi Gabriella Pescucci
Coreografia Micha Van Hoecke
Luci Marco Filibeck

Interpreti
Violetta Marina Rebeka / Sonya Yoncheva,
Alfredo Germont Francesco Meli / Benjamin Bernheim,
Giorgio Germont Leo Nucci / Plácido Domingo,
Flora Chiara Isotton, Gastone Riccardo Dalla Sciucca,
Barone Douphol Costantino Finucci, Marchese Riccardo Fassi, Dr. Grenvil Alessandro Spina

Coro, Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala


Produzione Teatro alla Scala


Il percorso verdiano intrapreso da Myung-Whun Chung alla Scala con Simon Boccanegra e Don Carlo prosegue con La traviata, titolo particolarmente congeniale alla sua sensibilità. Nelle dodici recite si alternano due cast di grande richiamo: nella parte di Violetta sono protagoniste le due cantanti oggi di riferimento, Marina Rebeka e Sonya Yoncheva, mentre come Alfredo si ascolteranno Francesco Meli, già applaudito accanto a Anna Netrebko nel 2017, e l’emergente Benjamin Bernheim. Germont padre avrà le voci di due monumenti del canto verdiano, Plácido Domingo e Leo Nucci. Torna il sontuoso allestimento firmato da Liliana Cavani per la regia, dal premio Oscar Dante Ferretti per le scene e da Gabriella Pescucci per i costumi che nel 1990 riportò il titolo alla Scala sotto la direzione di Riccardo Muti: una produzione che valorizza la qualità dei laboratori scaligeri

Inizio vendita: dal 12/11/18
La ScalAperta” del 5/2/19: dal 4/1/19
10, 12, 16, 19, 23, 26 febbraio; 23, 27, 30 marzo; 2, 5 aprile 2019

Gioachino Rossini

LA CENERENTOLA

Direttore Ottavio Dantone
Regia, scene e costumi Jean-Pierre Ponnelle
Regia ripresa da Grischa Asagaroff


Interpreti
Angelina Marianne Crebassa, Don Ramiro Maxim Mironov, Don Magnifico Carlos Chausson, Dandini Nicola Alaimo / Mattia Olivieri, Alidoro Erwin Schrott / Alessandro Spina

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala


Produzione Teatro alla Scala

Tra gli spettacoli simbolo della Rossini Renaissance promossa alla Scala da Claudio Abbado c’è senza dubbio La Cenerentola pensata da Jean-Pierre Ponnelle nel 1973. Ma il trittico buffo con cui Abbado e Ponnelle hanno mandato in soffitta il Rossini farsesco del passato ponendo le basi per una lettura contemporanea rimane anche oltre Rossini un modello di teatro fatto sulla musica, sposando ritmo e suggestioni della partitura. La Scala riprende La Cenerentola mentre si spengono i riflettori sul centocinquantenario del compositore (celebrato al Piermarini con una mostra a cura di Pier Luigi Pizzi) affidando la direzione a Ottavio Dantone e la parte di Angelina a Marianne Crebassa, al suo primo ruolo rossiniano al Piermarini. Con lei Maxim Mironov, continuatore di un’illustre tradizione di tenori rossiniani russi che risale a Nicola Ivanoff, e Carlos Chausson come Don Magnifico, mentre come Dandini si alternano Nicola Alaimo e Mattia Olivieri e come Alidoro Erwin Schrott, al suo atteso ritorno scaligero, e Alessandro Spina. Le sorellastre saranno interpretate da soliste dell’Accademia.

Inizio vendita: dal 10/12/18
La ScalAperta” del 27/3/19: dal 27/2/19
27 febbraio; 3, 6, 13, 19, 24, 29 marzo 2019

Modest Petrovič Musorgskij

CHOVANŠČINA

Direttore Valery Gergiev
Regia Mario Martone
Scene Margherita Palli
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari

Interpreti
Ivan Chovanskij Mikhail Petrenko, Marfa Ekaterina Semenchuk,
Andrej Chovanskij Sergei Skorokhodov, Emma Evgenia Muraveva,
Vasilij Golicyn Evgeny Akimov, Fëdor Šaklovityj Alexey Markov,
Dosifej Stanislav Trofimov, Uno scrivano Maxim Paster

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala


Nuova produzione Teatro alla Scala


Il grande repertorio russo torna alla Scala con un’importante nuova produzione del capolavoro di Musorgskij. La rivolta dei Vecchi Credenti guidati dal principe Chovanskij contro le spinte innovatrici di Pietro il Grande sarà fatta rivivere da Mario Martone, esperto narratore di affreschi storici e regista di scene di massa, tra le scenografie di Margherita Palli. Sul podio torna Valery Gergiev, già interprete trascinante dell’edizione del 1998, mentre nel cast insieme al Chovanskij di Mikhail Petrenko e alla Marfa di Ekaterina Semenchuk spicca, al debutto scaligero, Evgenia Muraveva che ha conquistato l’attenzione internazionale sostituendo Nina Stemme in Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk a Salisburgo nel 2017. Chovanščina, titolo imponente e grandioso le cui necessità sceniche e musicali spaventano molti teatri, è però storicamente presente alla Scala, anche in produzioni del Bol’šoj: da ricordare almeno l’interesse di Gianandrea Gavazzeni, che la diresse nel 1967 e nel 1971, e lo spettacolo di Yuri Ljubimov del 1981.
Inizio vendita: dal 27/12/18
La ScalAperta” del 24/3/19: dal 22/2/19



