Il Premio Teatrale Eleonora Duse giunge alla 32a edizione
PREMIO ELEONORA DUSE 2018
Presso la sala Assemblee di UBI Banca si è svolta la presentazione della nuova edizione del Premio Teatrale Eleonora Duse giunto, quest’anno, alla 32a Edizione.
L’importante riconoscimento, patrocinato e organizzato da UBI Banca e dalla Fondazione Banca Popolare di Vigevano, è stato ideato nel 1986, ed è l’unico premio italiano riservato all’attrice di teatro che si è distinta particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli in Italia o all’estero.
L’edizione 2018 del Premio è realizzata in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano e la cerimonia di premiazione si svolgerà a novembre presso il Piccolo Teatro Grassi in Via Rovello 2 a Milano.
La specificità femminile dell’ “oscar italiano del teatro” ha colmato un vuoto del panorama teatrale italiano. Anche per questo motivo, il Premio ha assunto con il trascorre degli anni un notevole prestigio e una rilevanza nazionali, diventando uno dei più importanti riconoscimenti nel settore.
Fin dalla sua ideazione è stata chiara la volontà di premiare donne che, attraverso la loro sensibilità e professionalità, fossero in grado di trasmettere emozioni e suggestioni.
Sono attrici e “signore della scena” che, attraverso il teatro, riescono a dare voce alle passioni e ai sentimenti di altre donne e in molti casi, dell’intero genere femminile. Proprio da questo desiderio deriva la dedica alla più leggendaria delle donne che hanno fatto teatro, Eleonora Duse.
Tra le attrici premiate, negli anni, troviamo Galatea Ranzi, Giulia Lazzarini, Pamela Villoresi, Alida Valli, Lucilla Morlacchi, Anna Proclemer, Franca Nuti, Adriana Asti, Anna Maria Guarnieri, Valeria Moriconi, Rossella Falk, Andrea Jonasson, Isa Danieli, Mariangela Melato, Stefania Felicioli, Piera Degli Esposti, Milena Vukotic, Franca Valeri, Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni, Anna Bonaiuto, Federica Fracassi, Ermanna Montanari, Maddalena Crippa, Sonia Bergamasco, Emma Dante ed Elena Bucci.
L’autorevole Giuria del Premio vede, in questa edizione, l’ingresso di Maria Ida Biggi. Il suo nome si aggiunge ai membri “storici” Anna Bandettini, Maria Grazia Gregori, Renato Palazzi e Magda Poli.
La presentazione del Premio ha visto una “madrina” di eccezione: l’attrice Elena Bucci, vincitrice dell’ultima edizione del “Duse” nel 2016. Con la sua presenza ha voluto simbolicamente riannodare un discorso interrotto per un anno e ribadire quanto dichiarato: “questo riconoscimento è per me un’occasione di gioia e di gratitudine che rinnova la passione per il nostro lavoro e la fiducia. Accresce coraggio e speranza pur in momenti tanto difficili per l’arte e la cultura. Dedico questo premio a chi ha fatto e fa del teatro uno strumento di conoscenza, trasformazione, libertà di sguardo e pensiero, comprensione delle differenze, vicinanza e mistero” (Ansa 2016).
“Sostenere l’arte e la cultura anche attraverso l’impegno nel campo teatrale con il prestigioso Premio Duse, per noi significa contribuire alla promozione e alla salvaguardia di valori e qualità che appartengono alle comunità in cui la banca opera, così come la città di Milano, area di grande fermento artistico” ha affermato Riccardo Tramezzani, responsabile della Macro Area Territoriale Milano Emilia Romagna di UBI Banca.
“Il Premio Duse è la prova che tra il mondo produttivo e quello artistico c’è un legame ed è forte. Purtroppo in Italia il teatro, ma in genere tutta l’arte, non dispone dell’attenzione che gli viene riconosciuta altrove - ha dichiarato Alberto Cazzani, presidente della Fondazione Banca Popolare di Vigevano - con questa iniziativa ci auguriamo che questo corso delle cose possa essere invertito. Fare cultura in Italia significa innescare un processo produttivo, direi anche industriale, in un comparto dalle potenzialità straordinarie.”
