David Coleman dirige in Scala il Trittico. La prima sarà dedicata a Elisabetta Terabust

Mahler 10 – Petite Mort – Boléro 



Una nuova creazione e due straordinari ritorni 


Importanti debutti per un trittico
che celebra la grande musica e la grande danza



Grande danza e grande musica per il Balletto della Scala diretto da Frédéric Olivieri: Mahler, Mozart e Ravel si uniranno nel programma che dal 10 marzo e con repliche fino al 7 aprile celebra due pietre miliari della coreografia - Petite Mort di Jiří Kylián e Boléro di Maurice Béjart - e ospita una nuovissima creazione, in prima assoluta: Mahler 10, sull’Adagio dalla Sinfonia n. 10 di Mahler, affidata ad Aszure Barton, coreografa acclamata a livello internazionale, indicata “tra i più innovativi coreografi di questa generazione” da Mikhail Baryshnikov, che l’ha invitata a creare per lui. Estro, creatività, virtuosismo, umanità, musicalità ed energia coreografica sono i termini più ricorrenti associati ai suoi lavori, che siano quelli creati per la sua Aszure Barton & Artists o per le più prestigiose compagnie classiche e moderne e le istituzioni più rinomate al mondo. Il senso del tempo, la bellezza e la fragilità dell’essere, che è in ogni uomo e ancor più nella sensibilità di ogni artista: nel suo processo creativo, nato da un dialogo con gli artisti scaligeri, Barton si è concentrata sulla musica, la potente partitura di Mahler che si sviluppa con un arco incessante di emozione. E le emozioni, che scaturiscono da questa partitura, che lei sente circolare, drammatica ma con un senso di semplicità e chiarezza, l’hanno portata a tendere verso l’essenza, anche nelle scene, nelle luci e nei costumi, firmati da Burke Brown e Susanne Stehle. Una circolarità che si riflette anche nel senso di gruppo, di condivisione di un linguaggio e di scambio reciproco nel lavoro in sala, così come nella concezione dello spazio in cui la creazione vive: uno spazio delineato ma non chiuso, avvolgente ma non opprimente, quasi una continuazione dell’abbraccio del pubblico nell’ovale del teatro e un’estensione di quel senso di orchestrazione che ha guidato il processo creativo. In scena, ventisei gli artisti coinvolti, tra cui Antonino Sutera, Claudio Coviello (in alternanza con Nicola Del Freo), Virna Toppi (in alternanza con Alessandra Vassallo), Antonella Albano, Stefania Ballone, Christian Fagetti, Federico Fresi, Chiara Fiandra.

Dopo oltre dieci anni torna ad affascinare Petite Mort di Jiří Kylián, con il suo fluido inanellarsi di momenti di gruppo e splendidi passi a due dalle diverse tonalità, da quella lirica a quella appassionata e aggressiva, creato su commissione del Festival di Salisburgo nel secondo centenario della morte di Mozart (1991) e per il quale Kylián scelse le sezioni lente di due tra i concerti per pianoforte e orchestra più belli e famosi (al pianoforte Takahiro Yoshikawa). Per il ritorno di questo balletto, che vede protagonisti - come recitano le note di sala - ”sei uomini, sei donne, e sei fioretti, che hanno la funzione di essere veri partners danzanti e talvolta di sembrare meno indisciplinati e ostinati di un partner in carne e ossa”, vedremo in scena Vittoria Valerio con Matteo Gavazzi, Chiara Fiandra con Eugenio Lepera, Francesca Podini con Nicola Del Freo, Nicoletta Manni con Mick Zeni, Martina Arduino con Christian Fagetti, Alessandra Vassallo con Marco Agostino (nella recita di apertura, poi il 13, 20, 25, 30 marzo e il 5 e 7 aprile), mentre nelle altre recite Stefania Ballone con Daniele Lucchetti, Agnese Di Clemente con Andreas Lochmann, Paola Giovenzana con Gioacchino Starace, Antonella Albano con Antonino Sutera, Virna Toppi o Giulia Schembri con Timofej Andrijashenko, Giulia Lunardi con Massimo Garon.

Un altro “cult”, Boléro, per un altro mostro sacro della coreografia del Novecento, Maurice Béjart, di cui nel 2017 si è celebrato il decennale della scomparsa. Non ha bisogno di presentazioni questa icona, questo rituale, che torna sul nostro palcoscenico dopo oltre quindici anni di assenza e accoglierà importantissimi debutti, di artisti scaligeri che per la prima volta saliranno sul mitico tavolo rotondo, tavolo che nelle precedenti produzioni scaligere, dal 1980 al 2003 è stato calcato solo da Luciana Savignano, Jorge Donn, Patrick Dupont e Sylvie Guillem (e, in due occasioni, dal Tokyo Ballet): Roberto Bolle, nelle recita inaugurale del 10 marzo, poi il 13 sera, il 16, 20 e 23 marzo, tutte già sold-out; Martina Arduino, (nella pomeridiana del 13 marzo, Invito alla Scala, e il 27 marzo), Virna Toppi (il 25 marzo e il 7 aprile), Gioacchino Starace (il 5 aprile); ospiti dal Béjart Ballet Lausanne, Elisabet Ros (il 29 marzo) e Julien Favreau (il 30 marzo).

Sul podio David Coleman, in questo trittico di cui la prima rappresentazione sarà dedicata ad Elisabetta Terabust, grande nome della danza italiana e internazionale recentemente scomparsa; così il Teatro alla Scala e il suo Corpo di Ballo vogliono rendere omaggio a una straordinaria interprete e appassionata direttrice, che ha dato tanto alla danza, ai ballerini, a questo Teatro.


Produzione Teatro alla Scala


Date

Sabato 10 marzo 2018 - ore 20 - Prima rappresentazione

Martedì 13 marzo 2018 - ore 14,30 - Invito alla Scala per Giovani e Anziani

Martedì 13 marzo 2018 - ore 20 - Turno P

Venerdì 16 marzo 2018 - ore 20 - Turno M

Martedì 20 marzo 2018 - ore 20 - Turno R


Venerdì 23 marzo 2018 - ore 20 - Turno O

Domenica 25 marzo 2018 - ore 15 - Fuori abbonamento

Martedì 27 marzo 2018 - ore 20 - Fuori abbonamento


Giovedì 29 marzo 2018 - ore 20 - Fuori abbonamento

Venerdì 30 marzo 2018 - ore 20 - Fuori abbonamento

Giovedì 5 aprile 2018 - ore 20 - ScalAperta

Sabato 7 aprile 2018 - ore 20 - Turno H – BallettoUNDER30


Prezzi da € 11 a € 150


Recita ScalAperta da € 5,5 a € 75

www.teatroallascala.org


Coleman David / foto di Costin Radu

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