31 marzo; 3, 6, 9, 13, 16, 19, 24, 27 aprile 2019
Giacomo Puccini

MANON LESCAUT

Direttore Riccardo Chailly
Regia David Pountney
Scene Leslie Travers
Costumi Marie-Jeanne Lecca
Coreografia Denni Sayers
Luci Fabrice Kebour


Interpreti
Manon Maria José Siri, Des Grieux Marcelo Álvarez, Lescaut Massimo Cavalletti,
Geronte Carlo Lepore, Edmondo Alessandro Scotto Di Luzio,
Il maestro di ballo Manuel Pierattelli, Lampionaio Francesco Pittari

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala


Nuova produzione Teatro alla Scala


La passione pucciniana di Riccardo Chailly ha accompagnato tutta la sua carriera toccando i maggiori teatri d’Europa. Alla Scala questo percorso è sfociato in un progetto organico di proposta dei titoli maggiori ripensati alla luce delle ricerche musicologiche più aggiornate. L’apertura di Expo ha coinciso con la prima scaligera di Turandot con il finale di Luciano Berio, cui sono seguite La fanciulla del West nell’orchestrazione originale precedente le modifiche apportate da Toscanini per il Metropolitan e, il 7 dicembre 2017, la prima versione di Madama Butterfly. Questa nuova produzione di Manon Lescaut, con la regia di David Pountney che ha recentemente firmato alla Scala Francesca da Rimini di Zandonai, ripropone la prima versione dell’opera, andata in scena a Torino nel 1893. Tra le numerose differenze rispetto alla versione corrente spicca il concertato del Finale primo, espunto prima dell’esordio scaligero nel 1894, in cui Puccini fa sfoggio di uno sbalorditivo virtuosismo orchestrale. Chailly, che ne diresse la prima moderna a Lipsia nel 2008, lo porta per la prima volta alla Scala con un cast che comprende Maria José Siri, Marcelo Álvarez e Massimo Cavalletti.

Inizio vendita: dal 31/1/19
La ScalAperta” del 24/4/19: dal 22/3/19

23, 26, 28, 30 aprile; 2, 5 maggio; 19, 22 giugno 2019
Richard Strauss

ARIADNE AUF NAXOS

Direttore Franz Welser-Möst
Regia Frederic Wake-Walker
Scene e costumi Jamie Vartan

Interpreti
Ariadne Krassimira Stoyanova / Tamara Wilson, Zerbinetta Sabine Devieilhe / Brenda Rae,
Der Komponist Daniela Sindram, Najade Eva Liebau, Dryade Anna-Doris Capitelli,
Echo Regula Mühlemann, Bacchus Michael Koenig, Ein Musiklehrer Markus Werba,
Harlekin Thomas Tatzl / Gabriel Bermudez, Brighella Pavel Kolgatin,
Scaramuccio Kresimir Spicer, Truffaldin Tobias Kehrer,
Der Haushofmeister Alexander Pereira

Orchestra del Teatro alla Scala


Nuova produzione Teatro alla Scala


Il passo più ardito e riuscito della coppia Richard Strauss - Hugo von Hofmannstahl nel campo dell’esplorazione metateatrale torna con la sua tavolozza di divertimento, dottrina compositiva e schietta commozione in una nuova regia di Frederic Wake-Walker, giovane talento britannico che della varietà dei linguaggi teatrali ha fatto una cifra distintiva. Prosegue così, sotto la sicura guida musicale di uno straussiano di riferimento come Franz Welser-Möst, un cammino straussiano che dopo Der Rosenkavalier diretto da Zubin Mehta ed Elektra diretta da Christoph von Dohnányi proseguirà nel 2019 con Die ägyptische Helena e nelle prossime stagioni con Salome. Nella parte del Soprano/Ariadne si alternano Krassimira Stoyanova, ormai amatissima dal pubblico milanese, e Tamara Wilson, artista di casa al Metropolitan che ha debuttato con i complessi scaligeri nel recente Requiem verdiano diretto da Riccardo Chailly. Zerbinetta è il soprano di coloratura più ricercato del nostro tempo, Sabine Devieilhe, mentre Michael Koenig è Tenore/Bacchus e Markus Werba Musiklehrer. Nella parte parlata dell’Haushofmeister debutta sul palcoscenico scaligero il Sovrintendente Alexander Pereira.
Inizio vendita: dal 21/2/19
La ScalAperta” del 22/6/19: dal 21/5/19




16, 19, 22, 25, 29 maggio; 1, 3, 5 giugno 2019
Wolfgang Amadeus Mozart

IDOMENEO

Direttore Christoph von Dohnányi
Regia Matthias Hartmann
Scene Volker Hintermeier

Interpreti
Idomeneo Bernard Richter, Elektra Federica Lombardi, Idamante Michèle Losier,
Ilia Julia Kleiter, Gran Sacerdote Kresimir Spicer

