Alì Babà, la favola di Cherubini per i giovani dell’Accademia scaligera
Stagione
d’Opera e Balletto 2017 ~ 2018
Progetto
Accademia
1, 3,
5, 9, 14, 17, 19, 21, 25, 27 settembre 2018
ALÌ
BABÀ
E
I QUARANTA LADRONI
Tragedia
lirica in un prologo e quattro atti
Libretto
di Mélesville e Eugène Scribe
Musica di
LUIGI CHERUBINI
Edizione
proprietà Fondazione Teatro alla Scala
Prima rappresentazione assoluta
della versione francese:
Parigi, Opéra Garnier, 22
luglio 1833
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Direttore PAOLO CARIGNANI
Regia LILIANA CAVANI
Scene LEILA FTEITA
Costumi IRENE MONTI
Coreografia EMANUELA TAGLIAVIA
Luci MARCO FILIBECK
Personaggi
e interpreti principali
Alì Babà, ricco
negoziante Alexander Roslavets / Paolo Ingrasciotta
Delia, figlia di Alì
Babà Francesca Manzo / Enkeleda Kamani
Morgiane, schiava di Delia
Alice Quintavalla / Marika Spadafino
Nadir, amante di
Delia Riccardo Della Sciucca / Hun Kim
Aboul-Hassan , capo della
Dogana Maharram Huseynov / Eugenio Di Lieto
Ours-Kan, capo dei
briganti Rocco Cavalluzzi / Maharram Huseynov
Thomar, suo luogotenente
Gustavo Castillo / Lasha Sesitashvili
Calaf , tesoriere dei
briganti Chuan Wang
Phaor, maggiordomo di
Alì Ramiro Maturana
Solisti dell’Accademia di
Perfezionamento per Cantanti lirici del Teatro alla Scala
Coro e Orchestra dell’Accademia
Teatro alla Scala
Allievi della Scuola di Ballo
dell’Accademia Teatro alla Scala
Docente preparatore della
compagnia di canto Luciana D’Intino
Date:
sabato 1 settembre 2018 ore 20 ~ prima rappr. fuori
abbonam.
lunedì 3 settembre 2018 ore 20 ~ turno E
mercoledì 5 settembre 2018 ore 20 ~ turno D
domenica 9 settembre 2018 ore 20 ~ fuori abbonamento
venerdì 14 settembre 2018 ore 20 ~ turno N
lunedì 17 settembre 2018 ore 20 ~ ScalAperta
mercoledì 19 settembre 2018 ore 20 ~ turno C
venerdì 21 settembre 2018 ore 20 ~ turno G
LaScalaUNDER30
martedì 25 settembre 2018 ore 20 ~ turno B
giovedì 27 settembre 2018 ore 20 ~ turno A
Prezzi:
da 180 a 11 euro più prevendita
Prezzi
recita ScalAperta (17 settembre): da 90 a 5,50 euro più prevendita
Infotel:
02 72 00 37 44
Alì
Babà, la favola di Cherubini per i
giovani dell’Accademia
L’ultima
opera dell’autore di Medea è in scena
dal 1°
settembre con gli allievi dell’Accademia,
la
direzione di Paolo Carignani e la regia di Liliana Cavani
Dopo
la pausa estiva il Teatro alla Scala riapre il 1° settembre con Alì
Babà di Luigi
Cherubini con la direzione di Paolo Carignani, la regia di Liliana
Cavani, le scene di Leila Fteita, i costumi di Irene Monti e la
coreografia di Emanuela Tagliavia. Lo spettacolo impegna l’Orchestra,
il Coro e i solisti dell’Accademia Teatro alla Scala, insieme ai
giovani allievi della Scuola di Ballo. Dopo i primi due titoli in
lingua tedesca, Die
Zauberflöte e Hänsel
und Gretel, il
progetto di affidare uno spettacolo ogni stagione ai giovani
dell’Accademia, facendoli lavorare per un anno con un regista e un
direttore di rango, si concentra sugli autori italiani riproponendo
l’ultima opera di Luigi Cherubini, che manca dal Piermarini dal
1963. I giovani allievi hanno avuto la possibilità di lavorare per
un anno con Liliana Cavani, che torna alla Scala dove ha firmato
indimenticate regie di Manon
Lescaut, Un
ballo in maschera e
naturalmente La
traviata ma anche del
capolavoro di Spontini La
vestale, e con Paolo
Carignani, direttore che ben conosce i segreti del repertorio
italiano. Il risultato di questo periodo di preparazione sarà anche
quest’anno uno spettacolo dello stesso livello artistico e impegno
produttivo degli altri titoli della Stagione. La strettissima
collaborazione fra il Teatro alla Scala e la sua Accademia
costituisce un unicum a livello mondiale garantendo agli allievi una
continuità tra percorso formativo ed esperienza artistica
impossibile altrove. Nella produzione sono impegnati 65 strumentisti,
42 coristi, 14 solisti di canto, 23 allievi della scuola di ballo, e
10 maestri collaboratori, provenienti da 14 nazioni.
