A Roma "FuturaMemoria", prodotto da Spellbound con la direzione di Valentina Marini

FuturaMemoria
prima edizione
4 novembre/28 novembre 2019
ingresso gratuito


“FuturaMemoria”, rassegna alla sua prima edizione, apre i luoghi del Municipio V al confronto e alla riflessione sui temi dell’inclusione e della memoria. 

FuturaMemoria, prodotto da Spellbound con la direzione artistica di Valentina Marini, dal 31 ottobre al 28 novembre 2019, vede protagonisti molti luoghi del Municipio V, dal Teatro Biblioteca Quarticciolo a La Pecora elettrica, dal Centro Anziani Villa Gordiani al Mercato Iris, da La Cantina di Dante al Mercato Villa Gordiani. L’iniziativa è parte del programma di Contemporaneamente Roma 2019 promossa da Roma Capitale-Assessorato alla Crescita culturale e realizzato in collaborazione con SIAE. 

FuturaMemoria, alla sua puntata zero, pone subito in essere un contenitore aperto che si prefigge di fare da cassa di risonanza nelle stagioni a venire di tematiche e questioni in cui lo strumento artistico possa aiutare a recuperare da un lato la verità delle memorie di un passato che si possa dire autentico e dall’altro a farle presente per dare luogo a un dibattito che ribalti i valori di nord e sud, di nero e bianco, di vecchio e giovane, per lasciare alle generazioni a venire un archivio del nostro presente artistico capace di parlare scevro da giudizi di valore. 

Il tempo presente ci sollecita inoltre l’urgenza di riportare la produzione contemporanea sul piano seppur scomodo della necessaria messa in discussione dell’oggi, per costruire un pensiero collettivo che trasformi la paura e l’incertezza in un viaggio a favore della scoperta e dell’inclusione. 

In questa edizione la rassegna nasce accogliendo un programma multidisciplinare che pone all’attenzione del pubblico le tematiche inerenti la relazione tra cultura africana e cultura occidentale, tra integrazione e identità, tra memoria e un futuro possibile. Il cuore del progetto è sollecitato dall’interrogativo posto dall’ultima creazione di Roberto Castello per Aldes, Mbira: quanto ha contribuito l'Africa a renderci quelli che siamo? In questo quesito si traccia da subito il solco che lega il tema della memoria insieme all’aspetto geografico e temporale. L’idea di una rassegna su questa sollecitazione impone un pubblico in dialogo circolare con le tematiche proposte e per questo da un lato la scelta di organizzare una rassegna la cui fruizione sia totalmente gratuita e dall’altro l’ubicazione non solo periferica ma in spazi e orari generalmente non abituali per le azioni artistiche. Le tematiche che compongono i contenuti del progetto FuturaMemoria sono legate in primis ai temi dell’integrazione, della cultura africana e colonialismo, della relazione tra cultura occidentale e cultura africana. 

Il 31 ottobre alle ore 12.00 il progetto è stato presentato alla stampa e al pubblico presso il ristorante La cantina di Dante in via degli Olivi 51 (Centocelle). Sono intervenuti Roberto Zappalà, Elvira Frosini e Daniele Timpano, Valentina Marini, Johanne Affricot, Guido Di Palma, Danila Blasi, Casa dello spettatore, i rappresentanti della mostra Nobody – Odysseo is my name, Monica Faia e Adama Jallow

Contestualmente è inaugurata la mostra Nobody – Odysseo is my name realizzata in collaborazione con la curatela di Ivan Terranova e Gilda Raiti con un gruppo di studenti e docenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania. La mostra nasce da un’attività laboratoriale volta a favorire l’incontro e il dialogo tra giovani stranieri e studenti di fotografia, realizzando una mostra fotografica/narrativa che racconta al pubblico storie di accoglienza, identità e partecipazione. L’iniziativa è a firma dell’Associazione Isola Quassud start-up nel campo dell’intercultura, delle arti e dello spettacolo già finanziata nel 2016 per il progetto MIGRARTI. 

