A Tropea ritorna il festival calabrese "Culture a Confronto"

Culture a Confronto 2018 
VI^ Edizione

Organizzato da Gruppo Folk Città di Tropea

19 agosto - 20 agosto

Tropea


Anche quest’anno la capitale turistica della Costa degli Dei offrirà ai suoi turisti, e a tutti gli abitanti di Tropea e della Calabria, i colori e i suoni del folklore mondiale con la due giorni del festival “Culture a confronto”.

Il tema di questa VI edizione, che si terrà nelle due serate del 19 e 20 agosto, è "La ricchezza delle Diversità".

A sottolineare questo tema ci saranno i coloratissimi costumi, i ritmi e le danze di gruppi folklorici provenienti da sei Nazioni: Messico, Ecuador, Martinica, Francia, Corea del Sud e Polonia, mentre per l'Italia sarà presente il gruppo Folk "Città di Tropea" e vedrà le collaborazioni del Centro Studi "Città dei due Mari" e la scuola di Danza "Maison de la Danse", che animeranno le vie del centro storico cittadino per poi offrire al pubblico che si riunirà ai piedi del Santuario della Madonna dell’Isola uno spettacolo di altissimo livello culturale.


Programma

* Sfilate serali per le vie del centro storico di Tropea

* Spettacoli musicali e danze tradizionali sul palco allestito ai piedi
   del Santuario della Madonna dell’Isola

* Durante la serata finale Premiazione con assegnazione premio “Culture a Confronto”



COREA DEL SUD

SKDC - Sung-Jaehyung Korean Dance Company
Il gruppo di danze tradizionali nasce in seno all’Università femminile Sungshin di Seul. Il gruppo, costituito nel 2010, è formato infatti da studenti che studiano le arti del teatro e della coreutica presso l’ateneo della capitale. Direttore e coreografo del gruppo è il dottor Sung Jaehyung, che in patria viene considerato il «leader del rinascimento della danza Koreana». Sung Jaehyung ha focalizzato il lavoro nell’analisi del linguaggio delle danze coreane, da cui ha estratto gli spunti e ha evidenziato i punti salienti della comunicazione gestuale non verbale, attirando su di sé l’attenzione del mondo accademico e dell’opinione pubblica, aprendo nuovi orizzonti per la modernizzazione della danza coreana. Negli ultimi anni il gruppo SKDC ha rappresentato la Corea in molti festival internazionali in Europa ed in oriente. La danza Coreana affonda le sue radici nella cultura preistorica pre-imperiale da collegare ai riti danzanti degli sciamani ovunque presenti nelle antiche culture dell’estremo oriente, essenzialmente costituito da un tamburo percosso con un bastone o dalla mano, un canto più o meno particolare e dei passi di danza spesso ispirati dagli spiriti animali o vegetali, che popolavano quel mondo ancestrale e magico. Inizialmente la danza era libera da sovrastrutture culturali della corte e da contaminazione sino-nipponiche, che solo molto più tardi influenzeranno la cultura coreana di epoca imperiale. Nel corso dei secoli venne variamente influenzata dal taoismo e dal confucianesimo ma anche dal Buddhismo, assumendo il suo carattere peculiare che ne fanno un unicum nel panorama della cultura folk mondiale, sebbene siano chiaramente identificabili le influenze sino-tibetane e indo nipponiche. I ritmi a cadenza crescente fino al parossismo, la leggiadria e le movenze delle bellissime danzatrici, quell’armonia fra eleganza e le posizioni tipiche delle culture orientali costituiscono la magia del folk coreano: che mettono in scena gli ancestrali riti sciamanici, le danze della corte imperiale e le manifestazioni di gioia popolare collegate ai riti dell’agricoltura o dei riti religiosi.  Le rappresentazioni principali prevedono la danza Taepyungmu, una delle più famose danze coreane, influenzata dalla danza sciamanica Gyeonggi-dadanggut, di antica tradizione. Le altrettanto spettacolari danze di ambiente imperiale sono la Janggu Dance, o danza dei tamburi, e la danza dei ventagli, di cui sono note alcune varianti. Particolarmente accattivante è la danza delle maschere.