Il Premio Eleonora Duse, ideato nel 1986, giunto alla 32a Edizione, è destinato all’attrice di teatro distintasi particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli in Italia o all’estero. L’intuizione di riservare uno speciale riconoscimento a un’attrice di teatro in continuità ideale con Eleonora Duse è stata vincente. La specificità femminile “dell’oscar italiano del teatro” ha colmato un vuoto nella disordinata geografia di “chi è di scena”, troppo disattenta nei confronti delle interpreti teatrali. Il Premio ha assunto, con il trascorre degli anni, un notevole prestigio e una rilevanza nazionale, fino a diventare uno dei più importanti riconoscimenti.
Fin dalla sua ideazione è stata chiara la volontà di premiare donne che, attraverso la loro sensibilità e professionalità, fossero in grado di trasmettere emozioni e suggestioni.
Sono attrici e “signore della scena” che, attraverso il teatro, riescono a dare voce alle passioni e ai sentimenti di altre donne, in molti casi, dell’intero genere femminile. Proprio da questo desiderio deriva la dedica alla più leggendaria delle donne che hanno fatto teatro, cioè Eleonora Duse.
Quest’anno saranno consegnati 2 premi: Migliore Attrice e Attrice Emergente (Menzione d’Onore).
Per la stagione teatrale 2017/2018, la Giuria è composta da Anna Bandettini, Maria Ida Biggi, Maria Grazia Gregori, Renato Palazzi e Magda Poli.
attrici
premiate
stagione
|
premio
duse per la migliore attrice
|
"menzione
d'onore" - attrice emergente
|
1984
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
|
Lydia
Alfonsi
Giulia
Lazzarini
Mariangela
Melato
Pamela
Villoresi
Alida
Valli
Lucilla
Morlacchi
Anna
Proclemer
Franca
Nuti
Adriana
Asti
Annamaria
Guarnieri
Valeria
Moriconi
Rossella
Falk
Andrea
Jonasson
Isa
Danieli
Mariangela
Melato
Stefania
Felicioli
Piera
Degli Esposti
Milena
Vukotic
Franca
Valeri
Maddalena
Crippa
Ilaria
Occhini
Elisabetta
Pozzi
Laura
Marinoni
Anna
Bonaiuto
Maria
Paiato
Elena
Ghiaurov
Federica
Fracassi
Galatea
Ranzi
Ermanna
Montanari
Sonia
Bergamasco
Emma
Dante
Elena
Bucci
|
Susanna
Marcomeni
Laura
Montaruli
Galatea
Ranzi
Laura
Marinoni
Silvia
Pasello
Sara
Bertelà
Stefania
Felicioli
Micol
Pambieri
Bruna
Rossi
Renata
Palminiello
Alvia
Reale
Chiara
Muti
Daria
Lippi
Elena
Russo
Rossana
Mortara
Michela
Cescon
Pia
Lanciotti
Elisabetta
Valgoi
Francesca
Bracchino
Debora
Zuin
Federica
Fracassi
Fiorenza
Menni
Chiara
Baffi
Francesca
Ciocchetti
Irene
Petris
Anna
Della Rosa
Marta
Cuscunà
Lucrezia
Guidone
Licia
Lanera
Silvia
Pernarella
Sara
Putignano
|
giuria
Anna Bandettini è una giornalista del quotidiano La Repubblica dove è stata vicecaporedattore della redazione Spettacoli. Dal 2011 si occupa anche di critica teatrale. Nella testata online del quotidiano tiene inoltre un blog, "Posteatro" su temi di cronaca e critica teatrale e culturale. Ha scritto per riviste di teatro nazionali e internazionali. Ha curato il volume degli Editori Riuniti "Messaggio ai posteri", sulle poesie di Majakovskij rilette da Dario Fo.
Maria Ida Biggi è Professore associato in Discipline dello Spettacolo presso l’Università di Venezia Ca’ Foscari ed è Direttore dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Autore di libri, saggi e articoli dedicati alla scenografia, all’architettura teatrale, alla regia e alla storia dell’attore. Tra queste Il concorso per la Fenice 1789-1790, Marsilio, Venezia, 1997; Pietro Gonzaga, La musica degli occhi, Olschki, Florence, 2006; Eleonora Duse Performing Arts Museum and Exhibitions, Universitalia, Roma, 2015; Il Teatro di Lyda Borelli, Alinari, Firenze, 2017. Inoltre è curatrice di numerose mostre dedicate alle arti performative, tra cui Omaggio ad Aurel Milloss (2006), Eleonora Duse. Il viaggio intorno al mondo, Rome and Florence (2010), and Titina Rota a San Giorgio (2011), Lyda Borelli prima donna del Novecento, Venezia (2017).
