600 artisti da tutto il mondo per gli oltre 170 appuntamenti con le arti dal vivo della Biennale di Venezia

La Biennale di Venezia

Danza Musica Teatro 2022

Wayne McGregor, Direttore del settore Danza © Andrea Avezzù

600 artisti in arrivo da tutto il mondo tra giugno e settembre per gli oltre 170 appuntamenti con le arti dal vivo della Biennale di Venezia, pensati dagli autori e registi Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) per il 50. Festival Internazionale del Teatro (24 giugno > 3 luglio), dal coreografo britannico Wayne McGregor per il 16. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (22 > 31 luglio), dalla compositrice Lucia Ronchetti per il 66. Festival Internazionale di Musica Contemporanea (14 > 25 settembre).


Saranno a Venezia per il teatro, fra gli altri, Asia Argento e Sonia Bergamasco, interpreti dei versi di Alda Merini sul paesaggio sonoro di Demetrio Castellucci; per la danza Sasha Waltz, Sidi Larbi Cherkaoui, Hofesh Schechter, Marco Goecke, Marcos Morau, Aszure Barton, Sharon Eval, sette importanti coreografi per i sette peccati capitali interpretati dalla Gauthier Dance; per la musica Klein, vocalist e polistrumentista anglo-nigeriana, che compone collage sonori tra il R&B e l’elettronica più sperimentale (per l’etichetta di musica classica Pentatone), Yvette Janine Jackson, esponente di punta dello sperimentalismo afro-diasporico con le sue “radio opere” sulla storia di oppressione e le cronache brucianti degli afroamericani, e Helena Tulve, che prosegue la ricerca compositiva di Arvo Pärt e per Venezia ipotizza la creazione di una nuova forma di sacra rappresentazione contemporanea.

E poi i Leoni d’oro alla carriera del Teatro Christiane Jatahy, della Danza Saburo Teshigawara, della Musica Giorgio Battistelli e i Leoni d’argento Samira Elagoz (Teatro), Rocío Molina (Danza), Ars Ludi (Musica).

E ancora: il teatro militante di Milo Rau, la tecnologia performativa made in New York di Caden Manson, gli attori-rifugiati di Christiane Jatahy; l’artista britannica Tacita Dean (dai Young British Artists alla Royal Academy of Arts) per il film d’arte che è ultima testimonianza di Merce Cunningham, il pioniere dell’arte digitale Tobias Gremmler, creatore di spazi virtuali (anche per i video di Björk), i danzatori indigeni e non della compagnia interculturale australiana Marrugeku; il compositore Paolo Buonvino, fra opere multimediali e colonne sonore per il cinema (G. Muccino, N. Moretti, P. Veronese), l’audio visual multimedia artist Alexander Schubert, capace di mettere insieme Ircam e club culture, avanguardia e stili pop, i compositori nativi americani con il progetto dello Shenandoah Conservatory.

Ad alimentare la comunità di artisti ci saranno poi i giovani di Biennale College in residenza a Venezia, con progetti pensati con loro e per loro, parte integrante dei Festival. Sono oltre 900 le domande di partecipazione pervenute da tutti i continenti ai bandi di Biennale College Danza Musica e Teatro per il 2022.


Biennale Teatro

Pensiamo a colori e vedremo il mondo diverso” scrivevano Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) presentando il loro progetto quadriennale. E per il loro secondo anno, il 50. Festival Internazionale del Teatro (24 giugno > 3 luglio) scelgono il rosso, anzi, Rot, in tedesco, perché “ha un suono duro, è un graffio, una lacerazione che racconta uno sforzo, è il rumore dei denti nello sforzo. E’ il rosso che acceca, la metamorfosi della passione, furia che avvampa, iconoclastia; è il sangue che irradia i nostri cuori o il marchio della violenza dei crimini perpetrati… ma è anche il linguaggio del perdono e delle emozioni; è il colore ancestrale dell’Eros… Rot sei tu, il tuo corpo, ma te lo sei dimenticato” (ricci/forte).

Saranno in scena per il 50. Festival: Christiane Jatahy (Leone d’oro) con l’Odissea dei migranti di The Lingering Now, Samira Elagoz (Leone d’argento) e il suo personale migrare del corpo in Seek Bromance; Big Art Group di Caden Manson e Jemma Nelson che in Broke House incrociano Cechov con l’Occupy Movement; Yana Ross e la mascolinità tossica di Brevi interviste con uomini schifosi di D. F. Wallace; il duo Natacha Belova e Tita Icobelli e la loro specialissima arte dei burattini che in Loco fa interagire corpo artificiale e corpo organico; Milo Rau, a Venezia con uno spettacolo - La reprise, che scardina la nostra percezione sul mondo della violenza – e un ciclo di film (The New Gospel, The Congo Tribunal, Orestes in Mosul: the Making of, Familie); il mondo onirico di Peeping Tom con Triptych; la coppia Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con Sovrimpressioni che tocca tangenzialmente il film di Fellini Ginger e Fred; Olmo Missaglia, vincitore del bando Biennale College Registi, che in Una foresta metaforica e reale inscrive le vite di tre millennial; Antoine Neufmars e Aine E. Nakamura, vincitori del bando performance site specific, in scena rispettivamente con Odorama e Under an Unnamed Flower; inoltre, la mise en lecture di En Abyme di Tolja Djokovic e Veronica di Giacomo Garaffoni, testi vincitori del bando per autori di Biennale College; una produzione La Biennale di Venezia in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa.