Coro, Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala


Nuova produzione Teatro alla Scala

Christoph von Dohnányi torna alla Scala con Idomeneo segnando una nuova tappa del cammino mozartiano che negli ultimi anni ha riportato alla Scala Lucio Silla con Minkowski, Le nozze di Figaro con Welser-Möst, Die Zauberflöte con l’Accademia e Ádám Fischer, Die Entführung aus dem Serail con Mehta, Don Giovanni con Järvi e La finta giardiniera su strumenti originali con Fasolis: una varietà di approcci interpretativi che ha offerto al pubblico un’ampia panoramica sulle possibili letture di uno dei massimi geni della storia dell’umanità. L’autorevolezza del grande maestro tedesco trova in palcoscenico un nuovo allestimento firmato da Matthias Hartmann, mentre in palcoscenico tornano artisti già applauditi in recenti produzioni scaligere: Julia Kleiter, ascoltata in Der Freischütz è Ilia, Bernard Richter canta Idomeneo dopo essere stato Belmonte in Die Entführung, e la parte di Elettra è affidata a Federica Lombardi, che dopo gli studi nella nostra Accademia ha intrapreso una brillante carriera internazionale.
Inizio vendita: dal 15/3/19
La ScalAperta” del 1/6/19: dal 30/4/19



28, 31 maggio; 4, 7, 11, 14, 17 giugno 2019

Eric Wolfgang Korngold

DIE TOTE STADT


Per la prima volta al Teatro alla Scala


Direttore Alan Gilbert
Regia Graham Vick
Scene e costumi Stuart Nunn
Luci Giuseppe Di Iorio

Interpreti
Paul Klaus Florian Vogt, Marietta Asmik Grigorian,
Frank/Fritz Markus Werba, Brigitta Kismara Pessatti

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala


Nuova produzione Teatro alla Scala


Definito ancora in giovane età “un genio” da Mahler, Erich Korngold era figlio dell’influente e assai conservatore critico musicale della Neue Freie Presse di Vienna. Allievo di Zemlinsky, le sue prime opere vengono dirette e promosse da Bruno Walter. L’avvento del Nazismo e le persecuzioni contro gli ebrei lo costringono a lasciare l’Europa per Hollywood, dove grazie al sodalizio con Max Reinhardt intraprende una seconda carriera da compositore di colonne sonore: al Sogno di una notte di mezza estate di Reinhardt seguono pellicole di grande successo con Errol Flynn, che gli valgono due Oscar. Die tote Stadt, basato sul romanzo Bruges la Morte di Georges Rodenbach, è il capolavoro di un compositore ventitreenne ma già all’apice della carriera, tanto da guadagnarsi una doppia “prima” ad Amburgo - dove dirigeva Otto Klemperer - e Colonia e imporsi come uno dei maggiori successi degli anni ‘20. Mai eseguita alla Scala, è affidata per la parte musicale a Alan Gilbert, mentre il nuovo allestimento segna il ritorno di Graham Vick. In palcoscenico un cast prestigioso che schiera Klaus Florian Vogt, che manca dal Piermarini dal Fidelio inaugurale del 2014, e Asmik Grigorian, tra i cui recenti successi va ricordata almeno la parte di Marie in Wozzeck a Salisburgo nell’estate 2017.
Inizio vendita: dal 28/3/19
La ScalAperta”del 31/5/19: dal 29/4/19



18, 21, 24, 28 giugno; 1, 4, 7 luglio 2019

Giuseppe Verdi

I MASNADIERI

Direttore Michele Mariotti
Regia David McVicar
Scene Charles Edwards
Costumi Brigitte Reiffenstuel
Movimenti coreografici Jo Meredith
Luci Adam Silverman


Interpreti
Massimiliano Michele Pertusi, Carlo Fabio Sartori, Francesco Massimo Cavalletti,
Amalia da definire, Moser Alessandro Spina

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala


Nuova produzione Teatro alla Scala


La ricognizione del teatro musicale del giovane Verdi prosegue con una nuova produzione de I masnadieri, su libretto di Andrea Maffei da Schiller, presentata per la prima volta a Londra nel 1847. Firma l’allestimento David McVicar, uno dei registi più prestigiosi a livello mondiale, che torna dopo la fortunata coproduzione con il Covent Garden de Les Troyens nel 2014, mentre la direzione è affidata a Michele Mariotti che torna alla Scala dopo il successo di Orphée et Eurydice di Gluck nel 2018, ma soprattutto forte di importanti affermazioni nel repertorio verdiano, da I Lombardi alla prima crociata a Torino a Don Carlo a Bologna, e di un fitto calendario internazionale. Nel cast voci molto apprezzate dal pubblico scaligero, da Fabio Sartori già impegnato nell’inaugurazione di Stagione a Massimo Cavalletti e al grande Michele Pertusi. L’ultima rappresentazione de I masnadieri alla Scala risale al 1978 e segnò il debutto operistico di un venticinquenne Riccardo Chailly che fu chiamato a sostituire l’indisposto Gianandrea Gavazzeni.