4 novembre alle ore 21.00 al Teatro Biblioteca Quarticciolo apre la rassegna lo spettacolo Mbira l’ultimo lavoro per Aldes a firma di Roberto Castello. Questa tappa fa parte del tour “Milano Roma Maputo e ritorno” - manifesto per la “buona accoglienza culturale”, che parte da Milano, e prosegue a Roma, nel quadro della 34° edizione di Romaeuropa Festival fra l’1 e il 9 novembre, toccando una serie di palcoscenici periferici o non convenzionali quali SpinTime, Spazio Hangar 238, Nuovo Cinema Palazzo. Mbira è un concerto per due danzatrici, due musicisti e un regista che - utilizzando musica, danza e parola – tenta di fare il punto sul complesso rapporto fra la nostra cultura e quella africana. Mbira è il nome di uno strumento musicale dello Zimbabwe ma anche il nome della musica tradizionale che con questo strumento si produce. "Bira" è anche il nome di una importante festa della tradizione del popolo Shona, la principale etnia dello Zimbabwe, in cui si canta e balla al suono della Mbira. Mbira è però anche il titolo di una composizione musicale del 1981 intorno alla quale è nata una controversia che ben rappresenta l'estrema problematicità e complessità dell'intrico culturale e morale che caratterizza i rapporti fra Africa ed Europa. Mbira è insomma una parola che offre un pretesto ideale per parlare di Africa e per mettere in evidenza quanto poco, colpevolmente, se ne sappia, nella convinzione che il gesto più sovversivo oggi sia quello di ricordare che, prima di affermare certezze, in generale sarebbe saggio conoscere l’argomento di cui si parla. 

13 novembre ore 21.00, sempre al Teatro Biblioteca Quarticciolo, riproponiamo Acqua di colonia di Compagnia Frosini/Timpano con l’ospite Sara Vittoria Keita, spettacolo finalista al Premio UBU 2017 come migliore novità drammaturgica italiana: uno spettacolo sul colonialismo italiano, una storia rimossa e negata, che dura 60 anni, iniziata già nell'Ottocento, ma che nell'immaginario comune si riduce ai cinque anni dell' “Impero Fascista”. 

18 novembre alle ore 18.30 presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo, è la volta dello spettacolo Europa Vecchia Madre, in collaborazione con Associazione Pin Doc. Memoria, Inclusione e diversità sono la base di questo progetto nato da un laboratorio di danza sociale condotto negli ultimi cinque anni da Theodor Rawyler con un gruppo di 16 donne intorno agli ottant'anni, testimoni di un conflitto mondiale restituito attraverso gli occhi di un'infanzia vissuta ai tempi di guerra. Sono emersi alcuni temi centrali; la paura, la voglia di giocare comunque, la solidarietà, l'assenza dei padri. Per quanto basato anche su ricordi dolorosi e indelebili, il lavoro è portatore di un grande entusiasmo per la vita, della gioia di poter partecipare, di mettersi in gioco, per esprimersi attraverso un'arte che sembrava ormai preclusa. Il lavoro nella sua restituzione al pubblico è tratto dalle memorie delle donne anziane del laboratorio di danza sociale di ViaTerni9/Roma - Coop. Soc. Meta Onlus. Lo spettacolo è preceduto da un laboratorio rivolto agli anziani del Municipio V. Esperto di danza di comunità, Rawyler è venuto a mancare prematuramente lo scorso 6 settembre e questo omaggio al suo impegno nel sociale è un modo per ricordare e tenere vivo il valore del suo messaggio professionale. 

20 novembre ore 16.00: Il loro sguardo buca le nostre ombre. Diversità e società. La Pecora Elettrica incontro dibattito in collaborazione con il Master Teatro nel Sociale diretto dal prof. Guido Di Palma, Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo, Sapienza Università di Roma 

(Memorie) In Ascolto, nutrire la memoria, rafforzare la memoria, trasmettere la memoria passata, presente, futura, è un segmento della rassegna prodotto da GRIOT [griotmag.com] e dall’associazione culturale LIT, con la direzione artistica di Johanne Affricot, fondatrice del collettivo e della piattaforma creativa e culturale GRIOT. (Memorie) In Ascolto propone un doppio intervento artistico che vede al centro il mercato. Animato, riempito di corpi e voci, esperienze e relazioni, è il luogo in cui i passanti sono sottoposti a un esercizio, sollecitato e spontaneo, di (ri)costruzione e trasmissione della memoria, in forma individuale e/o collettiva, stimolato dall’interazione dell’uno con l’altro, in cui la materialità dell’incontro percorre il reale e il virtuale. 