Un Festival specchio, - scrivono i Direttori - in vibrazione con il mondo, in ascolto dei cambiamenti delle nostre società, le cui missioni primarie saranno la Creazione e la Trasmissione. Un Festival fabbrica di gesti e di parole, dove ispezioneremo al microscopio le nostre esistenze, i nostri eccessi, i nostri sogni, i nostri corpi. Un Festival difensore dei diritti umani, leader di sinfonie poetiche, paladino della resistenza, produttore di diversità, inventore di opportunità, con semplicità, senza alcun lapillo teorico o puntello di ammaestramento” (ricci/forte).

Late Hour Scratching Poetry si intitola la sezione “fuori orario” che vede sera dopo sera, al termine degli spettacoli, reading dai testi di Alda Merini. “Una voce, quella di Alda Merini, i suoi testi di poetica quotidianità, un drappello di interpreti femminili a disegnare una costellazione notturna nella quale la parola diventa pendolo di evocazione e ricomposizione dei frammenti”. Con Asia Argento, Galatea Ranzi, Sonia Bergamasco e le attrici della Scuola d’Arte Drammatica Silvio D’Amico che, sotto la guida della stessa Ranzi, si alzeranno in volo sulle sonorità intessute da Demetrio Castellucci.

Il programma di Biennale College, inoltre, si interseca al festival con il ciclo di masterclass destinato ad attori, performer, danzatori, drammaturghi, cantanti, video artisti, registi, giornalisti, scrittori, studiosi. Fra i maestri: Rosetta Cucchi, Ron Howell, Francesca Dotto; Deflorian/Tagliarini; Caden Manson; Carlus Padrissa/La Fura dels Baus; Milo Rau; Andrea Porcheddu, Davide Carnevali. Il bando di Biennale College – masterclass è on line all’indirizzo: www.labiennale.org/it/biennale-college fino al 20 aprile.


Biennale Danza

Solo prime per il 16. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (22 > 31 luglio) intitolato Boundary–Less. Che così spiega il Direttore Wayne McGregor: “I confini fisici svaniscono con la stessa rapidità con cui vengono ridisegnati quelli geografici. E tuttavia lo spirito dell’uomo trascende continuamente sé stesso verso uno stato di perenne indefinitezza, impermeabilità, libertà. Cosa significa oggi per un artista o un’opera essere senza confini? Si esprime nella scelta dei collaboratori, negli strumenti di espressione che rinnoviamo dall’interno, nel luogo dal quale lavoriamo, o nel tentativo di superare le categorie che definiscono noi stessi e gli altri? Il ‘fare arte’ non è forse, di per sé, l’atto attravers il quale superiamo confini, limiti, barriere? Un modo per re-immaginare? Una nuova modalità di pensare? Arte, probabile spazio liminale dell’intermedio. I lavori e gli artisti di questo secondo anno non sono catalogabili, sfuggono alla singola definizione, in quanto trascendono il genere e il mezzo espressivo con cui lavorano… Il loro essere senza confini apre nuove strade al fare arte e offre al pubblico sfide inedite in materia di percezione e interpretazione”. Diversi i lavori commissionati o co-commissionati dalla Biennale in programma (S. Teshigawara, R. Molina, D. Tortelli), insieme a novità europee e italiane, fra capofila della danza mondiale e nuove voci.

Concorrono a formare “ecosistemi artistici” le diverse discipline di cui si avvale Saburo Teshigawara (Leone d’oro) re-immaginando un’opera seminale come Petrouchka. Mentre la mercuriale danzatrice di flamenco contemporaneo Rocío Molina (Leone d’argento) mette in scena una battaglia fra il suo corpo vulcanico e cinque musicisti dal vivo. Ci guida in un viaggio attraverso il corpo, a partire dalla gola, Diego Tortelli (vincitore del bando per una nuova coreografia italiana) con il suo Fo:NO, un esperimento sonoro e viscerale che vede in scena un beatboxer e tre danzatori.

Riunisce sullo stesso palco sette coreografi di prima grandezza, sette diversi mondi artistici per i sette peccati capitali la Gauthier Dance Company di Eric Gauthier - con Aszure Barton, Sidi Larbi Cherkaoui, Sharon Eyal, Marco Goecke, Marcos Morau, Hofesh Shechter e Sasha Waltz.

Sono confini e barriere reali quelle infrante da Marrugeku, compagnia interculturale di artisti indigeni e non, unica nel suo genere in Australia, sotto la guida della coreografa Dalisa Pigram e la regista Rachel Swain: Straight Talk è un grido di libertà per l’abolizione di tutte le forme di violenza, oppressione, confinamento.

Con potere sciamanico Rudi Cole e Júlia Robert di Humanhood fondono nel linguaggio del corpo fisica moderna e misticismo orientale offrendo in Infinite uno spettacolo che è anche meditazione. A.I.M di Kyle Abraham, voce potente di una visione politica della danza che programmaticamente si impegna a nutrire della storia e della cultura Black, sarà a Venezia con Requiem: Fire in the Air of the Earth; mentre la danza espansa di Trajal Harrell, che metabolizza Vogue dance, postmodern, butoh, ricerca e cultura pop, arriva alla Biennale con Maggie the Cat, dal testo di Tennessee Williams, per interrogarsi su potere, gender, intolleranza, inclusione.

