Una delle produzioni di maggior successo del Balletto di Roma firmata da Monteverde

RASSEGNA BALLETTO, TEATRO COCCIA, NOVARA


Sabato 30 marzo 2019 ore 20.30 – Turno A 
Domenica 31 marzo 2019 ore 16.00 – Turno B 

BALLETTO DI ROMA 
OTELLO 

Balletto in due atti 
Musiche Antonin Dvořák 
Coreografia e scene Fabrizio Monteverde 
Assistente alle coreogradie Anna Manes 
Costumi Santi Rinciari - Light Designer Emanuele De Maria 
Costumi realizzati da Sartoria Tailor’s & Co. di Spatafora Angela Liana 

Produzione Balletto di Roma 

Personaggi e interpreti: 
Otello | Vincenzo Carpino 
Desdemona | Roberta De Simone 





NOTE DI REGIA 
Una delle produzioni di maggior successo del Balletto di Roma a firma di uno dei migliori autori italiani di danza contemporanea torna in scena nella versione originale della compagnia romana. 

Dopo la fortunata ripresa per il Corpo di Ballo del Teatro di Corte San Carlo di Napoli (febbraio 2015), Fabrizio Monteverde riallestisce per la compagnia del Balletto di Roma l’Otello su musiche di Antonin Dvořák.

In questa versione, il coreografo rivisita il testo shakespeariano lavorando sugli snodi psicologici che determinano la dinamica dell’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona e Cassio.

In questo triangolo (mai equilatero) di rapporti, i tre vertici risultano costantemente intercambiabili, grazie sì agli intrighi di Iago, ma ancor più alle varie maschere del “non detto” con cui la Ragione combatte – spesso a sua stessa insaputa, ancor più spesso con consapevoli menzogne – il Sentimento.

L’ambientazione costante in un moderno porto di mare (un dichiarato omaggio agli sgargianti fotogrammi fassbinderiani di Querelle de Brest) chiarisce e amplia l’intuizione di base: se Otello è – come è sempre stato – un “diverso”, un outsider, non tanto per il colore della pelle quanto per il suo essere “straniero”, abituato ad “altre regole del gioco”, è anche vero che la banchina di un porto è una sorta di “zona franca”, un limbo in cui si arriva o si attende di partire, un coacervo di diversità in cui tutte le pulsioni vengono pacificamente accettate come naturali e necessarie proprio per il semplice fatto che lì, nel continuo brulicare del ricambio umano, lo straniero, il diverso o il barbaro smettono di esistere.

La stessa forte presenza del mare (che non viene relegato, come nel testo di William Shakespeare, ad un suggestivo sfondo per una Venezia o una Cipro genericamente esotiche e di parata) suggerisce i segreti, gli ininterrotti moti delle passioni con la loro tempestosa ingovernabilità, gli slittamenti progressivi e inevitabili nei territori proibiti del Piacere, della Gelosia e del Delitto.

Precoce dramma romantico (e di ciò ne danno testimonianza l’entusiastico giudizio di Victor Hugo e il melodramma di Giuseppe Verdi), l’Otello ben si presta alla lettura provocatoria ed eccessiva elaborata da Monteverde, in cui anche certe forzature enfatiche di Dvořák trovano una loro pertinente e salutare collocazione fungendo spesso da sottile contrappunto ironico (verrebbe da dire brechtiano) all’azione dei personaggi. 



SINOSSI BREVE 
Nell’immaginario comune la figura di Otello è indissolubilmente legata alla gelosia, all’apogeo di questo sentimento, a quel tipo di gelosia che può terminare esclusivamente nella tragedia. 

Nella tragedia di William Shakespeare (1604) e nella coreografia di Fabrizio Monteverde è il personaggio di Iago ad insinuare il dubbio fatale del tradimento di Desdemona nei confronti del Moro e ad architettare la trama che condurrà quest’ultimo al folle atto finale.

L’andamento dell’azione nelle due opere resta invariato, se non per il fatto che Monteverde trasporta in danza quello che fino a quel momento solo le parole erano riuscite a comunicare. Attraverso la musica di Antonín Dvořák, Fabrizio Monteverde scava nella psicologia dei personaggi shakespeariani e fa dirigere l’azione, oltre che al sentimento principale della gelosia, alle peculiarità singole che ricava da quegli stessi personaggi. 



