In attesa di nuove date in presenza 'La Bayadére' dalla Scala approda su Rai Cultura per San Silvestro

Teatro alla Scala
LA BAYADERE

su RAI 5 e in streaming su RAI PLAY
 31 dicembre alle
 ore 21.15

La bayadère - Nicoletta Manni, Mick Zeni, Maria Celeste Losa
e Timofej Andrijashenko - ph Brescia e Amisano © Teatro alla Scala


La prima Stagione di Balletto firmata da Manuel Legris si apre con grandi novità sin dall’inaugurazione, con il debutto di La bayadère di Rudolf Nureyev, rappresentata finora solo dal Balletto dell’Opéra di Parigi per cui fu creata nel 1992 e che ora per la prima volta verrà messa in scena dal Corpo di Ballo della Scala.

Produzione con nuove scene e costumi disegnati appositamente per questa prima scaligera da Luisa Spinatelli, che rinnova la sua collaborazione con la Scala e con Manuel Legris, così come Kevin Rhodes, nuovamente sul podio a dirigere l’Orchestra della Scala.

Il balletto è stato ripreso in collaborazione con Florence Clerc, già étoile dell’Opéra di Parigi, proprio dal Direttore del Ballo Manuel Legris, interprete del ruolo di Solor fin dalla creazione e per innumerevoli occasioni a Parigi e in tour: per lui, questo ingresso nel repertorio scaligero è decisamente un nuovo omaggio a Rudolf Nureyev, e un titolo ideale per far brillare la attuale Compagnia con la sua rinnovata immagine; fastoso e ricchissimo, che esalterà l’artisticità dei primi ballerini, dei solisti e di tutto il Corpo di Ballo nei numerosi ruoli e nella grande varietà di danze, offrendo su un piatto d’argento un vero sfoggio di virtuosismi e variazioni, e meraviglioso rigore nel terzo atto che si conclude, riportando il classico in tutta la sua purezza, nel candore del Regno delle Ombre, tra i capolavori più celebrati del repertorio.

Protagonisti degli intrighi e dei drammi d’amore della bella Nikiya, la danzatrice del tempio, del nobile guerriero Solor votato all’amore per lei, a sua volta ambita dall’Alto Bramino, ma irretito dalle trame di corte e costretto a sposare Gamzatti, figlia del Rajahdiversi cast, mentre per ragioni di sicurezza, non è prevista la partecipazione degli allievi della Scuola di Ballo.

In scena, nella registrazione televisiva a cura di Rai Cultura, la prima ballerina
 Nicoletta Manni (Nikiya), Timofej Andrijashenko (Solor) e Maria Celeste Losa (Gamzatti).

C
on questi protagonisti, il balletto sarà trasmesso il 31 dicembre alle ore 21.15 su Rai 5 e su Rai Play.


La bayadère, uno dei balletti cardine del repertorio classico, vide la sua prima assoluta a San Pietroburgo nel 1877 e divenne immediatamente uno dei più grandi successi di Marius Petipa, antecedente alle sue produzioni della Bella Addormentata (1890) e del Lago dei Cigni (1895). Un’India da leggenda, intrighi, drammi d’amore; il fascino dei paesi esotici e il successo di opere letterarie come il poema Śakuntalā ispirarono Petipa, che creò una perfetta armonia fra scene di massa e protagonisti, momenti di alto lirismo e fascino poetico. Su tutti la meraviglia del Regno delle Ombre, fu il quadro che aprì la strada alla fortuna occidentale di questo balletto e all’astro splendente di Rudolf Nureyev che ne fu straordinario interprete e poi coreografo.

Fino al 1961, quando il Kirov nella sua tournèe a Parigi presenta il Regno delle Ombre, questo balletto era infatti sconosciuto all’Occidente; in scena, ventitreenne, è Nureyev a danzarlo. Nel 1963 è Nureyev stesso a rimontarlo per il Royal Ballet, e proprio con questo titolo, assieme ad altri, fa la sua prima apparizione nel 1965 alla Scala. Nel 1974 lo rimonta per l’Opéra di Parigi, e nel 1992 a pochi mesi dalla sua scomparsa, qui firma la sua messa in scena del balletto intero, fino ad ora rappresentato solo dal Balletto dell’Opéra di Parigi per cui fu creato.

Alla Scala l’ultima Bayadère risale al 2008, nella versione di Natalia Makarova; il titolo poi, nella versione di Grigorovich, appare sul palcoscenico scaligero nel 2018 per tre recite, in occasione dell’ospitalità del Teatro Bol’šoj.

Ora, quella che è stata di fatto l’ultima produzione di Nureyev dei grandi classici, è entrata per la prima volta nel repertorio del Teatro alla Scala.


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