Inizio vendita: dal 17/4/19
La ScalAperta”del 7/7/19: dal 7/6/19

6, 8, 10, 15, 17, 19 luglio 2019
Progetto Accademia


Antonio Salieri

PRIMA LA MUSICA POI LE PAROLE

Direttore Ádám Fischer
Regia Nicola Raab

Interpreti
Il compositore Ambrogio Maestri
e i Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala

Nuova produzione Teatro alla Scala


Giacomo Puccini

GIANNI SCHICCHI

Direttore Ádám Fischer
Regia Woody Allen
Assistente di Woody Allen Kathleen Smith Belcher
Scene e costumi Santo Loquasto
Luci York Kennedy

Interpreti
Gianni Schicchi Ambrogio Maestri
e i Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala

Produzione Los Angeles Opera

Coro e Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala

Nella Stagione 2018/2019 il Progetto Accademia, che nel 2018 si era già rivolto al repertorio italiano con Alì Babà di Cherubini, raddoppia presentando due titoli, anzi tre: prima della pausa estiva infatti Ádám Fischer guida l’orchestra e i giovani solisti in una serata che include due atti unici di Salieri e Puccini. Prima la musica poi le parole, che sarà presentato con la regia di Nicola Raab, è un esempio della rivalità tra il suo autore e Mozart alla corte di Vienna: l’imperatore Giuseppe II lo commissionò e lo fece rappresentare a Schönbrunn insieme a Der Schauspieldirektor, con cui il libretto del Casti condivide l’impostazione metateatrale, in ideale tenzone tra opera italiana e tedesca. Gianni Schicchi di Puccini, in cui gli allievi dell’Accademia divideranno il palcoscenico con Ambrogio Maestri, giunge alla Scala nella già classica produzione di Woody Allen presentata a Los Angeles nel 2015.



Inizio vendita: dal 6/5/19
La ScalAperta” del 19/7/19: dal 19/6/19
2, 5, 7, 11, 13, 16, 18, 20, 22 settembre 2019
Progetto Accademia


Giuseppe Verdi

RIGOLETTO


Direttore Nello Santi
Regia Gilbert Deflo
Scene Ezio Frigerio
Costumi Franca Squarciapino
Movimenti coreografici Gildo Cassani
Luci Marco Filibeck

Interpreti
Rigoletto Leo Nucci
e i Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala

Coro, Allieve della Scuola di Ballo e Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala


Produzione Teatro alla Scala

L’impegno a far collaborare i giovani dell’Accademia con artisti di straordinaria esperienza prosegue, dopo il Gianni Schicchi con Ambrogio Maestri, con questa ripresa dell’allestimento di Rigoletto di Gilbert Deflo del 1994. I ragazzi si confronteranno con due autentiche leggende dell’interpretazione verdiana: sul podio Nello Santi, erede diretto della lezione di Toscanini che proprio con Rigoletto fece il suo debutto operistico a Padova nel 1951, e in scena Leo Nucci, che del tragico giullare ha fatto - insieme al Figaro di Rossini - un caposaldo della sua carriera e che proprio con queste recite darà l’addio alla parte, lasciando un ideale testimone alle nuove generazioni di artisti.
Inizio vendita: dal 20/6/19
La ScalAperta” del 22/9/19: dal 29/8/19



10, 14, 21, 23, 25, 27 settembre; 1, 4, 7, 10 ottobre 2019

Gaetano Donizetti

L’ELISIR D’AMORE

Direttore Michele Gamba
Regia Grischa Asagaroff
Scene e costumi Tullio Pericoli

Interpreti
Adina Rosa Feola, Nemorino René Barbera / Vittorio Grigolo,
Dulcamara Ambrogio Maestri, Belcore Massimo Cavalletti,
Accompagnatore di Dulcamara Stefano Guizzi

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala


Produzione Teatro alla Scala

Tra le innumerevoli produzioni de L’elisir d’amore, titolo tra i più amati ed eseguiti di Donizetti, le scene fantasiose e lievi di Tullio Pericoli si ritagliano un posto particolare per eleganza e poesia. Questa ripresa, animata dalla regia sapiente di Grischa Asagaroff, presenta un cast ideale in cui all’Adina di Rosa Feola, applaudita nel 2017 ne La gazza ladra e nel 2018 in Don Pasquale diretti da Riccardo Chailly, si affiancano nella parte di Nemorino René Barbera e Vittorio Grigolo, che torna dopo le fortunate recite del 2015 alla Scala e all’aeroporto di Malpensa. Belcore è Massimo Cavalletti e Dulcamara Ambrogio Maestri in uno dei suoi cavalli di battaglia. Sul podio il milanese Michele Gamba, già giovanissimo assistente di Antonio Pappano e poi di Daniel Barenboim, che alla Scala ha già debuttato sostituendo felicemente per una sera Michele Mariotti ne I due Foscari e Franz Welser-Möst ne Le nozze di Figaro e si vede ora affidata una produzione.

Inizio vendita: dal 21/6/19
La ScalAperta” del 10/10/19: dal 9/9/19



2 ottobre 2019 Anteprima dedicata ai Giovani
5, 11, 14, 17, 19, 22 ottobre 2019

Luca Francesconi

QUARTETT

Direttore Maxime Pascal
Regia Alex Ollé - La Fura dels Baus
Scene Lluc Castells
Costumi Alfons Flores
Luci Alex Ollé e Marco Filibeck
Video Franc Aleu