Maria Grazia Gregori si è laureata in estetica con Gillo Dorfles con una tesi sul teatro con una particolare attenzione sui problemi del teatro di regia che ha sviluppato in una serie di pubblicazioni in libri e su riviste del settore sia in Italia che all’estero . Ha curato molte mostre dedicate al teatro. Ha insegnato Storia della regia alla Scuola d’Arte drammatica Paolo Grassi e attualmente la insegna alla Scuola del Piccolo Teatro Dal 1975 fino al termine delle sue pubblicazioni è stata critico teatrale dell’Unità. Da anni scrive di teatro per il sito DELTEATRO.it
Renato Palazzi è critico teatrale, dall'88, del supplemento culturale domenicale del "Sole 24 ore", dopo essere stato, dal '74, collaboratore e redattore delle pagine spettacoli del "Corriere della Sera". Dal settembre 2000 è tra i creatori e collaboratori del sito internet “delteatro.it”. Dall'86 al '95 è stato direttore della Scuola d'Arte Drammatica "Paolo Grassi". Dal 2001 al 2009 è stato fra i docenti del CLEACC, il corso di laurea in economia dell’arte, della cultura e della comunicazione dell’Università Bocconi. Ha pubblicato nel 2010 un libro su Tadeusz Kantor, La materia e l'anima, edito da Titivillus. Si è messo alla prova come attore in tre spettacoli: Goethe schiatta, del 2010, da un racconto di Thomas Bernhard, Questa cosa vivente detta guidogozzano, del 2012, entrambi con la regia di Flavio Ambrosini, e L'imitatore di voci e altre trappole bernhardiane, da L'imitatore di voci di Thomas Bernhard, di cui ha anche curato personalmente la messinscena.
Magda Poli dal 1979 al 1986 scrive di teatro ed è critico teatrale per "Il Giornale"; dal 1987 per il "Corriere della sera".
INTERVENTO
Riccardo Tramezzani responsabile macro area territoriale
milano emilia romagna ubi banca
Buongiorno,
Oggi siamo qui proprio per rilanciare una lunga tradizione della nostra Banca nel campo teatrale, con il Premio Eleonora Duse, nella sua 32^ edizione. UBI Banca ha raccolto il testimone dalla Banca Popolare di Vigevano e lo condivide oggi con la Fondazione nel segno di una continuità e di una partecipazione dei valori e delle tradizioni che ci legano ai territori in cui operiamo. Il Premio, ideato nel 1986, per volontà del Dr. Giancarlo Cazzani, presidente dell’allora Banca Popolare di Vigevano, e intitolato a una delle più grandi attrici di tutti i tempi è, annualmente, destinato all’attrice di teatro distintasi particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli in Italia o all’estero. La manifestazione è realizzata in collaborazione oltre che con la Fondazione Banca Popolare di Vigevano, anche con il Piccolo Teatro di Milano, che ringraziamo. La cerimonia di premiazione si svolgerà al Piccolo Teatro Grassi, in Via Rovello, a novembre. Penso che un Gruppo Bancario, come il nostro, abbia una missione che travalichi la semplice finalità economico-finanziaria ma debba essere anche centro di diffusione culturale sul territorio in cui è inserito e funzionale al suo sviluppo sociale ed etico. La Banca è, da sempre, impegnata in numerose iniziative di carattere culturale che si coniugano con il supporto economico ai territori di riferimento. Iniziative ed eventi consolidati si alternano a prestigiosi appuntamenti culturali, anche di recente organizzazione. Per noi, sostenere l’arte e la cultura, anche e soprattutto in un momento di congiuntura economica ancora difficile come quello attuale, significa investire su valori e qualità che appartengono alla storia italiana e contribuire concretamente alla loro tutela. In armonia con questo sentire, UBI Banca ha sviluppato, negli anni, un importante programma culturale e sociale con molteplici attività che affrontano temi di attualità, approfondiscono argomenti di cultura d’impresa, valorizzano iniziative specifiche nel campo sociale, dell’arte e del teatro. È questo un premio che, forse con un pizzico di presunzione e di orgoglio, potrei definire proprio come il