La Scala ricorda Filippo Crivelli che ha incarnato i mille volti del Teatro milanese del secondo Novecento

Excelsior - ph Brescia e Amisano, Teatro alla Scala

 

Direzione, artisti, lavoratori del Teatro alla Scala piangono la scomparsa di Filippo Crivelli. Pippo, come lo chiamavamo tutti, ha incarnato con intelligenza, ironia, tenerezza e perfidia i mille volti del Teatro milanese del secondo Novecento esplorando mondi e intrecciando linguaggi, dall’opera al balletto alla canzone e alla prosa sui palcoscenici di teatri grandi e piccolissimi ma anche alla televisione e alla radio. Con lui Milano e tutto il teatro italiano perdono un protagonista e un testimone di inesauribile curiosità e malinconica allegria.


Crivelli alla Scala e alla Piccola Scala

Nella sala del Piermarini, che Crivelli impara a conoscere come assistente di Tatiana Pavlova e Franco Zeffirelli lavorando con artiste leggendarie come Maria Callas e Renata Tebaldi, firma da regista due titoli d’opera: Luisa Miller di Verdi nel 1976 con Caballé, Pavarotti e Cappuccilli diretti da Gavazzeni e nel 1995 l’incantevole Fille du régiment ispirata alle Images d’Épinal con Mariella Devia diretta da Donato Renzetti.

Dal 1974 approda alla Scala il Ballo Excelsior, l’”azione coreografica” di Achille Manzotti con musica di Romualdo Marenco nata al Piermarini nel 1881 e a lungo dimenticata. Crivelli, complice il Sovrintendente del Maggio Remigio Paone, ne aveva curato una riedizione fiorentina nel 1967 (anno in cui Crivelli aveva lavorato anche al balletto Work in Progress con Alexander Calder e musiche di Castiglioni, Clementi e Maderna all’Opera di Roma) insieme al coreografo Ugo dell’Ara e allo scenografo Giulio Coltellacci, protagonista Carla Fracci. Il successo fiorentino si rinnova alla Scala, dove viene ripreso nel 1975, 1978, 2000 (con la Fracci danzano Massimo Murru e José Manuel Carreno), 2002 (con Roberto Bolle nella parte dello schiavo) e 2015. Excelsior diviene uno spettacolo simbolo per il Ballo scaligero, che lo porta a Torino e Genova ma anche a Parigi e a Mosca.

Crivelli è stato una delle anime della Piccola Scala, tra Settecento, avanguardia e voci della canzone: a La finta giardiniera di Mozart diretta da Peter Maag nel 1970 seguono Amore e Psiche di Sciarrino e Le cinesi di Gluck nel 1973 con Giampiero Taverna, La favola di Orfeo di Casella e Orfeo Vedovo di Savinio nel 1974 con Ettore Gracis. Nel 1975 crea La notte diffonde gl’incanti, una serata dedicata alla scapigliatura lombarda con Renzo Palmer e Rosalina Neri. Nel 1977 porta alla Piccola The Beggar’s Opera di Britten, mentre nel 1978 accosta il Diario dell’assassinata di Gino Negri con Milva al Pierrot Lunaire di Schönberg con Catherine Gayer. Nel 1989, in trasferta al Teatro di Porta Romana, Crivelli mette in scena anche Pollicino di Henze


Le voci di Milano: Laura Betti, Milly, Milva, Ornella Vanoni

A partire dagli anni ’60 Crivelli è tra i protagonisti di un fondamentale processo di valorizzazione del patrimonio della canzone, tra tradizione milanese, canti di lotta operaia e partigiana, echi francesi e riletture d’autore. Al Teatro Gerolamo cura i recital di Maria Monti (1958), Laura Betti (dal 1960), Milly (dal 1963), Ornella Vanoni (1968), Rosalina Neri (1975) e al Piccolo firma L’arca di Noè con Sergio Endrigo (1970) e 4 marzo 1943 con Lucio Dalla. Nei primi anni ‘80 cura gli spettacoli di Milva con Astor Piazzolla, dal Lirico alle Bouffes du Nord di Parigi.

Ma il nome di Crivelli resta legato soprattutto a Milanin Milanon (Teatro Gerolamo, 1962), un “Ritratto di una città” ispirato a Emilio de Marchi e firmato insieme a Roberto Leydi cui partecipano Milly, Tino Carraro, Anna Nogara, Sandra Mantovani e Enzo Jannacci.


Filippo Crivelli e la Rai

La collaborazione di Crivelli con la Rai, propiziata da Laura Betti negli anni ‘60, si concretizza in una serie di programmi radiofonici dedicati alla canzone milanese (con le voci di Valentina Fortunato e Sergio Fantoni) o ai ritratti di dive scaligere (Katia Ricciarelli), e - a partire da “Spettacolo a Milano” del 1963 con Strehler, Gaber, Carraro, Valentina Cortese, Tino Scotti e Fiorenzo Carpi - in un copioso elenco di programmi televisivi tra teatro, canzone e danza in cui spiccano i nomi di Paola Borboni, Milly, Franca Valeri, Luciana Savignano. Un rapporto particolarmente stretto è quello con Carla Fracci, con cui nel 1967 realizza “C’era una volta uno Schiaccianoci” e a cui dedica “Scarpette rosa” con Walter Chiari, Lina Volonghi, Franca Valeri, Reanto Rascel e Mina.

Nella sterminata produzione di Crivelli, che include tra l’atro numerose regie d’operetta, vanno ancora ricordati almeno L’Orestea di Gibellina di Emilio Isgrò da Eschilo prodotta dal Teatro Massimo di Palermo tra il 1983 e il 1985 con le macchine sceniche di Arnaldo Pomodoro, le 12 Cenerentole in cerca d’autore create con Rita Cirio e Emanuele Luzzati per il Teatro della Tosse di Genova nel 1987 e in generale l’attività nel teatro di prosa. Giovane assistente di Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni, Crivelli nella sua lunga carriera ha collaborato con Dario Fo e Franca Rame e diretto tra gli altri Anna Proclemer e Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foà, Umberto Orsini, Gianrico Tedeschi, Lina Sastri, Elena Ghiaurov.


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