Si spingono oltre i limiti dello spazio reale rendendo visibile l’invisibile Tobias Gremmler con l’installazione scenica digitale di Collisions e Blanca Li con la danza in V/R di Le bal de Paris, dove reale e virtuale si confondono.

Indigo Lewin, esponente di una nuova generazione di fotografi radicali, che mette al centro della sua ricerca il corpo, svelerà i suoi intimi ritratti di danza, colti durante la sua residenza alla Biennale Danza 2021.

Cuore pulsante del Festival, i partecipanti di Biennale College saranno protagonisti di due importanti appuntamenti: un lavoro site specific commissionato a Saburo Teshigawara e uno spettacolo che ripensa Piazza San Marco Event in omaggio a Merce Cunningham che lo realizzò 50 anni fa a Venezia, mentori Daniel Squire e Jeannie Steele del Cunningham Trust. Intitolato Event, lo spettacolo itinerante è frutto della collaborazione tra Biennale College, l’Archivio Storico della Biennale e il Cunningham Trust. Completa il tributo a Cunningham il film d’arte Craneway Event, ultima sperimentazione del coreografo americano intorno alla pellicola, complice l’artista Tacita Dean.

Dance Film Screenings è una giornata non stop di proiezioni video-cinematografiche di ogni genere, misura e formato con documentari, videoclip, microfilm, tutto quanto sia danza sul film e nel film. Incontri e laboratori con gli artisti presenti al Festival completano il programma.


Biennale Musica

In scena a Venezia dal 14 al 25 settembre, il 66. Festival Internazionale di Musica Contemporanea Out of Stage secondo il Direttore Lucia Ronchetti “tratteggia una larga prospettiva del teatro musicale contemporaneo e del ruolo delle nuove tecnologie, della multimedialità, con programmazione di realtà virtuale e realtà aumentata applicata al suono, secondo forme e generi nuovi, codificati dai compositori coinvolti nel festival”.

La Biennale Musica 2022 presenterà nuovi lavori di teatro musicale sperimentale commissionati a Simon Steen-Andersen, Helena Tulve, Michel van der Aa, Paolo Buonvino e Annelies Van Parys, oltre a prime italiane di nuovi progetti di Alexander Schubert, Rino Murakami e Ondřej Adámek co-prodotti con altre istituzioni europee. Di Giorgio Battistelli, Leone d'oro alla carriera del 2022, sarà realizzata una nuova produzione di Jules Verne eseguita dai performer di Ars Ludi, Leone d'argento 2022, nella serata inaugurale del festival al Teatro la Fenice. La nuova produzione prevede la realizzazione di grandi scene sonore nel contesto del progetto scenico a cura di Angelo Linzalata. Battistelli, autore di questa fantasia da camera in forma di spettacolo ispirata a Jules Verne, sarà impegnato nella inedita veste di regista. Il lavoro mette in luce la sua capacità di teatralizzare il gesto esecutivo, evocando l'aspetto immaginifico e fantasioso del mondo ritmico, esplorando la quotidianità nella quale siamo immersi con la capacità di trasformarla in una realtà compositiva poetica e funambolica. Ideali interpreti di questa nuova visione del teatro percussivo, sono Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi e Gianluca Ruggeri, fondatori e componenti di Ars Ludi, musicisti istrionici e carismatici, che vivono ogni impegno performativo come un'esperienza esistenziale da condividere, con divertimento e complicità, comunicando al pubblico il senso della necessità e della gioia di essere in scena, muovendosi agilmente in un set mirabolante che è il loro mondo, dimora ideale di ogni cacciatore di suoni.

Il programma del festival prevede anche alcuni classici del "teatro strumentale" di Mauricio Kagel, Georges Aperghis e lavori di compositori riconosciuti in questo ambito come Carola Bauckholt e François Sarhan” (Lucia Ronchetti)

Ci saranno le voci del compositore curdo-iraniano Mehdi Jalali, della statunitense di origine africana Yvette Janine Jackson, di Klein, performer nigeriana attiva a Londra, del compositore e producer americano di origini taiwanesi X. Lee, del compositore di musica elettronica fiorentino Daniele Carcassi e del gruppo di compositori nativi americani messo in luce dal progetto collettivo dello Shenandoah Conservatory. “Tutti artisti – scrive Lucia Ronchetti - che restituiscono al teatro musicale contemporaneo, in forme mutuate dalla creazione musicale pop e dalla ricerca compositiva non-accademica, la denuncia di spoliazioni, di soprusi, di negazione dei diritti, di mancato riconoscimento e rispetto dell'identità sessuale, che sono tuttora sotto i nostri occhi. La Biennale Musica 2022 vuole offrire un luogo per esprimersi ad alcune di queste voci, sollecitandole a sperimentare forme esecutive nuove”.