FABRIZIO MONTEVERDE 
Fabrizio Monteverde inizia la propria attività artistica nel 1976 come attore e aiuto regista di Muzzi Loffredo nello spettacolo “Un giorno Lucifero” presentato al Festival di Spoleto. Parallelamente al lavoro in teatro inizia a studiare danza presso il Centro Professionale Danza Contemporanea di Roma, perfezionandosi in seguito con maestri come C. Carlson, M. Pendleton, P. Goss e D. Lewis. Nel 1982 danza nella Compagnia Teatrodanza Contemporanea di Roma diretta da Elsa Piperno e Joseph Fontano. Nel 1985 allestisce su commissione del Teatro Spazio Zero di Roma “Bagni Acerbi” che lo colloca subito tra i nuovi nomi della coreografia italiana. Da questa esperienza nasce la Compagnia Baltica di cui è direttore fino al 1992. Nel 1988 inizia la collaborazione con il Balletto di Toscana diretto da C. Bozzolini; per la compagnia crea il brano “Era Eterna” su musiche di F. Schubert, inziando così un rapporto di solidarietà artistica ed intensa attività produttiva che durerà fino alla cessazione dell’attività del BdT nel 2000. Per il Balletto di Roma ha realizzato i balletti a serata intera “Giulietta e Romeo”, “Cenerentola”, “Otello”, “Bolero”, “Il lago dei cigni, ovvero Il Canto”. Dal 2015 è coreografo associato della compagnia del Balletto di Roma. 



BALLETTO DI ROMA 
La Compagnia del Balletto di Roma promuove da sempre la produzione e la diffusione della danza d’autore italiana in Europa e nel mondo, con un repertorio attento oggi all’innovazione e alla ricerca, pur mantenendo forte l’attenzione alla storia e alla tradizione che lo hanno reso famoso. Il Balletto di Roma nasce nel 1960 dal sodalizio artistico tra due icone della danza italiana: Franca Bartolomei, prima ballerina e coreografa dei principali teatri d’Opera italiani ed esteri e Walter Zappolini, dal 1973 al 1988 Direttore della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Nel corso dei suoi 58 anni di vita, il Balletto di Roma ha visto susseguirsi prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative e negli anni l’attività produttiva è cresciuta sia in termini di quantità che di qualità delle opere allestite nel corso delle stagioni, con un crescente consenso di pubblico. È per la straordinarietà degli eventi nonché per la notevole richiesta che il Balletto di Roma presenta ogni anno tutto il proprio repertorio, arricchito delle nuove produzioni a serata intera. Nel triennio 2015-2017 sotto la Direzione Artistica di Roberto Casarotto, figura tra le più interessanti sulla scena nazionale e internazionale della danza contemporanea, Balletto di Roma ha potenziato progettualità di ricerca e collaborazioni che hanno permesso di coniugare al meglio la tradizione con l’innovazione e di sviluppare la presenza della Compagnia in Europa e nel mondo. Nel tempo, il gruppo romano ha costruito un ensamble di elevato livello tecnico e interpretativo producendo un repertorio di alto valore artistico e accogliendo numerosi coreografi, anche molto giovani. 

Per il nuovo triennio 2018-2020 il Direttore Generale Luciano Carratoni porta un significativo cambio generazionale al vertice della struttura nominando alla Direzione Artistica Francesca Magnini. La nuova figura artistica rafforza gli schemi e amplia gli obiettivi d’internazionalizzazione del Balletto di Roma coinvolgendo enti e istituzioni, attive in questo importante processo di crescita che vedrà la struttura festeggiare nel 2020 i suoi primi 60 anni di vita artistica. Al fianco della nuova Direzione saranno i coreografi associati: Massimiliano Volpini, Fabrizio Monteverde e il giovane Davide Valrosso. Tra le collaborazioni anche quella con Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo dell’Università di Roma "La Sapienza”, impegnato per il triennio 2018/2020 a realizzare attività progettuali congiunte che partono dalla formazione nel campo della danza e dello spettacolo teatrale, per andare direttamente a implementare le pratiche della produzione e dello spettacolo dal vivo.




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