Presentata la Stagione d'Opera del Teatro alla Scala di Milano
Teatro alla Scala, Milano
STAGIONE 2018 ~ 2019OPERA
STAGIONE 2018 ~ 2019OPERA
4 dicembre 2018
Anteprima dedicata ai Giovani
7, 11, 14, 18, 21
dicembre 2018; 2, 5, 8 gennaio 2019
Giuseppe Verdi
ATTILA
Direttore Riccardo
Chailly
Regia Davide Livermore
Regia Davide Livermore
Scene Giò
Forma e
Davide
Livermore
Costumi Gianluca
Falaschi
Luci Antonio
Castro
Interpreti
Attila Ildar
Abdrazakov,
Odabella Saioa
Hernández,
Ezio Simone
Piazzola,
Foresto Fabio
Sartori,
Uldino Francesco
Pittari, Leone
Gianluca
Buratto
Coro e Orchestra
del Teatro alla Scala
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Il 7 dicembre torna
verdiano con Attila,
nona opera del compositore andata in scena al Teatro La Fenice nel
1846. Il Direttore Musicale Riccardo Chailly approfondisce la lettura
delle opere del giovane Verdi dopo aver inaugurato la Stagione
2015/2016 con Giovanna
d’Arco,
che vide la luce nel 1845, e prosegue con il regista Davide Livermore
una collaborazione che alla Scala ha già avuto un esito felice con
Don
Pasquale
di Donizetti. Con Livermore tornano gli scenografi dello Studio Giò
Forma, garanzia di equilibrio tra eleganza visuale e innovazione
tecnologica, e il costumista Gianluca Falaschi. Opera complessa in
cui Verdi sperimenta nuovi percorsi tra ambientazione storica,
impatto spettacolare, squarci psicologici e incertezze morali, Attila
chiede ai cantanti slancio e sicurezza ma anche capacità di trovare
accenti e sfumature. Protagonista è Ildar Abdrazakov, basso di
riferimento dei nostri anni, mentre la difficile parte di Odabella è
affidata a Saioa Hernández, che debutta alla Scala dopo una rapida
ascesa tra le più interessanti voci emergenti. Foresto ha lo squillo
sicuro di Fabio Sartori, mentre nella parte di Ezio torna Simone
Piazzola.
Inizio vendita:
Anteprima 4
dicembre: dal 2/11/18
Serata inaugurale 7
dicembre: dal 10/10/18
Per tutte le
rappresentazioni successive: dal 12/10/18
11,
13, 16, 19, 22, 27 gennaio; 2, 5, 8 febbraio; 12, 14, 17 marzo 2019
Giuseppe Verdi
LA
TRAVIATA
Direttore Myung-Whun
Chung
Regia Liliana Cavani
Regia Liliana Cavani
Scene Dante
Ferretti
Costumi Gabriella
Pescucci
Coreografia Micha
Van Hoecke
Luci Marco
Filibeck
Interpreti
Violetta Marina
Rebeka /
Sonya Yoncheva,
Alfredo Germont
Francesco
Meli /
Benjamin
Bernheim,
Giorgio Germont
Leo
Nucci / Plácido Domingo,
Flora
Chiara Isotton, Gastone
Riccardo Dalla Sciucca,
Barone Douphol
Costantino Finucci, Marchese
Riccardo Fassi, Dr.
Grenvil
Alessandro Spina
Coro, Corpo di
Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Produzione
Teatro alla Scala
Il
percorso verdiano intrapreso da Myung-Whun Chung alla Scala con Simon
Boccanegra
e Don
Carlo
prosegue con La
traviata,
titolo particolarmente congeniale alla sua sensibilità. Nelle dodici
recite si alternano due cast di grande richiamo: nella parte di
Violetta sono protagoniste le due cantanti oggi di riferimento,
Marina Rebeka e Sonya Yoncheva, mentre come Alfredo si ascolteranno
Francesco Meli, già applaudito accanto a Anna Netrebko nel 2017, e
l’emergente Benjamin Bernheim. Germont padre avrà le voci di due
monumenti del canto verdiano, Plácido Domingo e Leo Nucci. Torna il
sontuoso allestimento firmato da Liliana Cavani per la regia, dal
premio Oscar Dante Ferretti per le scene e da Gabriella Pescucci per
i costumi che nel 1990 riportò il titolo alla Scala sotto la
direzione di Riccardo Muti: una produzione che valorizza la qualità
dei laboratori scaligeri
Inizio vendita: dal
12/11/18
“La
ScalAperta” del 5/2/19: dal 4/1/19
10,
12, 16, 19, 23, 26 febbraio; 23, 27, 30 marzo; 2, 5 aprile 2019
Gioachino Rossini
LA
CENERENTOLA
Direttore Ottavio
Dantone
Regia, scene e costumi Jean-Pierre Ponnelle
Regia, scene e costumi Jean-Pierre Ponnelle
Regia ripresa da
Grischa
Asagaroff
Interpreti
Angelina Marianne
Crebassa,
Don Ramiro Maxim
Mironov, Don
Magnifico Carlos
Chausson,
Dandini Nicola
Alaimo /
Mattia
Olivieri, Alidoro
Erwin Schrott /
Alessandro Spina
Coro e Orchestra
del Teatro alla Scala
Produzione
Teatro alla Scala
Tra
gli spettacoli simbolo della Rossini Renaissance promossa alla Scala
da Claudio Abbado c’è senza dubbio La
Cenerentola
pensata da Jean-Pierre Ponnelle nel 1973. Ma il trittico buffo con
cui Abbado e Ponnelle hanno mandato in soffitta il Rossini farsesco
del passato ponendo le basi per una lettura contemporanea rimane
anche oltre Rossini un modello di teatro fatto sulla musica, sposando
ritmo e suggestioni della partitura. La Scala riprende La
Cenerentola
mentre si spengono i riflettori sul centocinquantenario del
compositore (celebrato al Piermarini con una mostra a cura di Pier
Luigi Pizzi) affidando la direzione a Ottavio Dantone e la parte di
Angelina a Marianne Crebassa, al suo primo ruolo rossiniano al
Piermarini. Con lei Maxim Mironov, continuatore di un’illustre
tradizione di tenori rossiniani russi che risale a Nicola Ivanoff, e
Carlos Chausson come Don Magnifico, mentre come Dandini si alternano
Nicola Alaimo e Mattia Olivieri e come Alidoro Erwin Schrott, al suo
atteso ritorno scaligero, e Alessandro Spina. Le sorellastre saranno
interpretate da soliste dell’Accademia.