più longevo riconoscimento teatrale di genere, dedicato alle sole artiste in ricordo e in omaggio alla figura di una grande donna come Eleonora Duse. Fin dalla sua ideazione è stata chiara la volontà di premiare donne che, attraverso la loro sensibilità e professionalità, fossero in grado di trasmettere emozioni e suggestioni. Sono attrici e “signore della scena” che, attraverso il teatro, riescono a dare voce alle passioni e ai sentimenti di altre donne, in molti casi, dell’intero genere femminile. Ci auguriamo possa contribuire a risvegliare una maggiore sensibilità degli spettatori per il mondo del teatro in tutte le sue manifestazioni stimolando un’attenzione maggiore del pubblico, in alcuni casi, distratto da forme di spettacolo più facili, spesso ordinarie, ma forti di una maggiore diffusione mediatica. La specificità del Premio, così mi piace pensare, ha colmato un vuoto nel variegato mondo dello spettacolo teatrale, troppo disattento nei confronti delle interpreti femminili . Forse è anche per questo motivo che il Premio ha assunto, con il trascorre degli anni, un notevole prestigio e una rilevanza nazionale, fino a diventare uno dei più importanti riconoscimenti del settore. Il prestigio del Premio Duse è stato raggiunto e accresciuto nel tempo grazie al lavoro di un’autorevole e prestigiosa giuria, rappresentata oggi dalla Sig.ra Maria Grazia Gregori, che qui voglio ringraziare, che ha, nel tempo, selezionato e scelto le performances d’eccellenza che, di anno in anno, caratterizzano la scena teatrale italiana. Con l’auspicio di avervi ospiti durante la serata di premiazione, vi ringraziamo per essere oggi intervenuti.
INTERVENTO
alberto cazzani presidente fondazione banca popolare di vigevano
Buongiorno a tutti,
grazie di aver risposto al nostro invito e grazie al Gruppo Ubi per ospitarci oggi in queste sale. Dopo un anno di pausa si torna a parlare del Premio Duse: il riconoscimento più importante in Italia per le attrici di teatro.
Il Premio ha ormai più di trent’anni e, nel 1985 data di sua istituzione, era stato lanciato da una classe dirigente che credeva nello stretto rapporto tra attività produttive, in questo caso bancarie, e cultura. Il Premio Duse ha via via acquisito prestigio, per l’albo d’oro che si è andato a costituire e per il fatto di aver mantenuto quella tradizione di ottimi rapporti tra chi lo assegna e chi lo riceve. I fondatori del Premio Duse erano esperti di teatro. Erano personalità del mondo bancario e finanziario lombardo, appassionati di Thalia e Melpomene, come anche delle altre muse. Il premio Duse nasce durante un consiglio della Banca Popolare di Vigevano, all’inizio del 1985. Era in corso una discussione sui possibili sviluppi della banca successivamente all’apertura del primo sportello a Milano. Un consigliere milanese chiese ai vigevanesi che glorie annoverasse Vigevano fra i suoi concittadini. Fu mio padre, Giancarlo Cazzani, allora Presidente della Banca, a fare il nome della Duse. Grande intuizione fu anche quella della menzione d’onore all’attrice emergente scelta dalla vincitrice tra una terna suggerita dalla giuria. La bontà delle scelte è confermata dal fatto che molte emergenti hanno ottenuto successivamente il lauro maggiore. Nel 1991, con la fusione della Banca con Banca Popolare Commercio e Industria il premio ebbe la fortuna di incontrare la lungimiranza e la sensibilità del nuovo consiglio che ne sancì il definitivo consolidamento e successo. Quest’anno la Fondazione Banca Popolare di Vigevano affianca UBI nell’organizzazione del premio. Due parole sulla Fondazione che rappresento: Fondazione Banca Popolare di Vigevano nasce nel 1991, all’atto di fusione tra Banca Popolare Commercio e Industria con Banca Popolare di Vigevano, della quale prosegue idealmente le attività benefiche, culturali e di pubblico interesse svolte da Bpv fin dal 1872, anno della sua nascita. Con lo stesso spirito degli ideatori vogliamo