"ATTILA" di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione del Teatro alla Scala di Milano
Inaugurazione
Stagione 2018~2019
Teatro alla Scala, Milano
Teatro alla Scala, Milano
4*,
7, 11, 14, 18, 21 dicembre 2018;
2, 5, 8
gennaio 2019
ATTILA
Dramma
lirico in un prologo e tre atti
di
GIUSEPPE VERDI
Libretto
di Temistocle Solera
(Edizione
critica della partitura edita da Chicago University Press
e Casa
Ricordi, Milano; a
cura di Helen Greenwald)
Prima
rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 17 marzo 1846
Prima
rappresentazione al Teatro alla Scala: 26
dicembre 1846
Nuova produzione Teatro alla Scala
Direttore
RICCARDO CHAILLY
Regia DAVIDE LIVERMORE
Scene GIÒ FORMA
Costumi GIANLUCA FALASCHI
Luci ANTONIO CASTRO
Luci ANTONIO CASTRO
Video D-WOK
Personaggi
e interpreti
Attila ILDAR ABDRAZAKOV
Odabella SAIOA HERNÁNDEZ
Ezio GEORGE PETEAN
Foresto FABIO SARTORI
Uldino FRANCESCO PITTARI
Leone GIANLUCA BURATTO
*Anteprima
dedicata ai giovani
DATE:
Martedì 4
dicembre 2018 ~ ore 18
Anteprima
dedicata ai giovani
LaScala
UNDER 30
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Venerdì 7
dicembre 2018 ~ ore 18
Inaugurazione
della Stagione d’Opera e Balletto 2018 ~ 2019
Prezzi 7
dicembre 2018
Platea -
2.500 euro
Palco - da
2.500 a 500 euro
Galleria -
da 350 a 50 euro
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Martedì 11 dicembre 2018 ore 20 ~ abbonamento Prime
Opera
Venerdì 14 dicembre 2018 ore 20 ~ turno B
Martedì 18 dicembre 2018 ore 20 ~ turno A
Venerdì 21 dicembre 2018 ore 20 ~ turno C
Mercoledì 2 gennaio 2019 ore 20 ~ turno E
Sabato 5 gennaio 2019 ore 20 ~ turno N
Martedì 8 gennaio 2019 ore 20 ~ turno D
Prezzi:
da 250 a 15 euro
Infotel:
02 72 00 37 44
Ufficio
Stampa Teatro alla Scala
Via
Filodrammatici 2 - 20121 Milano
Tel.
+39 02 88 792 412
Con
Attila
Riccardo Chailly torna a Verdi
Attila
inaugura la Stagione 2018/2019 in un allestimento di Davide Livermore con
scene di Giò Forma, video di d-Wok e costumi di Gianluca Falaschi.Cantano
Ildar Abdrazakov nel ruolo del titolo, Saioa Hernández come
Odabella,Fabio
Sartori come Foresto e George Petean come Ezio. Anche
quest’anno il 7 dicembre è in diretta su Rai1 e nei cinema di
tutto il mondo ed
è preceduto dal fitto calendario di eventi della Prima Diffusa in
tutta la città.
Il
7 dicembre 2018 alle ore 18 Attila
di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione d’Opera 2018/2019 del Teatro
alla Scala. Dirige il Maestro Riccardo
Chailly, che prosegue
la sua ricognizione del repertorio italiano ripercorrendo gli anni
giovanili di Verdi: Attila
segue Giovanna d’Arco,
che aprì la Stagione 2015/2016, e prelude a Macbeth.
L’allestimento è affidato a Davide
Livermore, che dopo
il debutto scaligero con Tamerlano
di Händel ha già collaborato con il M° Chailly nei mesi scorsi per
Don Pasquale
di Donizetti. Con lui la squadra formata da Giò
Forma per le scene,
arricchite dai video di d-Wok
e illuminate da Antonio
Castro, e da Gianluca
Falaschi per i
costumi.
In
scena Ildar
Abdrazakov, al suo
terzo 7 dicembre, veste i panni del protagonista; Saioa
Hernández, che
invece debutta alla Scala, è Odabella, Fabio
Sartori è Foresto e
George Petean
Ezio. Francesco
Pittari e Gianluca
Buratto rivestono i
ruoli brevi ma non secondari di Uldino e Papa Leone.