Per Biennale College: Paul Hauptmeier presenta una nuova installazione sonora site-specific che impiega la realtà aumentata; Timothy Cape e Daniil Posazhennikov creeranno due nuovi lavori di teatro strumentale; Gemma Ragués una nuova opera radiofonica con aspetti performativi; Tania Cortés e Jacopo Cenni saranno autori di due performance sperimentali con aspetti visivi e installativi; Kathryn Vetter, Dafne Paris, Federico Tramontana, Esther-Elisabeth Rispens saranno interpreti dei lavori di teatro strumentale di Georges Aperghis, François Sarhan e Carola Bauckholt.

Si rinnova la collaborazione con Rai Radio3 per le trasmissioni “Lezioni di Musica” - in diretta dalla Sala delle Colonne, sede della Biennale, con Giovanni Bietti a cura di Paola Damiani - e “Tre soldi”, cinque audio-documentari realizzati da Giovanna Natalini che racconteranno l’esperienza dei giovani artisti di Biennale College Musica.

Undici giovani musicisti under 25, provenienti dai Conservatori del Nord Italia e sotto la guida del drammaturgo e storico della musica Guido Barbieri, assegneranno il Premio alla miglior produzione di teatro musicale e il Premio alla miglior performance tra quelle in programma.


Gli spazi

I Festival di Danza, Musica, Teatro coinvolgeranno tutta la città di Venezia. Dagli spazi storici dell’Arsenale (Teatro alle Tese, Tese dei Soppalchi, Sale d’Armi, Teatro Piccolo Arsenale) a Ca’ Giustinian, la Basilica di San Marco con la Cappella Marciana, il Teatro La Fenice, il Malibran e il Goldoni; dalla Biblioteca Marciana (Sala Sansoviniana) alla Scuola Grande di San Rocco (Sala Capitolare), alla Fondazione Ugo e Olga Levi (Sala Biblioteca); dall’Auditorium Lo Squero della Fondazione G. Cini al Conservatorio B. Marcello fino al Teatro del Parco a Mestre.


Neutralità carbonica

La Biennale ha avviato nel 2021 un percorso di rivisitazione di tutte le proprie attività secondo principi consolidati e riconosciuti di sostenibilità ambientale. Per il 2022 l’obiettivo è quello di estendere il raggiungimento della certificazione della “neutralità carbonica”, ottenuto nel 2021 per la 78. Mostra del Cinema, a tutte le attività programmate dalla Biennale, quali la 59. Esposizione Internazionale d’Arte, i festival di Teatro, Danza e Musica e la 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (si veda la scheda allegata).


Educational

La Biennale di Venezia ha sviluppato, nel tempo, un forte impegno in ambito didattico con le attività “Educational” rivolte al pubblico dei Festival Danza, Musica e Teatro, quali università, scuole, famiglie e pubblico di appassionati e curiosi, coinvolgendo, nell’ultimo decennio, oltre 25.000 persone nelle attività organizzate. Anche per il 2022 è prevista un’ampia offerta, che si rivolge a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie e università. Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono condotte da operatori professionisti selezionati e formati dalla Biennale e si suddividono in workshop, open class, attività interdisciplinari, iniziative interattive e divulgative (si veda la scheda allegata).


Cataloghi

I cataloghi ufficiali realizzati per il 50. Festival Internazionale del Teatro, il 16. Festival Internazionale di Danza Contemporanea e per il 66. Festival Internazionale di Musica Contemporanea sono editi da La Biennale di Venezia e a cura dei Direttori dei tre Settori.

I tre cataloghi approfondiranno i temi, i protagonisti e gli spettacoli in cartellone dei tre Festival e presenteranno anche saggi critici, immagini e inedite illustrazioni. Nei tre cataloghi, saranno presentati i progetti dei giovani artisti che hanno partecipato ai bandi della Biennale College e che parteciperanno, ciascuno con il proprio programma, ai tre Festival di Danza, Musica e Teatro.

L’identità grafica del Settore Danza Musica Teatro è firmata dallo studio Headline, Rovereto così come il layout dei cataloghi della Biennale Danza 2022 e della Biennale Teatro 2022.

Il progetto grafico del catalogo della Biennale Musica 2022 è di Nero Edizioni e le illustrazioni sono di Lucio Schiavon.

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Si ringraziano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il suo importante contributo e la Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della Biennale di Venezia.


Da quest’anno Biennale College è parte del progetto di sviluppo e potenziamento delle attività della Biennale di Venezia, in funzione della realizzazione di un polo permanente di eccellenza nazionale e internazionale a Venezia. Come tale Biennale College rientra nel “Piano di investimenti strategici su siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali” del Piano nazionale per gli investimenti complementari al piano nazionale di ripresa e resilienza.


Continua la collaborazione, avviata lo scorso anno, con la casa di moda di lusso Bottega Veneta, che in qualità di main sponsor sostiene le attività del settore Danza.


Media partner dei settori Danza, Musica e Teatro sarà ancora una volta la Rai, che racconterà e proporrà al pubblico le diverse attività che si terranno in laguna. Alcuni programmi di approfondimento di Rai1 saranno in prima linea, così come Tg1, Tg2, Tg3, Rainews24 e TgR, che si occuperanno degli aspetti informativi insieme ai diversi giornali radio. Non mancherà il supporto di Rai Cultura, Rai Storia, Rai Scuola, Rai Radio3 e il portale web, che seguiranno gli appuntamenti della Biennale di Venezia per il 2022. Attivi anche RaiPlay e RaiPlay Sound con contenuti dedicati.