Inizio vendita: dal
10/12/18
“La
ScalAperta” del 27/3/19: dal 27/2/19
27
febbraio; 3, 6, 13, 19, 24, 29 marzo 2019
Modest Petrovič
Musorgskij
CHOVANŠČINA
Direttore Valery
Gergiev
Regia Mario Martone
Regia Mario Martone
Scene Margherita
Palli
Costumi
Ursula Patzak
Luci Pasquale
Mari
Interpreti
Ivan Chovanskij
Mikhail
Petrenko,
Marfa Ekaterina
Semenchuk,
Andrej Chovanskij
Sergei
Skorokhodov,
Emma Evgenia
Muraveva,
Vasilij Golicyn
Evgeny
Akimov, Fëdor
Šaklovityj Alexey
Markov,
Dosifej Stanislav
Trofimov,
Uno scrivano Maxim
Paster
Coro e Orchestra
del Teatro alla Scala
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Il
grande repertorio russo torna alla Scala con un’importante nuova
produzione del capolavoro di Musorgskij. La rivolta dei Vecchi
Credenti guidati dal principe Chovanskij contro le spinte innovatrici
di Pietro il Grande sarà fatta rivivere da Mario Martone, esperto
narratore di affreschi storici e regista di scene di massa, tra le
scenografie di Margherita Palli. Sul podio torna Valery Gergiev, già
interprete trascinante dell’edizione del 1998, mentre nel cast
insieme al Chovanskij di Mikhail Petrenko e alla Marfa di Ekaterina
Semenchuk spicca, al debutto scaligero, Evgenia Muraveva che ha
conquistato l’attenzione internazionale sostituendo Nina Stemme in
Una
Lady Macbeth del distretto di Mcensk
a Salisburgo nel 2017. Chovanščina,
titolo imponente e grandioso le cui necessità sceniche e musicali
spaventano molti teatri, è però storicamente presente alla Scala,
anche in produzioni del Bol’šoj: da ricordare almeno l’interesse
di Gianandrea Gavazzeni, che la diresse nel 1967 e nel 1971, e lo
spettacolo di Yuri Ljubimov del 1981.
Inizio vendita: dal
27/12/18
“La
ScalAperta” del 24/3/19: dal 22/2/19
31 marzo; 3, 6, 9, 13, 16, 19, 24, 27 aprile 2019
Giacomo Puccini
MANON
LESCAUT
Direttore Riccardo
Chailly
Regia David Pountney
Regia David Pountney
Scene Leslie
Travers
Costumi
Marie-Jeanne Lecca
Coreografia Denni
Sayers
Luci Fabrice
Kebour
Interpreti
Manon Maria
José Siri, Des
Grieux Marcelo
Álvarez,
Lescaut Massimo
Cavalletti,
Geronte Carlo
Lepore,
Edmondo Alessandro
Scotto Di Luzio,
Il maestro di
ballo Manuel
Pierattelli,
Lampionaio Francesco
Pittari
Coro e Orchestra
del Teatro alla Scala
Nuova
produzione Teatro alla Scala
La passione
pucciniana di Riccardo Chailly ha accompagnato tutta la sua carriera
toccando i maggiori teatri d’Europa. Alla Scala questo percorso è
sfociato in un progetto organico di proposta dei titoli maggiori
ripensati alla luce delle ricerche musicologiche più aggiornate.
L’apertura di Expo ha coinciso con la prima scaligera di Turandot
con
il finale di Luciano Berio, cui sono seguite La
fanciulla del West nell’orchestrazione
originale precedente le modifiche apportate da Toscanini per il
Metropolitan e, il 7 dicembre 2017, la prima versione di Madama
Butterfly. Questa
nuova produzione di Manon
Lescaut,
con la regia di David Pountney che ha recentemente firmato alla Scala
Francesca
da Rimini
di Zandonai, ripropone la prima versione dell’opera, andata in
scena a Torino nel 1893. Tra le numerose differenze rispetto alla
versione corrente spicca il concertato del Finale primo, espunto
prima dell’esordio scaligero nel 1894, in cui Puccini fa sfoggio di
uno sbalorditivo virtuosismo orchestrale. Chailly, che ne diresse la
prima moderna a Lipsia nel 2008, lo porta per la prima volta alla
Scala con un cast che comprende Maria José Siri, Marcelo Álvarez e
Massimo Cavalletti.
Inizio vendita: dal
31/1/19
“La ScalAperta”
del 24/4/19: dal 22/3/19
23,
26, 28, 30 aprile; 2, 5 maggio; 19, 22 giugno 2019
Richard Strauss
ARIADNE
AUF NAXOS
Direttore Franz
Welser-Möst
Regia Frederic Wake-Walker
Regia Frederic Wake-Walker
Scene e costumi
Jamie
Vartan
Interpreti
Ariadne
Krassimira
Stoyanova /
Tamara
Wilson, Zerbinetta
Sabine
Devieilhe /
Brenda
Rae,
Der Komponist
Daniela
Sindram, Najade
Eva Liebau, Dryade
Anna-Doris Capitelli,
Echo
Regula Mühlemann, Bacchus
Michael Koenig, Ein
Musiklehrer
Markus Werba,
Harlekin
Thomas Tatzl / Gabriel Bermudez, Brighella
Pavel Kolgatin,
Scaramuccio
Kresimir Spicer, Truffaldin
Tobias Kehrer,
Der
Haushofmeister
Alexander Pereira
Orchestra del
Teatro alla Scala
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Il
passo più ardito e riuscito della coppia Richard Strauss - Hugo von
Hofmannstahl nel campo dell’esplorazione metateatrale torna con la
sua tavolozza di divertimento, dottrina compositiva e schietta
commozione in una nuova regia di Frederic Wake-Walker, giovane
talento britannico che della varietà dei linguaggi teatrali ha fatto
una cifra distintiva. Prosegue così, sotto la sicura guida musicale
di uno straussiano di riferimento come Franz Welser-Möst, un cammino
straussiano che dopo Der
Rosenkavalier
diretto da Zubin Mehta ed Elektra
diretta da Christoph von Dohnányi proseguirà nel 2019 con Die
ägyptische Helena
e nelle prossime stagioni con Salome.
