"Attila" di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione d’Opera 2018/2019 del Teatro alla Scala
Inaugurazione
Stagione 2018~2019
4*,
7, 11, 14, 18, 21 dicembre 2018;
2, 5, 8
gennaio 2019
ATTILA
Dramma
lirico
in un prologo e
tre atti
di
GIUSEPPE VERDI
Libretto
di Temistocle Solera e Francesco Maria Piave
(Edizione
critica della partitura a cura di Helen M. Greenwald,
University
of Chicago Press e Casa Ricordi, Milano)
Prima
rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 17 marzo 1846
Prima
rappresentazione al Teatro alla Scala: 26
dicembre 1846
Nuova produzione Teatro alla Scala
Direttore
RICCARDO CHAILLY
Regia DAVIDE
LIVERMORE
Scene GIÒ
FORMA
Costumi GIANLUCA
FALASCHI
Luci ANTONIO CASTRO
Luci ANTONIO CASTRO
Video D-WOK
Personaggi
e interpreti
Attila ILDAR
ABDRAZAKOV
Ezio GEORGE
PETEAN
Odabella SAIOA
HERNÁNDEZ
Foresto FABIO
SARTORI
Uldino FRANCESCO
PITTARI
Leone GIANLUCA
BURATTO
CORO E ORCHESTRA DEL TEATRO ALLA
SCALA
Con la partecipazione del CORO
DI VOCI BIANCHE DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA
Maestro del Coro e del Coro di
Voci Bianche BRUNO
CASONI
*Anteprima
dedicata ai giovani
DATE:
Martedì 4
dicembre 2018 ~ ore 18
Anteprima
dedicata ai giovani
LaScala
UNDER 30
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Venerdì 7
dicembre 2018 ~ ore 18
Inaugurazione
della Stagione d’Opera e Balletto 2018 ~ 2019
Prezzi
7 dicembre 2018
Platea -
2.500 euro
Palco - da
2.500 a 500 euro
Galleria -
da 350 a 50 euro
più
prevendita
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Martedì 11 dicembre 2018 ore 20 ~ abbonamento Prime
Opera
Venerdì 14 dicembre 2018 ore 20 ~ turno B
Martedì 18 dicembre 2018 ore 20 ~ turno A
Venerdì 21 dicembre 2018 ore 20 ~ turno C
Mercoledì 2 gennaio 2019 ore 20 ~ turno E
Sabato 5 gennaio 2019 ore 20 ~ turno N
Martedì 8 gennaio 2019 ore 20 ~ turno D
Prezzi:
da 250 a 15 euro più prevendita
Infotel:
02 72 00 37 44
Riccardo
Chailly dirige Attila,
il
7 dicembre torna verdiano
Attila
inaugura la Stagione 2018/2019 in un allestimento di Davide Livermore
con
scene di Giò Forma, video di D-WOK
e costumi di Gianluca Falaschi.
Cantano
Ildar Abdrazakov nel ruolo del titolo, Saioa Hernández come
Odabella,
Fabio
Sartori come Foresto e George Petean come Ezio.
Anche
quest’anno il 7 dicembre è in diretta su Rai1 e su Radio3 e nei
cinema di tutto il mondo
ed
è preceduto in città dal fitto calendario di eventi di Prima
Diffusa.
Il
7 dicembre 2018 alle ore 18 Attila
di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione d’Opera 2018/2019 del Teatro
alla Scala. Sul podio il Direttore Musicale Riccardo
Chailly, che prosegue
la sua ricognizione del repertorio italiano ripercorrendo gli anni
giovanili di Verdi: Attila
segue Giovanna d’Arco,
che aprì la Stagione 2015/2016, e prelude a Macbeth.
L’allestimento è affidato a Davide
Livermore, che dopo
il debutto scaligero con Tamerlano
di Händel ha già collaborato con il M° Chailly nei mesi scorsi per
Don Pasquale
di Donizetti. Con lui la squadra formata da Giò
Forma per le scene,
arricchite dai video di D-WOK
e illuminate da Antonio
Castro, e da Gianluca
Falaschi per i
costumi.
