Si avvicinano le stelle protagoniste di Les Étoiles, a cura di Daniele Cipriani
LES ÉTOILES
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA DI ROMA
24-25-26 gennaio 2020
Sergio Bernal ne “Il Cigno” di Ricardo Cue | Ph Malcolm Levinkind |
Anche se procedono felpatamente, “in volo e sulle punte” secondo il celebre motto di questo gala, sentiamo già avvicinarsi le stelle del balletto che saranno le protagoniste di Les Étoiles, a cura di Daniele Cipriani, il gala di danza più atteso della capitale. La loro grande marcia è diretta infatti all’Auditorium Parco della Musica di Roma dove i fuoriclasse della danza internazionale saranno in scena alla Sala S. Cecilia il 24 e 25 gennaio (ore 21) e il 26 gennaio 2020 (ore 17).
Spettatori provenienti da tutta Italia e dall’estero che, in alcuni casi, prenotano con addirittura un anno di anticipo, sono la riprova che il gala di Daniele Cipriani sia ormai uno spettacolo cult: non sorprende quindi che l’attesa tra gli appassionati di Les Étoiles, sia davvero (è il caso di dirlo)… alle stelle!
Spettatori provenienti da tutta Italia e dall’estero che, in alcuni casi, prenotano con addirittura un anno di anticipo, sono la riprova che il gala di Daniele Cipriani sia ormai uno spettacolo cult: non sorprende quindi che l’attesa tra gli appassionati di Les Étoiles, sia davvero (è il caso di dirlo)… alle stelle!
Si dice che con il passare delle epoche, via via che si va allargando lo stato di coscienza dell’essere umano, si allarghi anche l’universo: innegabile che, in parallelo alle esplorazioni del subconscio da parte dei padri della psicanalisi nel XX secolo, sono avvenute scoperte di nuovi pianeti e stelle da parte degli astronomi.
In questa 9a edizione di Les Étoiles (poiché alle cinque precedenti edizioni romane si devono aggiungere quelle di Venezia, Cagliari e Ravenna, ricordandosi che la 10a edizione si terrà al Comunale di Bologna il 26 e 27 settembre 2020), anche il firmamento stellato di Daniele Cipriani si espande ulteriormente: aumenta il numero delle stelle che danzeranno ed aumentano anche il numero delle serate, portate eccezionalmente a tre.
E anche la ‘sorpresa’, preannunciata ogni anno ma svelata solo all’ultimo, potrebbe riverlarsi particolarmente gustosa...
In questa 9a edizione di Les Étoiles (poiché alle cinque precedenti edizioni romane si devono aggiungere quelle di Venezia, Cagliari e Ravenna, ricordandosi che la 10a edizione si terrà al Comunale di Bologna il 26 e 27 settembre 2020), anche il firmamento stellato di Daniele Cipriani si espande ulteriormente: aumenta il numero delle stelle che danzeranno ed aumentano anche il numero delle serate, portate eccezionalmente a tre.
E anche la ‘sorpresa’, preannunciata ogni anno ma svelata solo all’ultimo, potrebbe riverlarsi particolarmente gustosa...
Il conto alla rovescia per questo viaggio stellare è iniziato. Le étoile non sono state ancora tutte annunciate ma possiamo intanto anticipare che la portabandiera dell’armata danzante sarà la popolarissima ballerina argentina, ormai simbolo de Les Étoiles per numero di presenze in campo, Marianela Nuñez che avrà accanto il russo Vadim Muntagirov, danseur noble dei più puri (detto “Vadream” perché considerato il partner del sogno dalle ballerine del Royal Ballet di Londra, compagnia da cui sia lui che la Nuñez provengono); interpreteranno passi a due del repertorio classico (La Bayadère e Bella Addormentata), mentre la coppia costituita dal tedesco Friedemann Vogel e dalla spagnola Elisa Badenes, interpreterà Legend, brano di John Cranko, demiurgo dello Stuttgart Ballet (loro compagnia di provenienza), e una scelta contemporanea, Mona Lisa di Itzik Galili, brano che colpisce per il suo atletismo spinto.