Nella parte del Soprano/Ariadne si alternano Krassimira Stoyanova,
ormai amatissima dal pubblico milanese, e Tamara Wilson, artista di
casa al Metropolitan che ha debuttato con i complessi scaligeri nel
recente Requiem
verdiano diretto da Riccardo Chailly. Zerbinetta è il soprano di
coloratura più ricercato del nostro tempo, Sabine Devieilhe, mentre
Michael Koenig è Tenore/Bacchus e Markus Werba Musiklehrer. Nella
parte parlata dell’Haushofmeister debutta sul palcoscenico
scaligero il Sovrintendente Alexander Pereira.
Inizio vendita: dal
21/2/19
“La
ScalAperta” del 22/6/19: dal 21/5/19
16, 19, 22, 25, 29 maggio; 1, 3, 5 giugno 2019
Wolfgang Amadeus
Mozart
IDOMENEO
Direttore
Christoph
von Dohnányi
Regia Matthias Hartmann
Regia Matthias Hartmann
Scene Volker
Hintermeier
Interpreti
Idomeneo Bernard
Richter,
Elektra Federica
Lombardi,
Idamante Michèle
Losier,
Ilia Julia
Kleiter,
Gran Sacerdote Kresimir
Spicer
Coro, Corpo di
Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Christoph
von Dohnányi torna alla Scala con Idomeneo
segnando una nuova tappa del cammino mozartiano che negli ultimi anni
ha riportato alla Scala Lucio
Silla
con Minkowski, Le
nozze di Figaro con
Welser-Möst, Die
Zauberflöte
con l’Accademia e Ádám Fischer, Die
Entführung aus dem Serail
con Mehta, Don
Giovanni
con Järvi e La
finta giardiniera su
strumenti originali con Fasolis: una varietà di approcci
interpretativi che ha offerto al pubblico un’ampia panoramica sulle
possibili letture di uno dei massimi geni della storia dell’umanità.
L’autorevolezza del grande maestro tedesco trova in palcoscenico un
nuovo allestimento firmato da Matthias Hartmann, mentre in
palcoscenico tornano artisti già applauditi in recenti produzioni
scaligere: Julia Kleiter, ascoltata in Der
Freischütz
è Ilia, Bernard Richter canta Idomeneo dopo essere stato Belmonte in
Die
Entführung,
e la parte di Elettra è affidata a Federica Lombardi, che dopo gli
studi nella nostra Accademia ha intrapreso una brillante carriera
internazionale.
Inizio vendita: dal
15/3/19
“La
ScalAperta” del 1/6/19: dal 30/4/19
28, 31 maggio; 4, 7, 11, 14, 17 giugno 2019
Eric Wolfgang
Korngold
DIE
TOTE STADT
Per la prima volta
al Teatro alla Scala
Direttore Alan
Gilbert
Regia Graham Vick
Regia Graham Vick
Scene e costumi
Stuart
Nunn
Luci
Giuseppe Di Iorio
Interpreti
Paul Klaus
Florian Vogt,
Marietta Asmik
Grigorian,
Frank/Fritz
Markus
Werba, Brigitta
Kismara
Pessatti
Coro e Orchestra
del Teatro alla Scala
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Definito
ancora in giovane età “un genio” da Mahler, Erich Korngold era
figlio dell’influente e assai conservatore critico musicale della
Neue Freie Presse di Vienna. Allievo di Zemlinsky, le sue prime opere
vengono dirette e promosse da Bruno Walter. L’avvento del Nazismo e
le persecuzioni contro gli ebrei lo costringono a lasciare l’Europa
per Hollywood, dove grazie al sodalizio con Max Reinhardt intraprende
una seconda carriera da compositore di colonne sonore: al Sogno
di una notte di mezza estate
di Reinhardt seguono pellicole di grande successo con Errol Flynn,
che gli valgono due Oscar. Die
tote Stadt,
basato sul romanzo Bruges
la Morte
di Georges Rodenbach, è il capolavoro di un compositore ventitreenne
ma già all’apice della carriera, tanto da guadagnarsi una doppia
“prima” ad Amburgo - dove dirigeva Otto Klemperer - e Colonia e
imporsi come uno dei maggiori successi degli anni ‘20. Mai eseguita
alla Scala, è affidata per la parte musicale a Alan Gilbert, mentre
il nuovo allestimento segna il ritorno di Graham Vick. In
palcoscenico un cast prestigioso che schiera Klaus Florian Vogt, che
manca dal Piermarini dal Fidelio
inaugurale del 2014, e Asmik Grigorian, tra i cui recenti successi va
ricordata almeno la parte di Marie in Wozzeck
a
Salisburgo nell’estate 2017.