23 novembre alle ore 11.00, Mercato Iris in piazza delle Iris. Una prima installazione sonora e video a 5 schermi, disseminati in diversi punti del mercato, vede protagonisti 5 artisti musicali: Clavdio, David Blank, Mudimbi, Technoir, Vhelade 

25-26 novembre alle ore 11.00, Mercato Iris e Mercato Villa Gordiani in via Rovigno D’Istria, 28. Una rivista GRIOT in edizione limitata in distribuzione, raccoglie quattro racconti, con immagini, inediti, interpretati dai suoi autori (Claudia Galal, Eleonora Chigbolu, Livio Ghilardi e Louis Fabrice Tshimanga), in una performance di lettura che inizia e si conclude in loop quando il passante si ferma e si siede ad ascoltare. 

28 novembre ore 21, chiude la rassegna, Naufragio con spettatore di Compagnia Zappalà Danza, organizzato presso la sala del Teatro Biblioteca Quarticciolo. Naufragio con spettatore, opera del 2010 ma tristemente attuale, è la prima tappa di Odisseo, percorso creativo dedicato al tema dell’emigrazione/immigrazione nel Mediterraneo e inserito all’interno del più vasto progetto Re-mapping Sicily, di cui rappresenta il secondo punto d’arrivo. Lo spettacolo prende ispirazione dall’omonimo saggio scritto da Hans Blumenberg e incentrato sull’introduzione al secondo capitolo del De rerum naturae di Lucrezio. 

Un ulteriore momento di confronto con il tema della memoria è costituito dalle video interviste ai residenti del quartiere a cura della videomaker Dalila D'Amico, in cui si sedimenteranno tracce di racconti orali che presto potrebbero andare perduti. Filo conduttore di queste attività è la necessità di creare comunità laddove dilaga la frammentarietà. Momenti importanti per una condivisione partecipata del quartiere sarà il percorso di visione Vedere Vicini, curato dalla Casa dello Spettatore, che penetrando le abitazioni dei residenti di quartiere ne allenterà le resistenze facilitando la convivialità. Teatro e Critica, Theatron e Radio Roma 3, nostri media partner seguono l’intera rassegna con contenuti costruiti ad hoc. 

18 novembre ore 19.00, Teatro Biblioteca Quarticciolo / Danza, Laboratorio 
Associazione Pin Doc 
Europa Vecchia Madre 

20 novembre ore 16.00, La Pecora Elettrica / Incontro 
in collaborazione con il Master Teatro nel Sociale diretto dal prof. Guido Di Palma, Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo, Sapienza Università di Roma 
Il loro sguardo buca le nostre ombre. Società e Diversità 

23 novembre dalle ore 11.00, Mercato Iris / Installazione sonora e video 
Clavdio, David Blank, Mudimbi, Technoir, Vhelade – Griot/LIT 
(Memorie) In ascolto- installazione 

25-26 novembre dalle ore 11.00, Mercato Iris- Mercato Villa Gordiani / Editoria & Reading 
Claudia Galal, Eleonora Chigbolu, Livio Ghilardi e Louis Fabrice Tshimanga – Griot/LIT 
(Memorie) In ascolto- diffusione editoriale + reading 

28 novembre ore 21.00, Teatro Biblioteca Quarticciolo / Danza 
Compagnia Zappalà Danza 
Naufragio con spettatore 


La mostra
31 ottobre/28 novembre, La Cantina di Dante / Mostra 
Nobody – Odysseo is my name 
a cura di Ivan Terranova e Gilda Raiti
fotografie di Giulia Barone, Cristina Caramma, Monica Faia, Antonella Labozzetta, Maria Luciano, Teresa Merendino, Andrea Roccaro, Anna Tusa

La mostra fotografica/narrativa Nobody - Odysseo is my name è nata su iniziativa dell’Associazione culturale Isola Quassùd ed è il risultato di un’attività laboratoriale volta a favorire il dialogo tra giovani stranieri e studenti di fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Catania, autori delle opere in esposizione. 

