TRITTICO DI GRANDI PARTITURE ALLA SCALA
LA VALSE, SYMPHONY IN C e SHÉHÉRAZADE
un
trittico di grandi partiture dirette da Paavo Järvi
per la nuova serata del balletto scaligero
per la nuova serata del balletto scaligero
accanto
a Balanchine, due creazioni in debutto
mettono in campo la creatività italiana
Direttore del Corpo di Ballo, Frédéric Olivieri
mettono in campo la creatività italiana
Direttore del Corpo di Ballo, Frédéric Olivieri
Dopo Serata Stravinskij, anche il trittico in scena dal 19 aprile al 13 maggio rinnova il connubio fra danza, partiture importanti e importante direzione d’orchestra. Paavo Järvi sul podio, al suo debutto in un balletto alla Scala, in una serata che vede ben due prime assolute, due creazioni, italiane, per il nostro Corpo di Ballo diretto dal maestro Fréderic Olivieri: Shéhérazade, di Eugenio Scigliano, che ha già dato prova di qualità artistiche ed espressive con diverse compagnie italiane e non solo, e La Valse, affidata a Stefania Ballone, Matteo Gavazzi e Marco Messina, artisti del ballo con già all’attivo alcune esperienze coreografiche. Il fascino dell’Oriente, di Le mille e una notte, ispirazione per la suite sinfonica di Rimskij-Korsakov; il fascino di Vienna e dei valzer, unite per Ravel a “l’impressione di un volteggiare fantastico e fatale”: straordinarie partiture, catturate dalla danza fin dall’inizio del ‘900, che continuano ad offrire ispirazione alla scrittura coreografica.
Eugenio
Scigliano
porta ad un oggi la musica di Rimskij-Korsakov e la traccia narrativa
del primo balletto su di essa creato, nel 1910 da Fokin con
allestimento di Bakst, concentrando nella figura di Zobeide
l’attualizzazione di una storia fatta di sottomissione e sopruso,
di amore e sensualità. L’imponente cromatismo, la forte capacità
evocativa dei temi della suite sinfonica, utilizzata integralmente
(nel 1910 furono usati solo tre dei quattro movimenti) ispirano una
danza altrettanto sfaccettata; asciugati esotismo e aspetti
aneddotici, si punta all'essenza simbolica di quei personaggi e dei
loro destini. La condizione della donna, la sopraffazione e la
negazione dei sentimenti, la violenza come strumento di potere, temi
dalle risonanze tragiche nella realtà storica e attuale;
l'ambientazione esotica lascia il passo a un uso 'drammatico' e
simbolico della luce; i lussureggianti colori a tinte essenziali,
sabbiate, e a tinte cupe che riflettono il nero della notte e del
mistero, ma anche cordoglio, vendetta e tristezza. Così, anche
Zobeide e lo Schiavo d'Oro diventano simboli: di un sentimento vero,
intenso, al di là delle condizioni sociali, che vive nascosto per
non essere soffocato, imprigionato in un carcere di norme e riti
inamovibili. Emozioni che innervano la danza per trasmettere
l'innocenza di un sentimento puro, l'angoscia della violenza, la
cecità della gelosia, l'indomita forza delle passioni, l'eterno
femminino che riesce a sovrastare l'orrore e la follia degli uomini
I
Ballets
Russes, Djagilev, Ida Rubinstein (la prima Zobeide) incrociano anche
il destino di La
Valse: Ravel
inizia a concepire l’idea di una specie di omaggio a Johann Strauss
figlio dal 1906. Nel 1914 il lavoro, Wien,
avrebbe dovuto essere un «poema sinfonico»; soltanto nel 1919-20
Ravel realizzò il progetto, su commissione di Djagilev, con il
titolo La
valse
e la definizione di «poema coreografico». Djagilev ricusò la
partitura non considerandola adatta come balletto e questo provocò
la rottura tra Ravel e l’impresario russo. La prima esecuzione fu
in forma di concerto a Parigi nel 1920; solo nel 1929 la compagnia di
Ida Rubinstein ne proporrà la messa in scena su coreografia di
Bronislava Nijinska. In epigrafe alla partitura Ravel traccia lo
scenario: «Nubi turbinose lasciano intravedere, a squarci, coppie
che danzano il valzer. A poco a poco le nubi si dissolvono: si
ravvisa una sala immensa, popolata d’una folla vorticante. La scena
si fa via via più nitida. Al fortissimo
brilla improvvisa la luce dei lampadari. Una corte imperiale, 1855
circa». Gli echi della Prima Guerra Mondiale appena conclusa
risuonano nella partitura, il folle turbinare del valzer,
l’inconsapevole e inebriante levità della danza sull’orlo del
baratro suggeriscono una tragica metafora della vita. Dopo aver
vagliato infinite possibilità per comporre “a sei mani” per i
colleghi scaligeri (pur concedendosi ciascuno un breve quadro
autonomo), Ballone Gavazzi e Messina hanno trovato nella partitura,
nelle sue dinamiche, nel mondo e nelle atmosfere evocate, il punto di
partenza e di arrivo. Un mondo, circoscritto, che rimanda solo nei
costumi e nei cromatismi agli anni Venti del Novecento; si apre con
l’attacco dei primi strumenti e si chiude anche visivamente con
l'ultima nota; lo spazio scenico si avviluppa su se stesso e la forte
dicotomia insita nella partitura si riflette in ombre e luci, chiari
e scuri, un'entità maschile e una femminile, simbolicamente poli
opposti e complementari accanto alle individualità che si muovono in
scena sviluppandosi in gruppi dalle mutevoli forme e strutture.