ECUADOR

L’associazione Cuniburo
Fondata nell’aprile 1992, aprendo il suo centro culturale nel 2009, l’associazione è formata dall’unione di due entità culturali affini: il gruppo musicale Ñanpi Proyecto Musical, fondato nel 1991, che ha al suo attivo la pubblicazione di CD, l’organizzazione di tour e spettacoli musicali e teatrali, e il Grupo Cultural de Danza Allpamanta, che è stato fondato nel 2009 al fine di studiare e attualizzare la cultura tradizionale delle varie genti e aree culturali dell’Ecuador. I nomi delle due entità culturali ben esprimo lo spirito della cultura ecuadoreña e possiamo considerare «Ñanpi Allpamanta», che letteralmente in quechua vuol dire «in cammino sulla terra», il motto di Cuniburo cultural. Il Coniburo cultural si è esibito in patria e all’estero soprattutto in sud America ed Europa, diffondendo ovunque l’allegria e la gioia di vivere del popolo ecuadoreño, ha partecipato a molti importanti festival internazionali e ricevendo numerosi riconoscimenti culturali. L’associazione culturale Ñanpi organizza a Cayambe da molti anni il festival del folklore “El Tierra sin sombra”. Il nome dell’associazione proviene dalla mitologia Kayambes, infatti il Duende Cuniburo (folletto o spirito) si può considerare l’essere creatore e l’eroe culturale dei Kayambes, che narrano di quando la Terra era solo una palla incandescente e solo il Monte Kayambe era freddo. Allora chiesero al Duende Cuniburo di portar giù ghiaccio dal nevaio del Kayambe con il quale poté raffreddare la Terra. Cuniburo, per il suo coraggio, rimase custode di questa metà del mondo e ancora oggi si può vedere fuoco uscire dalle cime dei monti e sempre Cuniburo si fa carico di spegnerle. Culture a confronto ha una lunga tradizione dei gruppi andini proveniente da vari paesi della cordigliera, che da sempre allietano il pubblico con splendide melodie, note internazionalmente e costruite sui suoni dei flauti e del charango e ritmati dal tambor. Le danze delle varie aree dell’Ecuador realizzate dal Cuniburo cultural hanno un occhio particolare all’area di Quito e Cayambe nel distretto di Pichincha. La città di Cayambe si trova a nordest di Quito, nella provincia del Pichincha ai piedi dell’omonimo vulcano. La sua popolazione appartiene all’etnia Kayambe e viene attualmente compresa fra le etnie quechua, o Kichwa, che parlano quella varietà di Quechua noto come Calderon, o Cayambe, o ancora Pichincha Quechua. In realtà potrebbe trattarsi di popolazioni preincaiche quechuizzate, considerando sia la conquista incaica dell’Ecuador sia la successiva colonizzazione spagnola, che favorì l'omogeneizzazione degli idiomi già ufficiali nell’impero Inca. L’occupazione incaica dei territori dell’odierno Ecuador durò infatti alcuni decenni e molte delle popolazioni sottomesse combatterono a fianco dei Conquistadores, sperando invano di liberarsi dal giogo straniero.