In
scena Ildar
Abdrazakov, al suo
terzo 7 dicembre, veste i panni del protagonista; Saioa
Hernández, che
invece debutta alla Scala, è Odabella; Fabio
Sartori è Foresto e
George Petean
Ezio. Francesco
Pittari e Gianluca
Buratto rivestono i
ruoli brevi ma non secondari di Uldino e Papa Leone. Il Coro del
Teatro alla Scala e il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro
alla Scala sono diretti dal Maestro Bruno Casoni. L’opera viene
presentata per la prima volta alla Scala nell’edizione critica
curata nel 2012 da Helen Greenwald per University of Chicago Press e
Casa Ricordi, Milano.
Dopo
Giovanna
d’Arco,
Madama
Butterfly
e Andrea
Chénier,
Riccardo Chailly apre la Stagione dirigendo per la prima volta Attila
e confermando l’impegno a riscoprire il repertorio italiano nella
sua interezza. Le direttrici di questo progetto culturale vanno
prendendo forma nel corso degli anni: accanto all’approfondimento
dei primi anni di formazione del percorso teatrale verdiano (Giovanna
d’Arco,
Attila,
Macbeth),
il belcanto (La
gazza ladra
di Rossini e Don
Pasquale
di Donizetti) e il Verismo (Andrea
Chénier),
tutti titoli che trovano eco in altre proposte di Stagione affidate
ad altri artisti, sempre con un’attenzione particolare alle opere
presentate alla Scala per la prima volta. In evidenza rimane il
progetto pucciniano con cui il Direttore Musicale riporta al
Piermarini le opere del compositore di Lucca in letture che tengono
conto delle ricerche più aggiornate: dopo Turandot,
La
fanciulla del West
e Madama
Butterfly
sarà la volta della prima versione di Manon
Lescaut
(dal 31 marzo 2019) fino alla prossima inaugurazione di Stagione con
Tosca.
Attila
Nona
opera di Giuseppe Verdi, Attila
va in scena al Teatro la Fenice di Venezia il 17 marzo 1846. Nel 1845
erano andate in scena Giovanna
d’Arco alla Scala e
Alzira
al San Carlo di Napoli, nel 1847 sarebbe stata la volta di Macbeth
al Teatro della
Pergola di Firenze, I
masnadieri al Her
Majesty’s Theater di Londra e Jérusalem
all’Opéra di
Parigi. L’opera si colloca quindi in un punto nodale dello sviluppo
di un Verdi che aveva già alle spalle opere come Nabucco
o Ernani e
si preparava a debuttare sulla scena europea; anni di sperimentazione
e ricerca sui soggetti come sulla forma drammaturgica. Fonte del
libretto è la tragedia Attila,
König der Hunnen
(1809) di Zacharias Werner, singolare figura di poeta romantico che
divenuto sarcerdote cattolico infiammò con i suoi sermoni le platee
del Congresso di Vienna. Verdi, venutone a conoscenza attraverso le
citazioni contenute in De
l’Allemagne di
Madame de Staël (che susciterà nel compositore anche l’interesse
per Don Carlos
di Schiller), incarica dapprima Francesco Maria Piave e quindi
Temistocle Solera di trarne un libretto, che però non lo soddisfa:
inoltre Solera, riparato a Madrid in un nuovo capitolo della sua
esistenza rocambolesca, tarda a consegnare la versione definitiva.
Verdi richiama allora il Piave che rivede tutti i versi e stende per
intero l’ultimo atto.
Rispetto
al dramma di Werner il libretto definitivo, radicalmente
semplificato, attenua (ma non elimina) il contrasto tra la brutale
integrità di Attila e le moralità contraddittoria dei suoi
avversari italiani. Verdi sbalza sullo sfondo storico le interazioni
tra i personaggi su cui si concentra ricercando sotto lo slancio
eroico un sottotesto di fragilità o ambiguità psicologica. Così
dopo la celebre entrata che prefigura i furori di Lady Macbeth,
Odabella mostra nel corso dell’opera tratti di lirismo e
vulnerabilità, e ugualmente la hybris spavalda di Attila è
destinata a fare i conti con gli incubi e la forza del
sovrannaturale. Del tutto inedita l’ambiguità di Ezio, valoroso
generale romano che si scopre più che disponibile al compromesso,
mentre più convenzionale risulta il solo Foresto. Per lui esistono
due arie raramente eseguite per l’ultimo atto: Verdi scrisse
infatti la romanza “Sventurato! Alla mia vita” per il tenore
Ivanoff (amatissimo da Rossini) che la eseguì a Trieste nell’autunno
1846 e “Oh dolore!” per Napoleone Moriani in occasione della
prima scaligera: quest’ultima tornerà nel presente allestimento,
insieme ad alcune battute scritte scherzosamente da Rossini per
l’inizio del III atto e oggi conservate nella collezione del Museo
Teatrale.
