Compagnia Zappalà Danza "La Nona" e "Instrument Jam"
Sabato 24 febbraio ore 20.30 | LAC LuganoInScena (Svizzera)
Compagnia Zappalà Danza
LA NONA
dal caos, il corpo
3° step del progetto Transiti Humanitatis
un progetto di Nello Calabrò e Roberto Zappalà
musiche Ludwig Van Beethoven | Sinfonia n. 9 op. 125
nella trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt
coreografie e regia Roberto Zappalà
pianoforte Luca Ballerini e Stefania Cafaro
controtenore Riccardo Angelo Strano
interpretazione e collaborazione alla costruzione
i danzatori della Compagnia Zappalà Danza:
Maud de la Purification, Filippo Domini, Alain El Sakhawi,
Marco Mantovani, Sonia Mingo, Gaetano Montecasino,
Gioia Maria Morisco Castelli, Adriano Popolo Rubbio,
Fernando Roldan Ferrer, Claudia Rossi Valli,
Ariane Roustan, Valeria Zampardi
testi a cura di Nello Calabrò
scene, luci e costumi Roberto Zappalà
assistente scene e costumi e realizzazione Debora Privitera
Assistente alle coreografie Ilenia Romano
direzione tecnica Sammy Torrisi
produzione e management Maria Inguscio
ufficio stampa Veronica Pitea
il progetto Transiti Humanitatis è una produzione: Compagnia Zappalà Danza / Scenario Pubblico international choreographic centre Sicily in collaborazione con: ImPulsTanz – Vienna International Dance Festival (Vienna) Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Garibaldi / Unione dei Teatri d’Europa (Palermo) Teatro Massimo Bellini (Catania), con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Siciliana Ass.to del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.
PREMIO DANZA&DANZA 2015 “Produzione Italiana dell’Anno”
La Nona, terzo capitolo del progetto Transiti Humanitatis, ideato da Nello Calabrò e Roberto Zappalà e vincitore del Premio Danza&Danza 2015 (Produzione Italiana dell’Anno).
La versione musicale scelta da Zappalà non è quella originale per coro, solisti e orchestra ma la bellissima trascrizione per due pianoforti di Liszt. In scena insieme ai due pianisti Luca Ballerini e Stefania Cafaro e ai dodici danzatori della compagnia, Zappalà inserisce – a sottolineare l’intensità e lo scambio tra musica/danza, danzatori/musicisti - anche un controtenore, Riccardo Angelo Strano.
Dopo la messinscena di Béjart del 1964, Roberto Zappalà si misura con questa imponente partitura, poco frequentata dall’arte di Tersicore. Sempre a partire dal corpo e dalle sue “storie”, Zappalà propone una riflessione sull’uomo e sull’umanità; sulla sua condizione di perenne conflitto e sulle speranze di solidarietà e fratellanza universale.
«L’umanità in transito è un’umanità in movimento; movimento è il contrario di immobilità, di immutabilità, di idee assolute e di assenza di dubbio. Il movimento è laico, come lo spirito di Beethoven e della sua musica. E la laicità del pensiero e dei comportamenti è alla base della creazione. L’umanità che danza nello spettacolo si sviluppa da un processo di accumulazione, da un caos primordiale (come dice il compositore Sciarrino a proposito del primo movimento della sinfonia), da una pluralità di intrecci e microstorie conflittuali e “negative”, che sfociano, nella seconda parte, nella pacificazione dell’adagio e nella gioia finale del quarto movimento. Accostarsi alla Nona di Beethoven, anche in questa versione da “camera”, è accostarsi alla Musica per eccellenza. E se la musica non può fare a meno del silenzio, il silenzio è anche il primo e ineludibile passo dell’ascolto e quindi del riconoscimento dell’altro; e il riconoscimento reciproco dell’altro è la via per la pacificazione sperata da Beethoven. Ai tempi del compositore con mondo e umanità si intendeva qualcosa di meno unificante di oggi. Anche se la musica della Nona è universale, “questo bacio vada al mondo intero” dice un verso dell’inno di Schiller, il “mondo” era, più o meno, l’Europa, post congresso di Vienna, che veniva fuori dalle distruzioni delle guerre napoleoniche. Oggi il mondo è globalizzato, è se c’è una divisione planetaria, è, brutalmente, con il mondo arabo/mussulmano. La pacificazione universale alla quale aspirava Beethoven, se fosse vivo oggi, andrebbe in questa direzione. Forse, mai come oggi, dal dopoguerra, c’è la necessità che “questo bacio vada al mondo intero”» (Roberto Zappalà).
Era il primo concerto di musica classica che veniva ospitato in quel paese (Ghana). Duemila spettatori. e cinque o dieci che avevano studiato a Londra e avevano ascoltato qualcosa. Per la prima volta potevo parlare con persone che non avevano mai ascoltato una nota della nona sinfonia di Beethoven: dopo il concerto ho chiesto l’oro come l’avessero trovata, e uno mi ha risposto cosi: Ho avuto la percezione che stesse dichiarando qualcosa di grande importanza per l’umanità. Non so trovare una migliore definizione della musica di Beethoven. (Daniel Barenboim)
Premio Danza&Danza 2015 a La Nona, le motivazioni della Commissione:
Opera significativa perché idealmente viene a colmare anche la distanza tra la sua sede operativa Scenario Pubblico e l’istituzione tradizionale della città, il Teatro Bellini ove ha debuttato con grande successo, La Nona firmata da Roberto Zappalà per la sua bella compagnia è l’ultima impegnativa tappa del processo di maturazione artistica di un autore che da sempre usa la danza per riflettere sull’esistenza e sui valori dell’umanità. Il sommo Beethoven tra- scritto per due pianoforti da Liszt, fa da cornice e nume tutelare a questa per- lustrazione intorno alla parola “amore” e alla parola “fratellanza” affidata alla danza energica, rigorosa, strutturata di Zappalà, capace di vibrare di chiaro-scuri energici e espressivi e comunicare così emozioni e turbamenti. Dal caos in cui l’umanità ha mosso i primi passi fino all’armonia universale di un Amore celebrato senza generi e limiti, Zappalà ci suggerisce che al di là di tutto solo per il fatto che esistiamo in quanto “corpi” e spirito, si realizza il senso della vita e la necessità di una fratellanza che accomuna tutti. Un messaggio su cui riflettere ora più che mai.