Dopo
Giovanna
d’Arco,
Madama
Butterfly
e Andrea
Chénier
Riccardo Chailly apre la Stagione con Attila,
confermando l’impegno a riscoprire il repertorio italiano nella sua
interezza. Le direttrici di questo progetto culturale vanno prendendo
forma nel corso degli anni: accanto all’approfondimento della
formazione del percorso teatrale verdiano (Giovanna
d’Arco,
Attila,
Macbeth),
il belcanto (La
gazza ladra
di Rossini e Don
Pasquale
di Donizetti) e il Verismo (Andrea
Chénier),
tutti titoli che trovano eco in altre proposte di Stagione affidate
ad altri artisti, sempre con un’attenzione particolare alle opere
presentate alla Scala per la prima volta. In evidenza rimane il
progetto pucciniano con cui Riccardo Chailly riporta al Piermarini le
opere del compositore di Lucca in letture che tengono conto delle
ricerche più aggiornate: dopo Turandot,
La
fanciulla del West
e Madama
Butterfly
sarà la volta della prima versione di Manon
Lescaut
(dal 31 marzo 2019) fino alla prossima inaugurazione di Stagione con
Tosca.
Attila
Nona
opera di Giuseppe Verdi, Attila
va in scena al Teatro la Fenice di Venezia il 16 marzo 1846. Nel 1845
erano andate in scena Giovanna
d’Arco alla Scala e
Alzira
al San Carlo di Napoli, nel 1847 sarebbe stata la volta di Macbeth
al Teatro della
Pergola di Firenze, I
masnadieri al Her
Majesty’s Theater di Londra e Jérusalem
all’Opéra di
Parigi. Si colloca quindi in un punto nodale dello sviluppo di un
Verdi che aveva già alle spalle opere come Nabucco
o Ernani e
si preparava a debuttare sulla scena europea; anni di galera, ma
soprattutto di sperimentazione e ricerca, sui soggetti come sulla
forma drammaturgica. Fonte del libretto è la tragedia Attila,
König der Hunnen
(1809) di Zacharias Werner, singolare figura di poeta romantico che
divenuto sarcerdote cattolico infiammò con i suoi sermoni le platee
del Congresso di Vienna. Verdi, venutone a conoscenza attraverso le
citazioni contenute in De
l’Allemagne di
Madame de Staël (che susciterà nel compositore anche l’interesse
per Don Carlos
di Schiller), incarica dapprima Francesco Maria Piave e quindi
Temistocle Solera di trarne un libretto, che però non lo soddisfa:
inoltre Solera, riparato a Madrid in un nuovo capitolo della sua
esistenza rocambolesca, tarda a consegnare la versione definitiva.
Verdi richiama allora il Piave che rivede tutti i versi e stende per
intero l’ultimo atto.
Rispetto
al dramma di Werner il libretto definitivo, radicalmente
semplificato, attenua (ma non elimina) il contrasto tra la brutale
integrità di Attila e le moralità contraddittoria dei suoi
avversari italiani. Verdi sbalza sullo sfondo storico le interazioni
tra i personaggi, su cui si concentra ricercando sotto lo slancio
eroico un sottotesto di fragilità o ambiguità psicologica. Così
dopo la celebre entrata che prefigura i furori di Lady Macbeth,
Odabella mostra nel corso dell’opera tratti di lirismo e
vulnerabilità, e ugualmente la hybris spavalda di Attila è
destinata a fare i conti con gli incubi e la forza del
sovrannaturale. Del tutto inedita l’ambiguità di Ezio, valoroso
generale romano che si scopre più che disponibile al compromesso,
mentre più convenzionale risulta il solo Foresto. Per lui esistono
due arie raramente eseguite per l’ultimo atto: Verdi scrisse
infatti la romanza “Sventurato! Alla mia vita” per il tenore
Ivanoff (amatissimo da Rossini) che la eseguì a Trieste nell’autunno
1846 e “Oh dolore!” per Napoleone Moriani in occasione della
prima scaligera: quest’ultima tornerà nel presente allestimento,
insieme a poche battute scritte scherzosamente da Rossini per
l’inizio del III atto e oggi conservate nella collezione del Museo
Teatrale.
Attila
rappresenta un punto nodale anche per quanto riguarda il
coinvolgimento diretto del compositore nelle scelte riguardanti
l’allestimento. Verdi indicò l’inserimento di particolari
effetti di luce in corrispondenza della scena della tempesta e
sorgere del sole nel Prologo e dedicò particolare attenzione alle
grandi scene di massa, forse anche in vista di una possibile ripresa
di Attila all’Opéra
di Parigi. La descrizione del succedersi in scena di differenti
condizioni metereologiche fu ispirata a Verdi dall’ode sinfonica Le
désert di Felicien
David che dopo aver furoreggiato a Parigi approdava a Milano, alla
Canobiana, nella traduzione del Solera.
