Il sogno di Scipione di Mozart - Progetto Atelier della Fenice al Teatro Malibran di Venezia
Il sogno di Scipione di Mozart
Progetto Atelier della Fenice al Teatro Malibran
Il sogno di Scipione di Wolfgang Amadeus Mozart, azione teatrale in un atto su libretto di Pietro Metastasio, sarà in scena per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Malibran, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2018-2019 della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia.
La ‘serenata’ musicata dal salisburghese, composta intorno al 1771-1772, sarà proposta in un nuovo allestimento con la direzione musicale di Federico Maria Sardelli alla testa dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice – maestro del Coro Claudio Marino Moretti – e in una messinscena coordinata dal tutor di regia Elena Barbalich realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia e nell’ambito del progetto Atelier della Fenice al Teatro Malibran.
Alla prima di venerdì 8 febbraio ore 19.00, seguiranno quattro repliche: il 10, 12, 14 e 16 febbraio 2019. Il progetto è sostenuto dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship.
La ‘serenata’ musicata dal salisburghese, composta intorno al 1771-1772, sarà proposta in un nuovo allestimento con la direzione musicale di Federico Maria Sardelli alla testa dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice – maestro del Coro Claudio Marino Moretti – e in una messinscena coordinata dal tutor di regia Elena Barbalich realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia e nell’ambito del progetto Atelier della Fenice al Teatro Malibran.
Alla prima di venerdì 8 febbraio ore 19.00, seguiranno quattro repliche: il 10, 12, 14 e 16 febbraio 2019. Il progetto è sostenuto dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship.
Settimo lavoro di Mozart (1756-1791) per il teatro, composto a soli sedici anni, Il sogno di Scipionevide la luce tra Ascanio in Albae Lucio Silla, per essere rappresentato probabilmente il 29 aprile o l’1 maggio del ‘72 in occasione dell’arrivo a Salisburgo del nuovo arcivescovo Hieronymous Joseph Franz von Paula, conte di Colloredo. La narrazione allegorica del libretto, tratto dal Somnium Scipionis di Cicerone, ricalca piuttosto fedelmente la fonte letteraria antica: addormentatosi nella reggia del re alleato Massinissa, in Numidia, Scipione Emiliano sogna di essere nel cielo degli eroi, dove incontra Costanza e Fortuna, che gli chiedono di scegliere chi, tra loro, seguire. Dopo alcune domande, e dopo aver incontrato il padre adottivo Publio Cornelio – che sarebbe Scipione l’Africano – e il padre naturale Emilio Paolo, i quali gli mostrano le piccolezze del mondo e il futuro glorioso che l’attende sulla terra, Scipione si decide a scegliere Costanza, l’unica capace di contrastare, come uno scoglio nel mare in tempesta, i capricci della sua rivale. Mentre Fortuna, adirata, scaglia contro il condottiero una tempesta di lampi e saette, Scipione si risveglia dal sogno.
«Il mondo di Scipione – ha spiegato la tutor di regia Elena Barbalich – lo abbiamo concepito come una dimensione surreale, come accade nei sogni. Ci siamo presi molte libertà, proprio per il fatto che la realtà che ci troviamo di fronte ha una matrice onirica. Per questo ho scelto una scenografia di plastica, che rende il tutto molto evanescente, con il teatro visibile in trasparenza. Il protagonista è come se si trovasse all’interno di un cerchio: è circondato da una massa che ha costruito appositamente per lui questo sogno per portarlo al potere. Questa massa ha bisogno della sua figura, anche autoritaria, per esistere. Di essa fanno parte anche le due divinità, Fortuna e Costanza, che all’inizio vestono panni da dee per spogliarsi in seguito.E lo stesso si può dire del padre adottivo, Publio Cornelio, e di quello naturale, Emilio. Tutti insieme hanno ordito questa specie di imbroglio, dove Scipione crede di vedere l’armonia delle sfere per rendersi poi conto che è tutta una finzione barocca».
Dopo la prima assoluta del 1772, le riprese di questo lavoro si contano sulle dita di una mano. La prima esecuzione moderna, in forma di oratorio, ha avuto luogo nel 1979, in occasione della Große Festspielhaus di Salisburgo. La prima esecuzione in forma scenica risale invece al 1984: si è svolta in Italia, sul palcoscenico del Teatro Olimpico, nell’ambito del secondo Festival di Vicenza.
Nel cast del nuovo allestimento feniceo figurano tre soprani e tre tenori: Francesca Boncompagni, Bernarda Bobro e Rui Hoshina interpreteranno rispettivamente Costanza, Fortuna e Licenza; Valentino Buzza, Emanuele D’Aguanno e Luca Cervoni saranno Scipione, Publio ed Emilio.
Il gruppo di regia, come quello di scene e costumi sono composti da studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, le scene sono state ideate da Francesco Cocco e i costumi da Davide Tonolli. Il light design e di Fabio Barettin.
Il sogno di Scipione sarà proposto al Teatro Malibran di Venzia, con sopratitoli in italiano, nei giorni di venerdì 8 febbraio 2019 ore 19.00 (turno A), domenica 10 febbraio ore 15.30 (turno B), martedì 12 febbraio ore 19.00 (turno D),giovedì 14 febbraio 2019 ore 19.00 (turno E) e sabato 16 febbraio 2019 ore 15.30 (turno C). Il sogno di Scipione sarà trasmesso in differita su radio tre e in differita tv su France Télévisions (www.culturebox.fr) e su szenik (www.szenik.eu/Fr/Szenik-live).
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