Olivier Dubois alla Civica Scuola di Teatro "Paolo Grassi"
Tragédie, un classico del contemporaneo
firmato da Olivier Dubois, allestito a Milano
per il Corso di Teatrodanza
firmato da Olivier Dubois, allestito a Milano
per il Corso di Teatrodanza
Questa non è certo la prima volta che il Corso di Teatrodanza ospita artisti famosi e celebrati nel mondo per allestire, dopo una Masterclass, uno spettacolo.
Dal 1993 ad oggi possiamo annoverare molti nomi famosi dell’area post-espressionista come Susanne Linke e Reinhild Hoffmann sino ad Alain Platel e ai suoi assistenti per una pièce accolta con la presenza degli allievi a “Torinodanza” e un ulteriore performance; dell’area Post Modern americana come Lucinda Childs (tre ospitalità e altrettante creazioni) e Trisha Brown, con gli Early Works presentati a una Biennale Danza di Venezia; dell’area nordica come Emio Greco e il suo dramaturgo Pieter C. Scholten, oltre al cinese Shen Wei e i suoi assistenti per uno spettacolo presentato a “Fabbrica Europa”, festival che accolse anche una creazione, condivisa con interpreti della Spellbound Dance Company di un altro cinese, Sang Jijia.
Altri e non meno famosi sono stati gli ospiti e creatori anche italiani ospitati dal Corso di Teatrodanza, la cui specificità resta quella di cogliere nel tempo che muta tendenze e pensiero coreografico, quegli artisti dell’area contemporanea di volta in volta più rappresentativi dello stato contingente dell’arte del movimento.
Per questo oggi la presenza di Olivier Dubois alla Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi” di Mlano si segnala all’attenzione della stampa e del pubblico per molti motivi.
Per questo oggi la presenza di Olivier Dubois alla Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi” di Mlano si segnala all’attenzione della stampa e del pubblico per molti motivi.
Il primo è senz’altro una primogenitura. Questa è infatti la prima volta che Olivier Dubois conduce, con Sandra Savin, la sua assistente, una Masterclass in una Scuola di Teatro italiana e con allievi-danzatori italiani e ci si augura non sia l’ultima.
L’artista francese sotto i riflettori del mondo non è un provocatore, piuttosto un esploratore ardito della zona oscura dell’umano: con le sue pièces estreme è entrato nella hit dei 25 migliori coreografi del mondo, riuscendo a trasformare, con una serie di capolavori, la danza in arte performativa grazie a lucidità e originalità del tutto non comuni.
L’artista francese sotto i riflettori del mondo non è un provocatore, piuttosto un esploratore ardito della zona oscura dell’umano: con le sue pièces estreme è entrato nella hit dei 25 migliori coreografi del mondo, riuscendo a trasformare, con una serie di capolavori, la danza in arte performativa grazie a lucidità e originalità del tutto non comuni.
Il secondo motivo dell’importanza di questa ospitalità riguarda la scelta di allestire, sia pure in versione accorciata, uno degli spettacoli più radicali e vibranti del suo repertorio, ossia Tragédie divenuto un classico del contemporaneo.
La pièce, nella sua interezza, nacque nel 2012. Nove danzatrici e nove danzatori, completamente nudi, avanzano e arretrano di dodici passi al ritmo di tamburi. Dodici passi, perché? Perché dodici sono le sillabe del verso alessandrino, utilizzato come canone nella tragedia francese. Da qui il titolo dello spettacolo. I versi si ripetono, si agganciano, vanno in movimento binato e rimato, al passo, contenuti da una metrica classica che cerca di riordinare il mondo e di esorcizzare gli elementi caotici e dolorosi della tragedia attraverso l’ordine del dispositivo metrico, che incatena e ripulisce il sangue originario.
La pièce, nella sua interezza, nacque nel 2012. Nove danzatrici e nove danzatori, completamente nudi, avanzano e arretrano di dodici passi al ritmo di tamburi. Dodici passi, perché? Perché dodici sono le sillabe del verso alessandrino, utilizzato come canone nella tragedia francese. Da qui il titolo dello spettacolo. I versi si ripetono, si agganciano, vanno in movimento binato e rimato, al passo, contenuti da una metrica classica che cerca di riordinare il mondo e di esorcizzare gli elementi caotici e dolorosi della tragedia attraverso l’ordine del dispositivo metrico, che incatena e ripulisce il sangue originario.
È la catarsi, la rigenerazione nel dolore osservato fuori da sé; un dolore senza empatia e senza compassione perché è divenuto una forma mitica. Così vuole la tragedia greca, alla quale anche gli autori francesi si sono ispirati. Dopo venti minuti, nella versione originale di un’ora e mezza, il flusso regolare, la dolcezza ipnotica dell’onda sillabata dell’avanzare e arretrare sul ritmo dettato dai dodici passi-dodici sillabe, si frange in flussi caotici di corpi che cadono o danzano a ritmo sfrenato.
