IL SOGNO ACCADEMICO (recensione)

"IL SOGNO ACCADEMICO"
al Festival Internazionale del Balletto 'Città di Rapallo'
a cura del BALLETTO UCRAINO con "INCONTRI"

Recensione di Michele Olivieri



In un gremito teatro all’Aperto di Villa Tigullio in Rapallo è andato in scena il terzo spettacolo del XXIII Festival Internazionale del Balletto “Città di Rapallo”, organizzato da Euroart ASD, con il Gala a cura della compagnia del Balletto Ucraino di Milano.


La danza classica non ha certamente bisogno di presentazioni, tant’è che lo spettacolo “Incontri” ha illustrato, come d’uopo, un parterre ricco di celebri estratti dal repertorio cattedratico, in buona parte basato sulle intramontabili partiture di Tchaikosky. I danzatori, dal portamento elegante, hanno dato prova di virtuosismo brillando negli spettacolari assoli, passi a due e quadri, i quali hanno scritto la storia della danza accademica come l’onirico “Lago dei cigni”, il sognante “Schiaccianoci”, la magica “Bella Addormentata”, l’ideale femmineo “Bayadere”, il potente “Corsaro” ed il romantico “Chopiniana” sull’ideazione di Egor Scepaciov, direttore artistico dell’Accademia Ucraina di Balletto.


L’affiatato ed elegante ensemble (composto dai danseur Alessandro Orlando, Andreas Lochmann, Pierpaolo Ciacciulli, Paolo Randon, Federico Grillo unitamente ad Alice Bonini, Matilde Ferrari, Serena Donà, Elena Zanato, Arianna Cunsolo e Giulia Salaroli, Aurora Bonfante, Giuditta Alfarano) ha saputo infondere nelle storiche coreografie nuova energia e carisma grazie a movimenti di notevole fluidità lasciando trionfare, nella tecnica espressiva, le emozioni echeggianti un mondo di sentimenti.


Il merito delle serate di Galà, come quella presentata dal Balletto Ucraino a Rapallo, risiede nel confermare e trasmettere tutti i grandi pregi della danza classica ad alto livello. I brani, presentati con destrezza e leggiadria, hanno posto gli accenti sull’arte coreutica, quale fonte primordiale di morbidezza, impegno, energia, passione, disciplina e grazia.


Il Balletto Ucraino, nella sua totalità, ha portato in luce la precisione del lavoro in punta, il rigore e l’assoluto studio verso la perfezione, curando aspetti come le estensioni, la capacità interpretativa, la tecnica dei giri e la pulizia dei passi con una educazione al ritmo musicale tra intensi port de bras, pliè, grand jetè, diagonali, pirouettes e fouetté: elementi affascinanti della messinscena rapallese, fruibile al grande pubblico per velocità d’esecuzione e immediatezza.


Nel secondo tempo il programma ha esibito “Carmen”: una danza che ha espresso la visione dell’Amore che non conosce legge, tra corteggiamento, piacere carnale, innamoramento e tradimento in un’atmosfera scenica su cui hanno primeggiato coloriture e tonalità oscure, per poi gioire in maniera effimera nel rosso della passione. Georges Bizet, realizzò un autentico capolavoro del tutto attuale: l’orchestrazione ricca di sfumature e di melodie sensuali, sono andate di pari passo con le accattivanti coreografie di Caterina Calvino Prina in cui si è rispecchiato il carattere dei vari personaggi tra ardore e tormento.


Calorosi e convinti applausi durante l’armonico finale, per tutti i danzatori del “Balletto Ucraino”, nella totale certezza che l’arte tersicorea è la base di tutte le discipline teatrali.


Michele Olivieri



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