Lascia ch'io... il progetto dell'attesa / Aterballetto e I Teatri di Reggio Emilia
IL PROGETTO DELL’ATTESA
Lo spettacolo dal vivo sta attraversando un tempo sospeso,
“separato” dal proprio pubblico
Una lunga e dolorosa attesa, che emerge in “Lascia ch’io…”, installazione video, coprodotta da Fondazione I Teatri e Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, visibile fino all’8 dicembre 2020, su uno schermo collocato in una vetrina affacciata su piazza del Monte di Reggio Emilia.
“Lascia ch’io…”, concept e regia del coreografo Diego Tortelli in collaborazione con Carlo Cerri, con i danzatori di Aterballetto, è stato realizzato durante il lockdown al Teatro Municipale Valli.
Un quadro in movimento dai tempi infiniti, come infinita sembra l’attesa di poter ritornare a godere dell’arte in presenza, di partecipare insieme, in uno stesso luogo, al momento artistico.
Il video, realizzato dalla filmmaker Valeria Civardi, racconta di un Teatro Municipale Valli deserto, in cui i danzatori compiono un flusso di micro-gesti, di una tempesta sulla scena tra ordine e disordine, tra armonia e caos.
Il finale del video, liberatorio, si scoprirà tramite un QR-code, che permetterà ad ogni passante di collegarsi direttamente con il proprio cellulare al momento in cui lo spettacolo dal vivo, finalmente, potrà fare cadere quel velo che lo separa dal proprio pubblico.
Un finale poetico che racconta nella sua bellezza anche la sofferenza di un’attesa imposta.
Sperando davvero che, nella realtà, questo accada al più presto.
“I Teatri e Aterballetto, con questo piccolo gesto – dicono il direttore dei Teatri, Paolo Cantù e il direttore della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, Gigi Cristoforetti – vogliono dare un segno di presenza e di vicinanza alla città. Come tutti i teatri e le Compagnie di danza d’Europa, vogliamo dire a tutto il settore e al pubblico: siamo chiusi ma non fermi, con voi abbiamo aspettato e ora siamo pronti ad accogliervi nuovamente…”.
Alcuni estratti dal video di piazza del Monte saranno anche online fino all’8 dicembre sui siti web di Teatri e Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e, dal giorno 9 dicembre, anche la conclusione dell’opera con il cortometraggio finale.
La Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto è l’unico centro di produzione di natura totalmente pubblica. Il nostro obiettivo di fondo è chiaro: interpretare durante il triennio 2018-2020 una politica culturale e non solo una missione artistica. Per rispondere agli investimenti del Mibact, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Reggio Emilia con una visione strategica sul piano territoriale, nazionale e internazionale. Per dare vita ad un’istituzione nuova, capace di assumere funzioni di promozione e sviluppo della danza nel nostro Paese, e di proiettare l’immagine della danza italiana con i suoi artisti sul piano internazionale. La politica culturale che perseguiamo ad ogni livello è quella dell’integrazione e della collaborazione. Siamo a disposizione, ma soprattutto ci sforziamo di elaborare piattaforme progettuali sulle quali far salire compagni di strada, siano essi realtà legate alla danza, al teatro, all’arte, alla musica o alla produzione di pensiero sociale. Nella concezione che ci guida il punto di partenza è sempre il progetto: vogliamo avviare esperimenti di collaborazioni multidisciplinari, e perciò definiamo percorsi condivisi con il mondo del teatro e dell’arte, approfondiamo la relazione con il mondo della musica, e ci apriamo fino a integrare categorie “silenti” ma ricche di una sensibilità unica e superiore (come i bambini, o le persone più fragili) nella nostra dimensione creativa e produttiva.
Nata nel 1977 come Compagnia di Balletto dei Teatri dell’Emilia Romagna diretta da Vittorio Biagi, dal 1979 la compagnia ha assunto la denominazione Aterballetto sotto la guida di Amedeo Amodio. Formata da danzatori solisti in grado di affrontare tutti gli stili, Aterballetto nel corso della sua storia ha goduto di ampi riconoscimenti sia in Italia sia all’estero, grazie all’alta qualità dei suoi interpreti e alle direzioni dello stesso Amodio (1979-1997), di Mauro Bigonzetti (1997-2007, fino al 2012 coreografo principale) e di Cristina Bozzolini (2008-2017). Dal 2017 Gigi Cristoforetti è direttore coadiuvato dalla direttrice di compagnia Sveva Berti. Nel corso della sua storia più recente tanti sono i coreografi italiani e internazionali che hanno collaborato con la compagnia, tra cui Mauro Bigonzetti, Michele Di Stefano, Andonis Foniadakis, William Forsythe, Johan Inger, Jiri Kylian, Cristiana Morganti, Jiri Pokorny, Cristina Rizzo, Hofesh Shechter e Giuseppe Spota.
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