Attila
rappresenta un punto nodale anche per quanto riguarda il
coinvolgimento diretto del compositore nelle scelte riguardanti
l’allestimento. Verdi indicò l’inserimento di particolari
effetti di luce in corrispondenza della scena della tempesta e
sorgere del sole nel Prologo e dedicò particolare attenzione alle
grandi scene di massa, forse anche in vista di una possibile ripresa
di Attila all’Opéra
di Parigi. La descrizione del succedersi in scena di differenti
condizioni metereologiche fu ispirata a Verdi dall’ode sinfonica Le
désert di Félicien
David che dopo aver furoreggiato a Parigi approdava a Milano, alla
Canobiana, nella traduzione del Solera.
La
prima assoluta, il 17 marzo 1846 a Venezia (città lusingata da Verdi
con la scena della tempesta e levar del sole a Rialto, anzi Rio
Alto), fu un successo cui seguirono riprese a Trieste (città ancora
più vicina ad Aquileia, dove si finge l’azione) e a Milano, dove
il 26 dicembre 1846 aprì la Stagione di Carnevale. L’entusiasmo
del pubblico garantì ben 31 rappresentazioni e il ritorno tre anni
più tardi in un nuovo allestimento, sempre per l’inaugurazione,
che si inseriva in un clima accesamente patriottico dopo
l’abdicazione di Carlo Alberto a Novara il 23 marzo e la resa di
Venezia all’assedio austriaco (22 agosto).
Riccardo
Chailly
Il
suo debutto alla Scala risale al 1978 con I
masnadieri di Verdi:
con le recite di Attila
il Maestro conclude
dunque i festeggiamenti per i suoi 40 anni di attività scaligera,
nel corso dei quali ha diretto opere di Rossini, Donizetti, Verdi,
Puccini, Giordano, Musorgskij, Offenbach, Stravinskij, Prokof’ev e
Bartók. Con Aida
ha inaugurato la Stagione 2006/2007,
con Giovanna d’Arco
la Stagione 2015/2016, con Madama
Butterfly la Stagione
2016/2017 e con Andrea
Chénier la Stagione
2017/2018. Il suo impegno
con il Teatro milanese negli anni a venire si concentrerà sul
repertorio italiano secondo
un progetto culturale volto a valorizzarne la ricchezza e la
complessità, dal Belcanto al Verismo. Proseguirà anche il
ciclo
di opere di Puccini iniziato
nel maggio 2015 con Turandot,
evento inaugurale di Expo e
proseguito nel maggio
2016 con La fanciulla
del West.
Un’attenzione
particolare è rivolta alle opere presentate alla Scala in prima
assoluta: è il caso de La
gazza ladra, tornata
alla Scala con la regia di Gabriele Salvatores a 200 anni dalla
prima, e di Andrea
Chénier. Il Maestro
Chailly ha intensificato l’attività con l’Orchestra scaligera
creando con i musicisti un sodalizio artistico sempre più stretto:
nel 2018 ha guidato la Filarmonica in tournée per la terza estate
consecutiva; in questi anni l’Orchestra è tornata regolarmente
nelle principali sedi concertistiche europee tra le quali il Festival
di Lucerna, i Proms il Festival di Edimburgo e la Philharmonie di
Berlino. Il 2018 segna anche i 40 anni di collaborazione del maestro
milanese con Decca: un percorso artistico che ha prodotto oltre 160
registrazioni e che viene festeggiato con una serie di nuove uscite:
dal 30 novembre saranno disponibili in Italia il box ‘The Symphony
Edition’ che raccoglie in 55 cd l’attività sinfonica del Maestro
con le sue principali orchestre, la Messa
per Rossini e dal 7
dicembre il dvd e blu-ray di Madama
Butterfly di Giacomo
Puccini che ha aperto la Stagione 2016/2017 con la regia di Alvis
Hermanis.