Interpreti
Marquise de Merteuil Allison Cook, Vicomte de Valmont Robin Adams

Orchestra del Teatro alla Scala


Produzione Teatro alla Scala


Dopo due prime assolute di straordinario rilievo internazionale come Ti vedo, ti sento, ti perdo di Salvatore Sciarrino nel 2017 e Fin de partie di György Kurtág nel 2018, il Teatro alla Scala prosegue il suo percorso nella musica del nostro tempo riproponendo Quartett di Luca Francesconi, commissionato dal Teatro nel 2011. Se infatti è fondamentale commissionare e proporre nuovi titoli, è altrettanto importante valorizzare con orgoglio le opere che hanno avuto successo e circolazione: le oltre 40 riprese di Quartett sono un importante segnale di fiducia nel futuro del teatro musicale. L’opera, su libretto dello stesso Francesconi da Heiner Müller, a sua volta ispirato da Les liaisons dangereuses di Laclos, torna nel suggestivo allestimento creato per la Scala da Alex Ollé de La Fura dels Baus, mentre sul podio torna il giovane Maxime Pascal, già applaudito in Ti vedo, ti sento, ti perdo e fondatore a Parigi dell’ensemble Le Balcon.
Inizio vendita:
Anteprima 2 ottobre: dal 2/9/19
Repliche: dal 21/6/19
La ScalAperta” del 22/10/19: dal 20/9/19

18, 21, 25, 28, 31 ottobre; 5, 7 novembre 2019

Georg Friedrich Händel

GIULIO CESARE

Direttore Giovanni Antonini
Regia Robert Carsen
Scene e costumi Gideon Davey
Coreografia Rebecca Howell
Luci Peter van Praet e Robert Carsen
Drammaturgo Ian Burton


Interpreti
Giulio Cesare Bejun Mehta, Cleopatra Cecilia Bartoli, Cornelia Sara Mingardo,
Sesto Pompeo Philippe Jaroussky, Tolomeo Christophe Dumaux, Achilla Christian Senn

Orchestra del Teatro alla Scala su strumenti storici


Nuova produzione Teatro alla Scala

Il progetto di creare all’interno dell’Orchestra scaligera un ensemble dedito alla prassi esecutiva originale giunge al quarto anno dopo Il trionfo del Tempo e del Disinganno e Tamerlano di Händel e La finta giardiniera di Mozart e segna un punto di svolta. Nasce infatti con questa produzione il Progetto Barocco del Teatro alla Scala con Cecilia Bartoli, che proseguirà nel 2020 e 2021 con altri due titoli di Händel, Semele e Ariodante, e si svilupperà sul territorio nazionale con collaborazioni con altri Teatri e la creazione di una Fondazione per promuovere il repertorio del ‘700. L’allestimento di Giulio Cesare, che ha come unico precedente scaligero la produzione diretta da Gianandrea Gavazzeni nel 1957, segna il ritorno alla Scala con una nuova produzione di Robert Carsen e schiera un cast stellare: accanto a Cecilia Bartoli cantano Philippe Jaroussky al debutto al Piermarini, Bejun Mehta già applauditissimo Tamerlano, Sara Mingardo, Christophe Dumaux e Christian Senn.
Inizio vendita: dal 21/6/19
La ScalAperta” del 7/11/19: dal 20/9/19




9, 12, 15, 20, 23, 26, 29 novembre 2019

Richard Strauss

DIE ÄGYPTISCHE HELENA


Per la prima volta al Teatro alla Scala


Direttore Franz Welser-Möst
Regia Sven-Eric Bechtolf
Scene Julian Crouch
Costumi Mark Bouman

Interpreti
Helena Ricarda Merbeth, Menelas Andreas Schager, Aithra Eva Mei,
Altair Thomas Hampson, Da-Ud Attilio Glaser

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala


Nuova produzione Teatro alla Scala

Il secondo titolo straussiano diretto da Franz Welser-Möst è anche, dopo Die tote Stadt, la seconda opera della Stagione che non è mai stata rappresentata alla Scala. Die ägyptische Helena, presentata alla Semperoper di Dresda nel 1928, è un frutto della collaborazione tra Strauss e Hugo von Hofmannstahl che si spirò a Euripide e Stesicoro per creare una lussureggiante fantasia in cui personaggi della tradizione classica agiscono su uno sfondo esotico e favoloso. La vicenda di Elena che sfugge all’ira del tradito Menelao (suo fidanzato e non marito come nel mito, per salvaguardare la morale) grazie alla protezione della ninfa Etra che lo convince che a Troia sia andato solo il fantasma della donna, rimasta al sicuro in Egitto, offre a Strauss il materiale per creare una partitura immaginifica e di straordinaria ricchezza. La nuova produzione di Sven-Eric Bechtolf si avvale di un cast di prim’ordine formato da Ricarda Merbeth, già applaudita alla Scala in Wozzeck, l’Heldentenor di riferimento Andreas Schager, Eva Mei e Thomas Hampson.

Inizio vendita: dal 4/9/19
La ScalAperta” del 23/11/19: dal 20/9/19






Il progetto culturale pluriennale

per il Teatro alla Scala

Alexander Pereira
Sovrintendente e Direttore Artistico


Negli ultimi anni la programmazione del Teatro alla Scala si è sviluppata secondo un progetto culturale le cui linee, articolate su diverse stagioni, sono chiaramente rintracciabili nella Stagione 2018/2019, che presenta 15 titoli nove dei quali sono nuove produzioni e due sono prime per la Scala.

Al centro della proposta artistica del Teatro resta il repertorio italiano, che ci siamo impegnati a presentare nella sua interezza completando la programmazione delle opere di Verdi che sono state sempre presenti nelle stagioni scaligere con i cicli dedicati a Puccini, al Verismo (che tornerà nel 2020 con Fedora di Giordano e L’amore dei tre re di Montemezzi), al Belcanto.