La
prima assoluta, il 17 marzo 1846 a Venezia (lusingata da Verdi con la
scena della tempesta e levar del sole a Rialto, anzi Rio Alto), fu un
successo cui seguirono riprese a Trieste (città ancora più vicina
ad Aquileia, dove si finge l’azione) e a Milano, dove il 26
dicembre 1846 aprì la Stagione di Carnevale. Qualche critico
espresse riserve, ma l’entusiasmo del pubblico garantì ben 31
rappresentazioni e il ritorno tre anni più tardi in un nuovo
allestimento, sempre per l’inaugurazione, che si inseriva in un
clima accesamente patriottico dopo l’abdicazione di Carlo Alberto a
Novara il 23 marzo e la resa di Venezia all’assedio austriaco (22
agosto).
Riccardo
Chailly
Il
suo debutto alla Scala risale al 1978 con I
masnadieri di Verdi:
con le recite di Andrea
Chénier il Maestro
conclude dunque i festeggiamenti per i suoi 40 anni di attività
scaligera, nel corso dei quali ha diretto opere di Rossini,
Donizetti, Verdi, Puccini, Giordano, Musorgskij, Offenbach,
Stravinskij, Prokof’ev e Bartók. Con Aida
ha inaugurato la Stagione 2006/2007,
con Giovanna d’Arco
la Stagione 2015/2016, con Madama
Butterfly la Stagione
2016/2017 e con Andrea
Chénier la Stagione
2017/2018. Il suo impegno
con il Teatro milanese negli anni a venire si concentrerà sul
repertorio italiano secondo
un progetto culturale volto a valorizzarne la ricchezza e la
complessità, dal Belcanto al Verismo. Proseguirà anche il
ciclo
di opere di Puccini iniziato
nel maggio 2015 con Turandot,
evento inaugurale di Expo e
proseguito nel maggio
2016 con La fanciulla
del West.
Un’attenzione
particolare è rivolta alle opere presentate alla Scala in prima
assoluta: è il caso de La
gazza ladra, tornata
alla Scala con la regia di Gabriele Salvatores a 200 anni dalla
prima, e di Andrea
Chénier. Il Maestro
Chailly ha intensificato l’attività con l’Orchestra scaligera
creando con i musicisti un sodalizio artistico sempre più stretto:
nel 2018 ha guidato la Filarmonica in tournée per la terza estate
consecutiva: in questi anni l’orchestra è tornata regolarmente
nelle principali sedi concertistiche europee tra le quali il Festival
di Lucerna, i Proms il Festival di Edimburgo e la Philharmonie di
Berlino. Il 2018 segna anche i 40 anni di collaborazione del maestro
milanese con Decca: un percorso artistico che ha prodotto oltre 160
registrazioni e che viene festeggiato con una serie di nuove uscite:
dal 30 novembre saranno disponibili in Italia il box The Symphony
Edition che raccoglie in 55 cd l’attività sinfonica del Maestro
con le sue principali orchestre, la Messa
per Rossini e dal 7
dicembre il dvd e blu-ray di Madama
Butterfly di Giacomo
Puccini che ha aperto la Stagione 2016/2017 con la regia di Alvis
Hermanis.
Lo
spettacolo
Dopo
il clamoroso successo del debutto scaligero con l’allestimento di
Tamerlano
di Händel nel settembre 2017, Davide
Livermore
è tornato al Piermarini firmando il Don
Pasquale
diretto da Riccardo Chailly nell’aprile 2018. Con Attila
la collaborazione tra regista e direttore, inaugurata nel 2012 con La
bohème
a Valencia, si rinnova su un titolo complesso, in cui Verdi
sperimenta soluzioni drammatiche e musicali nuove a partire da un
libretto con diverse debolezze. Livermore non precisa il tempo
dell’azione, che si colloca tra gli orrori di una terra
d’occupazione del secolo scorso, e punta a illuminare gli snodi
psicologici del desiderio di vendetta di Odabella, e la fragilità
che mina il senso di onnipotenza del protagonista. Ma Livermore si
confronta anche con l’urgenza di Verdi di trovare nuove soluzioni
scenografiche per creare un allestimento suggestivo e spettacolare:
le grandi scene della tempesta e dell’alba a Rio Alto e del sogno
di Attila diventano occasione di impiegare le risorse
tecnologicamente più avanzate del teatro di oggi, così come il
compositore cercava le soluzioni più avanzate del teatro del suo
tempo. Per questo al fianco di Livermore torna lo Studio
Giò Forma
(Florian
Boje
e Cristiana
Picco),
la cui esperienza ormai consolidata nel campo del teatro d’opera
affonda le radici in un’attività multiforme che attraverso
l’allestimento di grandi eventi come Expo o dei palcoscenici del
pop e del rock ha assimilato tutte le tecnologie dello spettacolo del
nostro tempo. La scenografia, illuminata da Antonio
Castro,
si avvale dei video di d-Wok,
agenzia guidata da Paolo Gep Cucco e specializzata in projection
mapping e in warping ovvero
distorsione digitale delle immagini. I
costumi sono firmati da Gianluca
Falaschi,
già apprezzatissimo alla Scala per i fantasiosi e spettacolari
figurini per Don
Pasquale
e nel 2012 vincitore del Premio Abbiati per Ciro
in Babilonia
al Festival Rossini di Pesaro.