Lo
spettacolo
Dopo
il clamoroso successo del debutto scaligero con l’allestimento di
Tamerlano
di Händel nel settembre 2017, Davide
Livermore
è tornato al Piermarini firmando Don
Pasquale
diretto da Riccardo Chailly nell’aprile 2018. Con Attila
la collaborazione tra regista e direttore, inaugurata nel 2012 con La
bohème
a Valencia, si rinnova su un titolo complesso, in cui Verdi
sperimenta soluzioni drammatiche e musicali nuove a partire da un
libretto con diverse debolezze. Livermore non precisa il tempo
dell’azione, che si colloca tra gli orrori di una terra
d’occupazione del secolo scorso, e punta a illuminare gli snodi
psicologici del desiderio di vendetta di Odabella e la fragilità che
mina il senso di onnipotenza del protagonista. Ma Livermore si
confronta anche con l’urgenza di Verdi di trovare nuove soluzioni
scenografiche per creare un allestimento suggestivo e spettacolare:
le grandi scene della tempesta e dell’alba a Rio Alto e del sogno
di Attila diventano occasione di impiegare le risorse
tecnologicamente più avanzate del teatro di oggi, così come il
compositore cercava le soluzioni più avanzate del teatro del suo
tempo. Per questo al fianco di Livermore torna lo Studio
Giò Forma
(Florian
Boje
e Cristiana
Picco),
la cui esperienza ormai consolidata nel campo del teatro d’opera
affonda le radici in un’attività multiforme che attraverso
l’allestimento di grandi eventi come Expo o dei palcoscenici del
pop e del rock ha assimilato tutte le tecnologie dello spettacolo del
nostro tempo. La scenografia, illuminata da Antonio
Castro,
si avvale dei video di d-Wok,
agenzia guidata da Paolo Gep Cucco e specializzata in projection
mapping e in warping, ovvero
distorsione digitale delle immagini.
I
costumi sono firmati da Gianluca
Falaschi,
già apprezzatissimo alla Scala per i fantasiosi e spettacolari
figurini per Don
Pasquale
e nel 2012 vincitore del Premio Abbiati per Ciro
in Babilonia
al Festival Rossini di Pesaro.
I
protagonisti
Ildar
Abdrazakov è al suo
terzo 7 dicembre. Dal debutto ne La
sonnambula nel 2001
ha cantato alla Scala ne La
forza del destino,
Macbeth,
Samson et Dalilah,
Iphigénie en Aulide,
Fidelio,
Moïse et Pharaon,
Carmen,
Lucia di Lammermoor,
Les contes d’Hoffmann,
Le nozze di Figaro,
Don Carlo
e Ernani oltre
che in numerosi concerti. Dotato di una tenica vocale e di qualità
sceniche che gli permettono di affrontare un vastissimo repertorio,
Abdrazakov nel solo 2018 è stato Figaro ne Le
nozze e Assur in
Semiramide
al Metropolitan (che lo ha recentemente festeggiato per le sue 150
rappresentazioni), Attila
al Liceu, Boris in Boris
Godunov all’Opéra
di Parigi e Mustafà ne L’italiana
in Algeri al Festival
di Salisburgo prima di tornare come Silva e Attila alla Scala.
Saioa
Hernández, Odabella,
è al debutto al Teatro alla Scala. Nata a Madrid, ha studiato tra
l’altro con Francesco Galasso, Vincenzo Scalera, Renata Scotto e
Monsterrat Caballé. Si è concentrata dapprima sui grandi ruoli
belcantistici con titoli come Norma
a Trieste e in
diversi teatri italiani, Il
pirata a Rio,
Guillaume Tell a
Ginevra, Zaira di
Bellini a Martina Franca. Più recenti le affermazioni verdiane: nel
2017 è stata Leonora a Napoli, Amalia a la Coruna e Aida a Muscat
con i complessi del Regio di Torino, mentre gli impegni del 2018
hanno incluso Francesca
da Rimini a
Strasburgo, La
Gioconda nei teatri
dell’Emilia Romagna e Tosca
a Parma. Nel 2019 sarà Maddalena in Andrea
Chénier nei teatri
dell’Emilia, Leonora ne La
forza del destino a
Pechino e Abigaille in Nabucco
a Dresda.