Apre la Stagione 2018/2019 Attila di Giuseppe Verdi con la direzione di Riccardo Chailly in un allestimento di Davide Livermore, secondo titolo di un trittico sugli anni giovanili inaugurato da Giovanna d’Arco e di cui farà parte anche Macbeth. Protagonisti del 7 dicembre - che anche quest’anno sarà trasmesso in diretta da Rai1 dopo gli straordinari risultati degli ascolti di Madama Butterfly e Andrea Chénier gli anni scorsi - sono nella parte eponima Ildar Abdrazakov, il più importante basso della sua generazione, la giovane rivelazione Saioa Hernández come Odabella e Fabio Sartori, che riproporrà anche un’aria alternativa per la parte di Foresto.

A completamento del ciclo sul primo Verdi, dopo Ernani diretto da Ádám Fischer nel 2018, Michele Mariotti dirige nel 2019 un nuovo allestimento de I masnadieri con la regia di David McVicar. Dopo Simon Boccanegra e Don Carlo, Myung-Whun Chung prosegue il suo percorso verdiano con la ripresa de La traviata nell’allestimento di Liliana Cavani con due grandi cast: nelle parti principali si alternano Marina Rebeka e Sonya Yoncheva, Francesco Meli e il giovane emergente Benjamin Bernheim, e due grandi verdiani come Leo Nucci e Plácido Domingo. Infine a settembre Leo Nucci è protagonista di Rigoletto per il Progetto Accademia in una ripresa della regia di Gilbert Deflo diretta da Nello Santi: due maestri del canto e della direzione italiana mettono la loro esperienza al servizio delle giovani generazioni d’interpreti e del perpetuarsi della nostra tradizione.

Il ciclo pucciniano diretto da Riccardo Chailly prosegue con la nuova produzione di Manon Lescaut, per la prima volta alla Scala nella prima versione del 1882 che presenta importanti varianti, a partire dal grande concertato che chiude l’atto primo. La regia è di David Pountney, gli interpreti sono Maria José Siri, Marcelo Álvarez e Massimo Cavalletti. Dopo Turandot con il finale di Berio, La fanciulla del West nell’orchestrazione originale, la prima versione di Madama Butterfly, il M° Chailly firma una nuova tappa della missione di scoperta e approfondimento che continuerà con Tosca in apertura della Stagione 2019/2020.

Per il progetto dedicato al Belcanto torna La Cenerentola di Rossini nel leggendario allestimento di Jean-Pierre Ponnelle, con la direzione dello specialista rossiniano Ottavio Dantone e un’incantevole coppia di protagonisti: Marianne Crebassa e Maxim Mironov. Il ritorno de L’elisir d’amore di Donizetti con la regia di Grischa Asagaroff e le scene di Tullio Pericoli segna il debutto in cartellone di Michele Gamba con un cast in cui accanto a Rosa Feola si alternano René Barbera e Vittorio Grigolo. Completa il panorama del primo Ottocento italiano Prima la musica poi le parole di Antonio Salieri, diretto da Ádám Fischer per il Progetto Accademia con la regia di Nicola Raab in dittico con Gianni Schicchi con la regia di Woody Allen e Ambrogio Maestri protagonista.



Il repertorio internazionale, negli ultimi anni concentrato principalmente sul Romanticismo tedesco, si estende all’opera russa con il ritorno di Chovanščina di Musorgskij, cui seguirà nelle prossime stagioni La leggenda dell’invisibile città di Kitež di Rimskij-Korsakov. La nuova produzione di Chovanščina sarà firmata da Mario Martone e diretta da Valery Gergiev, che torna a dirigere alla Scala un’opera del repertorio russo di cui è interprete di riferimento: nel cast vanno segnalati almeno l’Ivan di Mikhail Petrenko, la Marfa di Ekaterina Semenchuk e il debutto scaligero come Emma di Evgenia Muraveva, trionfatrice a Salisburgo la scorsa estate in Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovič.

Il percorso dedicato a Richard Strauss, iniziato con Der Rosenkavalier diretto da Zubin Mehta ed Elektra diretta da Christoph von Dohnányi, segna nel 2019 due tappe importanti, entrambe affidate a uno straussiano di rango come Franz Welser-Möst: una nuova produzione di Ariadne auf Naxos con la regia di Frederic Wake-Walker e le voci di Krassimira Stoyanova, Sabine Devieilhe e Michael Koenig, e la prima volta alla Scala de Die ägyptische Helena: l’allestimento è firmato da Sven-Eric Bechtolf e il cast include Ricarda Merbeth, Andreas Schager, Eva Mei e Thomas Hampson. Ancora nell’ambito del primo ‘900 austriaco si colloca l’altra novità per la Scala che presentiamo in questa Stagione: Die tote Stadt, capolavoro di Erich Korngold, vede il ritorno alla Scala di Graham Vick con la direzione di Alan Gilbert. Le due impegnative parti protagoniste sono affidate a Klaus Florian Vogt e Asmik Grigorian, applaudita a Salisburgo come Marie in Wozzeck.

