UTE LEMPER Special Commemoration Concert for the Holocaust

Domenica 28 maggio ore 21
Teatro Comunale di Modena 

Ute Lemper in Songs for Eternity


Special Commemoration Concert for the Holocaust
Ute Lemper voce
Vana Gierig pianoforte
Daniel Hoffman violino
Romain Lecuyer basso
Victor Villena bandoneon

Musiche di
Victor Ullman, Willy Rosen, Johanna Spector, Carlo Taube
Selma Meerbaum Eisinger, Ilse Weber



Una delle massime espressioni del cabaret internazionale, Ute Lemper ha unito doti vocali eccezionali ad un talento attoriale che le è valso il premio Laurence Olivier come migliore attrice di musical (con Chicago, nel 1998). Affiancata da una band di impronta jazzistica, ha affrontato negli anni repertori che vanno da Kurt Weill a Edith Piaf passando per i grandi successi dell’American Song Book. Songs for Eternity prosegue una ‘missione’ iniziata nel 1987 con il progetto discografico della DECCA Entartete Music, che presentava compositori di origine ebraica e la loro musica bandita dal nazismo. Qui saranno le canzoni della Shoah a parlare, insieme alle storie che si celano dietro a ognuna di esse.


“Sono stata invitata il 27 gennaio 2015, il giorno della liberazione di Auschwitz ben settant'anni fa, a cantare canzoni dei Ghetti e dei Campi di concentramento. Per questa commemorazione della Shoah a Roma sono stata contattata da Francesco Lotoro che ha dedicato la sua vita alla ricerca di canzoni e musiche scritte nei campi di concentramento. C’è un ampio repertorio e c’è bisogno che venga ricordato per l’eternità. Come tedesca, nata dopo la Guerra, sposata a un uomo ebreo qui a New York da 20 anni, sono da sempre legata alla storia, terribile, dell’Olocausto. È mia responsabilità e dovere etico onorare la cultura del popolo ebreo e stimolare il dialogo su questo orribile passato. Questa è una missione che ho iniziato già nel 1987, quando fui protagonista del grande progetto discografico di DECCA Entartete Music che presentava compositori di origine ebrea e la loro musica, bandita dai nazisti. Con Songs for eternity questa missione continua, diventando per me sempre più emozionante. Nei mesi seguenti la mia ricerca è continuata e sono stata catturata da queste canzoni e dalle storie che si celano dietro a ognuna di esse. Ho studiato così un libro unico nel suo genere, una raccolta di canzoni di Vevel Pasternak del 1948, che raccoglie canzone dei Ghetti e dei campi di concentramento così come il canzoniere di Ilse Weber, pubblicato in Israele negli anni ‘90, dal marito sopravvissuto ad Auschwitz. Entrambe le raccolte mi sono state donate dal mio amico Orly Beigel che è per metà messicano, metà israeliano ed è figlio di un sopravvissuto all’Olocausto”. (Ute Lemper)


“Songs for Eternity” canzoni dai ghetti e dai campi di concentramento tra il 1941 e il 1944. Dedicato ai bambini ebrei, alle donne e agli uomini che sono stati perseguitati, privati della loro umanità e dignità, denunciati, umiliati, torturati, picchiati e uccisi dai nazisti tedeschi. Dopo la liberazione dei campi di concentramento, i sopravvissuti si sono trovati ad affrontare un’altra insopportabile realtà. Sapendo che quasi tutti i loro familiari, amici erano morti, le loro case andate, non c’era nessun luogo in cui tornare e la loro vita era distrutta e gridava vendetta per quanto avevano dovuto sopportare e vedere nei campi. Ma il mondo fuori continuava ad andare avanti come se durante la guerra 50 milioni di persone non fossero state uccise, come se l’industria dello sterminio non avesse assassinato 6 milioni di ebrei, e tra loro 2 milioni di bambini. I prigionieri che speravano di svegliare il mondo con i racconti di quanto era successo, dell’orrore indicibile e delle crudeltà subite ancora una volta si sentirono traditi da un mondo che non voleva saperne, non voleva ascoltare né capire. E sono rimasti silenti, con la loro paura e il loro senso di colpa, coi corpi e le anime traumatizzate. (Dr. Leo Eitinger). Oltre a salvare documenti appartenuti agli Ebrei durante l’occupazione nazista, Smerke Kaczerginsky ha salvato canzone dei campi di concentramento e dei ghetti. Scrisse quelle che ricordava o raccolse da altri. Nel 1948 le canzoni vennero edite a New York. Il libro era scritto interamente in Yiddish. Kaczerginsky disse nel 1948: “è impossibile parlare con normali parole in un linguaggio civile dell’occupazione tedesca con il suo sistema di morte (Ghetti, Campi di concentramento e sterminio). Tutti gli scritti, documenti non possono ritrarne l’orrore. Quelli che non c’erano non possono capire l’incubo che milioni di persone hanno vissuto. Ora, quando guardo indietro, penso spesso: Che cosa ci è successo? Come abbiamo potuto vivere e morire così? Anche per i sopravvissuti col tempo questo diventerà un insopportabile e irrisolvibile puzzle. Troppo pochi documenti sono stati nascosti per dare anche solo un’idea parziale di quanto accaduto e della terribile vita quotidiana degli Ebrei. Per questo penso che le canzoni, che gli Ebrei dei ghetti e dei campi cantavano coi loro cuori tristi, possano fare la differenza per la memoria e la storia. Canzoni che cantavano al lavoro, quando stavano in fila per una scodella di zuppa, quando combattevano e quando erano portati al macello. Solo ora sappiamo quanto grande fosse la loro creatività in questi tempi terribili.” Il campo di Terezin, o Theresienstadt, fu organizzato verso la fine del 1941 e nel giro di 4 anni, 140.000 ebrei passarono da questo campo. Solo 20.000 sopravvissero. Alcuni morirono, molti furono deportati ad Auschwitz Birkenau, dove morirono nelle camere a gas. Gestito dagli stessi ebrei, Theresienstadt ospitò la maggior parte dell’elite culturale del tempo. Musicisti, compositori, scrittori, pittori erano autorizzati dai nazisti a organizzare le loro attività… La frequenza e la qualità degli eventi culturali era sorprendente. I nazisti però videro nelle attività di questo campo una potenziale propaganda e imposero una piccola censura. Ma le voci degli Ebrei non tacquero. Ci sono canzoni anche davanti alla morte e alla più nera disperazione.