Si ringraziano per la collaborazione il Comune di Venezia – Settore Cultura, la Basilica e la Procuratoria di San Marco, la Fondazione Teatro La Fenice, il Conservatorio B. Marcello, la Fondazione G. Cini di Venezia, la Biblioteca Marciana, la Fondazione Ugo e Olga Levi, la Fondazione Svizzera per la cultura Pro Helvetia e il Consolato generale di Svizzera a Milano, Palazzo Grassi – Punta della Dogana / Pinault Collection.


Prosegue inoltre l’ormai consolidata collaborazione con Vela - VeneziaUnica, società commerciale della mobilità e di marketing della Città di Venezia, con un accordo finalizzato a un reciproco scambio di promozione e visibilità.


Da oggi tutte le informazioni sulle attività 2022 dei Settori Danza Musica e Teatro sono disponibili sul sito web della Biennale di Venezia www.labiennale.org



La Biennale di Venezia

16. Festival Internazionale di Danza Contemporanea

Boundary-less

Direttore Wayne McGregor

Venezia, 22 > 31 luglio 2022

con il sostegno della Regione del Veneto

Intervento di Wayne McGregor

Direttore del Settore Danza della Biennale di Venezia



Boundary-Less

La danza è, da sempre, la forma d’arte più collaborativa. Lavoriamo con il nostro corpo interagendo con altri corpi, in un dialogo continuo tra spirito e materia. Spesso, noi non parliamo; consentiamo al nostro essere più profondo di irradiarsi e, d’istinto, cominciamo a muoverci; musica, immagini, sentimenti, pulsioni, contatto fisico… stimoli che scaturiscono da una miriade di fonti e risuonano dentro di noi, sollecitando la nostra creatività. Il più delle volte, non ricordiamo da dove nasce un’idea, né dove finisce. Siamo tutti perpetuità e scambio, metamorfosi e trasformazione, come navi che vagano nell’oceano, senza limiti di esplorazione né di potenziale.


I nostri corpi sono più trasmutabili che mai mentre ci addentriamo in mondi virtuali, ci trasformiamo attraverso la meditazione o semplicemente ci teletrasportiamo per un attimo in una sorta di metaverso, quel mondo fantastico in cui tutto è possibile. I confini fisici svaniscono con la stessa rapidità con cui vengono ridisegnati quelli geografici; lo spirito umano trascende sé stesso più e più volte, verso uno stato permanente di indefinitezza, impermeabilità, libertà.


Cosa significa oggi per un’artista o per un’opera d’arte essere senza confini? Lo ritroviamo nelle persone con cui scegliamo di collaborare, negli strumenti di espressione che rinnoviamo dall’interno, nel luogo dal quale lavoriamo o nel tentativo di superare le categorie che definiscono noi stessi e gli altri? Il fare arte non è forse, di per sé, l’atto attraverso il quale superiamo confini, limiti e barriere? Un modo per re-immaginare? Una nuova modalità di pensiero? Arte, probabile spazio liminale dell’intermedio.


La Biennale Danza 2022 avrà 5 programmi tematici: Live/Installazioni, Biennale College, Collaborazioni, Film, Conversazioni/Workshop


Live

Il lavoro e gli artisti del nostro secondo anno sono per molti versi non riconducibili a categorie precise; sfuggono alla singola definizione in quanto trascendono il genere e il mezzo espressivo con cui lavorano. La collaborazione profonda è la chiave della loro attività nella misura in cui gli spazi tra le forme d’arte convergono, si fondono e si trasformano, prendendo una nuova e sorprendente direzione. Il loro essere senza confini apre nuovi canali di creazione artistica e presenta al pubblico sfide inedite in materia di percezione e interpretazione.

Siamo entusiasti di commissionare e co-commissionare nuovi lavori per il Festival di quest’anno - tra cui le prime mondiali di Saburo Teshigawara, Rocío Molina, Diego Tortelli - e attendiamo con trepidazione di lanciare molte prime europee e italiane di tantissimi artisti, dalle iconiche stelle internazionali della danza alle nuove voci emergenti.

Cominciamo con gli impegni delle prime mondiali della Biennale Danza:

Dall’immaginazione del ‘teatro totale’ di Saburo Teshigawara (il nostro Leone d’oro), scultore, danzatore, disegnatore e artista visionario, giunge a noi una prima mondiale entusiasmante: la rivisitazione di Petrouchka, uno dei lavori più significativi dei Ballet Russes. Nella rilettura di questo classico, la ricerca di Teshigawara vuole esprimere il culmine dell’agonia e della disperazione umane, inseparabili dalla pelle e dalla carne.

Nella creazione della sua prima mondiale, attraverso una continua metamorfosi tra il selvaggio, sensuale, verticale, parallelo, violento e tenero, la mercuriale ballerina di flamenco contemporaneo Rocío Molina (il nostro Leone d’argento) porta in scena, in una straordinaria esplosione di energia fisica e creativa, la battaglia tra il suo corpo vulcanico e cinque estatici musicisti che si esibiscono dal vivo.


Diego Tortelli, il vincitore del primo concorso per coreografi italiani della Biennale Danza, colpisce per la visione indagatrice e l’instancabile curiosità. Il suo immaginifico progetto coreografico intitolato Fo:NO ci fa entrare nel corpo attraverso la gola, per un esperimento sonoro e viscerale in cui si mescolano beat boxing, politica identitaria e danza, in tutta la sua complessità.


