Mozart e Vivaldi per il tradizionale Concerto di Natale del Teatro alla Scala
Sabato 22
dicembre 2018 ~ ore 20
Domenica 23
dicembre 2018 ~ ore 15
Concerto
di Natale
CORO
E ORCHESTRA DEL TEATRO ALLA SCALA
Direttore
DIEGO
FASOLIS
Antonio
Vivaldi
Concerto
in sol min.
RV 157
per
archi e basso continuo
O
qui coeli terraeque serenitas
RV 631
mottetto
per soprano, archi e basso continuo
Magnificat
ossecensis RV
610
per
cinque solisti, coro e orchestra
Wolfgang
Amadeus Mozart
Missa
in do magg. K
317
(Krönungsmesse)
per
quattro solisti, coro e orchestra
Ave
Verum Corpus K
618
mottetto
in re magg. per
coro, orchestra e organo
Rosa
Feola,
soprano I
Anna
Doris Capitelli,
soprano II*
Elisabeth
Kulman,
mezzosoprano
Mauro
Peter,
tenore
Gianluca
Buratto,
basso
*Solista
dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro
alla Scala
Maestro
del Coro
BRUNO
CASONI
COMUNICATO
STAMPA
Mozart
e Vivaldi per Natale
Il 22 e 23
dicembre il tradizionale Concerto di Natale del Teatro alla Scala è
diretto da Diego Fasolis, in
programma pagine sacre dei due grandi compositori con le voci di Rosa
Feola, Elisabeth Kuhlman, Mauro Peter, Gianluca Buratto e
dell’allieva dell’Accademia Anna-Doris
Capitelli. Il Coro scaligero è diretto da Bruno Casoni.
Il
tradizionale Concerto di Natale con cui il Teatro alla Scala celebra
le feste torna sabato 22 e domenica 23 dicembre con un programma di
pagine sacre settecentesche. Capolavori di Antonio Vivaldi e Wolfgang
Amadeus Mozart sono affidati alla bacchetta di Diego Fasolis,
il maestro che ha tenuto a battesimo la formazione di strumentisti
barocchi in seno all’Orchestra scaligera, e al Coro diretto da
Bruno Casoni, mentre le voci sono quelle di Rosa Feola, Elisabeth
Kulman, Mauro Peter, Gianluca Buratto e dell’allieva dell’Accademia
Anna-Doris Capitelli.
La
valorizzazione del repertorio sacro è uno degli assi portanti della
strategia culturale scaligera voluta da Alexander Pereira,
dall’inserimento di brani sacri nella Stagione Sinfonica alla
creazione del Festival di Musica Sacra di Pavia, e in occasione del
Concerto di Natale si incrocia con il progetto dedicato alla musica
del ‘700 eseguita secondo prassi esecutiva storicamente informata. Le due serate sono
realizzate con il sostegno di Rolex (22 dicembre) e American Express
(23 dicembre).
Il concerto sarà
come da tradizione ripreso dalle telecamere della Rai. Prodotto da
Rai Cultura, sarà registrato il 22 dicembre e trasmesso in diretta
radiofonica da RAI-Radio 3 e in differita televisiva in Italia da Rai
1 il 24 dicembre alle ore 9.05 e da RAI 5 il 25 dicembre alle ore
18.10; in Ungheria da MTVA il 24 dicembre; in Austria da Servus TV il
25 dicembre; in Svizzera da RSI il 25 dicembre; in Portogallo da RTP
il 24 dicembre; in Giappone alla fine del corrente anno da
Tohokushinsha.
Il
programma si apre con il Concerto
in sol min. RV
517 per archi e basso continuo. Scritto
da Vivaldi forse verso la metà del 1720 e primo di una serie di
dodici concerti conservati alla Biblioteca Nazionale di Parigi,
questo Concerto appartiene alla categoria dei cosiddetti “concerti
ripieno” o concerti a quattro, cioè senza solista e destinati a un
complesso d’archi diviso in quattro parti.
Il mottetto O
qui coeli terraeque serenitas
RV 631, qui affidato alla voce solista di Rosa Feola, risale con ogni
probabilità agli anni del soggiorno romano di Vivaldi (verso la metà
del 1725) e ai contatti di Vivaldi con il cardinale Ottoboni; il
manoscritto, solo parzialmente autografo, è infatti in tre tipi di
carta, tutti del tipo prodotto e impiegato a Roma. La sua struttura
tripartita è tipica di questo genere di composizioni: due arie
separate da un recitativo.
Il successo del
Magnificat
ossecensis RV
610,
composto
da Vivaldi probabilmente tra il 1713 e il 1717,
è
confermato dal fatto che Vivaldi l’abbia ripreso e modificato più
di una volta in anni successivi. Scritto per cinque solisti vocali,
coro e complesso d’archi, non è un Magnificat
esultante, trionfalistico, ma un cantico meditativo e di certezza
nella fede.
Si è a lungo
creduto che la Missa
in do magg. K
317
(Krönungsmesse) dovesse
il suo nome alla celebrazione dell’incoronazione dell’immagine
della Vergine, conservata nella chiesa di Maria Plain, un piccolo
santuario nei dintorni di Salisburgo, anche se l’organico
orchestrale piuttosto importante e il fatto che la composizione fosse
completata il 23 marzo 1779, tre mesi prima dell’inizio delle
celebrazioni, avevano alimentato forti dubbi. Oggi si è propensi a
ritenere che il nome “Messa dell’Incoronazione” sia derivato a
quest’opera dopo l’esecuzione nel 1791, sotto la direzione di
Salieri, per l’incoronazione a Praga di Leopoldo II (la stessa
occasione in cui Mozart presentò la Clemenza
di Tito).
Certo è che la Messa
rappresenta
per Mozart un’occasione per tentare una svolta stilistica nella
musica sacra, alla quale affida un’espansione e un vigore
strumentale ancora sconosciuti.
Capolavoro
dell’ultimo anno, l’Ave
Verum Corpus K
618 è l’altra faccia del Requiem:
qui una musica della più sublime sottigliezza armonica e
contrappuntistica assume vesti dimesse e dimensioni contenute (appena
46 battute), contrapposte alle pagine più fiammeggianti di quel
grande lavoro incompiuto. Umile la destinazione: Mozart lo scrive nel
luglio del suo ultimo anno di vita, il 1791, per Anton Stoll, il
maestro del coro della chiesa parrocchiale di Baden, la località
termale in cui si recava la moglie.
Prezzi: da 11 euro a 150 euro (più prevendita)
Infotel 02 72 00
37 44
Orchestra e coro Scala ph Brescia e Amisano |
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