Ritorna "Il lago dei cigni" di Ratmansky in Scala
Corpo di Ballo Teatro alla Scala
8, 11, 13, 15, 18, 19, 20, 21* luglio 2017
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Coreografia
Marius Petipa e Lev Ivanov
Messa in scena e integrazioni coreografiche
Alexei Ratmansky
Direttore
Michail Jurowski
Scene e costumi
Jérôme Kaplan
Luci
Martin Gebhardt
Corpo di Ballo diretto da Frédéric Olivieri
e Orchestra del Teatro alla Scala
e Orchestra del Teatro alla Scala
Con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo
dell’Accademia Teatro alla Scala
Coproduzione tra Opernhaus Zürich e Teatro alla Scala
Un incantesimo, che si può rompere solo con l’amore vero, le insidie di un mago, il fascino delle fanciulle-cigno, un lago fatato e il sinistro inganno del cigno nero.
Il Lago dei cigni è balletto più amato, quasi simbolo e icona del balletto stesso.
Dopo l’atteso debutto la scorsa stagione e la tournée a Parigi, torna in scena Il lago dei cigni curato da Alexei Ratmansky, che ha coinvolto gli artisti scaligeri nel suo affascinante lavoro di ricerca, ricostruzione e avvicinamento alle origini di un capolavoro, mettendo la sua straordinaria capacità artistica al servizio della partitura di Čajkovskij, per il balletto immortale di Petipa e Ivanov.
Da un attento lavoro di studio delle notazioni Stepanov ma anche di altri documenti del tempo, Ratmansky torna sui passi di Petipa e Ivanov al Teatro Mariinskij nel 1895, nel rispetto dello stile e delle intenzioni di Petipa, con uno sguardo rispettoso, sensibile e vivo.
Dettagli di grande suggestione, umanità, drammaticità e grazia affiorano e fanno comprendere meglio la struttura del balletto originale, l’equilibrio tra danza e pantomima, lo sviluppo della vicenda e dei personaggi e il senso di una differente tecnica classica, lontana dal manierismo dell’imitazione di un cigno; riemerge la complessità suggestiva delle scene di insieme, molta azione, momenti psicologici, che danno il senso dell’intreccio, e portano a presentare la vicenda come una storia d’amore umana, più che come simbolo di classicismo.
Il Lago dei cigni è balletto più amato, quasi simbolo e icona del balletto stesso.
Dopo l’atteso debutto la scorsa stagione e la tournée a Parigi, torna in scena Il lago dei cigni curato da Alexei Ratmansky, che ha coinvolto gli artisti scaligeri nel suo affascinante lavoro di ricerca, ricostruzione e avvicinamento alle origini di un capolavoro, mettendo la sua straordinaria capacità artistica al servizio della partitura di Čajkovskij, per il balletto immortale di Petipa e Ivanov.
Da un attento lavoro di studio delle notazioni Stepanov ma anche di altri documenti del tempo, Ratmansky torna sui passi di Petipa e Ivanov al Teatro Mariinskij nel 1895, nel rispetto dello stile e delle intenzioni di Petipa, con uno sguardo rispettoso, sensibile e vivo.
Dettagli di grande suggestione, umanità, drammaticità e grazia affiorano e fanno comprendere meglio la struttura del balletto originale, l’equilibrio tra danza e pantomima, lo sviluppo della vicenda e dei personaggi e il senso di una differente tecnica classica, lontana dal manierismo dell’imitazione di un cigno; riemerge la complessità suggestiva delle scene di insieme, molta azione, momenti psicologici, che danno il senso dell’intreccio, e portano a presentare la vicenda come una storia d’amore umana, più che come simbolo di classicismo.
Info: www.teatroallascala.org
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