Inizio vendita: dal
28/3/19
“La
ScalAperta”del 31/5/19: dal 29/4/19
18, 21, 24, 28 giugno; 1, 4, 7 luglio 2019
Giuseppe Verdi
I
MASNADIERI
Direttore Michele
Mariotti
Regia David McVicar
Regia David McVicar
Scene
Charles
Edwards
Costumi
Brigitte
Reiffenstuel
Movimenti
coreografici
Jo Meredith
Luci Adam
Silverman
Interpreti
Massimiliano
Michele
Pertusi,
Carlo Fabio
Sartori,
Francesco Massimo
Cavalletti,
Amalia da
definire,
Moser Alessandro
Spina
Coro e Orchestra
del Teatro alla Scala
Nuova
produzione Teatro alla Scala
La ricognizione del
teatro musicale del giovane Verdi prosegue con una nuova produzione
de I
masnadieri,
su libretto di Andrea Maffei da Schiller, presentata per la prima
volta a Londra nel 1847. Firma l’allestimento David McVicar, uno
dei registi più prestigiosi a livello mondiale, che torna dopo la
fortunata coproduzione con il Covent Garden de Les
Troyens
nel 2014, mentre la direzione è affidata a Michele Mariotti che
torna alla Scala dopo il successo di Orphée
et Eurydice
di Gluck nel 2018, ma soprattutto forte di importanti affermazioni
nel repertorio verdiano, da I
Lombardi alla prima crociata a
Torino a Don
Carlo
a Bologna, e di un fitto calendario internazionale. Nel cast voci
molto apprezzate dal pubblico scaligero, da Fabio Sartori già
impegnato nell’inaugurazione di Stagione a Massimo Cavalletti e al
grande Michele Pertusi. L’ultima rappresentazione de I
masnadieri
alla Scala risale al 1978 e segnò il debutto operistico di un
venticinquenne Riccardo Chailly che fu chiamato a sostituire
l’indisposto Gianandrea Gavazzeni.
Inizio vendita: dal
17/4/19
“La
ScalAperta”del 7/7/19: dal 7/6/19
6, 8, 10, 15, 17, 19 luglio 2019
Progetto
Accademia
Antonio Salieri
PRIMA
LA MUSICA POI LE PAROLE
Direttore Ádám
Fischer
Regia Nicola Raab
Regia Nicola Raab
Interpreti
Il compositore Ambrogio
Maestri
e i Solisti
dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro
alla Scala
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Giacomo Puccini
GIANNI
SCHICCHI
Direttore Ádám
Fischer
Regia Woody Allen
Regia Woody Allen
Assistente di
Woody Allen
Kathleen Smith Belcher
Scene e costumi
Santo Loquasto
Luci
York Kennedy
Interpreti
Gianni Schicchi Ambrogio
Maestri
e i Solisti
dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro
alla Scala
Produzione Los
Angeles Opera
Coro e Orchestra
dell’Accademia Teatro alla Scala
Nella
Stagione 2018/2019 il Progetto Accademia, che nel 2018 si era già
rivolto al repertorio italiano con Alì
Babà di Cherubini,
raddoppia presentando due titoli, anzi tre: prima della pausa estiva
infatti Ádám Fischer guida l’orchestra e i giovani solisti in una
serata che include due atti unici di Salieri e Puccini. Prima
la musica poi le parole,
che sarà presentato con la regia di Nicola Raab, è un esempio della
rivalità tra il suo autore e Mozart alla corte di Vienna:
l’imperatore Giuseppe II lo commissionò e lo fece rappresentare a
Schönbrunn insieme a Der
Schauspieldirektor,
con cui il libretto del Casti condivide l’impostazione
metateatrale, in ideale tenzone tra opera italiana e tedesca. Gianni
Schicchi di Puccini,
in cui gli allievi dell’Accademia divideranno il palcoscenico con
Ambrogio Maestri, giunge alla Scala nella già classica produzione di
Woody Allen presentata a Los Angeles nel 2015.
Inizio vendita: dal
6/5/19
“La ScalAperta”
del 19/7/19: dal 19/6/19
2,
5, 7, 11, 13, 16, 18, 20, 22 settembre 2019
Progetto
Accademia
Giuseppe Verdi
RIGOLETTO
Direttore Nello
Santi
Regia Gilbert Deflo
Regia Gilbert Deflo
Scene Ezio
Frigerio
Costumi Franca
Squarciapino
Movimenti
coreografici
Gildo Cassani
Luci Marco
Filibeck
Interpreti
Rigoletto Leo
Nucci
e i Solisti
dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro
alla Scala
Coro, Allieve
della Scuola di Ballo e Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala
Produzione
Teatro alla Scala
L’impegno
a far collaborare i giovani dell’Accademia con artisti di
straordinaria esperienza prosegue, dopo il Gianni
Schicchi
con Ambrogio Maestri, con questa ripresa dell’allestimento di
Rigoletto
di Gilbert Deflo del 1994. I ragazzi si confronteranno con due
autentiche leggende dell’interpretazione verdiana: sul podio Nello
Santi, erede diretto della lezione di Toscanini che proprio con
Rigoletto
fece il suo debutto operistico a Padova nel 1951, e in scena Leo
Nucci, che del tragico giullare ha fatto - insieme al Figaro di
Rossini - un caposaldo della sua carriera e che proprio con queste
recite darà l’addio alla parte, lasciando un ideale testimone alle
nuove generazioni di artisti.
Inizio vendita: dal
20/6/19
“La
ScalAperta” del 22/9/19: dal 29/8/19
10, 14, 21, 23, 25, 27 settembre; 1, 4, 7, 10 ottobre 2019
Gaetano Donizetti
L’ELISIR
D’AMORE
Direttore Michele
Gamba
Regia Grischa Asagaroff
Regia Grischa Asagaroff
Scene e costumi
Tullio
Pericoli
Interpreti
Adina Rosa
Feola,
Nemorino René
Barbera / Vittorio Grigolo,
Dulcamara
Ambrogio
Maestri,
Belcore Massimo
Cavalletti,
Accompagnatore di
Dulcamara Stefano
Guizzi
Coro e Orchestra
del Teatro alla Scala
Produzione
Teatro alla Scala
Tra
le innumerevoli produzioni de L’elisir
d’amore,
titolo tra i più amati ed eseguiti di Donizetti, le scene fantasiose
e lievi di Tullio Pericoli si ritagliano un posto particolare per
eleganza e poesia. Questa ripresa, animata dalla regia sapiente di
Grischa Asagaroff, presenta un cast ideale in cui all’Adina di Rosa
Feola, applaudita nel 2017 ne La
gazza ladra
e nel 2018 in Don
Pasquale
diretti da Riccardo Chailly, si affiancano nella parte di Nemorino
René Barbera e Vittorio Grigolo, che torna dopo le fortunate recite
del 2015 alla Scala e all’aeroporto di Malpensa. Belcore è Massimo
Cavalletti e Dulcamara Ambrogio Maestri in uno dei suoi cavalli di
battaglia. Sul podio il milanese Michele Gamba, già giovanissimo
assistente di Antonio Pappano e poi di Daniel Barenboim, che alla
Scala ha già debuttato sostituendo felicemente per una sera Michele
Mariotti ne I
due Foscari
e Franz Welser-Möst ne Le
nozze di Figaro
e si vede ora affidata una produzione.
