A Bologna lezione-spettacolo sul balletto "Il risveglio di Flora" di Petipa-Drigo

Segni sulla carta / corpi sulla scena

Lezione-spettacolo su IL RISVEGLIO DI FLORA

27 novembre 2023, ore 16.30

DAMSLab/Teatro (Piazzetta P.P. Pasolini, 5b – Bologna)

Danzano: Stefania Ballone e Francesco Mascia del Teatro alla Scala di Milano

Relatore: Marco Argentina

Ideazione e coordinamento: Elena Randi


Particolare del frontespizio della riduzione per pianoforte dalla partitura di Riccardo Drigo
per il balletto "Le Réveil de Flore"


I balletti classici ottocenteschi oggi nel repertorio dei grandi teatri (Giselle, Il lago dei cigni ecc.) sono proposti come l’esatta (o quasi) versione di quelli messi in scena alla data di creazione.

In realtà, nel tempo si sono modificati, con aggiunte, tagli, variazioni, la maggior parte dei quali oggi non sappiamo né quali siano né quando siano stati introdotti.

Esistono molti tentativi scenici di ricostruire secondo criteri filologici i balletti del passato precedenti l’invenzione (o, comunque, l’uso abituale) della ripresa dal vivo.

Possiamo ricordare almeno gli splendidi lavori di Pierre Lacotte, di Sergej Vicharev e di Aleksej Ratmanskij.

Ma nessuno ha giustificato scientificamente per iscritto le proprie scelte, che quindi risultano sfuggenti, e le messinscene non utilizzabili per studi successivi dello stesso spettacolo di danza, sicché ogni volta bisogna ricominciare da zero le ricerche.

Anche quando un ricercatore-allestitore ha descritto le sue soluzioni e le fonti adoperate come base per la ricostruzione, non ha mai precisato secondo i rigorosi principi dell’ecdotica, approfonditi in campo letterario e musicale, quali testimoni abbia impiegato per definire un certo passaggio dell’opera, né, a maggior ragione, ha chiarito quali prove o quali indizi motivino l’attendibilità di quelle fonti.

Tale circostanza comporta uno stato di fatto incredibile, e cioè che lo studioso di danza studia prodotti che non ha mai visto e lo spettatore assiste a spettacoli che ritiene archeologici (nel senso più positivo del termine) e che tali, invece, non sono. Sarebbe come se di Leonardo lo storico dell’arte (e il pubblico tout court) non conoscesse né la GiocondaL’ultima cena né alcun’altra opera, se non in copie più o meno approssimative (ancorché, magari, bellissime), o la cui affidabilità, quanto meno, non è verificabile.

Dopo un decennio circa di studi dedicato da Elena Randi alla definizione di un metodo per l’elaborazione di un’edizione critica coreica e dopo un triennio in cui Marco Argentina ha applicato il metodo ad uno specifico balletto, nella fattispecie al Risveglio di Flora (1894, coreografia di Marius Petipa e musica di Riccardo Drigo), si propone una restituzione dei risultati raggiunti.

Basandosi in primo luogo sulla partitura coreica in notazione Stepanov conservata ad Harvard, Argentina ha ricostruito in modo puntuale e filologicamente molto sorvegliato l’antica versione di Flora.

Nel Teatro del DamsLab si spiegheranno le scelte di questa ricostruzione e se ne offriranno alcuni estratti danzati da due prestigiosi ballerini della compagnia del Teatro alla Scala, Stefania Ballone e Francesco Mascia, che hanno messo a disposizione di un lavoro scientifico il loro straordinario talento artistico.

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