I laboratori, organizzati nella sede dell’associazione Isola Quassùd in via Caltanissetta 9 a Catania, sono stati occasione di incontro e di creazione. Guidati da docenti ed esperti, i ragazzi hanno avuto modo di conoscere realtà diverse dalla propria e mettere in pratica un reale dialogo interculturale. Hanno sperimentano le proprie capacità narrative e visive e preso parte a tutte le fasi di svolgimento della mostra, dall’ideazione alla creazione di contenuti, dall’allestimento al vernissage.

L’idea di cultura partecipata è alla base della mostra che mira a raccontare al pubblico storie di accoglienza e identità attraverso le immagini. Nobody – Odysseo is my name è un esperimento sociale e culturale, che punta a favorire l’inclusione e l’accessibilità culturale, incoraggiare il dialogo, fare rete. 

La mostra è stata inaugurata a Catania in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato il 14 giugno 2019 e visitabile fino al 28 dello stesso mese.

Isola Quassùd è un’Associazione Culturale con sede a Catania, ideata e fondata nel 2004 da Emanuela Pistone, regista e attrice professionista impegnata sin dal ’94 sul campo dell’intercultura.
Luogo di incontro per gli esperti dell’Africa subsahariana; sede di laboratori per giovani stranieri e italiani (teatro, scrittura, fotografia, arti visive); IQ possiede una Piccola Biblioteca d’Africa attraverso la quale promuove autori contemporanei africani e, dal 2015, ha avviato l’attività di Home Restaurant.

Mission: il teatro come veicolo di crescita personale e collettiva da esperire attraverso training, workshop, laboratori, seminari, performance volti ad accrescere e migliorare la consapevolezza di sé e delle proprie capacità. La formazione non convenzionale come strumento di apprendimento e conoscenza reciproca, sia culturale che sociale. L’intento è quello di promuovere e diffondere l’incontro tra culture, soprattutto quelle dell’Africa subsahariana e del Mediterraneo, attraverso il lavoro di gruppo che coinvolge in primo luogo stranieri residenti nel nostro paese guidati da professionisti nel settore dello spettacolo.



Gli spettacoli

4 novembre ore 21, Teatro Biblioteca Quarticciolo / Danza
Roberto Castello
Mbira
concerto di musica, danza e parole per piazze e teatri
musiche MARCO ZANOTTI, ZAM MOUSTAPHA DEMBÉLÉ
testi RENATO SARTI / ROBERTO CASTELLO con la preziosa collaborazione di ANDREA COSENTINO
interpreti SUSANNAH IHEME, GISELDA RANIERI / SUSANNAH HIEME (danza/voce), MARCO ZANOTTI (percussioni, limba) ZAM MOUSTAPHA DEMBÉLÉ (kora, tamanì, voce, balafon), ROBERTO CASTELLO
produzione ALDES - Teatro della Cooperativa
con il sostegno di MIBAC / Direzione Generale Spettacolo dal vivo, REGIONE TOSCANA Sistema Regionale dello Spettacolo, Romaeuropa Festival 
media partner NIGRIZIA
ALDES sostiene l'opera di informazione critica della rivista Nigrizia, cui vanno i proventi della vendita delle t-shirt dello spettacolo
un ringraziamento a Cooperativa Sociale Odissea 