Inizio vendita: dal 21/6/19
“La
ScalAperta” del 10/10/19: dal 9/9/19
2 ottobre 2019 Anteprima dedicata ai Giovani
5, 11, 14, 17,
19, 22 ottobre 2019
Luca Francesconi
QUARTETT
Direttore Maxime
Pascal
Regia Alex Ollé - La Fura dels Baus
Regia Alex Ollé - La Fura dels Baus
Scene Lluc
Castells
Costumi
Alfons Flores
Luci Alex
Ollé e
Marco Filibeck
Video Franc
Aleu
Interpreti
Marquise de
Merteuil Allison
Cook, Vicomte
de Valmont Robin
Adams
Orchestra del
Teatro alla Scala
Produzione
Teatro alla Scala
Dopo
due prime assolute di straordinario rilievo internazionale come Ti
vedo, ti sento, ti perdo
di Salvatore Sciarrino nel 2017 e Fin
de partie
di György Kurtág nel 2018, il Teatro alla Scala prosegue il suo
percorso nella musica del nostro tempo riproponendo Quartett
di Luca Francesconi, commissionato dal Teatro nel 2011. Se infatti è
fondamentale commissionare e proporre nuovi titoli, è altrettanto
importante valorizzare con orgoglio le opere che hanno avuto successo
e circolazione: le oltre 40 riprese di Quartett
sono un importante segnale di fiducia nel futuro del teatro musicale.
L’opera, su libretto dello stesso Francesconi da Heiner Müller, a
sua volta ispirato da Les
liaisons dangereuses di
Laclos, torna nel suggestivo allestimento creato per la Scala da Alex
Ollé de La Fura dels Baus, mentre sul podio torna il giovane Maxime
Pascal, già applaudito in Ti
vedo, ti sento, ti perdo e
fondatore a Parigi dell’ensemble Le Balcon.
Inizio vendita:
Anteprima 2 ottobre:
dal 2/9/19
Repliche: dal
21/6/19
“La ScalAperta”
del 22/10/19: dal 20/9/19
18, 21, 25, 28,
31 ottobre; 5, 7 novembre 2019
Georg Friedrich
Händel
GIULIO
CESARE
Direttore Giovanni
Antonini
Regia Robert Carsen
Regia Robert Carsen
Scene e costumi
Gideon
Davey
Coreografia Rebecca
Howell
Luci Peter
van Praet e
Robert
Carsen
Drammaturgo Ian
Burton
Interpreti
Giulio Cesare
Bejun
Mehta,
Cleopatra Cecilia
Bartoli,
Cornelia Sara
Mingardo,
Sesto
Pompeo Philippe
Jaroussky, Tolomeo
Christophe Dumaux, Achilla
Christian Senn
Orchestra del
Teatro alla Scala su strumenti storici
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Il
progetto di creare all’interno dell’Orchestra scaligera un
ensemble dedito alla prassi esecutiva originale giunge al quarto anno
dopo Il
trionfo del Tempo e del Disinganno
e Tamerlano
di Händel e La
finta giardiniera
di Mozart e segna un punto di svolta. Nasce infatti con questa
produzione il Progetto Barocco del Teatro alla Scala con Cecilia
Bartoli, che proseguirà nel 2020 e 2021 con altri due titoli di
Händel, Semele
e Ariodante,
e si svilupperà sul territorio nazionale con collaborazioni con
altri Teatri e la creazione di una Fondazione per promuovere il
repertorio del ‘700. L’allestimento di Giulio
Cesare,
che ha come unico precedente scaligero la produzione diretta da
Gianandrea Gavazzeni nel 1957, segna il ritorno alla Scala con una
nuova produzione di Robert Carsen e schiera un cast stellare: accanto
a Cecilia Bartoli cantano Philippe Jaroussky al debutto al
Piermarini, Bejun Mehta già applauditissimo Tamerlano, Sara
Mingardo, Christophe Dumaux e Christian Senn.
Inizio vendita: dal
21/6/19
“La
ScalAperta” del 7/11/19: dal 20/9/19
9, 12, 15, 20,
23, 26, 29 novembre 2019
Richard Strauss
DIE
ÄGYPTISCHE HELENA
Per la prima volta
al Teatro alla Scala
Direttore Franz
Welser-Möst
Regia Sven-Eric Bechtolf
Regia Sven-Eric Bechtolf
Scene Julian
Crouch
Costumi Mark
Bouman
Interpreti
Helena
Ricarda
Merbeth,
Menelas Andreas
Schager,
Aithra Eva
Mei,
Altair
Thomas
Hampson,
Da-Ud
Attilio
Glaser
Coro e Orchestra
del Teatro alla Scala
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Il
secondo titolo straussiano diretto da Franz Welser-Möst è anche,
dopo Die
tote Stadt,
la seconda opera della Stagione che non è mai stata rappresentata
alla Scala. Die
ägyptische Helena,
presentata alla Semperoper di Dresda nel 1928, è un frutto della
collaborazione tra Strauss e Hugo von Hofmannstahl che si spirò a
Euripide e Stesicoro per creare una lussureggiante fantasia in cui
personaggi della tradizione classica agiscono su uno sfondo esotico e
favoloso. La vicenda di Elena che sfugge all’ira del tradito
Menelao (suo fidanzato e non marito come nel mito, per salvaguardare
la morale) grazie alla protezione della ninfa Etra che lo convince
che a Troia sia andato solo il fantasma della donna, rimasta al
sicuro in Egitto, offre a Strauss il materiale per creare una
partitura immaginifica e di straordinaria ricchezza. La nuova
produzione di Sven-Eric Bechtolf si avvale di un cast di prim’ordine
formato da Ricarda Merbeth, già applaudita alla Scala in Wozzeck,
l’Heldentenor di riferimento Andreas Schager, Eva Mei e Thomas
Hampson.