Dovete
vedere la musica e sentire la danza.
Sono parole di George
Balanchine:
al centro di questa serata
Symphony
in C,
grande esempio del suo genere “concertante”, strettamente
integrato alla musica, senza trama ma non senza espressività, toni e
atmosfere. Bizet compose la Sinfonia n.1 in Do maggiore ancora
allievo diciassettenne di Charles Gounod al Conservatorio di Parigi.
Il manoscritto, dimenticato per decenni, fu pubblicato dopo essere
stato rinvenuto nel 1933 nella biblioteca del Conservatorio.
Balanchine seppe da Stravinskij di questa partitura scomparsa; nel
1947 in due settimane ne creò un balletto, Le
Palais de Cristal,
per l’Opera di Parigi di cui era maître ospite. L’anno
successivo, per il New York City Ballet, semplificò scene e costumi
e cambiò il titolo. Esaltazione della purezza classica, meravigliose
geometrie, simmetrie e forme, nei quattro movimenti, che vedono
protagonisti ognuno una diversa ballerina, un diverso partner e il
corpo di ballo. L’intero organico di circa cinquanta elementi si
riunisce nel travolgente finale. Alla Scala nel 1955, nel 1960 e nel
1987 vide i nomi di spicco del tempo, e anche ora sarà una vera
vetrina per il Corpo di Ballo, i primi ballerini, i solisti, e non
solo: in scena infatti per quattro recite anche la nostra étoile
Roberto
Bolle.
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19,
21, 27, 28 aprile 2017
4
(2 rappr), 10 (2 rappr.), 11, 13 maggio 2017
La
Valse Symphony in C / Shéhérazade
Maurice
Ravel
La
Valse
Coreografia
Stefania
Ballone, Matteo Gavazzi,
Marco
Messina
Costumi
Irene
Monti
Luci
Valerio
Tiberi
Nuova
produzione Teatro alla Scala
|
Georges
Bizet
Symphony
in C
Coreografia
George
Balanchine
©
School of American Ballet
Ripresa
da Colleen
Neary
Costumi
Karinska
Luci
Andrea
Giretti
Étoile
Roberto
Bolle
(19,
21 apr.; 10s, 11 mag.)
Produzione
Teatro alla Scala
|
Nikolaj
Rimskij-Korsakov
Shéhérazade
Coreografia
Eugenio
Scigliano
Scene
e
luci
Carlo
Cerri
Costumi
Kristopher
Millar e Lois Swandale
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Direttore
Paavo
Järvi
Corpo
di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Prezzi
da € 11 a € 150
Recita
ScalAperta da € 5,5 a € 75
www.teatroallascala.org
DATE
Mercoledì
19
aprile
2017 - ore
20
- Prima rappresentazione
Venerdì
21
aprile 2017 - ore
20
- Turno P
Giovedì
27
aprile
2017 - ore
20
- Fuori abbonamento
Venerdì
28
aprile 2017 - ore
20 –
Turno H- Balletto Under30
Giovedì
4
maggio 2017
- ore 14.30 - Invito
alla Scala per Giovani e Anziani
Giovedì
4
maggio 2017
-
ore
20 - Fuori
abbonamento
Mercoledì
10
maggio 2017 - ore
14.30 - Invito
alla Scala per Giovani e Anziani
Mercoledì
10
maggio 2017 - ore
20
- Fuori abbonamento
Giovedì
11
maggio 2017 - ore
20
- Turno R
Sabato
13
maggio 2017 - ore
14.30
- ScalAperta
Balanchine alla Scala nel 1965 / ph Erio Piccagliani |
La Valse - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
La Valse - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
La Valse - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
La Valse - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
La Valse - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Paavo Jaervi / ph Brescia e Amisano |
Eugenio Scigliano / Foto Dario Lasagni |
La Valse - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Shéhérazade-disegno di un costume di Kristopher Millar e Lois Swandale |
Shéhérazade-disegno di un costume di Kristopher Millar e Lois Swandale |
Shéhérazade-disegno di un costume di Kristopher Millar e Lois Swandale |
La Valse - prove in sala |
La Valse - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Marco Messina, Matteo Gavazzi, Stefania Ballone - |
Roberto Bolle - ph Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Shéhérazade - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Shéhérazade - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Shéhérazade - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Shéhérazade - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Shéhérazade - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Shéhérazade - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Shéhérazade - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Shéhérazade - prove in sala - foto Brescia e Amisano - Teatro alla Scala |
Sinfonie in C, Bayerisches Staatsballett 2015 © Wilfried Hösl |
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