Olimpia Fortuni/Luna Cenere/Marco Chenevier a DanceHaus

sabato 2 dicembre
DanceHaus, ore 20.30



Anticorpi XL
Fray
di Olimpia Fortuni
con Pieradolfo Ciulli
musiche Luca Scapellato
costume e scenografia Olimpia Fortuni
realizzato con il sostegno di Sementerie Artistiche e FattoriaVittadini


Anticorpi XL
Kokoro
di e con Luna Cenere
musiche Gerard Valverde
disegno luci Gaetano Battista
produzione Körper
collaborazione alla produzione Virgilio Sieni/Centro Nazionale di produzione
Vetrina della giovane danza d’autore - Azione del Network Anticorpi XL coordinata dall’Associazione Cantieri.
Finalista del bando ‘DNA - Appunti Coreografici’ Giovani Coreografi Italiani 2016, Romaeuropa.
Progetto vincitore della residenza ‘Residenza - La casa della nuova coreografia 2015 - CUNAE - Nuove Generazioni di artisti - Pratiche e processi per il ricambio generazionale dei giovani talenti 2015/2017 - Movimento Danza - MIBACT.’


Questo lavoro sull'arancia
di Marco Chenevier
con Marco Chenevier e Alessia Pinto
scene e disegno luci mentoring produzione
e con il sostegno di Marco Chenevier
disegno luci Andrea Sangiorgi
mentoring Roberta Nicolai, Roberto Castello
produzione TiDA Théâtre Danse
con il sostegno di TWAIN Residenza di spettacolo dal vivo della Regione Lazio e con il sostegno di MiBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Assessorato Istruzione e Cultura della Regione Valle d'Aosta - Creazione selezionata nell'ambito del progetto Permutazioni di Zerogrammi e Lavanderia a Vapore 3.0/Piemonte dal Vivo


Il Festival Exister sostiene e promuove da sempre le giovani compagnie ed artisti del circuito Anticorpi XL. Durante questa decima edizione sono presentati le creazioni di Luna Cenere e Olimpia Fortuni accompagnate da una creazione di Marco Chenevier.

Fray è una vivisezione cruda del corpo che vive e che corre, oggi, più che scorrere, consumandosi ed esaurendosi.

Tutto è nato per andare sempre più veloce, è il ritmo del caos. Dal Big Bang ad oggi i pezzi del puzzle dell’esistenza diventano sempre più microscopici, come frattali, e noi oggi non siamo altro che una parte piccolissima del ripetersi di un disegno dell’esistenza di grandezze inimmaginabili.

Delicati e fragili quanto un bicchiere di cristallo che, prima o poi però, cadrà e si romperà in mille pezzi, poiché è l’inevitabile direzione della vita che tende alla disgregazione e alla frammentazione. Un cimitero di ossa, fotografia del futuro, parte di quello che materialmente saremo, per ricordarci quanto non sia scontato essere qui, ora.

L’influenza dei nostri tempi trasforma la decomposizione in altro ordine e il caos non solo si espande verso il fuori ma dall’interno implode.

La pesca che compriamo al supermercato marcisce dentro, mentre fuori la pelle rimane accattivante e desiderosa di essere assaggiata. Noi, nel nostro degrado globale e individuale, seguiamo lo stesso processo fisicamente, spiritualmente, socialmente, culturalmente. Così non solo la vita, ma anche la morte è diventata ambigua e, se esteticamente possiamo godere di tutti i formulati di bellezza e onnipotenza, dentro non possiamo fermare il nostro eterno viaggio verso il caos.

La potenza e la bellezza della vita sfugge inconsapevole come la meraviglia di un corpo danzante nel suo viaggio dentro e fuori di sé.

Kokoro è una singola parola giapponese che possiamo tradurre come il nostro ‘essere interiore’ ma che letteralmente abbraccia due parole/concetti, quali ‘la mente’ e ‘il cuore’. Questo assolo di Luna Cenere costituisce la personale ricerca di un unicità dell’essere, un percorso interiore divenuto percorso fisico nello lo spazio, durante il quale il corpo nudo, attraverso la sua esposizione e specifica architettura, si trasfigura e diviene veicolo poetico facendo emergere immagini appartenenti e non ad un ‘mondo irreale’ . Queste immagini, radicate nella coscienza collettiva, si sublimano nel racconto di un’esperienza personale, per poi tramutare questa stessa, attraverso la scena, in un esperienza collettiva.’

Per la prima volta a Milano Questo lavoro sull'arancia del coreografo Marco Chenevier, che prosegue la ricerca iniziata con Quintetto, interrogandosi sul dispositivo scenico e sul linguaggio della danza contemporanea. Strizzando l'occhio al film Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, Marco Chenevier crea sulla scena un cortocircuito tra danzatori e spettatori, richiamando il pubblico ad assumersi le proprie responsabilità, all’interno di un esilarante gioco di ruoli. Il lavoro, creato con il mentoring di Roberto Castello e Roberta Nicolai, vede in scena i danzatori Marco Chenevier e Alessia Pinto.

«Abbiamo creato dei piccoli meccanismi, delle “trappole” sornione, in cui gli spettatori vengono accompagnati dai due performer. Questi piccoli dispositivi sono concepiti in modo tale per cui gli spettatori devono, per far procedere la drammaturgia, intervenire, interrompendo o modifcando lo svolgersi della scena. Per far ciò abbiamo realizzato una linea progressiva in cui poco a poco il pubblico viene condotto su un terreno di fiducia e di condivisione, di empatia, con interventi sempre più importanti ed invasivi. L'estetica strizza l'occhio al film cult Arancia meccanica. L'arancia, il latte, il bianco, il rapporto sadomasochistico dell'artista con il sistema spettacolare e con gli spettatori, fanno da sottofondo allo svolgersi degli esperimenti. La scelta di Arancia meccanica è dovuta all'attenzione che porto alla violenza quale elemento sociale fondamentale: la violenza economica del sistema neocapitalistico, la violenza delle guerre in atto ovunque nel mondo, la violenza nei confronti dei migranti e della polizia nei confronti dei movimenti di protesta. Il pubblico viene accolto con un “pacco di benvenuto”, contenente un'arancia ed altri elementi necessari per poter intervenire. Una danza senza fine, il gustare tutti insieme un'arancia, fino ad un atto di violenza tra i due danzatori» (Marco Chenevier).


FESTIVAL EXISTER: DanceHaus, via Tertulliano 70 | MILANO
PREZZI: Intero 15€ (più diritti di prevendita) / RIDOTTO GIOVANI 10€
app: FESTIVAL EXISTER e DANZADOVE


QUESTO LAVORO SULL'ARANCIA ph s. mazzotta

KOKORO_foto Paolo Porto

QUESTO LAVORO SULL'ARANCIA ph s mazzotta

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