Dopo
le crisi creative che lo prostrarono alla fine del primo decennio
dell’Ottocento, l’ormai naturalizzato francese Cherubini scriveva
solo quartetti e pezzi religiosi. Si dice che sia tornato all’opera
nel 1833 con Ali
Baba ou Les quarante voleurs,
a distanza di vent’anni dall’ultima, per riciclare l’opera
Koukourgi,
un vecchio titolo abbandonato. Non è vero: sono ben pochi i pezzi
ripresi. Scelse una fiaba alla ricerca di una semplicità perduta,
sulla scia di un temperamento che tendeva a tenere sotto controllo la
propria passionalità, in un disincantato distacco emotivo dal mondo.
Scritta
dopo il Guillaume
Tell
di Rossini, denigrata da Berlioz, criticata da Mendelssohn, Alì
Babà
non giungeva tardi nel clima romantico, ma lo avversava in modo
polemico, alla ricerca di un perduto equilibrio classico, in seno a
un ambiente che andava altrove. Il settantatreenne Cherubini non
presenziò alla prima assoluta a Parigi. L’opera non piacque in
Francia, né in Italia, ma ebbe ottima diffusione in Germania, dove è
molto apprezzata la dottrina compositiva. In effetti siamo di fronte
a una partitura di enorme impegno, costruita ed elaborata, massiccia
e raffinata insieme, per un soggetto invece disimpegnato, o quanto
meno rilassante: la nota fiaba persiana confluita in traduzione araba
nelle Mille
e una notte,
anche se nei
manoscritti originali non ne faceva parte. Riletta oggi, Alì
Babà colpisce per la
centralità del tema del denaro. Alì
Babà, di cui Arturo
Toscanini ha spesso diretto la Sinfonia, è stata rappresentata al
Teatro alla Scala una sola volta nel 1963 con la direzione di Nino
Sanzogno e la regia di Virginio Puecher. Cantavano Teresa
Stich-Randall, Alfredo Kraus, Vladimiro Ganzarolli e Paolo
Montarsolo.
Con
Alì Babà
si apre la stagione autunnale del Teatro alla Scala, che costituisce
una delle principali innovazioni nel calendario proposte negli ultimi
anni, con un consistente aumento delle recite d’opera tra settembre
e novembre che corrisponde allo sviluppo della città di Milano,
sempre più dinamica e affamata di offerta culturale. L’aumento del
numero delle rappresentazioni è realizzato grazie ai progetti
realizzati con l’Accademia e con il complesso barocco nato in seno
all’Orchestra scaligera, che nel 2018 con La
finta giardiniera,
affronta il suo primo
titolo di Mozart. Completano la programmazione un titolo del grande
repertorio, che quest’anno sarà una nuova produzione di Ernani,
e il titolo contemporaneo, l’attesissima prima mondale di Samuel
Beckett: Fin de partie
di György Kurtág.
Liliana
Cavani
Liliana
Cavani è nata a Carpi (Modena). Si laurea a Bologna in Lettere
Antiche, a Roma e si diploma al Centro Sperimentale di
Cinematografia. Vince un concorso alla Rai, rifiuta il posto ma si
propone come libera professionista. Inizia così il periodo dei
documentari e delle inchieste, lavori a carattere politico e sociale.
Ha lavorato per cinema e TV considerandoli media per molti versi alla
pari. Con Francesco d’Assisi nel 1966 inizia il lavoro nel
cinema, fra i suoi film I cannibali (1970), Portiere di
notte (1974), Al di là del bene e del male (1977), La
pelle (1980), Francesco (1989), Il gioco di Ripley
(2002). I suoi film sono stati presentati nei festival di Cannes,
Venezia, New York, Berlino. A partire dal 1979 realizza regie di
opere liriche in diversi teatri europei, per il Teatro alla Scala di
Milano realizza la prima Traviata 26 anni dopo quella della
Callas. E’
stata membro della giuria ai festival di Berlino, Venezia e
Presidente del Festival Cinematografico Russo a Soci. Premio Best TV
Drama 2010 all’European Scienze per il film Einstein. È
stata Consigliere di Amministrazione della RAI negli anni 1996-98.