È molto raro incontrare sette coreografi-autori di massimo livello che condividono un programma di danza rivoluzionario, ma è esattamente ciò che accade con la nuova messa in scena di The Seven Sins della compagnia Gauthier Dance al Teatro Malibran. Aszure Barton, Sidi Larbi Cherkaoui, Sharon Eyal, Marco Goecke, Marcos Morau, Hofesh Shechter + Sasha Waltz collaborano ispirandosi alla loro personale interpretazione di un peccato capitale. Un evento che si annuncia demoniaco e trasgressivo.


Marrugeku crea un teatro danza interculturale indigeno, ispirandosi all’esperienza dell’Australia nordorientale, dove il deserto incontra il mare, l’Australia incontra l’Asia e le culture si intrecciano e si fondono. Per la Biennale Danza 22, l’incisiva opera politica di Dalisa Pigram + Rachel Swain, dal titolo Straight Talk, mette a nudo l’ignominiosa ossessione dell’Australia per l’incarcerazione, in un potente grido di rivendicazione per un cambiamento.


Humanhood, la promettente compagnia di Rudi Cole e Julia Robert, si sta imponendo prepotentemente alla ribalta della scena internazionale, grazie al connubio tra i poteri sciamanici e il linguaggio coreografico somatico ed evanescente dei due artisti. Siamo entusiasti di presentare la loro prima rappresentazione a serata intera, Infinite, a Venezia, in cui fisica moderna e misticismo orientale si fondono nel corpo umano, in parte performance, in parte meditazione. Infinite stravolge completamente la nostra percezione dell’esperienza teatrale; qui il pubblico è invitato ad attingere all’infinito che ognuno di noi porta dentro di sé.


Tormentata ma forte, invisa e mai doma, Maggie the Cat è l’accattivante centro focale di La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams. L’anticonformista artista contemporaneo e acclamato coreografo Trajel Harrell pone Maggie al centro di questa brillante e provocatoria opera d’arte pop e di grande levatura. Maggie the Cat ci parla di potere, questioni di genere, inclusione e rifiuto, attraverso il punto di vista di uno dei personaggi più celebrati del teatro moderno. Harrell ci delizia e ci sorprende con il suo gusto estetico e con un ritmo magistrale.

Nato da una collaborazione straordinaria tra il geniale coreografo MacArthur fellow Kyle Abraham, A.I.M e la leggendaria pioniera della musica dance elettronica Jlin, Requiem: Fire in the Air of the Earth conferisce nuovo respiro al Requiem in re minore di Mozart e ci sorprende. Attingendo a una ricca varietà di generi, danza classica, hip-hop, modern e street dance, Abraham sfida Jlin nella reinterpretazione del celeberrimo Requiem di Mozart, costruendo un proprio suono personale su uno stile di house dance e street dance, nati nella Chicago degli anni Novanta. Da questo nuovo dialogo scaturisce un'opera di grande intensità che ci accompagna nell’esplorazione del dolore, del tormento e della rinascita.



Installazioni

Sviluppando il nostro programma di danza all’insegna ‘della vita oltre il palcoscenico’, accompagniamo l’evoluzione dei vari artisti che lavorano sulle intersezioni tra corpo, tecnologia, realtà virtuale e aumentata, intelligenza artificiale e scienza, per gli spazi delle gallerie, di cui il pubblico possa fruire in modo continuativo.


Quest’anno, l’artista poliedrico Tobias Gremmler, famoso per le collaborazioni con la pop star Björk, presenta Collisions - A Scenographic Media Installation. L’opera di Gremmler, alimentata da forze cinetiche, sconvolge il nostro sistema percettivo e ci educa a un rinnovato apprezzamento della danza. Corpi virtuali, spazi slegati, meccanismi celestiali e vortici d’aria si scontrano e si intersecano per ridare forma alla ‘presenza fisica’ e per guidarci nella partecipazione a nuove forme di bellezza e nella poetica della danza.


La coreografa super star della realtà virtuale (e realtà reale) Blanca Li offrirà nuovamente il suo pluripremiato Le Bal de Paris alla Biennale, dopo aver vinto il Premio miglior esperienza V/R alla 78. Mostra internazionale d'arte cinematografica della Biennale di Venezia, lo scorso anno. Ritengo che questo sia un must, per la Biennale Danza 22; un’opportunità per il nostro pubblico della danza, della nostra arte di partecipare a questa straordinaria e multiforme opera visionaria di sconfinata gioia. Non solo sarete invitati al più grande ballo di Parigi, ma potrete anche travestirvi, danzare e abbandonarvi a un’avventura sensoriale e surreale. Assolutamente da non perdere.


Indigo Lewin, la nostra artista fotografa in residenza dello scorso anno, esporrà i suoi intimi ritratti di danza della Biennale Danza 21, disvelando epici incontri con il nostro recente passato. Lewin, un raggio di luce nella nuova generazione di fotografi radicali, ha sempre messo i corpi al centro della propria opera. In questa installazione, riformula il tradizionale paesaggio fotografico della danza e si concentra sul prosaico, sul quotidiano, mostrando i moderni rituali del danzatore e della danza, nella loro cruda vulnerabilità ed emanazione estatica.



