La Stagione d'Opera a Cremona presenta uno dei balletti più amati di sempre
Teatro Ponchielli, Cremona
Stagione
d’Opera 2019.20
La Stagione d’Opera
2019.20 quest’anno diventa più ricca, accanto a sei imperdibili
titoli del
grande repertorio operistico italiano e straniero, la grande novità
è la presentazione in cartellone di uno dei balletti più amati di sempre
Carmen,
con
le coinvolgenti musiche di Georges Bizet e le coreografie di Amedeo
Amodio.
Protagonisti: nel ruolo dell’ammaliante Carmen Anbeta Toromani, mentre nei panni di Don José ci sarà Alessandro Macario, primo ballerino ospite del Teatro San Carlo di Napoli
Protagonisti: nel ruolo dell’ammaliante Carmen Anbeta Toromani, mentre nei panni di Don José ci sarà Alessandro Macario, primo ballerino ospite del Teatro San Carlo di Napoli
domenica
20 ottobre, ore 15.30
(turno B)
Carmen
Balletto
in due atti di Amedeo
Amodio
dal racconto di
Prosper Merimée
Musica
di Georges
Bizet
Personaggi
ed Interpreti
Carmen
|
Anbeta
Toromani
|
Don
José
|
Alessandro
Macario
|
Escamillo
|
Marco Lo
Presti
|
Micaela
|
Ilaria
Grisanti
|
Ufficiale
|
Valerio
Polverari
|
sigaraie:
Andrea Caleffi, Valentina
Chiulli, Susanna Elviretti,
Maria Vittoria Frascarelli, Noemi
Luna, Madoka Sasaki
militari:
Alessandro Burini, Marco
Fagioli, Mattia Ignomiriello,
Leonardo Likollari,
Davide
Pietroniro, Mattia Tortora
coreografia
e regia Amedo
Amodio
adattamento
e interventi musicali originali Giuseppe
Calì
scene
e costumi Luisa
Spinatelli
produzione
Daniele Cipriani Entertainmeent
Note
di Amedeo Amodio
“Ah,
Carmen! Ma Carmen adorée!”.
Sulle
ultime note dell’opera si chiude il sipario.
In
palcoscenico inizia lo smontaggio delle scene.
A
poco a poco il personale e quanti altri hanno assistito allo
spettacolo da dietro le quinte, vengono “posseduti” dai fantasmi
del dramma appena trascorso e man mano, un gesto, una frase, uno
sguardo li spinge ad immedesimarsi in ognuno dei personaggi, per puro
caso. E per puro caso Don José incontrerà Carmen, che rappresenterà
per lui l’unico momento di vita autentica, intensa, ma anche quello
della morte.
A
questo punto è tutto stabilito, meno il percorso o labirinto dei due
destini ormai indissolubilmente legati. Così si potranno creare
accostamenti scenici imprevedibili e surreali, ma sempre volti verso
un’unica fine.
Sarà
Carmen, profondamente consapevole dell’ineluttabilità del momento
finale, a condurre il gioco trasgressivo ed eversivo, in un
impossibile tentativo di sfuggire alla sua sorte.
La
scena, come la musica, si svuota durante lo svolgimento del racconto,
fino a rimanere completamente scarna, desolata ad esprimere la
“solitudine tragica e selvaggia” di una donna che cerca di
affermare il proprio diritto all’incostanza.
Note di
Giuseppe Calì
Si
dice che nell’attimo della morte tutti i momenti importanti della
vita riaffiorino per rendere presente ancora una volta ciò che sta
per essere irrimediabilmente perduto; soprattutto le grandi emozioni,
i momenti d’amore, ritornano a celebrare se stessi in un ultimo
anelito di attaccamento alla vita o a ciò che di essa ha
rappresentato l’essenza.
Carmen
vive una tragedia, quella di chi non può sopravvivere alle proprie
trasgressioni ed anche la musica, a suo tempo, è stata sentita come
trasgressiva e forse quasi blasfema; un flusso incontrollabile di
sensualità portato nel luogo più borghese e meno trasgressivo della
società tardo ottocentesca: il teatro. In questo lavoro di
adattamento ho voluto restare il più fedele possibile all’originale
di Bizet, mantenendo i brani delle suites
già esistenti ed adattando le parti vocali nel modo più conforme
possibile alla partitura dell’opera.
Solo
alla fine, quando la tragedia diventa nostra, e di qualsiasi epoca,
la musica di Bizet ritorna in forma di ricordo, uno sguardo sul
passato, ed il dramma della cancellazione si consuma, si racconta e
si trasforma nella musica in forma di esalazione progressiva dal
suono al silenzio; un abbandono del tempo fino all’immobilità più
totale.
Note di
Luisa Spinatelli
Reggio
Emilia e il suo teatro “Valli”, Amedeo Amodio e la sua Carmen,
un incontro nel palcoscenico vuoto nel fascino di uno spazio che con
i suoi chiaroscuri ha accolto nella sua lunga storia chissà quante
Carmen
– ma Carmen,
poesia, incantesimo, “formula magica” come il significato del suo
nome, è ancora una volta presente. Nella nostra visione progettuale
questa Carmen doveva poter agire in un rinnovato contesto che ha
portato alla scelta dello spazio vuoto, con la sua astratta magia,
quale contenitore attivo dell’evento drammatico. Spazio vuoto,
filtrato attraverso un diaframma semitrasparente, che ripropone una
realtà (il palcoscenico vuoto) solitamente nascosta allo spettatore.
Alla visione di questo spazio si arriva attraverso un altro filtro
che evoca simbolicamente il rosso del sipario d’opera. Dietro a
questo sipario si è appena conclusa la tragica fine di Carmen,
si smonta lo spettacolo e si ricompone una nuova situazione che,
ricordando le parole di Merimée (“l’energia, anche se spesa in
passioni funeste, suscita sempre stupore e una specie di ammirazione
involontaria”), consentirà ad Amedeo di esprimere, attraverso
forme e colori, l’essenza della sua visione poetica mediante le
figurazioni che la danza suggerisce. Il mio apporto alla creazione di
questo spettacolo si è, così, circoscritto all’individuazione di
fogge per i personaggi che nella modernità del contemporaneo
trovassero la loro ragione d’essere. Il supporto scenografico è
pertanto affidato all’essenzialità del vuoto che acquista
significato solo nelle sequenze dell’azione coreografica.
Biglietteria del Teatro: aperta dal lunedi al sabato dalle 10.30 alle 13.30
e dalle 16.30 alle 19.30, tel. 0372.022001 e 0372.022002.
Prezzi dei biglietti:
platea/palchi € 30 – galleria € 22 - loggione € 15.
I biglietti si possono acquistare dal 16 settembre
anche on-line su: www.vivaticket.it
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