Voce
di riferimento tra i tenori verdiani di oggi, Fabio
Sartori
ha stabilito con il Teatro alla Scala un legame saldissimo fin dal
suo debutto, nel novembre 1997, nel Requiem
verdiano
diretto da Riccardo Muti in San Marco. Poche settimane dopo, il 7
dicembre, era Malcolm in Macbeth,
sempre con Muti, cui hanno fatto seguito La
bohème
diretta da Dudamel nel 2008 (poi con Pidò nel 2017), I
due Foscari
diretti da Ranzani nel 2009, Simon
Boccanegra
(con Barenboim nel 2010, Ranzani nel 2014), Attila
nel 2011 con Luisotti, e nel 2013 ben tre titoli verdiani: Oberto
con Frizza, Aida
con Dudamel e Don
Carlo
con Luisi. Come Radamès torna con Zubin Mehta nel 2015, anno in cui
è anche Cavaradossi con Carlo Rizzi. Tra i prossimi impegni I
masnadieri
a Valencia e alla Scala, Macbeth
con Barenboim a Berlino e, nel 2020, Otello
a Firenze con Fabio Luisi.
Attila
segna il debutto scaligero anche per George
Petean, baritono
rumeno che dopo il debutto in patria come Don Giovanni è oggi
regolarmente presente nelle stagioni dei maggiori teatri, dal Covent
Garden alla Wiener Staatsoper. Negli ultimi mesi Petean è stato
impegnato come Rigoletto al Massimo di Palermo e Conte di Luna alla
Lyric Opera di Chicago, mentre il 2019 lo vedrà alla Wiener
Staatsoper (Lucia di
Lammermoor,
Pagliacci,
Macbeth), a
Montecarlo (Otello),
alla Bayerische Staatsoper (Un
ballo in maschera) e
all’Opernhaus Zürich (La
forza del destino).
Nel 2020 sarà Jago accanto all’Otello di Fabio Sartori all’Opera
di Firenze.
Rai
Cultura trasmette la Prima su Rai 1
Il
7 dicembre 2016 Madama
Butterfly, trasmessa
da Rai Cultura in diretta su Rai 1, ha battuto tutti i record di
ascolti per l’opera lirica sulla televisione italiana con una media
di 2.600.000 spettatori, corrispondenti al 13.48 % di share medio.
Nel 2017 Andrea
Chénier, titolo
sicuramente meno popolare, si è imposto con 2 milioni 77 mila
spettatori e uno share medio dell’11,1%. La decisione della Rai di
trasmettere la Prima scaligera in diretta sulla prima rete, con la
regia di Patrizia Carmine, è confermata anche per il 2018,
proseguendo una collaborazione inaugurata da Paolo Grassi il 7
dicembre 1976 per Otello
di Verdi con la direzione di Carlos Kleiber e la regia di Franco
Zeffirelli. Da allora la Rai e il Teatro alla Scala hanno collaborato
per far conoscere sempre meglio agli italiani lo straordinario
patrimonio del melodramma.
Venerdì
7 dicembre la prima di Attila
sarà
trasmessa in diretta da
Rai
Cultura in esclusiva su Rai1 dalle ore 17.45. La regia televisiva è
di Patrizia Carmine. Lo spettacolo è trasmesso in diretta anche su
Radio3 e su Rai1 HD canale 501.
Oltre
che su Rai 1 e Radio 3, Attila
sarà trasmesso anche all’estero: in diretta/near live su ARTE
(Francia, Germania e relativi territori linguistici), su Ceska
Televize nella Repubblica Ceca, su Mtva in Ungheria e su Rsi in
Svizzera, e in differita su Nhk in Giappone, su Il Media in Corea del
Sud e su Rtp in Portogallo. L’opera sarà trasmessa in diretta da
17 emittenti radiofoniche internazionali host della piattaforma
Euroradio, dalla Russia all’Australia.
Rai
Com distribuirà inoltre l’opera in diretta in sala
cinematografica: oltre ai circa 30 cinema italiani, l’evento live
di Attila
raggiungerà
le sale di Spagna, Svizzera, Germania, Nord Europa, Ungheria e
Russia. Nel 2019 l’opera sarà replicata in differita nelle sale di
Australia, America Latina e sarà oggetto di successive repliche
europee.
Per
il mercato dell’audiovisivo è prevista per il 2019 l’uscita di
un DVD dell’Attila.
Si
avvarranno delle riprese in Alta Definizione diffuse da Rai le 37
sedi coinvolte nei cinquanta eventi dell’iniziativa “Prima
Diffusa” promossa
da Comune di Milano e Edison insieme al Teatro alla Scala - tra
cui il Carcere di San Vittore - e il maxischermo collocato al centro
dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, che offre la
Prima ai cittadini.