I
protagonisti
Ildar
Abdrazakov è al suo
terzo 7 dicembre. Dal debutto ne La
sonnambula nel 2001
ha cantato alla Scala ne La
forza del destino,
Macbeth,
Samson et Dalilah,
Iphigénie en Aulide
(con Riccardo Muti, 7 dicembre 2002), Fidelio,
Moïse et Pharaon
(sempre Muti, 7
dicembre 2003), Carmen,
Lucia di Lammermoor,
Les contes d’Hoffmann,
Le nozze di Figaro,
Don Carlo
e Ernani oltre
che in numerosi concerti. Dotato di una tenica vocale e di qualità
sceniche che gli permettono di affrontare un vastissimo repertorio,
Abdrazakov nel solo 2018 è stato Figaro ne Le
nozze e Assur in
Semiramide
al Metropolitan (che lo ha recentemente festeggiato per le sue 150
rappresentazioni), Attila
al Liceu, Boris in Boris
Godunov all’Opéra
di Parigi e Mustafà ne L’italiana
in Algeri al Festival
di Salisburgo prima di esibirsi come Silva e Attila alla Scala.
Saioa
Hernández, Odabella,
è al debutto al Teatro alla Scala. Nata a Madrid, ha studiato tra
l’altro con Francesco Galasso, Vincenzo Scalera, Renata Scotto e
Monsterrat Caballé. Si è concentrata dapprima sui grandi ruoli
belcantistici con titoli come Norma
a Trieste e in
diversi teatri italiani, Il
pirata a Rio,
Guillaume Tell a
Ginevra, Zaira di
Bellini a Martina Franca. Più recenti le affermazioni verdiane: nel
2017 è stata Leonora a Napoli, Amalia a la Coruna e Aida a Muscat
con i complessi del Regio di Torino, mentre gli impegni del 2018
hanno incluso Francesca
da Rimini a
Strasburgo, La
Gioconda nei teatri
dell’Emilia Romagna e Tosca
a Parma. Nel 2019 sarà Maddalena in Andrea
Chénier nei teatri
dell’Emilia, Leonora ne La
forza del destino a
Pechino e Abigaille in Nabucco
a Dresda.
Voce
di riferimento tra i tenori verdiani di oggi, Fabio
Sartori
ha stabilito con il Teatro alla Scala un legame saldissimo fin dal
suo debutto, nel novembre 1997, nel Requiem
verdiano
diretto da Riccardo Muti in San Marco. Poche settimane dopo, il 7
dicembre, era Malcolm in Macbeth,
sempre con Muti, cui hanno fatto seguito La
bohème
diretta da Dudamel nel 2008 (poi con Pidò nel 2017), I
due Foscari
diretti da Ranzani nel 2009, Simon
Boccanegra
(con Barenboim nel 2010, Ranzani nel 2014), Attila
nel 2011 con Luisotti, e nel 2013 ben tre titoli verdiani: Oberto
con Frizza, Aida
con Dudamel e Don
Carlo
con Luisi. Come Radamès torna con Zubin Mehta nel 2015, anno in cui
è anche Cavaradossi con Carlo Rizzi. Tra i prossimi impegni I
masnadieri
a Valencia e alla Scala, Macbeth
con Barenboim a Berlino e, nel 2020, Otello
a Firenze con Fabio Luisi.
Attila segna il debutto scaligero per George Petean, tenore rumeno che dopo il debutto in patria come Don Giovanni è oggi regolarmente presente nelle stagioni dei maggiori teatri, dal Covent Garden alla Wiener Staatsoper. Negli ultimi mesi Petean è stato impegnato come Rigoletto al Massimo di Palermo e Conte di Luna alla Lyric Opera di Chicago, mentre il 2019 lo vedrà alla Wiener Staatsoper (Lucia di Lammermoor, Pagliacci, Macbeth), a Montecarlo (Otello), alla Bayerische Staatsoper (Un ballo in maschera) e all’Opernhaus Zürich (La forza del destino). Nel 2020 sarà Jago accanto all’Otello di Fabio Sartori all’Opera di Firenze.