Il percorso mozartiano che ha visto negli ultimi anni il ritorno di Lucio Silla, Le nozze di Figaro, Die Zauberflöte con l’Accademia, Die Entführung aus dem Serail, Don Giovanni e La finta giardiniera prosegue con Idomeneo in una nuova produzione diretta da Matthias Hartmann con la direzione di Christoph von Dohnányi con Julia Kleiter, Federica Lombardi e Bernard Richter nel ruolo del titolo.

La creazione, tre anni fa, di un complesso barocco in seno all’Orchestra ha segnato una svolta nella ricezione dell’opera del ‘700 alla Scala, con risultati sempre più lusinghieri. Nel 2019 compiamo un importante passo ulteriore con la nascita di una collaborazione di lungo termine con Cecilia Bartoli, un’artista che ha dato un contributo fondamentale allo studio e alla diffusione di questo repertorio. Cecilia Bartoli sarà protagonista di Giulio Cesare di Händel insieme a Philippe Jaroussky, che debutta nel nostro Teatro, e a Bejun Mehta, già trionfatore nel 2018 in Tamerlano, in un nuovo allestimento di Robert Carsen con la direzione di Giovanni Antonini. Sempre di Händel seguiranno Semele nel 2020 e Ariodante nel 2021, mentre la Scala si impegnerà a sviluppare il progetto anche in collaborazione con il Teatro di San Carlo di Napoli o altre istituzioni. Nascerà inoltre una fondazione per il sostegno e la diffusione del repertorio barocco in Italia.

Dopo due prime assolute di grande rilievo internazionale come Ti vedo, ti sento, mi perdo di Salvatore Sciarrino e Fin de partie di György Kurtág, il Teatro alla Scala riporta in scena con orgoglio Quartett di Luca Francesconi, una commissione scaligera presentata al Piermarini nel 2011 e ripresa più di 40 volte in Europa e negli Stati Uniti. In un panorama del contemporaneo ossessionato dalle novità è importante riprendere e ricordare le opere che hanno saputo entrare in repertorio. L’allestimento è quello di Alex Ollé - La Fura dels Baus del 2011, sul podio Maxime Pascal che è già stato apprezzato per la sua direzione di Ti vedo, ti sento, mi perdo.



La Stagione di Balletto, su cui si diffonde più ampiamente il Direttore del Corpo di Ballo Frédéric Olivieri, si apre presentando per la prima volta in Italia Lo schiaccianoci nella versione di Balanchine in un nuovo allestimento con scene di Margherita Palli e la direzione di Mikhail Jurowski. Balanchine sarà presente inoltre nel trittico formato dal suo Symphony in C, Petite Mort di Jiří Kylián e Boléro di Béjart con Roberto Bolle. Il progetto di balletti su musica da camera si arricchisce di una prima assoluta di un maestro contemporaneo come Angelin Preljocaj sulla Winterreise di Schubert, mentre Alessandra Ferri torna protagonista con Federico Bonelli di Woolf Works di Wayne McGregor con la direzione di Oleg Caetani. Sul versante classico Polina Semionova e Svetlana Zakharova si alternano come Aurora nello splendido allestimento de La Bella addormentata firmato da Rudolf Nureyev per la coreografia e Franca Squarciapino per scene e costumi, e Giselle nella ripresa dello spettacolo di Benois per la coreografia di Coralli-Perrot. Completa la Stagione Onegin di John Cranko con Roberto Bolle e Marianela Nuñez, cui si aggiunge, dopo la tournée del Bol’šoj nella passata Stagione, la presenza straordinaria con due spettacoli del Tokyo Ballet.

La Stagione Sinfonica si apre con Die Schöpfung, il grande oratorio di Haydn che impegna Orchestra e Coro diretti da uno dei maggiori specialisti di questo autore, Ádám Fischer, che ha fondato il Festival Haydn di Eisenstadt nel 1987. Il Direttore Musicale Riccardo Chailly prosegue il percorso mahleriano intrapreso l’anno scorso con la Terza Sinfonia in due appuntamenti, rispettivamente con la Sesta e con la Quinta. Tra i direttori sono lieto di segnalare il debutto del giovane Lorenzo Viotti, vincitore del Nestlé and Salzburg Festival Young Conductors Award nel 2015 e certamente tra i più interessanti nuovi talenti. Christoph von Dohnányi presenta un programma bruckneriano imponente che accosta l’incompiuta Sinfonia n° 9 al Te Deum che le è prossimo per tensione spirituale e ne costituisce l’ideale compimento. Zubin Mehta torna alla Scala dirigendo, sempre di Bruckner, la Sinfonia n° 5. Myung-Whun Chung propone, insieme all’amatissimo Ravel, la “Patetica” di Čajkovskij mentre Ingo Metzmacher intreccia romanticismo e Novecento in un programma che contrappone Rendering di Berio da Schubert al luminoso Lobgesang di Mendelssohn.

Infine voglio ricordare con particolare soddisfazione L’elisir d’amore per i bambini, il nuovo titolo del progetto “Grandi spettacoli per piccoli”, di nuovo in felice corrispondenza con il medesimo titolo programmato nella stagione “per grandi”. Il successo della proposta per i giovanissimi è una grande ragione di speranza per il futuro del teatro musicale, ma è anche già oggi un arricchimento straordinario per migliaia di bambini. Sono certo che se possiamo donare a loro e alle loro famiglie la magia del teatro almeno per un istante, non la dimenticheranno per tutta la vita.