proseguire il cammino intrapreso ormai tanto tempo fa. Lo dico con un sincero orgoglio perché per noi vigevanesi la Duse è stata una delle concittadine più illustri. Eleonora Duse nasce a Vigevano, direi per caso, il 3 ottobre 1858. I genitori facevano parte di una compagnia di giro, quindi si può dire che viene alla luce quasi sul palcoscenico. Oggi l’ingresso di Ubi è un riconoscimento importante al Premio ed a chi lo ha promosso in tutti questi anni. Sono quindi estremamente riconoscente a UBI Banca! Sono inoltre riconoscente al Gruppo Ubi perché questo suo gesto conferma la sua viva fiducia nella cultura. Il Premio Duse è la prova che tra il mondo produttivo e quello artistico c’è un legame ed è forte. Purtroppo in Italia il teatro, ma in genere tutta l’arte, non dispone dell’attenzione che gli viene riconosciuta altrove. Il fatto che oggi Ubi Banca confermi il suo supporto al premio, ci lascia pensare che questo corso delle cose possa essere invertito.Fare cultura in Italia significa innescare un processo produttivo, direi anche industriale, in un comparto dalle potenzialità pazzesche. Bisogna però avere un metodo e bisogna crederci.Vi hanno creduto i fondatori del Premio già nel 1985. Oggi possiamo fare altrettanto. Ripartendo, quest’anno, abbiamo anche ritoccato in minima parte la giuria. Fa il suo ingresso infatti Maria Ida Biggi, Direttrice della Fondazione Cini di Venezia, che va ad affiancare i critici Anna Bandettini, Maria grazia Gregori, Renato Palazzi e Magda Poli. Abbiamo una giuria autorevole quanto mai, quindi. Ed è a loro che affidiamo questo importante incarico di scegliere a chi andrà il Premio Duse per l’edizione 2018. Grazie!
elena bucci - biografia
vincitrice premio duse 2016
Regista, attrice, autrice, ha fatto parte del nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis partecipando a tutti gli spettacoli (Re Lear, Amleto, Tempesta, Macbeth, Delirio, I giganti della montagna, Novecento e Mille, Quintett, Metamorfosi, L’Impero della ghisa, Il ritorno di Scaramouche, King Lear n.1, Lear Opera). Ha lavorato tra gli altri con Mario Martone (Antigone in Edipo a Colono, Teatro di Roma), Claudio Morganti (partecipando a tutto il progetto Riccardo III, dal film allo spettacolo e nel recente La recita dell’attore Vecchiatto di G. Celati) e Valter Malosti (Ljubov' Andreevna ne Il giardino dei ciliegi, Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale). Fonda con Marco Sgrosso la compagnia Le Belle Bandiere con sede a Bologna e a Russi (Ra), per la quale creano spettacoli, progetti e rassegne per la comunicazione tra le arti e contribuiscono con eventi alla riapertura di nuovi spazi e del Teatro Comunale di Russi. Fra i numerosi riconoscimenti si ricordano il Premio Ubu 2016 come migliore attrice, il Premio Eleonora Duse 2016, il Premio Ubu come migliore attrice per Riccardo III di Morganti, il Premio ETI Olimpici del Teatro per Le Smanie della villeggiatura di C. Goldoni, il Premio Hystrio Altre Muse per l’attività della Compagnia. Cura regia, drammaturgia ed è interprete di spettacoli distribuiti nei più importanti teatri nazionali (dal Teatro di Roma al Teatro dell’Elfo di Milano alla Pergola di Firenze) e all’estero (recente il passaggio dal Teatro Nazionale di Pechino e Mosca). Spazia da riletture di testi classici in chiave contemporanea – tra gli altri: Macbeth, Hedda Gabler, Locandiera, Antigone, L’Amante, Delirio a due, Santa Giovanna dei Macelli, Svenimenti, La Canzone di Giasone e Medea, fino al recente Prima della pensione ovvero Cospiratori - a drammaturgie basate sulla commistione dei codici artistici spesso in musica – come: Bambini, azioni di teatro pittura e luce (ideato con Davide Reviati e Claudio Ballestracci, Santarcangelo dei Teatri) Smemorantide, Colloqui con la Cattiva Dea (musiche di Simone Zanchini, Ravenna Festival) – a scritture originali – tra le quali: Non sentire il male/dedicato a Eleonora Duse, Barnum, In