La
Prima su Rai 1
Il
7 dicembre 2016 la trasmissione di Madama
Butterfly in diretta
su Rai 1 ha battuto tutti i record di ascolti per l’opera lirica
sulla televisione italiana con una media di 2.600.000 spettatori
corrispondenti al 13.48 % di share medio. Nel 2017 Andrea
Chénier, titolo
sicuramente meno popolare, si è imposto con 2 milioni 77 mila
spettatori e uno share medio dell’11,1%. La decisione della Rai di
trasmettere la Prima scaligera in diretta sulla prima rete è
confermata anche per il 2018, proseguendo una collaborazione
inaugurata da Paolo Grassi il 7 dicembre 1976 per Otello
di Verdi con la direzione di Carlos Kleiber e la regia di Franco
Zeffirelli. Da allora la RAI e il Teatro alla Scala hanno collaborato
per far conoscere sempre meglio agli italiani lo straordinario
patrimonio del melodramma. Come ogni anno la Rai curerà anche le
dirette presso il Carcere di San Vittore, in diversi teatri italiani
e nei cinema di tutto il mondo.
La
Prima Diffusa
In
occasione del Sant’Ambrogio 2018 torna il palinsesto di attività
di preparazione della Prima scaligera promosso da Comune di Milano e
Edison insieme al Teatro alla Scala. Il programma, che include oltre
50 eventi di preparazione oltre alla proiezione in diretta dell’opera
in teatri e cinema della città, sarà come di consueto annunciato
nel corso di una conferenza stampa nel mese di novembre.
Gli
incontri
Prima
dell’intensa settimana di eventi inclusi in “Prima Diffusa”, il
Teatro e le associazioni vicine alla Scala presentano un ricco
palinsesto di incontri e occasioni di approfondimento:
Giovedì
15 novembre ore 18 - Amici del Loggione, via Pellico 6
Incontro
con gli interpreti: Saioa Hernández e Ildar Abdrazakov
Venerdì
16 novembre ore 18 - Teatro alla Scala, Ridotto dei Palchi
Prima
delle Prime: “Avrai tu l’universo, resti l’Italia a me”
Intervengono
il M° Riccardo Chailly e Sandro Cappelletto
A
cura degli Amici della Scala
Lunedì
19 novembre dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19 - Teatro alla Scala,
Ridotto dei Palchi
Attila,
il
Risorgimento e la Trilogia bellica del giovane Verdi
Convegno
di studi a cura di Franco Pulcini
Intervengono
Armando Torno, Raffaella
Bianchi, Elisabetta
Fava, Liana Püschel,
Helen
M. Greenwald, M° Riccardo Chailly, Emanuele Senici, Anselm Gerhard,
Antonio
Rostagno
Giovedì
22 novembre ore 18 - Amici del Loggione, via Pellico 6
Presentazione dell’opera con
il M° Riccardo Chailly
Venerdì
23 novembre ore 20 - Fondazione Feltrinelli, viale Pasubio 5
Davide
Livermore incontra il filosofo Giorgio Vittadini sull’attualità di
Attila.
Lunedì
26 novembre ore 18 - LAC Lugano
Enrico
Girardi intervista gli scenografi Florian Boje e Cristiana Picco
(Studio Giò Forma)
A
cura di Amici della Scala di Lugano, LAC e Cultweek
Martedì
27 novembre - Teatro alla Scala
ore 19: Intervento del M°
Riccardo Chailly, intervistato in sala da Enrico Girardi prima della
prova aperta - ore 19.30 - a
cura di Fondazione Milano per la Scala.
Venerdì
30 novembre - Teatro alla Scala
ore 18 - Ridotto dei Palchi
Incontro con i lettori di
ViviMilano
Intervengono il M° Riccardo
Chailly e Gian Mario Benzing
Martedì
4 dicembre - Museo Teatrale alla Scala
Apertura al pubblico della
mostra
La
magnifica Fabbrica
– 240 anni del Teatro alla Scala, da Piermarini a Botta
Mercoledì
5 dicembre ore 18 - Barrio’s, Piazza donne partigiane
Presentazione
di Attila
Intervengono il M° Riccardo
Chailly e l’Assessore Filippo Del Corno
Mercoledì
5 e giovedì 6 novembre ore 21 - Spazio Teatro No’hma, Via
Orcagna 2
presentazione di Attila
con Stefano Jacini.
ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala |
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