Quanto ha contribuito l'Africa a renderci quelli che siamo?
Per molti secoli europei e arabi hanno esplorato, colonizzato e convertito ogni angolo del pianeta. Oggi tante culture sono perdute e quella occidentale è diventata per molti versi il riferimento universale. Impossibile dire se sia un bene o un male o sapere se i colonizzati prima della colonizzazione fossero più o meno felici. Sta di fatto che il mondo è sempre più piccolo e meno vario, pieno di televisioni che trasmettono gli stessi programmi e di negozi identici che vendono prodotti identici dalla Groenlandia alla Terra del Fuoco, dalla California, a Madrid, a Riyad a Tokio. Ma spesso nel processo di colonizzazione capita che il conquistatore cambi irreversibilmente entrando in contatto con la cultura dei conquistati. Di questo prova a parlare Mbira, un concerto per due danzatrici, due musicisti e un regista che - utilizzando musica, danza e parola – tenta di fare il punto sul complesso rapporto fra la nostra cultura e quella africana. 

Mbira è il nome di uno strumento musicale dello Zimbabwe ma anche il nome della musica tradizionale che con questo strumento si produce. "Bira" è anche il nome di una importante festa della tradizione del popolo Shona, la principale etnia dello Zimbabwe, in cui si canta e balla al suono della Mbira. Mbira è però anche il titolo di una composizione musicale del 1981 intorno alla quale è nata una controversia che ben rappresenta l'estrema problematicità e complessità dell'intrico culturale e morale che caratterizza i rapporti fra Africa ed Europa. 

Mbira è insomma una parola intorno a cui si intreccia una sorprendente quantità di storie, musiche, balli, feste e riflessioni su arte e cultura che fanno da trama ad uno spettacolo che, combinando stili e forme, partiture minuziose e improvvisazioni, scrittura e oralità, contemplazione e gioco, ha come inevitabile epilogo una festa. Mbira è insomma una parola che offre un pretesto ideale per parlare di Africa e per mettere in evidenza quanto poco, colpevolmente, se ne sappia, nella convinzione che il gesto più sovversivo oggi sia quello di ricordare che, prima di affermare certezze, in generale sarebbe saggio conoscere l’argomento di cui si parla. Il teatro borghese nasce per i teatri, la musica pop per gli stadi. Progetti come Mbira nascono invece per tutti quei posti in cui c’è voglia e bisogno di distrarsi, divertirsi e stare bene senza necessariamente smettere di pensare o di porsi domande sul proprio ruolo e sul proprio rapporto con gli altri. 

ALDES è un’associazione di artisti e operatori culturali che dal 1993, sotto la direzione di Roberto Castello, produce e promuove opere di sperimentazione coreografica con particolare attenzione alle forme di confine fra danza e arti visive, danza e nuove tecnologie, danza e teatro, realizzando spettacoli, video, installazioni, performances e manifestazioni che hanno come oggetto il corpo, il movimento e la loro rappresentazione. ALDES è un esperimento di gestione responsabile della cultura, dell’azione artistica e del rapporto con il territorio. ALDES riunisce alcuni tra gli autori italiani di danza più significativi sperimentando modalità organizzative che mirano a sgravare gli artisti da ogni onere burocratico. A partire dal 2008 in provincia di Lucca ALDES da vita a “SPAM! rete per le arti contemporanee” (www.spamweb.it) ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri. Nel gennaio 2019 ALDES riceve un doppio riconoscimento del Premio Ubu 2018: Premio Speciale al progetto ALDES e Premio Speciale ad Andrea Cosentino. Gli autori sostenuti fino ad oggi: Silvia Alfei, Massimiliano Barachini, Caterina Basso, Roberto Castello, Marco Chenevier, Andrea Cosentino, Francesca Foscarini, foscarini:nardin:dagostin, Giorgia Nardin, Aline Nari, Elena Pisu, Stefano Questorio, Giselda Ranieri, Ambra Senatore, Giacomo Verde, Francesca Zaccaria. ALDES è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali / Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo e da Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo e dal 2013 è ufficialmente Residenza Artistica nel quadro della legge toscana per la cultura.