canto e in veglia (vincitore I Teatri del Sacro 2013), La pazzia di Isabella/vita e morte dei Comici Gelosi (con Marco Sgrosso), Bimba/inseguendo Laura Betti, Vite altrove/maestre dentro e fuori scena (produzione Radio 3Rai) – molti dei quali realizzati in collaborazione con Teatri Nazionali come ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatri di Rilevante Interesse Culturale, in particolare con il Centro Teatrale Bresciano con cui è attiva un’importante collaborazione dal 2005, ma anche con il Mercadante di Napoli e il Metastasio di Prato, Festival, Fondazioni, Università e altre compagnie. Cura regìe per Ravenna Festival, collaborando con Nevio Spadoni e Luigi Ceccarelli come Galla Placidia, Francesca da Rimini e Byron e Teresa (con Chiara Muti), Le Apocalissi (con Massimo Cacciari), recita in Tenebrae, opera di Adriano Guarnieri per la regia di Cristina Mazzavillani Muti, scrive e interpreta Folia Shakesperiana (con Chiara Muti). Nel cinema ha lavorato con Raul Ruiz, Pappi Corsicato, Michele Sordillo, Tonino de Bernardi, Luca Guadagnino, Luigi Pretolani e Massimiliano Valli. Si occupa anche di formazione presso scuole e accademie e cura progetti speciali di trasmissione dell’arte teatrale. Collabora con Radio 3 per la realizzazione di sue scritture e progetti speciali. Ha pubblicato diversi scritti su volumi e riviste.
elena bucci – motivazioni premio duse 2016
E' un segno di vitalità del teatro, la progressiva trasformazione della figura dell'attrice, in una direzione molto diversa o perfino “infedele” rispetto al modello del passato, della prima donna, della commediante carismatica, di colei capace soprattutto di affascinare il pubblico con la propria personalità. Anche grazie alla “lezione” di una artista come Eleonora Duse, oggi l'attrice brava e carismatica è colei che ha un ruolo importante nel cambiamento e nel rinnovamento, dunque tanto più lontana e assai differente da quella convenzione del passato, meno regolare, capace di radicare le proprie doti nel minuzioso e talvolta segreto lavoro di studio e ricerca espressiva, in qualcosa , cioè, di più astratto, labirintico e indefinibile. Elena Bucci è una di questi nuovi talenti. Collocata tra le personalità femminili più notevoli del nostro teatro, non solo come attrice ma per il complesso della sua magmatica identità teatrale. Interprete, autrice, regista vanta già una lunga carriera e interessi diversificati che l'hanno vista protagonista del teatro barocco e di quello contemporaneo, dalla Commedia dell'Arte a Ibsen, dal palcoscenico alla regia, dalla recitazione alla scrittura. Tanto per cominciare accade con Elena Bucci di vedere confermata la fertilità di quei territori di confine che una ventina d'anni fa sembravano solo sperimentazioni e che invece si sono rivelate un terreno essenziale, centrale nell'evoluzione del teatro contemporaneo. E per lei quel territorio è stato segnato dall'incontro con Leo De Berardinis. De Beradinis, con Carmelo Bene e pochi altri, è stato un autentico “riformatore” del teatro italiano. Elena ha fatto parte del nucleo storico del suo Teatro, il Teatro di Leo a Bologna, attrice in tutti i più importanti spettacoli gli indimenticati Re Lear, Amleto, Tempesta, Macbeth, Delirio, I giganti della montagna, Novecento e Mille. «Leo è stato per me un maestro di inquietudine», ha dichiarato una volta Elena, mostrando co una felice sintesi che l'irrequietezza è disponibilità alle avventure artistiche, ricerca di quella sincerità di presenza che esalta la precisione tecnica. E' da quella fondamentale esperienza che Elena ha fondato, con Marco Sgrosso, altro attore di Leo De Berardinis, Le Belle Bandiere, la sua compagnia, nata come lei tra Bologna e Ravenna, in quello spicchio di Romagna dove il legame alla terra si intreccia con una particolare e sorprendente vivacità culturale. Non per niente Le Belle Bandiere è stata pensata non solo come una compagnia ma un Laboratorio