Il M° KOEN KESSELS sostituisce il M° Oleg Caetani alla guida musicale di Woolf Works
Il M° Oleg Caetani è costretto a rinunciare alla produzione WOOLF WORKS in scena alla Scala dal 7 al 20 aprile p.v. a causa di una indisposizione. Il Teatro alla Scala ringrazia il Maestro KOEN KESSELS che si è reso disponibile a dirigere tutte le rappresentazioni. Il M° Koen Kessels ha diretto la creazione del balletto alla "Royal Opera House" di Londra nel 2015.
Woolf
Works
Per
la prima volta in Italia, in scena alla Scala
il
capolavoro di Wayne McGregor ispirato dagli scritti di Virginia Woolf
protagonista
Alessandra Ferri accanto a Federico Bonelli e gli artisti del
Balletto scaligero
in
un nuovo straordinario debutto
Il
mondo artistico e letterario e la personalità di una delle
scrittrici più originali del Ventesimo secolo si apriranno per la
prima volta alla Scala dal
7 al 20 aprile
con Woolf
Works,
straordinario
successo di Wayne
McGregor e
del compositore
Max Richter per
il Royal Ballet
ispirato da tre noti romanzi di Virginia Woolf (Mrs
Dalloway,
Orlando
e The
Waves)
ma
anche da lettere, saggi, diari.
Di grande impatto emotivo e di straordinaria energia, ha portato
McGregor a vincere il Critics’
Circle Award come migliore coreografia classica e il suo secondo
Olivier Award come “Best New Dance Production”. Mai rappresentato
prima in Italia, questo nuovo debutto per la compagnia scaligera,è
attesissimo alla Scala così come la protagonista,
Alessandra
Ferri,
in uno dei lavori più emozionanti e intensi della sua carriera, che
le è valso nel 2016 il suo secondo Olivier
Award per “Outstanding Achievement in Dance” e che torna al
Piermarini dopo l’unicum
del 31 dicembre 2016 quando incantò il pubblico in una straordinaria
recita di Romeo
e Giulietta
di Kenneth MacMillan. Accanto a lei, alla Scala cosi come fin dalla
creazione di Woolf
Works,
Federico
Bonelli,
Principal
dancer
del Royal Ballet già applaudito alla Scala in Excelsior
nel luglio 2015. Oleg Caetani è costretto a rinunciare alla
produzione a causa di una indisposizione. Sul podio, a dirigere la
partitura originale del noto compositore Max Richter, che incorpora
musica elettronica ed orchestrale, sarà Koen
Kessels,
che ha diretto la creazione del balletto alla
Royal
Opera House di Londra nel 2015.
Pluripremiato
coreografo e regista, internazionalmente riconosciuto per le
rivoluzionarie innovazioni interpretative che hanno radicalmente
ridefinito la danza dei nostri giorni, Wayne McGregor è spinto da
un'insaziabile curiosità sul movimento e le sue potenzialità
creative. Le sue ricerche lo hanno portato a un dialogo
interdisciplinare con le più varie forme artistiche, discipline
scientifiche e invenzioni tecnologiche. I lavori multidimensionali
nati da queste interazioni hanno garantito a McGregor una posizione
all'avanguardia nell'arte contemporanea. Con un suo “laboratorio
creativo” nello Studio Wayne McGregor e con la sua Compagnia,
instancabile e trasversale nei suoi innumerevoli progetti che si
aprono al teatro, all’opera, alla prosa, ai video musicali, alla tv
e al cinema, McGregor è dal 2006 Resident Choreographer al Royal
Ballet, dove le sue produzioni sono acclamate per la loro audace
riconfigurazione del linguaggio classico. Primo e unico coreografo
residente con un background contemporaneo, proprio per il Royal
Ballet crea nel 2015 Woolf
Works.
Un
successo clamoroso, acclamato in maniera straordinaria, Woolf
Works
è un meraviglioso trittico ispirato
al mondo umano, artistico e letterario di Virginia Woolf, costruito
con uno staff di collaboratori che conferma la visione di McGregor di
profondo coinvolgimento e multidisciplinarietà: la drammaturga Uzma
Hameed
che lo ha aiutato a trasportare i lavori e lo spirito di Virginia
Woolf sulla scena, il set design degli studi di architettura Ciguë
e We
Not I,
Lucy
Carter
per il disegno luci, Ravi
Deepres
per il film design, i costumi di Moritz
Junge,
il sound design di Chris
Ekers,
e il make-up design di Kabuki.
La
modernità di Virginia Woolf e le sue sperimentazioni nella
concezione di scrittura, la sua anticonvenzionalità e
multidisciplinarietà sono state terreno di grande ispirazione per
McGregor che ha sottolineato: “Amava la danza e la musica. Voleva
scrivere come se stesse
scrivendo musica e coreografando danza. Ho pensato che
sarebbe stato meraviglioso provarlo
e reinterpretarlo,
e tradurre in
qualche modo i
suoi romanzi per
la scena”.
Ognuno
dei tre atti (I
now, I then,
Becomings
e Tuesday)
si ispira ad uno dei più noti romanzi di Virgina Woolf, Mrs
Dalloway (del
1925), Orlando
(1928) e The
Waves (1931);
ma anche lettere, saggi e diari, dunque scritti autobiografici di
una autrice la cui vita ha sempre permeato i suoi lavori, sono
materiali che hanno fornito stimoli e suggestioni per un viaggio
fisico, emozionale ed evocativo, per
una produzione di grandissima ricchezza espressiva, stilistica,
coreografica e musicale, una coinvolgente immersione nel cuore della
vita artistica e del mondo di Virginia Woolf: non una narrazione ma
piuttosto un vissuto, che va dritto alle emozioni del pubblico.