Inizio vendita: dal
4/9/19
“La
ScalAperta” del 23/11/19: dal 20/9/19
Il
progetto culturale pluriennale
per il Teatro alla Scala
per il Teatro alla Scala
Alexander Pereira
Sovrintendente e
Direttore Artistico
Negli ultimi anni la
programmazione del Teatro alla Scala si è sviluppata secondo un
progetto culturale le cui linee, articolate su diverse stagioni, sono
chiaramente rintracciabili nella Stagione 2018/2019, che presenta 15
titoli nove dei quali sono nuove produzioni e due sono prime per la
Scala.
Al centro della proposta
artistica del Teatro resta il repertorio italiano, che ci siamo
impegnati a presentare nella sua interezza completando la
programmazione delle opere di Verdi che sono state sempre presenti
nelle stagioni scaligere con i cicli dedicati a Puccini, al Verismo
(che tornerà nel 2020 con Fedora
di Giordano e L’amore
dei tre re di
Montemezzi), al Belcanto.
Apre la Stagione 2018/2019 Attila
di Giuseppe Verdi con la direzione di Riccardo Chailly in un
allestimento di Davide Livermore, secondo titolo di un trittico sugli
anni giovanili inaugurato da Giovanna
d’Arco e di cui farà
parte anche Macbeth.
Protagonisti del 7 dicembre - che anche quest’anno sarà trasmesso
in diretta da Rai1 dopo gli straordinari risultati degli ascolti di
Madama Butterfly
e Andrea Chénier
gli anni scorsi - sono nella parte eponima Ildar Abdrazakov, il più
importante basso della sua generazione, la giovane rivelazione Saioa
Hernández come Odabella e Fabio Sartori, che riproporrà anche
un’aria alternativa per la parte di Foresto.
A completamento del ciclo sul
primo Verdi, dopo Ernani
diretto da Ádám Fischer nel 2018, Michele Mariotti dirige nel 2019
un nuovo allestimento de I
masnadieri con la
regia di David McVicar. Dopo Simon
Boccanegra e Don
Carlo, Myung-Whun
Chung prosegue il suo percorso verdiano con la ripresa de La
traviata
nell’allestimento di Liliana Cavani con due grandi cast: nelle
parti principali si alternano Marina Rebeka e Sonya Yoncheva,
Francesco Meli e il giovane emergente Benjamin Bernheim, e due grandi
verdiani come Leo Nucci e Plácido Domingo. Infine a settembre Leo
Nucci è protagonista di Rigoletto
per il Progetto
Accademia in una ripresa della regia di Gilbert Deflo diretta da
Nello Santi: due maestri del canto e della direzione italiana mettono
la loro esperienza al servizio delle giovani generazioni d’interpreti
e del perpetuarsi della nostra tradizione.
Il ciclo pucciniano diretto da
Riccardo Chailly prosegue con la nuova produzione di Manon
Lescaut, per la prima
volta alla Scala nella prima versione del 1882 che presenta
importanti varianti, a partire dal grande concertato che chiude
l’atto primo. La regia è di David Pountney, gli interpreti sono
Maria José Siri, Marcelo Álvarez e Massimo Cavalletti. Dopo
Turandot
con il finale di Berio, La
fanciulla del West
nell’orchestrazione originale, la prima versione di Madama
Butterfly, il M°
Chailly firma una nuova tappa della missione di scoperta e
approfondimento che continuerà con Tosca
in apertura della Stagione 2019/2020.
Per il progetto dedicato al
Belcanto torna La
Cenerentola di Rossini
nel leggendario allestimento di Jean-Pierre Ponnelle, con la
direzione dello specialista rossiniano Ottavio Dantone e
un’incantevole coppia di protagonisti: Marianne Crebassa e Maxim
Mironov. Il ritorno de L’elisir
d’amore di Donizetti
con la regia di Grischa Asagaroff e le scene di Tullio Pericoli segna
il debutto in cartellone di Michele Gamba con un cast in cui accanto
a Rosa Feola si alternano René Barbera e Vittorio Grigolo. Completa
il panorama del primo Ottocento italiano Prima
la musica poi le parole di
Antonio Salieri, diretto da Ádám Fischer per il Progetto Accademia
con la regia di Nicola Raab in dittico con Gianni
Schicchi con la regia
di Woody Allen e Ambrogio Maestri protagonista.
Il repertorio internazionale,
negli ultimi anni concentrato principalmente sul Romanticismo
tedesco, si estende all’opera russa con il ritorno di Chovanščina
di Musorgskij, cui seguirà nelle prossime stagioni La
leggenda dell’invisibile città di Kitež
di Rimskij-Korsakov. La nuova produzione di Chovanščina
sarà firmata da Mario Martone e diretta da Valery Gergiev, che torna
a dirigere alla Scala un’opera del repertorio russo di cui è
interprete di riferimento: nel cast vanno segnalati almeno l’Ivan
di Mikhail Petrenko, la Marfa di Ekaterina Semenchuk e il debutto
scaligero come Emma di Evgenia Muraveva, trionfatrice a Salisburgo la
scorsa estate in Una
Lady Macbeth del distretto di Mcensk
di Šostakovič.