Il percorso culturale che insieme al Maestro Chailly abbiamo disegnato per il Teatro alla Scala e che va prendendo forma nel trascorrere delle stagioni è impegnativo e complesso, e risponde alle responsabilità di un’istituzione che rappresenta nel mondo una parte importante della tradizione musicale italiana. Questo progetto sarebbe impensabile senza l’impegno di tutte le componenti del Teatro oltre che dei nostri Sostenitori, degli interlocutori istituzionali e della Rai. Voglio dunque ringraziare l’Orchestra, che quest’anno ha ottenuto un importante riconoscimento agli International Opera Awards, il nostro Coro, i grandi direttori e cantanti che sono tornati a considerare la Scala la loro casa e tutti i lavoratori del palcoscenico, dei laboratori, della sala e degli uffici. E voglio ringraziare i nostri abbonati che nel corso degli anni ci rinnovano il loro sostegno e la loro fiducia e ai quali da quest’anno offriamo una nuova formula che include tutte le prime, e tutto il pubblico che ogni sera si appassiona con noi.





Un Teatro italiano

dalla vocazione internazionale

Riccardo Chailly
Direttore Musicale

La Stagione 2018-2019 del Teatro alla Scala presenta una prevalenza di titoli italiani, proseguendo nella linea tracciata in questi anni. La storia del nostro Teatro e il suo ruolo internazionale ci impongono una forte responsabilità sul repertorio nazionale che si traduce tanto nelle scelte di programmazione quanto nel fatto interpretativo. Il nostro Paese ha un patrimonio unico nella storia del teatro musicale per vastità e importanza e riscoprirlo è un impegno appassionante quanto necessario, che comprende la riproposizione di titoli ingiustamente dimenticati ma anche un lavoro di studio e approfondimento sulle partiture che, spesso a torto, vengono considerate più conosciute.

L’inaugurazione di Stagione vede il ritorno di Attila, un’importante opera del primo Verdi con cui prosegue un percorso iniziato con Giovanna d’Arco, scritta l’anno precedente. Attila costituisce uno snodo fondamentale nella formazione del compositore, e la produzione del 7 dicembre con la regia di Davide Livermore e un importante cast mira a sottolinearne la complessità, incluso qualche aspetto di novità nella partitura. Anche quest’anno la Prima sarà trasmessa dalla RAI, che consentirà la partecipazione di milioni di spettatori in Italia e nel mondo.

Il percorso di studio dell’opera di Puccini ha accompagnato tutto il mio percorso artistico convincendomi sempre di più della necessità di nuove esecuzioni che tengano conto delle ricerche musicologiche più recenti. Dopo Turandot, La fanciulla del West e Madama Butterfly questo percorso tocca Manon Lescaut, di cui presenteremo per la prima volta alla Scala la prima versione, andata in scena al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893 e di cui diressi la prima esecuzione moderna all’Opera di Lipsia nel 2008. La principale variante riguarda il Finale I, per cui Puccini aveva scritto un concertato di estrema complessità sul tema di “Donna non vidi mai”, tagliato nelle versioni successive ma di indubbio spessore musicale.

Il mio impegno nella Stagione Sinfonica del Teatro è rivolto all’opera di Gustav Mahler, di cui dirigerò le Sinfonie n° 6 in gennaio e n° 5 nel marzo 2019, dopo aver eseguito la n° 3 nel 2018. Inoltre nell’ottobre 2018 porterò alla Scala l’Orchestra del Festival di Lucerna, di cui sono Direttore Musicale dal 2015, in una serata dedicata al FAI. Questo appuntamento fa seguito all’invito della Filarmonica della Scala a Lucerna nell’agosto del 2017 e a Pasqua del 2018 e costituisce il primo passo di una collaborazione tra le Istituzioni che si svilupperà nei prossimi anni. La presenza costante della nostra Orchestra sulla scena europea, ribadita recentemente dall’esito della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi ad Amburgo e Parigi, è un fattore fondamentale, insieme all’attività discografica con la DECCA di Londra, per garantirne il posizionamento internazionale.

Il lavoro con l’Orchestra è intenso, quotidiano: un processo fondato su una forte sintonia con i musicisti e che costituisce il punto di partenza su cui sviluppare i progetti che negli ultimi anni si sono moltiplicati anche grazie alla presenza costante di direttori ospiti di grande prestigio internazionale. Eguale impegno comporta la collaborazione con il Coro nelle produzioni operistiche e nei programmi sinfonico-corali. L’attenzione verso il repertorio italiano non diminuisce infatti l’impegno della Scala sui compositori europei, con la prosecuzione dei cicli dedicati a Strauss e Mozart e il ritorno del repertorio russo, mentre si ribadisce il ruolo essenziale della musica d’oggi e il Progetto Barocco si arricchisce dell’apporto di Cecilia Bartoli, con cui ho condiviso importanti progetti rossiniani.

La Scala in questi anni ha fatto uno sforzo per crescere nei progetti, nella voglia di dialogare con la città, nella curiosità di scoprire percorsi nuovi mantenendo l’orgoglio della propria tradizione. La Stagione che si apre consolida il percorso intrapreso e compie un passo ulteriore verso il futuro.



Riccardo Chailly ph Brescia e Amisano © Teatro alla Scala




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