INFO: Biglietteria LAC
Piazza Bernardino Luini 6 CH–6901 Lugano
+41 (0)58 866 4222 info@luganoinscena.ch www.luganoinscena.ch
Orari d’apertura Ma–Do: 10:00–18:00
Contatti stampa
+41 (0)58 866 4216 stampa@luganoinscena.ch
ufficio stampa Compagnia Zappalà: Veronica Pitea 339.8881527 – veronica.pitea@gmail.com
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1 marzo - TUNISI (Tunisia) | Théatre National Tunisien
Festival Italia, Culture, Mediterraneo/MAECI - Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Istituto Italiano di Cultura a Tunisi.
Compagnia Zappalà Danza
INSTRUMENT JAM
coreografie e regia Roberto Zappalà
musica originale (dal vivo) Puccio Castrogiovanni
danzatori Adriano Coletta, Alain El Sakhawi, Gaetano Montecasino, Roberto Provenzano,
Antoine Roux-Briffaud, Fernando Roldan Ferrer, Salvatore Romania
ai marranzani (scacciapensieri) Puccio Castrogiovanni
tamburi e hang Arnaldo Vacca
testi di Nello Calabrò
luci, scene e costumi Roberto Zappalà
una produzione Scenario Pubblico/ Compagnia Zappalà Danza
Centro di Produzione Nazionale della Danza
la compagnia zappalà danza è sostenuta da
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Regione Siciliana
Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo
Instrument Jam è lo spettacolo che va ad aggregare tutti gli strumenti del progetto Instruments di Roberto Zappalà, che è stato sviluppato dal coreografo nell'arco di più anni in tre tappe consecutive, dedicate a tre diversi strumenti: il marranzano (o scacciapensieri per Instrument 1 <scoprire l'invisibile>), l'hang (per Instrument 2 la sofferenza del corpo), i tamburi (per Instrument 3: cage sculpture). Un desiderio che Roberto Zappalà aveva sin dall’inizio del progetto ma che si concretizza adesso alla soglia delle 100 rappresentazioni di Instrument 1, lo spettacolo della compagnia che ha maggiormente circuitato nel mondo e che compie 10 anni dalla creazione.
Un desiderio che diventa realtà grazie a questo debutto in prima assoluta al Théatre National Tunisien di Tunisi per Italia, Culture, Mediterraneo, la rassegna di eventi MAECI - Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. L'evento è sostenuto anche dall'Istituto Italiano di Cultura a Tunisi.
Ed è proprio sull'impianto coreografico di Instrument 1 che si sviluppa Instrument Jam. In questo caso il virtuoso di marranzani Puccio Castrogiovanni viene affiancato da un altro straordinario musicista, Arnaldo Vacca, ai tamburi e all'hang. La partitura di Instrument 1 viene così articolata su più voci per la scoperta di ritmi e sonorità innovativi e di grande impatto.
In scena insieme ai musicisti i sette danzatori della Compagnia Zappalà Danza, tutti uomini, che interpretano con vigore e arroganza una Sicilia senza confini, dove la tradizione e il moderno si incontrano, si incrociano, si fondono.
Con Instrument I Roberto Zappalà ha anche avviato re - mapping sicily, un percorso intrapreso dal coreografo al fine di rileggere la Sicilia attraverso il suo linguaggio scenico.
«Dall’”inizio” ogni viaggio degno di questo nome è legato ad una mappa; che si segua prima di incominciarlo o che si disegni al ritorno, la mappa è sempre un viaggio. Si può viaggiare anche attraverso i concetti, i luoghi comuni, gli stereotipi, le credenze, le abitudini di un luogo le cui mappe sono logorate per il troppo uso ed è urgente approntarne di nuove. Borges insegna che la mappa non è il territorio, a maggior ragione se il territorio in questione è la Sicilia, perché, come diceva Gesualdo Bufalino, la Sicilia non esiste, ci sono cento Sicilie e ognuna ha altrettante interpretazioni. Per interpretare servono gli strumenti e lo spettacolo si fa carico, nel senso letterale e metaforico, di uno di questi, il marranzano, per farne strumento d’interpretazione, per aprire strade e percorsi che la danza ci propone in maniera dolce e oscura. Ogni strumento è anche una protesi, e la protesi marranzano serve a pescare nel “mare” Sicilia. Un altro nome popolare di questo strumento è, chi sa perché, scacciapensieri, e la danza dello spettacolo ha l’ambizione alta, com’è giusto che sia, non di scacciarli, ma di farli venire». (Roberto Zappalà)
Lo spettacolo debutta in PRIMA NAZIONALE il 14 marzo Perugia al Teatro Morlacchi.
Fotografie di Serena Nicoletti e DomenickGiliberto
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