ROBERTO CASTELLO (1960) Danzatore, coreografo e insegnante. 
Castello è probabilmente da ritenersi il più ideologicamente impegnato tra i coreografi che hanno fondato la danza contemporanea in Italia. Nei primi anni ‘80 danza a Venezia nel “Teatro e danza La Fenice di Carolyn Carlson”, dove realizza le sue prime coreografie. Nel 1984, è tra i fondatori di Sosta Palmizi. Nel 1993 fonda ALDES. Premio UBU nel 1986, nel 2003 e nel 2018 (“Il Cortile” / “Il migliore dei mondi possibili” / progetto ALDES). Dal 1996 è curatore di varie manifestazioni e rassegne e, dal 2005 al 2015, è stato docente di coreografia digitale presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. A partire dal 2008, con ALDES, cura il progetto “SPAM! rete per le arti contemporanee” nella provincia di Lucca, ospitando residenze, una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche, incontri. Nel 2017 crea e cura il blog “93% – materiali per una politica non verbale” una piattaforma di riflessione, confronto, e scambio di materiali sul linguaggio non verbale. Durante la sua carriera, collabora, tra gli altri, con Peter Greenaway, Eugène Durif, Rai3 / Fabio Fazio e Roberto Saviano, Studio Azzurro.


13 novembre ore 21.00, Teatro Biblioteca Quarticciolo / Teatro 
Compagnia Frosini/Timpano
Acqua di colonia
testo, regia, interpretazione Elvira Frosini, Daniele Timpano
ospite Sara Vittoria Keita
consulenza Igiaba Scego
voce del bambino Unicef Sandro Lombardi
aiuto regia, drammaturgia Francesca Blancato
scene, costumi Alessandra Muschella, Daniela De Blasio
disegno luci Omar Scala
uno spettacolo di Frosini / Timpano
produzione Romaeuropa Festival, Teatro della Tosse, Accademia degli Artefatti
con il sostegno di Armunia Festival Inequilibrio
si ringrazia C.R.A.F.T. Centro Ricerca Arte Formazione Teatro

Elvira Frosini e Daniele Timpano affrontano il tema del Colonialismo italiano e mette in crisi l’ideologia dominante attraverso una scrittura scenica capace di descrivere l’attualità affondando le radici nel tessuto storico della società italiana.

Una storia iniziata già nell’Ottocento, quella del colonialismo italiano, e protrattasi per oltre sessant’anni ma che, nell’immaginario comune, si riduce ai soli cinque anni dell’impero Fascista. Una serie di eventi assopiti, che, nonostante tutto, plasmano ancora oggi il nostro immaginario insinuandosi in frasi fatte, luoghi comuni, canzoni, letteratura, perfino fumetti e cartoni animati.

Come abbiamo rappresentato e continuiamo a rappresentare l’Africa? Somalia, Libia, Eritrea ed Etiopia, le nostre ex colonie, sono solo un insieme di oasi, tutte uguali, sparse in un unico grande deserto? Come possiamo rapportarci con gli estranei che bussano alle porte dell’Europa se sappiamo così poco di loro? A partire dal mito abusato e frainteso di un Pier Paolo Pasolini ‘à la mode’, Frosini / Timpano sciorinano sul palco fatti storici, documenti e mitologie contemporanee frantumando l’utopia (già in polvere) della società post-razziale.

Come durante il colonialismo l’Africa era per la popolazione italiana un concetto o una pura astrazione, così oggi, ci dice il duo: «I profughi, i migranti, che ci troviamo intorno, sull’autobus, per strada sono astratti, immagini, corpi, realtà la cui esistenza è irreale: non riusciamo a giustificarli nel nostro presente». E i postumi dell’età coloniale ci appaiono: «Come un vecchio incubo che ritorna, incomprensibile, che ci piomba addosso, come un macigno».

Elvira Frosini e Daniele Timpano sono autori, registi e attori che decostruiscono le narrazioni della Storia, analizzando la società a partire dai molti riferimenti che costituiscono l'immaginario e la coscienza contemporanei. “Il nostro dialogo con il pubblico è basato su ciò che condividiamo, qui, oggi: la stessa ipocrisia, gli stessi cliché, le stesse paure.” Tra i riconoscimenti ricordiamo le nomination al Premio Ubu come miglior drammaturgia, ottenute nel 2012 con Aldo morto e nel 2017 con Acqua di colonia. Sempre con Aldo morto la compagnia ha inoltre vinto il Premio Rete Critica 2012 e il Premio Nico Garrone 2013 per il progetto speciale, realizzato con Romaeuropa Festival e Teatro dell’Orologio, Aldo morto 54, 54 giorni di repliche e di autoreclusione di Daniele Timpano in streaming in una cella ricostruita in teatro.