Già da queste anticipazioni si evince che una delle caratteristiche che rende Les Étoiles così diverso da altri gala di danza è proprio la scelta del programma, che spazia dai classici di repertorio di Petipa, conditi di fouettés, grands jetés ed altri virtuosismi mozzafiato, a brani firmati da grandi nomi della coreografia del XX secolo o da coreografi contemporanei di punta.
La ballerina francese Aurélie Dupont, già étoile dell’Opéra di Parigi di cui oggi è la direttrice, sceglie di interpretare la ricostruzione di Ekstasis, leggendario assolo di Martha Graham, e un brano di Alan Lucien Øyen, coreografo norvegese attualmente molto in vista; invece Robert Fairchild, già principal del New York City Ballet, arriva direttamente da Broadway per condurci nello scintillante mondo dei musical con un brano tratto da Un Americano a Parigi, acclamato spettacolo di Christopher Wheeldon.
La ballerina francese Aurélie Dupont, già étoile dell’Opéra di Parigi di cui oggi è la direttrice, sceglie di interpretare la ricostruzione di Ekstasis, leggendario assolo di Martha Graham, e un brano di Alan Lucien Øyen, coreografo norvegese attualmente molto in vista; invece Robert Fairchild, già principal del New York City Ballet, arriva direttamente da Broadway per condurci nello scintillante mondo dei musical con un brano tratto da Un Americano a Parigi, acclamato spettacolo di Christopher Wheeldon.
Attesi anche la stella del Bolshoi di Mosca, il russo Denis Rodkin, e il coreano Young Gyu Choi del Balletto Nazionale Olandese, mentre a grande richiesta ritorna lo spagnolo Sergio Bernal del Balletto Nazionale Spagnolo, ballerino carismatico che elettrizza gli spettatori fin dall’istante in cui appare in scena.
Les Étoiles 2020 sarà soprattutto l’omaggio di Roma ad Alicia Alonso, mito del balletto mondiale scomparsa poche settimane fa. Per celebrare la loro grande maestra arrivano i cubani Yanela Piñera (Queensland Ballet di Brisbane, Australia) e Luis Valle (Ballet Méditerannée dell’Opera di Nizza), sfoderando in un brano tratto dal Don Chisciotte e nel passo a due Acque di Primavera di Asaf Messerer (dove i ballerini passano più tempo in aria che sul palcoscenico), quello scatenato brio caraibico che contraddistingue le stelle formatesi sotto la guida dell’Alonso, all’ombra delle palme de L’Avana.
“È naturale, parlando di Les Étoiles,” dice Daniele Cipriani, “accennare all’internazionalità dell’evento, visti i molteplici paesi di provenienza degli artisti (ballerini, coreografi, compositori), e sottolineare la sua universalità, dovuta al linguaggio tersicoreo che li riunisce tutti sotto un’unica bandiera. Lo faccio tutti gli anni, e lo voglio fare ancora. Ultimamente, mi è capitato di ripensare all’ultimo quadro, quello più celebre, del Ballo Excelsior (balletto ottocentesco italiano che fece furore in tutto il mondo) dove si vede una “Marcia delle Nazioni” in un tripudio di bandiere svettanti da tutto il mondo. È l’apoteosi della Pace, il trionfo della Concordia, con tutte le nazioni che si salutano sorelle. Mi piace pensare che il gala Les Étoiles sia l’attualizzazione – cioè, la loro applicazione in un contesto moderno – degli ideali che furono alla base di Excelsior e ne diventarono i personaggi, con i nomi di Luce, Civiltà, Progresso, Fratellanza, Amore. Ne Les Étoiles, gli stessi ideali sono alla base dell’intero ed ambizioso progetto, in veste attuale, ma con lo stesso ottimismo.”
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