Come
recitano le note di sinossi, I
now I then
- che si apre con un estratto dell’unica incisione esistente della
voce di Woolf (il saggio On
Craftsmanship)
- “è un viaggio nella genesi di
Mrs Dalloway,
che intreccia frammenti narrativi del romanzo e aspetti
dell’autobiografia dell’autrice”. Romanzo che “impiega la
tecnica del flusso di coscienza e si svolge nel corso di un’unica
giornata, alternando le vicende di due personaggi. (…) Sebbene non
si incontrino mai, entrambi (...) sono tormentati dal loro passato”.
“Una
bellissima storia sulle persone - ha commentato McGregor- sui
rapporti umani, una trama intrecciata piena di
immaginazione e sofferenza e bellezza”.
Becomings,
la
parte centrale, si ispira a Orlando:
“un vasto universo in continuo mutamento - recitano le note di
sinossi - ove la vita è energia che trascorre attraverso molteplici
forme”. “Scritto in un’epoca di revisione e ripensamento in
ogni ambito, dal ruolo e dai diritti delle donne ai modi della
rappresentazione nell’arte e nella letteratura, nonché di rapidi
progressi nella cosmologia, l’iconoclastico romanzo di Virginia
Woolf Orlando
(1928) è incentrato su un personaggio fantastico che attraversa tre
secoli senza invecchiare, cambiando sesso strada facendo. I rapporti
si rivelano fugaci, anche quelli con se stesso, mentre l’esperienza
del tempo e dello spazio è definita dalla relatività e dalla
plasticità”.”Virginia Woolf era
molto interessata
alla fantascienza,
all’astronomia
e alle cose "altre", e
questo si adattava proprio alla mia
estetica
aliena” ha commentato McGregor, che qui crea un mondo ipercinetico,
con laser che inondano il palcoscenico e il Teatro.
“Il
terzo pezzo
- commenta
McGregor - riguarda in parte le sue lettere e la sua biografia
che collidono con questa straordinaria storia che parla
dell’invecchiare e del lasciarsi andare”.
“Grandiosa
ed elegiaca, The
Waves
(1931) - chiariscono le note - è l’opera più sperimentale di
Virginia Woolf, concepita come risposta alla propria mancanza di
prole e, per contrasto, alla trionfante maternità della sorella
Vanessa”. Infanzia e vecchiaia, decadenza e rinnovamento: “Ispirato
dalla particolare attrazione per l’iconografia subacquea che
pervade tutti gli scritti della Woolf, Tuesday
fonde temi tratti da The
Waves
con un’evocazione del suo suicidio per annegamento. Come la
scrittrice conta i passi che la avvicinano al fiume Ouse e al suo
ultimo viaggio, così anche il mondo dei suoi romanzi avanza
verso l’astrazione e il silenzio”.
Presente
e passato, autobiografia e stile letterario, Virginia Woolf e insieme
Mrs Dalloway: Alessandra
Ferri entra
nello stile e nel processo creativo di McGregor e nel personaggio,
creato per lei e con lei, che emerge e che, accanto a Federico
Bonelli,
sensibile interprete fin dalla creazione del balletto, attraversa
come un fil rouge il primo e il terzo atto, con la sua artisticità,
lirismo, espressività e potente drammaticità, a incarnare la forza
dirompente e insieme la fragilità, l’anima e l’essenza di Woolf
in una interpretazione salutata come
un trionfo e un nuovo inizio nella sue straordinaria carriera
artistica. Saranno Emanuela
Montanari e Antonino Sutera
a ricoprire questi ruoli nelle recite del 10 pomeriggio (Invito alla
Scala) e del 13 aprile (recita ScalAperta, alle ore 14), in debutto
cosi come tutto il Balletto della Scala, impegnato dai Primi
Ballerini, ai Solisti ai giovani artisti del Corpo di Ballo a
incarnare i personaggi che si intersecano nei nuclei narrativi e
tematici sottesi a Mrs Dalloway (Richard, Clarissa giovane, Sally,
Septimus, Evans, Rezia (Mick
Zeni, Caterina Bianchi, Agnese Di Clemente, Timofej Andrijashenko,
Claudio Coviello, Martina Arduino, in
alternanza con Massimo
Garon, Gaia Andreanò, Benedetta Montefiore, Gioacchino Starace,
Andrea Risso, Alessandra Vassallo),
a popolare il secondo atto di guizzanti lampi cinetici (Nicoletta
Manni, Virna Toppi, Maria Celeste Losa, Agnese Di Clemente, Martina
Arduino, Timofej Andrijashenko, Nicola Del Freo, Valerio Lunadei,
Gabriele Corrado, Claudio Coviello, Christian Fagetti, Marco
Agostino,
in alternanza con
Maria Celeste Losa, Antonella Albano, Caterina Bianchi, Benedetta
Montefiore, Alessandra Vassallo, Gioacchino Starace, Mattia
Semperboni, Francesco Mascia, Marco Messina, Andrea Risso, Federico
Fresi, Eugenio Lepera),
e a circondare, nell’atto conclusivo, la figura femminile centrale,
a rappresentare la vita di Woolf che sfiora il passato e il
presente, rifrangendosi ritmicamente come le onde.
Birmingham Royal Ballet Music Director, Koen Kessels-photo Bill Cooper |
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