Il Teatro alla Scala ricorda Claudio Abbado con un titolo fondamentale del suo repertorio
Cinque
anni senza Abbado, la
Scala lo ricorda con
La Cenerentola
Il
Teatro alla Scala ricorda il direttore scomparso il 20 gennaio 2014
riproponendo uno
dei titoli fondamentali del suo repertorio: La
Cenerentola
di Rossini nello
spettacolo di Jean-Pierre Ponnelle
Claudio
Abbado, Direttore Musicale del Teatro alla Scala dal 1968 al 1986, si
spegneva a Bologna cinque anni fa, il 20 gennaio 2014.
La sua
scomparsa lasciava un vuoto angoscioso nel mondo musicale: nel corso
della sua vita Abbado aveva lasciato un segno profondo di qualità
musicale, visione del futuro, dignità civile e profonda serietà,
lasciando una testimonianza unica sul valore della musica nella
formazione culturale e umana dei singoli come nello sviluppo delle
comunità.
Lo hanno pianto le orchestre da lui fondate e le
istituzioni che aveva rinnovato, le città in cui aveva lasciato il
segno e i tanti che lo seguivano ovunque dirigesse.
Il 27 gennaio
erano riuniti in migliaia in piazza della Scala a Milano - dove era
ritornato a dirigere il 30 ottobre 2012 - ad ascoltare le note della
Marcia funebre dell’Eroica di Beethoven eseguita in sua
memoria dalla Filarmonica della Scala diretta da Daniel Barenboim.
Il Teatro
alla Scala ricorda il suo Direttore Musicale riportando in scena uno
dei momenti più gioiosi e gravidi di futuri del suo percorso
musicale.
Il 19 aprile 1973 Abbado entrava nella buca scaligera per
dirigere La Cenerentola di Gioachino Rossini, con la regia di
Jean-Pierre Ponnelle e Lucia Valentini Terrani, Luigi Alva e Paolo
Montarsolo protagonisti.
Lo spettacolo faceva seguito alla
rivelazione de Il barbiere di Siviglia con cui nel 1970 Abbado
e Ponnelle, complici Teresa Berganza e Hermann Prey, avevano
rivoluzionato il modo di concepire il Rossini comico, presentando per
la prima volta in Italia la revisione critica di Alberto Zedda.
La
trilogia sarebbe stata completata con L’italiana in Algeri
(ancora con la Berganza, revisione di Azio Corghi) per
l’inaugurazione della Stagione 1973/1974, unico caso di opera buffa
scelta per un 7 dicembre.
La
trilogia buffa realizzata con Ponnelle, cui sarebbe seguito Il
viaggio a Reims nel 1985, è solo un aspetto dell’infinita
curiosità e dell’entusiasmo di Abbado, che ha fatto del Teatro
alla Scala un riferimento assoluto per la capacità di combinare
qualità musicale, molteplicità di interessi e repertori,
sensibilità allo sviluppo di regia e scenografia e capacità di
inclusione di un pubblico sempre più vasto e diversificato.
Alla
Scala, Abbado ha diretto un repertorio sterminato, da Rossini a Nono,
da Verdi a Schoenberg.
Ha realizzato festival dedicati a Musorgskij,
a Stravinskij, a Berg, in cui si eseguiva tutta la musica di quegli
autori e si facevano convegni internazionali di cui rimanevano gli
atti, ad arricchire la riflessione.
Insieme a Maurizio Pollini ha
portato la musica in città, nelle scuole, sui posti di lavoro
Alla
Scala ha aperto cicli speciali per Giovani e Anziani, che ancora sono
rimasti nell’offerta del Teatro.
Sempre attento agli sviluppi del
teatro musicale, ha lavorato con i registi più importanti e
innovativi, offrendo spettacoli rivelatori che sfidavano i canoni
tradizionali: fondamentali le collaborazioni con Giorgio Strehler,
Yurij Ljubimov, Luca Ronconi.
Impossibile ricordare tutti i cantanti
che hanno lavorato con lui alla Scala, necessario menzionare il ruolo
straordinario del Maestro del Coro Romano Gandolfi.
Claudio
Abbado ha diretto alla Scala 362 spettacoli d’opera, 217
concerti e 6 balletti, per un totale di 567 serate. Per la prima
volta il suo nome compare in locandina il 24 novembre 1960, per un
concerto dedicato ad Alessandro Scarlatti, con l’Orchestra del
Teatro e il Coro Filarmonico di Monaco, ma alla Piccola Scala. Ha 27
anni. Il 27 marzo del 1965 segue Atomtod di Giacomo Manzoni,
sempre alla Piccola Scala. Il vero debutto nella Sala grande del
Piermarini, con l’Orchestra e il Coro della Scala, avviene il 2
luglio del ’65, con Brahms e la Seconda Sinfonia di Mahler.
Nel 1968 Claudio Abbado diventa Direttore Musicale dell’Orchestra,
nel 1972 assume l’incarico di Direttore Musicale del Teatro, che
conserverà fino al 1986. Nel 1982, insieme ai musicisti
dell’Orchestra, fonda la Filarmonica della Scala, istituzione
indipendente ispirata ai Wiener Philharmoniker e votata allo sviluppo
del repertorio sinfonico. Il grande ritorno dopo 26 anni e l’ultima
apparizione alla Scala è del 30 ottobre 2012, con un’orchestra
formata da elementi della Filarmonica e dell’Orchestra Mozart; in
programma il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 di Chopin
con Daniel Barenboim al pianoforte e la Sesta Sinfonia di
Mahler.
A cinque
anni dalla scomparsa di Claudio Abbado (Milano, 26 giugno 1933 -
Bologna, 20 gennaio 2014) il Teatro alla Scala riporta in scena La
Cenerentola nell’allestimento di Ponnelle, visto per l’ultima
volta nel 2005, e sempre nell’edizione critica della Fondazione
Rossini di Pesaro curata da Alberto Zedda, il grande musicologo e
direttore rossiniano scomparso nel 2017. Mentre si spengono i
riflettori sul centocinquantenario del compositore (già
celebrato al Piermarini con una mostra a cura di Pier Luigi
Pizzi), La Cenerentola torna per undici recite dal 10 febbraio
al 5 aprile, con la direzione di Ottavio Dantone e la ripresa
registica affidata a Grischa Asagaroff. Protagonista è
Marianne Crebassa, che ha recentemente trionfato nella parte a
Parigi, al suo primo ruolo rossiniano al Piermarini. Con
lei Maxin Mironov, elegante continuatore di un’illustre
tradizione di tenori rossiniani russi che risale a Nicola
Ivanoff, e Carlos Chausson come Don Magnifico, mentre come
Dandini si alternano due beniamini scaligeri come Nicola Alaimo
e Mattia Olivieri e come Alidoro Erwin Schrott, al suo
atteso ritorno scaligero, e Alessandro Spina. Le sorellastre
saranno interpretate da soliste dell’Accademia.
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Claudio Abbado, archivio Teatro alla Scala, Milano |
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