RAI:
IN ESCLUSIVA LA PRIMA DELLA SCALA
Il
7 dicembre la diretta di Rai Cultura su Rai1 e Radio3. Previsti oltre
due milioni di spettatori tra pubblico televisivo, radiofonico e
cinematografico per l'Attila
di Giuseppe Verdi
È
l'evento culturale più importante dell'anno, e vedrà protagonisti
il direttore d'orchestra Riccardo Chailly, il regista Davide
Livermore, le grandi voci di Ildar Abdrazakov, Saioa Hernández,
George Petean, Fabio Sartori e naturalmente uno dei più grandi
compositori di tutti i tempi: Giuseppe Verdi. È la prima del Teatro
alla Scala, che quest'anno inaugura la sua Stagione con Attila
e
che Rai Cultura propone in diretta in esclusiva su Rai1 il prossimo 7
dicembre a partire dalle 17.45. Lo spettacolo, con la regia
televisiva di Patrizia Carmine, è trasmesso in diretta anche su
Radio3 e su Rai1 HD canale 501.
Oltre
tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare Attila
nelle case degli Italiani, perché la grande musica è di tutti, come
hanno dimostrato gli oltre due milioni di telespettatori che il 7
dicembre 2017 hanno seguito su Rai1 Andrea
Chénier
di Umberto Giordano per l'apertura della scorsa Stagione della Scala.
Anche
quest’anno grande attenzione è stata riservata alla ripresa audio
e video dello spettacolo, curata dal Centro di Produzione Tv Rai di
Milano, con 14 telecamere in alta definizione, 40 microfoni nella
buca d’orchestra e in palcoscenico, 20 radiomicrofoni dedicati ai
solisti e al coro che serviranno per la trasmissione stereofonica e
per la radiocronaca in diretta in onda su Radio3, con audio surround
per le sale cinematografiche e per la Tv. Uno staff di 50 persone tra
cameraman, microfonisti, tecnici audio e video sarà impegnato per le
tre ore di trasmissione, culmine di una preparazione che vede lo
staff di regia seguire fin dalle prime prove la messa in scena dello
spettacolo, e un numero crescente di addetti lavorare nelle due
settimane precedenti la Prima.
Oltre
a trasmettere l'opera, come di consueto la Rai racconterà anche ciò
che accade attorno allo spettacolo più atteso della Stagione. Su Rai
1, Antonio Di Bella e Milly Carlucci, con collegamenti di Stefania
Battistini dal foyer, condurranno la diretta televisiva incontrando,
prima dell'inizio e durante l'intervallo, i protagonisti e gli ospiti
presenti. Per Radio3 seguiranno la diretta Gaia Varon e Nicola
Pedone, mentre in studio a Roma ci sarà Oreste Bossini. Saranno
coinvolti anche il canale Rai News e la Testata giornalistica
Regionale con dirette, servizi e approfondimenti, con ospiti in
studio e dal foyer della Scala.
Si
avvarranno delle riprese in Alta Definizione diffuse da Rai le 37
sedi coinvolte nell’iniziativa “Prima Diffusa” del Comune di
Milano e il maxischermo collocato al centro dell’Ottagono della
Galleria Vittorio Emanuele II, che offre la Prima ai cittadini.
Oltre
che su Rai 1 e Radio 3, le riprese dell’Attila
saranno trasmesse anche all’estero: in diretta/near live su ARTE
(Francia, Germania e relativi territori linguistici), su Ceska
Televize nella Repubblica Ceca, su Mtva in Ungheria e su Rsi in
Svizzera, e in differita su Nhk in Giappone, su Il Media in Corea del
Sud e su Rtp in Portogallo. L’opera sarà trasmessa in diretta da
17 emittenti radiofoniche internazionali host della piattaforma
Euroradio, dalla Russia all’Australia.
Rai
Com distribuirà inoltre l’opera in diretta in sala
cinematografica: oltre ai circa 30 cinema italiani, l’evento live
di Attila
raggiungerà
le sale di Spagna, Svizzera, Germania, Nord Europa, Ungheria e
Russia. Nel 2019 l’opera sarà replicata in differita nelle sale di
Australia e America Latina e sarà oggetto di successive repliche
europee.
Per
il mercato dell’audiovisivo è prevista per il 2019 l’uscita di
un DVD dell’Attila.
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