FRANCIA

Bourrée Ganatoise
Il gruppo della Bourrée Gannatoise è stato fondato nel 1965 da Jean Roche. Tradizionalmente raccoglie il meglio della diversità culturale delle due principali province, il Bourbon a nord e l’Alvernia a sud, per presentare un folclore ricco e variegato. Il nome del Gruppo viene dalla danza tipica della cittadina di Gannat, la Bourrée. Il lavoro di ricerca etnografica del gruppo raggiunge il suo apice con la partecipazione, l’organizzazione e la promozione dell'associazione "Culture du monde“, partner consultivo dell’Unesco e del Cioff, che da 45 anni organizza il festival internazionale “Les Culture du monde”, da un’idea dell’indimenticabile Jean Roche. La musica molto ritmata e coreografie finemente elaborate evocano la ricchezza culturale dell’Alvernia. La Bourrée, danza tipica di Gannat, sebbene sia una danza che evoca ritmi e movenze medievali è certamente l’espressione più popolare delle genti del territorio di Gannat. Ma per capire l’importanza di tale danza si deve ricordare il mitico Johan Sebastian Bach, che verso la fine del XVII secolo compose la “Bourrèe in E minore”, rendendo immortale e classico ciò che era nato popolare. Il lavoro di ricerca etnografico del gruppo Bourrée Gannatoise è tale che oggi rappresentano un repertorio di danze coreografiche uniche al mondo, sostenute da una costante ricerca musicale, per fari sì che “tradizione” faccia rima con “evoluzione”. La piccola città di Gannat si trova in una vera terra di passaggio poco lontana dalla catena dei Puys (o dei Vulcani) e sita nelle terre di transizione fra la regione del Bourbon a nord e le piane di Limagne, in quello che potremmo definire l’ombelico della Francia. L'Alvernia è la terra di vulcani nel massiccio centrale, ricco territorio agricolo che nasconde molti tesori naturalistici. Nel Parco naturale dei Vulcani d’Alvernia, con i suoi picchi noti come Puys dall’aspetto selvaggio, si possono visitare questi antichi camini vulcanici grazie ad un trenino, il «Panoramique des Dômes», ma tutto il territorio è preminentemente dedito al turismo e al naturismo grazie alle tante località ricche di impianti turistici termali e sportivi.



MARTINICA

Il gruppo Tifermasc
Costituitosi come associazione nel 1991, a Trois-Ilets in Martinica, ha sempre posto i giovani al centro del proprio progetto culturale. A sviluppare questo progetto sono soprattutto i genitori dei giovani iscritti all'associazione. Il gruppo di danza è la forza trainante dell’associazione, attraverso i suoi servizi nel dipartimento, ed attualmente è composto da 25 giovani dai 9 ai 22 anni, accompagnati dall’orchestra di 5 elementi. Gli obiettivi affidati all’insegnante J.C. Lamorandiere sin dal 1998 sono quelli di trasmettere la pura danza tradizionale, come la ballavano i nostri antenati, e adattarne i passi fondamentali alla musica attuale, per evolverli verso il Mod'Folk. Le coreografie sono oggi affidate a Nancy Audrey Vieuvel. Il gruppo, diretto da Frantz Vieuvel, fin dal 1991 si è esibito in patria e all’estero rappresentando il folk franco-antillano in America ed in Europa, soprattutto in Francia, in vari festival internazionali. Ad eccezione del tamburo, pochi strumenti sono rimasti dalla cultura africana di origine, a causa della mancanza di mezzi materiali e alla scarsità del numero di schiavi arrivati. Eppure vi sono somiglianze marcate tra la musica martinicana e quella africana: l’alternanza di un solista, che canta i versi, e il ritornello cantato dal coro, la preminenza del ritmo sulla melodia, il battito di mani e delle grida, il predominio delle percussioni. Per molti anni Tifermasc ha cercato di recuperare la cultura originaria, che è sopravvissuta in parte nonostante l'oppressione dei colonizzatori. Le danze tradizionali sono una mescola indistinguibile di Africa ed Europa, perché in Martinica si ha un perfetto sincretismo fra la componente negra africana e la componente bianca europea, prevalentemente francese. Le danze formano un complesso connubio fra lo spirito degli schiavi e quello dei padroni e viceversa. Manca totalmente la componente india locale, che si ritrova in altri ambiti culturali: il folk riprende gli eventi “sociali” connessi alle preponderanti attività agricole, o più raramente ad antichi riti di passaggio connessi ad eventi tribali, o ancora ad espressioni religiose mascherate da feste stagionali. Non mancano le parodie della cultura bianca dei padroni, che hanno lasciato nel folklore martinicano tipici balli europei, come la mazurka o la quadriglia, e soprattutto la «beguine», una specie di valzer creolo. Gli schiavi, nonostante il divieto che era loro imposto, hanno conservato una tradizione musicale basata sulla danza e sul tamburo. La musica e le danze martinicane sono state trasmesse oralmente, dagli anziani, che a volte hanno lasciato in eredità la loro conoscenza prima della loro morte. Solo di recente si è cominciato a salvaguardare, insegnare e trasmettere l’eredità afro-caraibica con la nascita di molte associazioni culturali, che tendono a conservare il patrimonio culturale della Martinica. Situato a livello del mare, Les Trois-Îlets è il luogo in cui è nata Giuseppina di Beauharnais, imperatrice di Francia e moglie di Napoleone Bonaparte. Si trova nel Dipartimento d'oltremare della Martinica, arrondissement di Le Marin. Il villaggio originale fu fondato su spinta religiosa con il nome di "cul sac de la vache" nel XVII secolo, nella zona chiamata Poterie. Il nucleo urbano si è poi sviluppato nel secolo successivo intorno al borgo vero e proprio di Trois Ilets. L'abitato, secondo una caratteristica costante delle città caraibiche, si estende in senso longitudinale lungo la strada principale senza circondare la città. In passato l'attività economica era prevalentemente agricola. Molte case della cosiddetta petite Guinée portano nomi che i prodotti apprezzati nelle metropoli al tempo dello schiavismo: cacao, tabacco, zucchero, rum.