Biennale College

Se il programma Live + Installazioni è il cuore della Biennale Danza, la Biennale College è la nostra linfa vitale. Che dire, dunque, dei futuri creatori d’arte, i visionari di domani…


Biennale College Danza è stata una novità ed è uno degli eventi di punta del 2021, con straordinari giovani artisti che sono cresciuti in maniera esponenziale durante i 3 mesi intensi trascorsi a Venezia. Nel 2022 perfezioneremo e affineremo il nostro modello in modo da fornire un’occasione di apprendimento, formazione e guida impareggiabili, creando opportunità per una giovane schiera di talenti emergenti. 18 giovani danzatori e coreografi da tutto il mondo saranno accolti come artisti in residenza alla Biennale Danza e potranno frequentare lezioni, workshop, sessioni di repertorio e creare nuovi lavori con una moltitudine di incredibili artisti e visionari.


Quest’anno, per una commissione speciale, il nostro Leone d’oro Saburo Teshigawara sarà in residenza a Venezia per collaborare con i partecipanti del College a un evento site-specific all’Arsenale. È un raro privilegio per noi accogliere questo grande maestro della danza, che lavorerà con il College in quello che sarà, ne sono certo, un momento importante per l’avvio della carriera dei partecipanti. Siamo davvero impazienti di condividere con il nostro pubblico della Biennale i risultati di questa esperienza straordinaria e di consolidare la reputazione della Biennale College come laboratorio per la sperimentazione nella danza.



Collaborazione: Times Arrow

Nel 2021 abbiamo ricordato al nostro pubblico che la danza è intrinsecamente collaborativa attraverso progetti che hanno animato le sedi della Biennale Architettura e interagito con esse, apparendo informalmente al pubblico come qualcosa in cui ci si imbatteva per caso. La collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale per celebrare Ismael Ivo è stato un momento molto importante e per questa stagione abbiamo progettato una nuova collaborazione con l’Archivio.

Nel settembre 1972, l’audace sperimentatore Merce Cunningham mise in scena uno storico Event di danza in Piazza San Marco, a Venezia, durante la 35. Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Cinquant’anni dopo, omaggiamo, celebriamo e portiamo avanti l'eredità pionieristica di Cunningham in una collaborazione tra l’Archivio Storico della Biennale, Biennale College e The Cunningham Trust.

Atomizzando l’originale Event di Cunningham per creare una performance site specific che abbia luogo sopra e lungo un canale, Jeannie Steele e Daniel Squire, due danzatori storici della Merce Cunningham Company, insegneranno, proveranno e riallestiranno con i 16 danzatori della Biennale College il repertorio della celebre opera di San Marco. Gli ‘atomi’ di Cunningham saranno danzati su palchi galleggianti e viaggeranno attraverso luoghi chiave per ‘navigare’ fino all’Arsenale, dove prenderà forma un Event di Cunningham della durata di 45 minuti, danzato all’aperto.

Ampliando ulteriormente questo spirito di collaborazione, offriremo la rara opportunità di vedere in una pellicola l’ultima collaborazione di Cunningham con la celebre visual artist britannica Tacita Dean – Cranawey Event.

Sotto forma di installazione, Craneway Event della Dean offre un ritratto cinematografico del compianto coreografo Merce Cunningham mentre guida i suoi danzatori in tre giorni di prove per uno dei suoi “events” di danza nell’ex stabilimento Ford di Richmond, in California. Le ampie finestre dello stabilimento consentono cambi di luminosità e scorci sulla Baia di San Francisco che, interagendo con i danzatori, ne completano i movimenti. Terminato pochi mesi dopo la morte di Cunningham, Craneway Event è un omaggio poetico a questo maestro dell’avanguardia.

Film

Anche quest’anno, la danza su pellicola e nel cinema è una componente illuminante del nostro programma e rappresenta una potente forza sociale e artistica. Dalle nuove avvincenti forme di animazione ai documentari intimi, la varietà e l’ampiezza del lavoro sono sorprendenti. Biennale Danza 22 tratterà il lavoro cinematografico degli artisti del Festival, le opere importanti di registi affermati e visioni sperimentali.


Conversazioni/Workshop

Conversazioni curate e opportunità di discussione per incontrare artisti e comprendere in modo più personale il loro lavoro e la loro visione artistica: questa profondità di interazioni è centrale nel nostro festival. Lo è tutti gli anni e riflette il nostro impegno di voler ampliare le porte di accesso al talento così come alle formidabili esperienze che portiamo alla Biennale. Porteremo avanti il nostro programma di guida sotto forma di conversazione attraverso il progetto ‘Scrivere in residenza’ dell’Archivio Storico della Biennale, valorizzando un nuovo gruppo di giovani curatori e giornalisti di danza e offrendo loro l’impareggiabile opportunità di praticare il mestiere in situazioni reali e pubbliche.