18 novembre ore 18.30, Teatro Biblioteca Quarticciolo / Danza, Laboratorio 
Associazione Pin Doc
Europa Vecchia Madre
coreografia Theodor Rawyler
assistenza e supporto Danila Blasi, Enrica Felici
costumi Daniele Amenta e Yari Molinari
realizzazione musicale Concetta Cucchiarelli in collaborazione con CRM - Centro di Ricerche Musicali
interpreti Vilma Galli, Verena Marzuoli, Renata Strozzi, Giordano Novielli
produzione con il contributo di Mibac e Regione Siciliana
in collaborazione con Coop. Soc. Meta Onlus e CRM - Centro di Ricerche Musicali

Il progetto dello spettacolo nasce da un laboratorio di danza sociale condotto dalla Compagnia Excursus da oltre cinque anni con un gruppo di 16 donne intorno agli ottant'anni, testimoni di un conflitto mondiale restituito attraverso gli occhi di un'infanzia vissuta ai tempi di guerra. Sono emersi alcuni temi centrali; la paura, la voglia di giocare comunque, la solidarietà, l'assenza dei padri. Per quanto basato anche su ricordi dolorosi e indelebili, il lavoro è portatore di un grande entusiasmo per la vita, della gioia di poter partecipare, di mettersi in gioco, per esprimersi attraverso un'arte che sembrava ormai preclusa.

Dalle memorie delle donne anziane del laboratorio di danza sociale di ViaTerni9/Roma - Coop. Soc. Meta Onlus

Theodor Rawyler
È parte della direzione di PinDoc e insieme a Danila Blasi e Ricky Bonavita si occupa anche della direzione artistica del Festival TenDance di Rosa Shocking. Nato in Svizzera si trasferisce nel 1982 in Italia. Nel 1994 fonda insieme al coreografo Ricky Bonavita la Compagnia Excursus. Nel 2007 consegue la laurea magistrale in Storia della danza presso il DAMS dell'Università degli Studi Roma TRE, nel 2018 è docente di Danza di comunità presso il Master Teatro nel Sociale della Sapienza Università di Roma. L'interesse per la danza come pratica condivisa, inclusiva e aperta a tutti accompagna fin dal principio il suo percorso professionale. Attraverso attività laboratoriali in contesti sociali, sociosanitari e clinici avvia una ricerca che sconfina dai canoni estetici e tecnici tradizionali per trovare una "danza possibile" per ogni contesto, dove il vissuto iscritto nei corpi, le potenzialità fisiche (a volte residuali) e l'ascolto delle narrazioni dei partecipanti diventano elementi imprescindibili di una danza condivisa, talvolta aperta allo sguardo partecipativo di un pubblico. È una ricerca che mette costantemente in discussione i limiti della performatività, pur mantenendo come punto di riferimento ideale la tradizione e le regole certe della pratica teatrale con la suddivisione dei ruoli in regista e attore, dei tempi in prove e spettacoli e dei luoghi in spazio scenico e platea.

Per queste attività nell'ambito della danza di comunità (community-dance) è riconosciuto come uno dei maggiori esperti italiani e per i suoi progetti ha messo in rete il servizio sanitario nazionale, università e cooperative sociali con teatri, mostre, festival e compagnie di danza per iniziative realizzate fin dal 2002.