MESSICO

Il balletto folklorico Quahuitl
Fondato nel 1983 nella città coahuilteca di Saltillo, nel nord del Messico dai maestri Pedro Fortunato Rodriguez Perez e Raul Saldaña Meléndez, che ancor oggi ne sono i direttori, il gruppo è formato da giovani studenti amanti della danza folk e da esperti musicisti altamente professionali. Fin dalla sua creazione il gruppo diffonde le tradizioni, i riti e le usanze del Messico, con lo scopo di offrire al pubblico una visione globale della cultura messicana attraverso la danza, la musica e i costumi tipici delle varie regioni, creando e ricreando la vita quotidiana e festiva del popolo messicano. Il gruppo si è esibito sui più svariati palcoscenici nazionali ed internazionali, soprattutto negli Stati Uniti ed in Europa. Quahuitl, nella lingua dei Nahuatl (azteco) significa «albero». Il programma di danze del gruppo prevede l’esecuzione delle più tradizionali danze regionali messicane (Puebla, Veracuz, Oaxaca, Nuevo Leon) e del ricchissimo repertorio che va dalla musica Mariachi a quella Ranchera. Il folklore messicano affonda le sue radici negli imperi precolombiani Aztecas e Maya e, prima ancora, nella cultura Olmeca e di Tenochtitlan, che dominavano su decine di popolazioni indigene. Ancora oggi esistono più di settanta comunità discendenti da quelle popolazioni, ognuna col proprio corredo di usi e costumi e con la propria cultura, fatta di idiomi diversi, miti e leggende. Su questo variegato terreno culturale si sono sovrapposti gli apporti dei colonizzatori ispanici, che contrariamente ad altre aree dell’America latina hanno limitato l’apporto di genti africane sugli altopiani del Messico, ma hanno modificato profondamente le culture locali attraverso l’evangelizzazione e lo sfruttamento delle popolazioni. Più recentemente si è avuto l’apporto imperiale-rivoluzionario dovuto alla creazione dell’impero Messicano da parte della casa d’Asburgo, che ha importato non poche usanze mitteleurope e francesi nel Messico rivoluzionario. E nel corso degli ultimi due secoli, soprattutto nelle zone di confine lungo il rio grande, il continuo incontro/scontro fra lo stato rivoluzionario del Messico e gli Stati Uniti hanno dato a vita epici scontri e reciproche invasioni dando luogo alla cosiddetta cultura Tex-Mex, che dal punto di vista folk potremmo ritenere massimamente rappresentata dalle danze del Nuovo Leon e dalla cultura ranchera del Coahuila e del Chihuahua. Capitale dello stato messicano nordorientale di Coahuila dal 1824, Saltillo è oggi una delle aree più industrializzate del paese. Fondata nel 1577 dal Conquistador Alberto del Canto e dai coloni spagnoli, Saltillo è il più antico insediamento post-conquista nel nord del Messico. Era un centro commerciale sulla frontiera settentrionale che serviva da ponte tra il Messico centrale e le regioni più a nord-est. Saltillo divenne amministrativamente più importante alla fine del XVIII secolo, con l'istituzione di un ramo del Royal Treasury. I commercianti, la maggior parte dei quali erano di origine iberica, costituivano il gruppo economico più importante, gestendo un'ampia varietà di merci e vendute nei negozi e fondendosi con le élite locali, diventando anche proprietari terrieri. Alla fine del XVII secolo fu istituita una fiera annuale con merci provenienti da Cina e Europa. L’area amministrata da Saltillo comprendeva anche l’attuale stato americano del Texas, fino alla guerra per l’indipendenza dello stesso.