Il percorso dedicato a Richard
Strauss, iniziato con Der
Rosenkavalier diretto
da Zubin Mehta ed Elektra
diretta da Christoph von Dohnányi, segna nel 2019 due tappe
importanti, entrambe affidate a uno straussiano di rango come Franz
Welser-Möst: una nuova produzione di Ariadne
auf Naxos con la regia
di Frederic Wake-Walker e le voci di Krassimira Stoyanova, Sabine
Devieilhe e Michael Koenig, e la prima volta alla Scala de Die
ägyptische Helena:
l’allestimento è firmato da Sven-Eric Bechtolf e il cast include
Ricarda Merbeth, Andreas Schager, Eva Mei e Thomas Hampson. Ancora
nell’ambito del primo ‘900 austriaco si colloca l’altra novità
per la Scala che presentiamo in questa Stagione: Die
tote Stadt, capolavoro
di Erich Korngold, vede il ritorno alla Scala di Graham Vick con la
direzione di Alan Gilbert. Le due impegnative parti protagoniste sono
affidate a Klaus Florian Vogt e Asmik Grigorian, applaudita a
Salisburgo come Marie in Wozzeck.
Il percorso mozartiano che ha
visto negli ultimi anni il ritorno di Lucio
Silla, Le
nozze di Figaro, Die
Zauberflöte con
l’Accademia, Die
Entführung aus dem Serail,
Don Giovanni
e La finta giardiniera
prosegue con Idomeneo
in una nuova produzione diretta da Matthias Hartmann con la direzione
di Christoph von Dohnányi con Julia Kleiter, Federica Lombardi e
Bernard Richter nel ruolo del titolo.
La creazione, tre anni fa, di un
complesso barocco in seno all’Orchestra ha segnato una svolta nella
ricezione dell’opera del ‘700 alla Scala, con risultati sempre
più lusinghieri. Nel 2019 compiamo un importante passo ulteriore con
la nascita di una collaborazione di lungo termine con Cecilia
Bartoli, un’artista che ha dato un contributo fondamentale allo
studio e alla diffusione di questo repertorio. Cecilia Bartoli sarà
protagonista di Giulio
Cesare di Händel
insieme a Philippe Jaroussky, che debutta nel nostro Teatro, e a
Bejun Mehta, già trionfatore nel 2018 in Tamerlano,
in un nuovo allestimento di Robert Carsen con la direzione di
Giovanni Antonini. Sempre di Händel seguiranno Semele
nel 2020 e Ariodante
nel 2021, mentre la
Scala si impegnerà a sviluppare il progetto anche in collaborazione
con il Teatro di San Carlo di Napoli o altre istituzioni. Nascerà
inoltre una fondazione per il sostegno e la diffusione del repertorio
barocco in Italia.
Dopo due prime assolute di grande
rilievo internazionale come Ti
vedo, ti sento, mi perdo
di Salvatore Sciarrino e Fin
de partie di György
Kurtág, il Teatro alla Scala riporta in scena con orgoglio Quartett
di Luca Francesconi,
una commissione scaligera presentata al Piermarini nel 2011 e ripresa
più di 40 volte in Europa e negli Stati Uniti. In un panorama del
contemporaneo ossessionato dalle novità è importante riprendere e
ricordare le opere che hanno saputo entrare in repertorio.
L’allestimento è quello di Alex Ollé - La Fura dels Baus del
2011, sul podio Maxime Pascal che è già stato apprezzato per la sua
direzione di Ti vedo,
ti sento, mi perdo.
La Stagione di Balletto, su cui
si diffonde più ampiamente il Direttore del Corpo di Ballo Frédéric
Olivieri, si apre presentando per la prima volta in Italia Lo
schiaccianoci nella
versione di Balanchine in un nuovo allestimento con scene di
Margherita Palli e la direzione di Mikhail Jurowski. Balanchine sarà
presente inoltre nel trittico formato dal suo Symphony
in C, Petite
Mort di Jiří Kylián
e Boléro di
Béjart con Roberto Bolle. Il progetto di balletti su musica da
camera si arricchisce di una prima assoluta di un maestro
contemporaneo come Angelin Preljocaj sulla Winterreise
di Schubert, mentre Alessandra Ferri torna protagonista con Federico
Bonelli di Woolf Works
di Wayne McGregor con la direzione di Oleg Caetani. Sul versante
classico Polina Semionova e Svetlana Zakharova si alternano come
Aurora nello splendido allestimento de La
Bella addormentata
firmato da Rudolf Nureyev per la coreografia e Franca Squarciapino
per scene e costumi, e Giselle
nella ripresa dello spettacolo di Benois per la coreografia di
Coralli-Perrot. Completa la Stagione Onegin
di John Cranko con
Roberto Bolle e Marianela Nuñez, cui si aggiunge, dopo la tournée
del Bol’šoj nella passata Stagione, la presenza straordinaria con
due spettacoli del Tokyo Ballet.
La Stagione Sinfonica si apre con
Die Schöpfung,
il grande oratorio di Haydn che impegna Orchestra e Coro diretti da
uno dei maggiori specialisti di questo autore, Ádám Fischer, che ha
fondato il Festival Haydn di Eisenstadt nel 1987. Il Direttore
Musicale Riccardo Chailly prosegue il percorso mahleriano intrapreso
l’anno scorso con la Terza
Sinfonia in due
appuntamenti, rispettivamente con la Sesta
e con la Quinta.
Tra i direttori sono lieto di segnalare il debutto del giovane
Lorenzo Viotti, vincitore del Nestlé and Salzburg Festival Young
Conductors Award nel 2015 e certamente tra i più interessanti nuovi
talenti. Christoph von Dohnányi presenta un programma bruckneriano
imponente che accosta l’incompiuta Sinfonia n° 9 al Te
Deum che le è
prossimo per tensione spirituale e ne costituisce l’ideale
compimento. Zubin Mehta torna alla Scala dirigendo, sempre di
Bruckner, la Sinfonia n° 5. Myung-Whun Chung propone, insieme
all’amatissimo Ravel, la “Patetica” di Čajkovskij mentre Ingo
Metzmacher intreccia romanticismo e Novecento in un programma che
contrappone Rendering
di Berio da Schubert al luminoso Lobgesang
di Mendelssohn.