Il nostro programma di Workshop e Masterclass offre a pubblico e danzatori una serie di possibilità e di opportunità di lavorare fisicamente in studio con gli artisti del Festival. Attraverso la condivisione della tecnica, del repertorio e dell’attività creativa, corpo a corpo, il nostro intento è quello di stimolare, mettere alla prova e coinvolgere. Ogni artista che esegue o presenta un lavoro alla Biennale Danza 22 offrirà un workshop per un ampio numero di partecipanti, durante il Festival stesso. Questo programma di workshop consente a un pubblico eterogeneo di danzatori professionisti e non professionisti di sperimentare dal vivo gli incredibili mondi di fisicità dei talenti della nostra Biennale e di godere della potenza della danza in azione.

Nel sostenere attivamente una nuova generazione di danzatori, Biennale Danza porterà avanti i due programmi di commissioni che mirano a valorizzare, per il futuro, nuove realtà emergenti. Il primo dedica risorse al Leone d’argento; il secondo è una commissione assegnata a un artista della danza italiano che comprende sostegno finanziario e artistico, oltre all’impegno a presentare il lavoro commissionato in occasione della Biennale successiva. La domanda per le candidature per l’assegnazione 2023 sarà aperta nel corso di quest’anno.

Si ringrazia Bottega Veneta per aver sostenuto ancora una volta la nostra visione e il nostro programma della Biennale Danza 2022. Non solo per il sostegno e il patrocinio al lavoro degli incredibili artisti internazionali che invitiamo a Venezia, ma anche per il dialogo creativo e la collaborazione che abbiamo potuto condividere al fine di realizzare, insieme, i nostri progetti artistici. È un vero piacere lavorare per qualcosa di più grande.

La nostra Biennale Boundary-less invita il pubblico a un’esperienza di danza con danzatori, coreografi, compositori e artisti che sono veri e propri distruttori di confini, che scelgono di operare in questi spazi liminali in-between o in collaborazioni inaspettate e viscerali, spesso provocatorie. Biennale Danza 22 vi accoglierà, accompagnandovi nel loro mondo sorprendente.


Wayne McGregor

Nato a Stockport (Gran Bretagna) nel 1970, Wayne McGregor CBE (Commander of the Order of the British Empire) è un coreografo e regista britannico. Dirige lo Studio Wayne McGregor, una rete creativa che allarga le frontiere dell’intelligenza del corpo attraverso la danza, il design, la tecnologia. Il lavoro di McGregor affonda le radici nella danza, ma abbraccia una molteplicità di ambiti che includono la tecnologia, le arti visive, il cinema, l’opera e la formazione, al pari della compagnia omonima di danzatori, Company Wayne McGregor, che presenta i suoi spettacoli in tutto il mondo.

Wayne McGregor è Resident Choreographer presso The Royal Ballet, il primo e l’unico a provenire dalla danza contemporanea a ricoprire quel ruolo, firmando 18 lavori che hanno ridisegnato il linguaggio classico: da Chroma, Olivier Award for Best New Dance Production, a Woolf Works, sulla vita e le opere di Virginia Woolf. I suoi lavori sono in repertorio nelle compagnie di tutto il mondo, fra cui Ballet de l'Opéra national de Paris, Alvin Ailey American Dance Theater, New York City Ballet, Bolshoi Ballet, Royal Danish Ballet e San Francisco Ballet. Ha realizzato coreografie per il teatro (Old Vic, National Theatre, Royal Court), l’opera (La Scala/Royal Opera House Dido and Aeneas, Acis and Galatea), il cinema (Harry Potter and the Goblet of FireSing, Mary Queen of Scots), video musicali (Radiohead, The Chemical Brothers), la moda (Nick Knight for SHOWstudio, Soma for COS, Gareth Pugh alla London Fashion Week), campagne pubblicitarie (Selfridges, Boots No 7) e TV.

Recentemente Wayne McGregor ha debuttato con The Dante Project per il Royal Ballet dove ha collaborato con il compositore Thomas Adès autore della nuova partitura e con la celebre artista Tacita Dean, che ha curato scene e costumi. L’atteso concerto ABBA Voyage, con coreografie di Wayne McGregor, debutterà a maggio, mentre a luglio McGregor presenterà una nuova produzione per la compagnia di ballo del Teatro alla Scala di Milano: Les Noces (prima mondiale) e AfteRite (prima italiana). Sempre nel 2022 McGregor porterà in scena la visione post-apocalittica di Margaret Atwood con il balletto in tre atti MADDADDAM, basato sulla trilogia della acclamata scrittrice: Oryx and Crake, The Year of the Flood e MaddAddam. Commissionata dal National Ballet del Canada e dal Royal Ballet, MADDADDAM sarà realizzata su partitura originale di Max Richter, e con il disegno luci di Lucy Carter, le scene di We Not I, il film di Ravi Deepres, e la drammaturgia di Uzma Hameed, riunendo i collaboratori storici del balletto di McGregor Woolf Works vincitore di un Oliver Award.

E’ professore di coreografia al Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance. Fra I tanti premi e riconoscimenti: due Time Out Awards, due Olivier Awards, un prix Benois de la Danse e due Golden Mask awards. Ha, inoltre, una laurea con lode presso la Leeds University, un Honorary Doctor of Science presso la Plymouth University, un Honorary Doctor of Letters presso l'Università di Leeds, Dottorati onorari della UAL e dell'Università di Chester (2019) e fa parte del Circle of Cultural Fellows del King's College di Londra. Nel 2017 è stato insignito di una Honorary Fellowship della British Science Association.


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