28 novembre ore 21.00, Teatro Biblioteca Quarticciolo / Danza
Compagnia Zappalà Danza
Naufragio con spettatore
prima tappa di Odisseo, dal progetto re-mapping sicily
liberamente ispirato al saggio “Naufragio con spettatore” di Hans Blumenberg
dedicato a Sergio
coreografia e regia Roberto Zappalà
musiche (eseguite dal vivo) J.S.Bach, C.Gounod
drammaturgia Nello Calabrò e Roberto Zappalà
danzatori Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer
al pianoforte Luca Ballerini | soprano Marianna Cappellani
scene e luci Roberto Zappalà |costumi Debora Privitera
responsabile tecnico Sammy Torrisi | produzione e tour manager Maria Inguscio
una coproduzione compagnia zappalà danza – Scenario Pubblico performing arts | in collaborazione con Teatro Stabile di Catania, ArtEZ Arnhem (NL), uva grapes Catania | contemporary dance festival, AME Associazione Musicale Etnea


Naufragio con Spettatore è la prima tappa di ODISSEO, un lavoro sull’emigrazione/immigrazione e sul rapporto che noi bianchi/occidentali abbiamo nei confronti del popolo migrante. Sia il viaggio di Ulisse che molte delle tragiche odissee del tempo presente si dislocano entrambi nella stessa mappa: il mediterraneo. Mediterraneo che vede la Sicilia al suo centro, come sempre la Sicilia è stata tra le massime produttrici di “materiale umano da esportazione” tra ‘800 e ‘900. Odisseo ha debuttato per il Teatro Stabile di Catania nel mese di gennaio 2011 ed è stato sviluppato dal coreografo in diverse tappe “pre-testi”. La prima tappa “pre-testo 1: naufragio con spettatore”, ha debuttato nell’ambito dell’uva grapes Catania contemporary network il 31 agosto 2010. Partendo dall’idea del naufragio si è approdati a concetti quali viaggio, fame/sete, morte/salvezza, assenza di spazio, oltre a riferimenti a Ulisse in quanto naufrago e unico sopravvissuto nell’isola di Alcinoo (e poi anche nel definitivo naufragio secondo la concezione dantesca), e non si è potuto non trattare la cronaca con i continui attraversamenti dei migranti e i conseguenti e tragici naufragi; da quello di Porto Palo (il più grande naufragio della storia del mediterraneo dopo la seconda guerra mondiale) a quello del marzo 2009, con tre imbarcazioni con più di 350 migranti affondati al largo della Libia. Spunti emotivi e riflessioni sono stati tratti anche dall’opera pittorica di Théodore Gericault “la zattera della medusa” e dal saggio “naufragio con spettatore” di Hans Blumenberg.

Compagnia Zappalà Danza. Compagnia di punta del panorama italiano, da 29 anni portatrice del pensiero artistico di Roberto Zappalà, si distingue per la disponibilità di un repertorio ampio e articolato, frutto del lavoro sinergico del coreografo, del suo drammaturgo di riferimento nello Calabrò e dei danzatori che negli anni hanno permesso la realizzazione di oltre 60 produzioni di diversa tipologia, ospitate in tutto il mondo da teatri e festival di rilievo internazionale. Caratteristica delle creazioni è anche un rigoroso lavoro sul linguaggio che nel tempo è stato costruito, denominato MoDem. Tra I premi ricevuti, il Premio Danza&Danza per “A.semu tutti devoti tutti?” e “LA NONA”. Dal 2002 la Compagnia Zappalà Danza è residente a Catania presso Scenario Pubblico, una struttura che ha consentito alla compagnia e al coreografo di ampliare e approfondire il lavoro di ricerca coreografica e di radicarsi sul territorio e nel 2015 ha ottenuto dal MIBAC il riconoscimento di Centro Nazionale di Produzione della Danza, insieme ad altre tre strutture Italiane. La compagnia è associata al festival MilanOltre per il triennio 2018-2020 

FuturaMemoria è una produzione Associazione Spellbound, vincitore del bando “Contemporaneamente Roma 2019” del Comune di Roma in collaborazione con Municipio V, Teatro Biblioteca Quarticciolo, La cantina di Dante, La pecora elettrica, Centro Anziani Villa Gordiani, Mercato Iris, Mercato Villa Gordiani

Media partner: Casa dello Spettatore, Teatro e Critica, Theatron 2.0, Roma Tre Radio, Griot, LIT


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