Infine voglio ricordare con
particolare soddisfazione L’elisir
d’amore per i bambini,
il nuovo titolo del progetto “Grandi spettacoli per piccoli”, di
nuovo in felice corrispondenza con il medesimo titolo programmato
nella stagione “per grandi”. Il successo della proposta per i
giovanissimi è una grande ragione di speranza per il futuro del
teatro musicale, ma è anche già oggi un arricchimento straordinario
per migliaia di bambini. Sono certo che se possiamo donare a loro e
alle loro famiglie la magia del teatro almeno per un istante, non la
dimenticheranno per tutta la vita.
Il percorso culturale che insieme
al Maestro Chailly abbiamo disegnato per il Teatro alla Scala e che
va prendendo forma nel trascorrere delle stagioni è impegnativo e
complesso, e risponde alle responsabilità di un’istituzione che
rappresenta nel mondo una parte importante della tradizione musicale
italiana. Questo progetto sarebbe impensabile senza l’impegno di
tutte le componenti del Teatro oltre che dei nostri Sostenitori,
degli interlocutori istituzionali e della Rai. Voglio dunque
ringraziare l’Orchestra, che quest’anno ha ottenuto un importante
riconoscimento agli International Opera Awards, il nostro Coro, i
grandi direttori e cantanti che sono tornati a considerare la Scala
la loro casa e tutti i lavoratori del palcoscenico, dei laboratori,
della sala e degli uffici. E voglio ringraziare i nostri abbonati che
nel corso degli anni ci rinnovano il loro sostegno e la loro fiducia
e ai quali da quest’anno offriamo una nuova formula che include
tutte le prime, e tutto il pubblico che ogni sera si appassiona con
noi.
Un
Teatro italiano
dalla vocazione internazionale
dalla vocazione internazionale
Riccardo Chailly
Direttore
Musicale
La Stagione 2018-2019 del Teatro
alla Scala presenta una prevalenza di titoli italiani, proseguendo
nella linea tracciata in questi anni. La storia del nostro Teatro e
il suo ruolo internazionale ci impongono una forte responsabilità
sul repertorio nazionale che si traduce tanto nelle scelte di
programmazione quanto nel fatto interpretativo. Il nostro Paese ha un
patrimonio unico nella storia del teatro musicale per vastità e
importanza e riscoprirlo è un impegno appassionante quanto
necessario, che comprende la riproposizione di titoli ingiustamente
dimenticati ma anche un lavoro di studio e approfondimento sulle
partiture che, spesso a torto, vengono considerate più conosciute.
L’inaugurazione di Stagione
vede il ritorno di Attila,
un’importante opera del primo Verdi con cui prosegue un percorso
iniziato con Giovanna
d’Arco, scritta
l’anno precedente. Attila
costituisce uno snodo fondamentale nella formazione del compositore,
e la produzione del 7 dicembre con la regia di Davide Livermore e un
importante cast mira a sottolinearne la complessità, incluso qualche
aspetto di novità nella partitura. Anche quest’anno la Prima sarà
trasmessa dalla RAI, che consentirà la partecipazione di milioni di
spettatori in Italia e nel mondo.
Il percorso di studio dell’opera
di Puccini ha accompagnato tutto il mio percorso artistico
convincendomi sempre di più della necessità di nuove esecuzioni che
tengano conto delle ricerche musicologiche più recenti. Dopo
Turandot,
La fanciulla del West
e Madama Butterfly
questo percorso tocca Manon
Lescaut, di cui
presenteremo per la prima volta alla Scala la prima versione, andata
in scena al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893 e di cui
diressi la prima esecuzione moderna all’Opera di Lipsia nel 2008.
La principale variante riguarda il Finale I, per cui Puccini aveva
scritto un concertato di estrema complessità sul tema di “Donna
non vidi mai”, tagliato nelle versioni successive ma di indubbio
spessore musicale.
Il mio impegno nella Stagione
Sinfonica del Teatro è rivolto all’opera di Gustav Mahler, di cui
dirigerò le Sinfonie n° 6 in gennaio e n° 5 nel marzo 2019, dopo
aver eseguito la n° 3 nel 2018. Inoltre nell’ottobre 2018 porterò
alla Scala l’Orchestra del Festival di Lucerna, di cui sono
Direttore Musicale dal 2015, in una serata dedicata al FAI. Questo
appuntamento fa seguito all’invito della Filarmonica della Scala a
Lucerna nell’agosto del 2017 e a Pasqua del 2018 e costituisce il
primo passo di una collaborazione tra le Istituzioni che si
svilupperà nei prossimi anni. La presenza costante della nostra
Orchestra sulla scena europea, ribadita recentemente dall’esito
della Messa da Requiem
di Giuseppe Verdi ad Amburgo e Parigi, è un fattore fondamentale,
insieme all’attività discografica con la DECCA di Londra, per
garantirne il posizionamento internazionale.
Il lavoro con l’Orchestra è
intenso, quotidiano: un processo fondato su una forte sintonia con i
musicisti e che costituisce il punto di partenza su cui sviluppare i
progetti che negli ultimi anni si sono moltiplicati anche grazie alla
presenza costante di direttori ospiti di grande prestigio
internazionale. Eguale impegno comporta la collaborazione con il Coro
nelle produzioni operistiche e nei programmi sinfonico-corali.
L’attenzione verso il repertorio italiano non diminuisce infatti
l’impegno della Scala sui compositori europei, con la prosecuzione
dei cicli dedicati a Strauss e Mozart e il ritorno del repertorio
russo, mentre si ribadisce il ruolo essenziale della musica d’oggi
e il Progetto Barocco si arricchisce dell’apporto di Cecilia
Bartoli, con cui ho condiviso importanti progetti rossiniani.
La Scala in questi anni ha fatto
uno sforzo per crescere nei progetti, nella voglia di dialogare con
la città, nella curiosità di scoprire percorsi nuovi mantenendo
l’orgoglio della propria tradizione. La Stagione che si apre
consolida il percorso intrapreso e compie un passo ulteriore verso il
futuro.
Riccardo Chailly ph Brescia e Amisano © Teatro alla Scala |
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