È l’avvento di una modernità che vive nel verso libero, ma risulta incapace di sviluppare una forma che gestisca il dolore. Un’ora e mezza complessiva di movimento inarrestabile hanno fatto della tragedia di Dubois una delle esperienze cocenti del contemporaneo. La matrice della pièce è legata all’arte visiva - e non solo o non tanto alla danza- e si sviluppò dallo stretto rapporto di confronto del coreografo con Jan Fabre, il poliedrico artista belga con il quale aveva collaborato dal 2003 al 2007, e nei confronti del quale Dubois riconosce il debito di avergli permesso di trovare la strada per liberare le forze della propria creatività.
È l’avvento di una modernità che vive nel verso libero, ma risulta incapace di sviluppare una forma che gestisca il dolore. Un’ora e mezza complessiva di movimento inarrestabile hanno fatto della tragedia di Dubois una delle esperienze cocenti del contemporaneo. La matrice della pièce è legata all’arte visiva - e non solo o non tanto alla danza- e si sviluppò dallo stretto rapporto di confronto del coreografo con Jan Fabre, il poliedrico artista belga con il quale aveva collaborato dal 2003 al 2007, e nei confronti del quale Dubois riconosce il debito di avergli permesso di trovare la strada per liberare le forze della propria creatività.
Ora alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi la versione abbreviata e in forma di workshop dal titolo Tragédie Extended non esporrà, per volontà del coreografo, i corpi nudi degli allievi. Tuttavia, egli donerà un seminario extra-orario di formazione e prove proprio sul tema della nudità in scena: Nudity+Dance= What Exactley?
Un regalo in più ai fortunati allievi in corso, a cui si aggiunge l’offerta ai soli allievi maschi, ma anche ad attori, registi, drammaturghi, organizzatori e varie componenti della Scuola di partecipare a Les Mémoires d’un seigneur, altro capolavoro del 2015 in scena il 16 e 17 marzo alla Triennale Teatro dell’Arte di Milano, in cui il geniale ex-allievo di Jan Fabre riesce con azioni essenziali a distillare emozioni profonde, a produrre sciabolate sulla scena come gli squarci su tela di Fontana.
Les Mémoires d’un seigneur sono pronte a scuotere il pubblico con paesaggi umani, formati da uno stuolo di quaranta amateurs non professionisti intorno alla figura solitaria di un uomo, leader o tiranno, forse (Sébastien Perrault, interprete prediletto dell’autore francese).
“Un viaggio di lungo corso bagnato di teatro elisabettiano” lo definisce Dubois. Certo, un’immersione magmatica nella seduzione del potere maschile, tra vertigine e abisso.
“Un viaggio di lungo corso bagnato di teatro elisabettiano” lo definisce Dubois. Certo, un’immersione magmatica nella seduzione del potere maschile, tra vertigine e abisso.
Olivier Dubois è nato a Colmar, in Alsazia, nel 1972. Dopo aver studiato all’Istituto Nazionale di Lingue e Civiltà Orientali e, successivamente, Diritto ed economia, ha deciso, a 23 anni, di diventare ballerino, e ha contribuito, grazie a una visione fortemente intellettuale e artistica della danza, alla progressiva trasformazione dei suoi spettacoli in grandi atti performativi.
Masterclass
26 febbraio – 10 marzo 2018
Olivier Dubois
con Sandra Savin (assistente)
alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
per i Danzatori del II e III Corso Teatrodanza
Per la prima volta una masterclass di Olivier Dubois in una scuola Italiana
Adviser del progetto
Marinella Guatterini
Direzione della Scuola Paolo Grassi
Giampiero Solari
Nudity+Dance= What Exactly
seminario di formazione e prove sul tema della nudità in scena
7 e 8 marzo 2018
9/10 marzo 2018 – ore 20:30
Sala Teatro - Civica scuola di Teatro Paolo Grassi
Tragédie Extended
Tratto da Tragédie (Olivier Dubois – 2012)
Assistente alla coreografia Sandra Savin
con i Danzatori del II e III Corso Teatrodanza
Secondo Corso Teatrodanza: Livia Bartolucci, Alice Corio, Alessandra Cozzi, Elisabetta Da Rold, Agnese Gabrielli, Nicolò Giorgini, Gianmaria Girotto, Simone Mazzanti, Camilla Neri, Angelica Perelli, Francesca Rinaldi, Pablo Ezequiel Rizzo, Bruna Romano
Terzo Corso Teatrodanza: Emilio Bagnasco, Cristina Caio, Erica Cinali, Emanuele Frutti, Annalisa Limardi, Nicola Manzoni, Cecilia Maresca, Annalisa Morelli, Annalisa Privati, Emma Saba
Scene Roberto Pio Manzotti, Alice Capoani, Mattia Franco
Costumi Enza Bianchini, Nunzia Lazzaro
Luci Paolo Latini e Simona Ornaghi
Organizzazione Nadia Naro
Comunicazione Roberta Paparella
prenotazione obbligatoria – posti limitati
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