Ultime recite per il trionfale trittico in danza al Teatro alla Scala
Balanchine - Kylián - Béjart
Trittico di capolavori del Novecento
Grande musica, grande danza, firme di assoluto prestigio nel panorama della coreografia del Novecento: con un trittico di capolavori si suggella la programmazione 2018-2019 di Balletti alla Scala, in attesa dell’apertura della nuova Stagione, dal 17 dicembre, con il debutto scaligero di Sylvia di Manuel Legris.
Fino al 30 novembre dunque riuniti in un trittico George Balanchine con Bizet, nella purezza classica e le meravigliose geometrie di Symphony in C, Jiří Kylián con Mozart, nella raffinata musicalità del gioiello coreografico Petite Mort e Maurice Béjart con Ravel nella potente e trascinante sensualità di Boléro.
La musica ispira e nascono capolavori senza tempo: questo il filo conduttore della serata, che vedrà tornare sul podio Felix Korobov a dirigere l’Orchestra della Scala e protagonisti gli artisti di punta della Compagnia nella varietà di stili e ispirazioni di cui questo trittico è ricchissimo. Apre la serata Symphony in C, grande esempio del genere “concertante” di George Balanchine, strettamente integrato alla musica (la Sinfonia n.1 in Do maggiore di Georges Bizet), senza trama ma non senza espressività, toni e atmosfere. Esaltazione della purezza classica, meravigliose geometrie, simmetrie e forme, nei quattro movimenti, che vedono protagonisti ognuno una diversa ballerina, un diverso partner e il corpo di ballo. L’intero organico di circa cinquanta elementi si riunisce nel travolgente finale. Alla Scala fin dal 1955 vide i nomi di spicco del tempo; ripresa nel 2017 è stata, ed anche ora sarà, una vera vetrina per il Corpo di Ballo e i protagonisti dei quattro movimenti.
Cuore pulsante del trittico Petite Mort di Jiří Kylián torna in scena con il suo fluido inanellarsi di momenti di gruppo e splendidi passi a due dalle diverse tonalità, da quella lirica a quella appassionata e aggressiva, creato su commissione del Festival di Salisburgo nel secondo centenario della morte di Mozart (1991) e per il quale Kylián scelse le sezioni lente di due tra i concerti per pianoforte e orchestra più belli e famosi (al pianoforte Takahiro Yoshikawa). Per la ripresa di questo balletto, che vede protagonisti - come recitano le note di sala - ”sei uomini, sei donne, e sei fioretti, che hanno la funzione di essere veri partners danzanti e talvolta di sembrare meno indisciplinati e ostinati di un partner in carne e ossa”.
Travolgente la chiusura della serata, con un altro “cult”, Boléro, per un altro mostro sacro della coreografia del Novecento, Maurice Béjart. Non ha bisogno di presentazioni questa icona, questo rituale, che nel 2018 - dopo oltre quindici anni di assenza - è tornato alla Scala portando lo straordinario debutto di Roberto Bolle, che torna protagonista nella recita di stasera (27 novembre) e anche di artisti scaligeri che per la prima volta saliranno sul mitico tavolo rotondo: Gioacchino Starace (recita pomeridiana del 30 novembre) e Martina Arduino (recita serale del 30 novembre per ScalAperta).
Date
Mercoledì 27 novembre 2019 - ore 20 - Fuori abbonamento
Sabato 30 novembre 2019 - ore 14,30 - Invito alla Scala per Giovani e Anziani
Sabato 30 novembre 2019 - ore 20 - ScalAperta
www.teatroallascala.org
Bolero - Martina Arduino - ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala |
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