permanente che ha portato il il teatro in spazi abbandonati, ha fatto formazione , ha allargato l'attenzione ai classici alle scritture originali, diventando in pochi anni una compagnia importante del nostro teatro, con collaborazioni anche con teatri pubblici, dal Centro teatrale Bresciano, al Metastasio di Prato, lo Stabile di Napoli... e ogni anno spaziando in una vasta drammaturgia. Lunghissimo l'elenco degli spettacoli prodotti che andrebbe ricordato dove Elena Bucci è stata attrice e in molti casi regista o co-regista: Gli occhi dei matti da L'Idiota di Dostoevskj, Le relazioni pericolose da Laclos, Macbeth , Hedda Gabler, La Locandiera, Antigone, Svenimenti, Medea, L'Amante, Tartufo, La Morte e la Fanciulla di Dorfman, Santa Giovanna dei Macelli di Brecht , Le smanie per la villeggiatura con la compagnia Diablogues con cui vinse il Premio Eti - Gli olimpici per il Teatro. Uno in particolare di questi lavori, forse è quello che più esprime la poetica, la concezione del teatro di Elena Bucci e Marco Sgrosso, La pazzia di Isabella, dove ricostruiscono la storia e la vita di Isabella e Francesco Andreini, attori leggendari della Commedia dell'Arte, da loro vissuti come antesignani di Eleonora Duse, per come riuscirono a rivoluzionare il ruolo sociale dell' attore, restituendogli dignità e valore artistico, portando nel teatro l'uomo e togliendo la maschera. Quello spettacolo è stato una bella riflessione sulle radici stesse dell'arte dell'attore, sul senso più profondo della professione, “sul fascino e sulla forza misteriosi di quel mestiere”, per dirla con le parole di Elena . Essere attori in modo vivo questo è quello che caratterizza il suo impegno. E non c'è lavoro che non sia stato frutto di una questa vocazione, anche quando è messa all'opera per altri registi: Raoul Ruiz, Mario Martone , Claudio Morganti con cui fece il progetto Riccardo III, per cui ha vinto il Premio Ubu come migliore attrice, fino a questi giorni in cui per la regia di Valter Malosti, è la protagonista di Il giardino dei ciliegi, del Teatro Stabile di Torino, una Ljuba che, volutamente, tra sospiri e merletti, ci mostra al meglio lo svuotamento di senso della coscienza cechoviana. E sempre quest'anno la vedremo in Prima della pensione di Thomas Bernhard per ERT - Emilia Romagna Teatro e Le Relazioni Pericolose per il Centro Teatrale Bresciano. Se aggiungiamo anche l'impegno nel teatro musicale specie al Ravenna festival con cui ha a collaborato in molte edizioni e nel cinema - tra gli altri con Pappi Corsicato (La voce umana di J.Cocteau) e Luca Guadagnino (A bigger splash, con Tilda Swinton e Ralph Fiennes) – Elena è l'attrice poco narcisista, per nulla desiderosa di far trasparire se stessa dalle figure che interpreta, più legata alla persuasione del gesto, alla pertinenza nella vocalità, alla costruzione consapevole del personaggi, in questo vera erede della figura della Duse. E non a caso è proprio la Duse al centro di uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Elena che lei stessa considera il suo marchio, il suo recital-icona. In Non sentire il male, attingendo alle lettere e alle testimonianze , Elena immagina Eleonora Duse malata, tra le mani il copione della Figlia di Iorio mentre recita tutte le parti davanti a Matilde Serao. «Un insolito, toccante spettacolo tutto interiore, un atto d' amore per l' umanità della donna al di là del personaggio», scrisse il critico Franco Quadri. Queste le parole di Elena: «Ho cercato di liberarmi da immagini indotte, stereotipi affascinanti, tentazioni estetiche e credo di aver trovato, nel coraggio e nella assoluta libertà di lei, una forza preziosa nell' accantonare regole e convenzioni. Uno spettacolo scritto nel corpo, senza retorica, e che come Eleonora, che recitando guariva dai danni della vita, prova a vedere oltre la materia necessaria, odiata e amata, del teatro».
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