POLONIA

Il gruppo Masuriano
Fondato nel 1999, il gruppo proviene dalla Masuria, regione nord orientale della Polonia. Oggi il gruppo Masuriano di Elk è un’associazione composta da vari gruppi folk, suddivisi per categorie di età, e può contare su un bacino di 160 membri nell’ambito dell’associazione culturale che organizza vari eventi nella città, fra cui il Festival folk dell’Arcobaleno, giunto alla quindicesima edizione. L’aspetto preponderante dell’associazione è il gruppo di ballo, che rappresenta il folklore di varie regioni polacche, messe in scena con canti e costumi tipici delle varie aree culturali. Il gruppo Masuriano di Elk ha rappresentato la Polonia e la sua cultura in 52 festival internazionali in 24 paesi. Come si intuisce dal nome, le tradizioni folkloriche del gruppo sono strettamente legate alla danza principe di quelle terre, cioè la Mazurka. Sebbene si possa avvicinare etimologicamente a «mazursky», attualmente si tende a considerarla come derivata da Mazurek, un villaggio nei pressi di Varsavia o dall’etimo di «mazur», cioè contadino. Quindi la Mazurka è una danza popolare contadina delle regioni baltiche della Polonia o dell’antica Prussia, indipendentemente dal fatto che nel corso dei secoli sia stata elevata alla cultura classica, grazie alle interpretazioni dotte dei vari geni della musica classica europea: Chopin, Tchaikovsky, Debussy, Ravel e tanti altri. La città di Ełk, capoluogo del distretto omonimo nel voivodato della Varmia-Masuria La Masuria è una delle più belle regioni turistiche del paese, nota come la terra dei mille laghi, in quella che nell’antichità era nota come la regione Baltica della Prussia. La città sorse intorno al XIV secolo nei pressi del Castello costruito sulle sponde dell’omonimo lago, come presidio militare fondazione dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici. Per molti anni la antica città polacca di Łek su soggetta a vari governi tedeschi ed era nota col nome di Lyck o Lyk nell’impero prussiano, da Lyck (bianco giglio d'acqua, ovvero la ninfea bianca).



GRUPPO FOLK CITTA' DI TROPEA

Era l’ Ottobre del 2001 quando un gruppo di 10 ragazzi di età compresa tra 18 e i 28 anni, avendo già maturato, malgrado la loro giovane età, una discreta esperienza dovuta a degli studi sulle tradizioni popolari,e alla partecipazione a numerose rassegne folkloriche, riunendosi e condividendo gli stessi obbiettivi decidono di dar vita il 15 Aprile 2002 l’Associazione Culturale “Gruppo folk Città di Tropea”.

La cultura di un popolo si conserva negli usi e nei costumi, nel linguaggio e nei canti, nelle danze, nella musica, nelle feste, nelle poesie ed è così che diventa eterna.







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