Laurea Honoris Causa università LUMSA in Scienza della
Comunicazione, Premio Davide di Donatello alla carriera 2012, nel
2013 vince al Festival di Venezia il “Premio Pasinetti” per il
documentario Clarisse. Nel 2015
le viene conferita la cittadinanza onoraria della città di Assisi
per i tre film su Francesco. Nel 2016
realizza il primo lavoro in prosa Filumena Marturano per il
Festival di Spoleto. Nel 2018
realizza sempre per il teatro Il Piacere dell’onestà di
Luigi Pirandello. Al
Festival del Cinema di Venezia del 2018 riceve il “Premio Bresson”.
Paolo
Carignani
Paolo
Carignani è nato a Milano dove si è diplomato al Conservatorio
Giuseppe
Verdi
in composizione, organo e pianoforte.Successivamente ha studiato
direzione d’orchestra con Alceo Galliera. Ha
diretto in molti teatri italiani e in prestigiosi palcoscenici
internazionali come Staatsoper di Vienna, di Berlino e di Monaco di
Baviera, Deutsche Oper Berlin, War Memorial di San Francisco e alla
Met di New York, Gran Teatre de Liceu di Barcellona, Concertgebouw e
Teatro d’Opera di Amsterdam, Royal Opera House Covent Garden di
Londra, la Bastille di Parigi e nelle città di Oslo, Bruxelles,
Anversa, Glyndebourne, Spoleto, al Schleswig Holstein Festival, al
Rheingau Festival, al Rossini Opera Festival di Pesaro. Il
repertorio sinfonico lo ha portato a lavorare con la Junge Deutsche
Philharmonie e la Young Nederlands Symphony Orchestra, i Münchner
Philharmoniker, la Detroit Symphony Orchestra, la Yomiuri Nippon
Orchestra, la KIOTI Sinfonietta, l’orchestra delle radio NDR, WDR,
ORF, l'orchestra Nazionale della Rai di Torino, la Nederlands Radio
Symphony Orchestra, la Gotheburg e Detroit Symphony Orchestra e molti
altri. Dal 1999
al 2008 Paolo Carignani è stato Generalmusikdirektor del Teatro
d’Opera di Frankfurt/Main e Direttore Stabile della
Museumsorchester/Frankfurt. Ha
diretto Le Duc d'Albe ad Anversa, Le convenienze e
inconvenienze teatrali a Zurigo, Cavalleria Rusticana e
Pagliacci, Nabucco oltre ad un concerto sinfonico alla
Nikikai Opera Foundation di Tokyo, Tosca a Parigi, Guillaume
Tell ad Amsterdam, Otello, La Bohème, Aida
a Monaco di Baviera e La Traviata a Vienna. Tra i
suoi impegni recenti e futuri: Il Trovatore, Falstaff, Otello, La
Traviata, Macbeth, Nabucco, Norma a Monaco di Baviera, Giovanna
d'Arco al Salzburg Festival, Nabucco, Tosca, Cavalleria
Rusticana e Pagliacci, Andrea Chénier, La Fanciulla del West
a Vienna, Otello a Zurigo, Rigoletto a Strasburgo,
Tosca a Barcellona, Pagliacci a Bari, Les Vepres
Siciliennes a Copenaghen, Turandot a Bregenz e New York,
Carmen a Toronto, Simon Boccanegra ad Anversa, Stabat
Mater a Tokyo con la Yomiuri Nippon Symphony Orchestra e Il
Trovatore a Monaco, Turandot a Bregenz e alla Wiener
Staatsoper, Turandot e La bohème al Metropolitan di
New York, Norma a Monaco, Carmen a Toronto, Macbeth
a Bruxelles e Monaco, Otello ad Amburgo, Budapest e Tokyo,
Nabucco a Monaco, di nuovo Carmen a Bregenz, Rigoletto
a Copenaghen, Tosca a Zurigo, La bohème a Madrid, Aida
a Tokyo, I vespri siciliani a Monaco, Nabucco a Vienna
e ad Amburgo, Gioconda a Bruxelles, Bohème a Toronto,
di nuovo Macbeth ad Anversa.
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