Ute Lemper cantante, ballerina, attrice, autrice e carismatica interprete delle opere di Kurt Weill, vanta una carriera lunga tre decenni – il suo primo album esce nel 1986 e s’intitola significativamente Ute Lemper canta Kurt Weill – e un impressionante background di collaborazioni illustri da Luciano Berio ai Pink Floyd (con i quali si esibì durante il leggendario The Wall), da Nick Cave a Philip Glass che scrissero brani destinati alla sua voce, da Robert Altman a Peter Greenaway che la diressero al cinema, fino al Tanztheater di Pina Bausch. È stata protagonista di celebri musical quali Cats, Der blaue engel, Chicago (Laurence Olivier Award alla migliore attrice in un musical nel 1998) e Cabaret (che le è valso il Theatre World Award nel 1999). È con la musica che concede un punto fermo alla sua poliedrica carriera che vive delle atmosfere del cabaret storico berlinese e parigino, con Kurt Weill e Jacques Brel, impegnata a rilanciare una musica e un teatro che nella Berlino degli anni ’30 il nazismo voleva cancellare. Ute ha esplorato anche la chanson francese da Edith Piaf, a Jacques Prévert e Serge Gainsbourg. Ha calcato i palcoscenici dei teatri più importanti (La Scala di Milano, il Théâtre de la Ville di Parigi, il Palau de la Musica di Barcellona, la Sydney Opera House, il Berliner Ensamble, il Barbican Centre e la Royal Festival Hall di Londra, il Lincoln Center di New York ecc.) e si è esibita insieme ad alcune tra le più prestigiose orchestre sinfoniche del mondo. In tempi recenti Ute Lemper si lascia attrarre da alcuni importanti testi letterari, dando vita a tre interessanti progetti: What matters most is how well you walk through the fire con testi e liriche di Charles Bukowski (2009), Ute Lemper sings Pablo Neruda, nato dall’incontro con le poesie d’amore di Pablo Neruda (2013), e il recente The Nine Secrets spettacolo di canzoni ispirate al Manoscritto ritrovato ad Accra di Paulo Coelho, con la regia del premio Oscar Volker Schlöndorff (2015). Attualmente è impegnata nella realizzazione del progetto Songs for Eternity, un concerto in cui propone un repertorio speciale, una collezione di canzoni scritte da artisti durante la prigionia nei campi di concentramento. A lungo residente a Berlino, dal 1998 ha stabilito la sua residenza a New York, dove vive tutt’oggi insieme ai suoi quattro figli.


Biglietteria
corso Canalgrande 85, telefono 059 203 3010 – fax 059 203 3011


Orari: martedì 10 - 19
mercoledì, giovedì e venerdì 16 – 19
sabato 10 - 14 / 16 - 19
Acquisto telefonico abbonamenti e biglietti:
da lunedì a venerdì 10.30 – 13.30, telefono 059 203 3010

Informazioni e biglietti online:


www.vivaticket.it






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